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I beduini, Al badw By Marino Zecchini

– Posted in: Cultura, Usi e Costumi

By Marino Zecchini
Originally Posted Monday, May 14, 2007

I BEDUINI Al badw

Nomadi, erranti, liberi, sognatori fino all’assurdo, privi anche del necessario, sanno vivere nel deserto poiché ne conoscono i segreti. Originari dei deserti arabici, nei tempi della jahiliya (periodo pre islamico, letteralmente epoca della ignoranza) erano gli emarginati dei centri agricoli delle oasi dello Yemen. In principio erano i poveri che, scacciati dai ricchi proprietari agricoli delle oasi, furono costretti a vivere ed organizzarsi in ambienti terribili quali i deserti. I rari punti d’acqua, pozzi e sorgenti, erano i loro riferimenti, vicini ad essi insediavano i loro accampamenti. Si specializzarono nell’allevamento ed erravano continuamente per procurare ai loro animali foraggio sufficiente. Questa pratica, lontana dalle agiatezze, ai limiti delle possibilità umane, che non lasciava spazio per debolezze di alcun genere, formò in questo popolo delle capacità che potremmo definire straordinarie.

La selezione, che naturalmente eliminava deboli ed incapaci, portò questa gente a divenire il “popolo del deserto”, dal quale assorbiva la sua essenza: natura contraddittoria dove la vita e la morte sono più vicine che altrove, dove il trionfo della natura si esprime nei paesaggi immensamente apocalittici. Il badawiy* vive nel deserto applicando una precisa ed elementare norma per vincere la lotta contro una natura ostile: ottenere il massimo rendimento con il minimo dispendio energetico.

Egli rappresenta il miglior esempio di adattamento dell’uomo all’ambiente desertico, la più alta specializzazione dell’economia pastorale nomade nel rapporto uomo-animale-ambiente. Ma ciò che contraddistingue questo popolo è l’assenza dell’idea di proprietà della terra, dei beni immobili e, per estensione, del concetto di amor patrio, inteso come nazione costituita da padroni. La loro coesione non è basata quindi sulla comproprietà da conservare e da difendere, non sull’amore per il territorio, ma sul concetto di cabila (tribù), a cui ogni singolo si sente fortemente unito e solidale fino alla morte.

Forte di queste basi, e facendo propria una religione Islamica rigidamente coerente con gli enunciati coranici, il popolo beduino si espande nel mondo, influenzando in gran misura la storia del popolo arabo. Fervidi fedeli all’islâm, sono stati storicamente il veicolo di diffusione nel mondo di questa religione. Cavalieri formidabili, abituati al deserto che percorrevano ovunque, sopportandone i disagi più di chiunque altro, giungevano vicini ai centri abitati dove effettuavano razzie rapide e terribili. Sovente costituivano gli avamposti di eserciti, che giungevano alla conquista facilmente, dopo che gli avversari erano già fiaccati dall’impeto delle Gharwd (razzie) beduine. Coraggiosi più di chiunque, attaccavano al grido di Allah u Akbar (Allah è il più grande), terrificando i popoli, compiendo violenze inusitate e lasciando dopo il loro passaggio soltanto distruzione e morte. Così gli antichi cronisti documentavano le stragi perpetrate dalle tribù beduine dei Bânu Hilel (figli della mezza luna) e di Bânu Selim (figli di Salomone). “Un torto recato al singolo componente è considerato un torto all’intero gruppo”. Carattere estremamente sensuale, il beduino, sente forte il bisogno di rendere pubblica la sua virilità e fa di essa il motivo della sua vita. Generoso fino all’incoscienza, uccide la sua ultima capra per ottemperare alle tradizioni dell’ospitalità. Rapido nella collera, trascende facilmente all’ira e diventa terribile, ma se è contento perdona fino al sacrificio. Coraggioso oltre all’audacia è un temibile combattente. Rispetta la donna ed è capace di morire se lei lo richiede, ma se contrariato la punisce fino a trattarla come un animale. La nobiltà e l’inganno possono coabitare nel suo cuore senza che egli se ne vergogni, poiché vengono considerati sentimenti senza obbligo di costanza nel cuore degli uomini. Abituato al trascorrere del tempo a diretto contatto con la natura insolita del deserto, così assoluta ed irreale, ama la poesia ed i racconti fantastici. La poesia rappresenta per il beduino gran parte del suo patrimonio culturale, il suo temperamento artistico viene espresso attraverso la parola. Oggi, i discendenti delle antiche tribù beduine in Africa popolano numerosi tutta la fascia sahariana e compongono le tribù a carattere nomade pastorale. Molti di loro vivono nelle tende nel deserto, altri, sedentarizzati, compongono la società dei villaggi di agricoltori delle oasi. L’evolversi delle situazioni hanno trasformato alcune tradizioni, ma l’essenza dello spirito beduino è ben viva e resiste nonostante tutto alle pressioni del colonialismo culturale dell’occidente.

Oggi il termine beduino (Badawiy)sing.- al badw (pl.). è un termine arabo che designa l’uomo che vive lontano dai centri abitati, che abita nelle campagne o sulle montagne e soprattutto la gente che svolge la vita nel deserto

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