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La lingua araba, Metodo di trascrizione delle parole arabe con l’alfabeto latino

– Posted in: Cultura, Storia, Usi e Costumi

By Marino – al bahary
Originally Posted Tuesday, July 20, 2004

 

La lingua araba

Metodo di trascrizione delle parole arabe con l’alfabeto latino

Arabo classico o letterario.- al ‘arabiatu al fusshâ L’arabo classico è per gli arabi strettamente connesso con il Corano. Nei 15 secoli trascorsi dalla comparsa dell’Islâm questa lingua non ha subito cambiamenti o contaminazioni sostanziali, il motivo di questa refrattarietà ai naturali processi evolutivi che in generale tutte le lingue subiscono è da ricercarsi innanzi tutto nella connessione con il carattere dogmatico che il Corano dona a questa lingua che, per i fedeli è intoccabile nell’intenzione di evitare errori nella esegesi e nei significati originali.

Il Corano è per i musulmani non solo la base della teologia ma l’assoluta perfezione del verbo e modello letterario supremo. Il trascorrere del tempo non ha mutato ne la struttura grammaticale ne il grande tesoro lessicale. Anzi, i dotti ulema, che oltre ad essere esperti della religione sono inevitabilmente anche studiosi dell’arabo classico, utilizzano per consuetudine citazioni e sintesi poetiche per giudicare o sentenziare, prestando la massima attenzione alla forma linguistica originaria del Corano.

In fine la lingua classica è il risultato di un accordo stabilito dai linguisti arabi tra il Corano, l’antico dialetto di Mecca e l’ancora più antica lingua poetica dei beduini della penisola araba.

Gli arabi considerano la lingua, la poesia, e l’eloquenza la più importante delle espressioni artistiche.

Sino al secolo scorso la lingua classica era conosciuta in tutti i paesi arabi solamente dai dotti studiosi dell’Islâm mentre la popolazione lo conosceva in misura minima e attraverso l’apprendimento delle preghiere.

In questi ultimi tempi i movimenti panarabici hanno contribuito alla diffusione della lingua classica scritta e parlata non più esclusivamente ad uso religioso, ma nella politica, nelle associazioni letterarie e culturali in genere, nello sport nelle conferenze, nel teatro, nelle discussioni elevate e in tutte quelle attività in primo luogo destinate ai rapporti internazionali ma anche in quelle nazionali in cui sia necessario precisare per inciso i significati dei termini, in queste occasioni chi parla pronuncia anche tutte le vocali brevi delle parole mentre nell’uso comune sono omesse.

Arabo parlato o dialettale – al lugatu al darija

Si può dire che ad ogni nazione o tribù, corrisponda un proprio dialetto, e così in ogni paese,regione o città, mutano parole e flessioni nelle parlate. Più in generale i dialetti arabi hanno subito le contaminazioni nei contatti secolari con gli idiomi berberi e stranieri.

Influenze linguistiche si differenziano secondo le posizioni geografiche, e il succedersi storico degli avvenimenti .

Nelle regioni del nord moltissimi sono termini derivati dalle lingue neolatine ed ancora maggiori sono i francesismi a motivo della presenza del recente passato coloniale. Nelle regioni del sud, a motivo del maggior isolamento geografico vi è una spiccata caratterizzazione per aver conservato più che altroveuna aderenza all’arabo antico.(Lingua dei beduini) In un primo incontro con la lingua araba trascritta con lettere latine può provocare un certo disorientamento. Soprattutto la lettura dei toponimi delle carte geografiche e dei cartelli stradali che si differenziano secondo la lingua del cartografo che le ha realizzate.

Molte volte la richiesta di una informazione di un luogo letto sulla carta e pronunciato da un occidentale non corrisponde al nome arabo o berbero reale, e se non fosse per l’innata cortesia della gente locale che comprende le difficoltà linguistiche degli europei nei confronti dell’arabo, molte sarebbero le incomprensioni.

Questo è il motivo per cui nella stesura delle mie tavole, dei luoghi e dei nomi arabi ho usato un sistema di trascrizione che abbiamo ritenuto il più vicino alla fonetica reale, beduina o berbera. Considerando che per le necessita di operare direttamente nel territorio sia opportuno chiamare le cose e i luoghi con il loro nome.

Per questo ho adottato un metodo semplificato di traslitterazione delle lettere arabe con l’alfabeto latino con le minori regole possibile, nell’intenzione che l’uso dei termini possano essere fruiti anche da un lettore non specialista.

La lingua araba si scrive e si legge da destra a sinistra. L’alfabeto è costituito da 28 lettere.

Normalmente, nei testi di lingua araba (non classica) non vengono scritte le vocali ma la semplice ossatura delle parole con le sole consonanti che la compongono. Nella trascrizione da me usata sono invece scritte anche le vocali sormontate dal segno ˆ se sono vocali lunghe . Es: (wâd – bîr, etc.)

Nella trascrizione mancano i punti diacritici sotto le consonanti enfatiche س ( s ), ض ( d ), ط, ( t ) ظ ,( z )

e sotto la fricativa faringale sorda (ح – h ), anche la ع-‘ayn e la ء hamza, che è invece un suono generato dalla apertura o dalla chiusura improvvisa della glottide, la prima una consonante, la seconda un semplice iato, sono rappresentate da un apostrofo contrario ( ) (Es: ‘ali- r ‘baia ). L’articolo ( ال – al) è scritto sempre in minuscolo anche all’inizio del periodo. Quando precede nomi detti “solari” si accorda con la consonante iniziale del nome (es: aj Jerid). Il suono ottenuto in italiano con le lettere sc, o del francese ch è rappresentato con il segno accento circonflesso sovrapposto alla lettera s. Es:( šat – Šenini etc. ). Di seguito il metodo comparativo della trascrizione con lettere latine dell’alfabeto arabo usato.

 

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