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Captain William Newton “Bill” Lancaster pioneering British aviator

– Posted in: Storia

Capitano William Newton “Bill” Lancaster (14 febbraio 1898 – 20 aprile 1933, Tanezrouft, Algeria) è stato un aviatore britannico pionieristico.

Infanzia

Nato a Birmingham, in Inghilterra, Lancaster emigro’ in Australia da bambino prima della Prima Guerra Mondiale. Nel 1916, entra a far parte prima dell’esercito australiano e poi dell’aviazione australiana. Dopo la guerra rimase in Gran Bretagna si unì alla Royal Air Force, arruolandosi 1919 e facendo servizio in India durante tutto il 1920. Fu promosso Ufficiale in volo da Pilota ufficiale il 30 aprile 1921. Mercoledì 12 Aprile 1933, l’aviatore inglese William Lancaster, che aveva all’epoca 35 anni, provando a fare una incursione da Londra a Gao su un aereo passeggeri “Avro”, scomparve durante l’attraversamento del Sahara.

L’11 febbraio 1962, 29 anni dopo, una squadra nella regione di Tanezrouft scopri’ il relitto di un aereo con accanto il corpo del pilota perfettamente conservato in stato di mummificazione, ricoperto da uno strato di sabbia: lo sfortunato Lancaster era stato ritrovato.

Sul registro perfettamente conservato, il pilota in difficoltà, da giovedi 13 aprile a giovedi 20 aprile 1933 data della sua morte, aveva registrato i suoi pensieri, descritto il suo stato d’animo e le tappe della sua lenta morte durante i giorni infiniti di questa settimana, sperando di essere salvato, dissetato… disperazione, serenità …

Dopo la caduta del suo aereo il cui nome era “Piccola Croce del Sud”, Lancaster è quasi totalmente tranquillo e lucido. La sua volonta’ era battersi per due soluzioni, la prima era di non lasciare l’aeroplano, la seconda controllare la sete. Aveva nove litri di acqua che prendeva ogni giorno da un thermos.

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Il primo giorno, alla vista di un avvoltoio, ha desiderato di voler fuggire e volare in una pozza d’acqua e scrive: “.. Chi non e’ mai stato nel deserto non ha alcuna idea di ciò che sia la sete. È un inferno.”

I primi due giorni è il panico: “Non voglio morire”.
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Il terzo giorno, è fatalista.

Il quarto e quinto giorno, la rassegnazione è “mi rendo conto che mi potra’ salvare solo un miracolo.” Ha strappato il tessuto dell’aeroplano per fare delle fiaccole e descrive i resti del suo aereo con “Sembra un povero papero con la coda spezzata e un sacco di piume mancanti.

Il sesto giorno la depressione fa scrivere poche righe: “Sto per essere assalito da sei ore di inferno”

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Il settimo giorno è caratterizzato da un lucida disperazione, ha bevuto l’ultimo sorso ed è orgoglioso di scrivere alla sua fidanzata che ha resistito per una settimana intera.

All’alba dell’ottavo giorno, ha scritto “Non ho acqua… ne’ vento… sto aspettando con pazienza.” “Arrivederci e che Dio sia con voi. Vi aspetterò lassù.”

Probabilmente la sera del 20 Aprile 1933 non è riuscito a vedere il sole tramontare sull’orizzonte infinito della regione di Tanezrouft…

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