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Fuori dal tunnel Diario del viaggio compiuto in Tunisia a cura di Francesco

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By Francesco Meriani Merlo, Antonela Gardos, Neri
Originally Posted Friday, July 23, 2004

Fuori dal tunnel

Diario del viaggio compiuto in Tunisia da

Francesco Meriani Merlo, Antonela Gardos, Neri e la Land Rover III 88

19 dicembre 2003 – 10 gennaio 2004

***

questo diario è stato scritto durante il viaggio*. Non alla fine di ogni giorno: proprio durante il giorno in vari momenti ci fermavamo a scrivere. Per questo motivo è alquanto scarno e non lascia spazio a (troppo) lunghe riflessioni. In questo modo però i pensieri e gli eventi sono stati fissati sulla carta (e ora sul computer) senza l’intermediazione del Tempo.

Spero che dalla lettura riesca ad emergere lo spirito di questo viaggio.

* fa eccezione il giorno 18/12 il cui commento è stato aggiunto a marzo 2004

Diario

18/12/2003 (commento aggiunto a marzo 2004)

Dopo tanti giorni, settimane… anzi mesi di preparazione (del mezzo e… psicologica) è arrivata la vigilia della partenza. Oramai i biglietti del traghetto sono acquistati, e Antonela ha da tempo deciso di affiancarmi in questa “impresa”.

Non è stato tutto rose e fiori, il progetto e la realizzazione di questo viaggio, che per mesi ha occupato quasi totalmente la mia mente, mi è costato molte baruffe ed incomprensioni, sia con mia moglie sia con i miei genitori. Per non parlare dell’aspetto economico… una “botta” dalla quale devo ancora tirarmi su.

I giorni passati in viaggio in Tunisia si riveleranno spesso stancanti ma molto intensi, e splendidi. Inoltre, grazie a Dio o al suo collega Allah, i giorni in Tunisia sono stati tutti pieni d’armonia tra me e mia moglie, quasi che il deserto fosse riuscito in quei giorni a cancellare incomprensioni ed attriti. Ecco, alla fine questo sarà il ricordo più bello del viaggio. Ma ora basta con le questioni psicologiche, l’Africa ci aspetta!

Eccoci qui, di fronte alla casa di mia nonna Valeria, a caricare la Land Rover con tutte le attrezzature! (magari fossero solo quelle in foto….) 

 

 

Ed eccoci a “testare” la nostra casetta, il mitico e pesantissimo Air Camping!

19/12/2003 – km 0
Duino (TS), nuvoloso. H. 16:20 riscaldamento motore
… dopo i saluti e qualche “falsa partenza” partenza h. 16:48
H. 19:30, km 196, PD ovest, autostrada.
Il motore spande olio dalla guarnizione delle punterie. Cena al Burger King dell’Autogrill. Partenza h. 20:10, tutto il resto è OK.
H. 0:00, pernottamento a Piacenza in Hotel “Piccolo Ritz”, 70 euro la doppia.

20/12/2003 km 384
In regalo da officina VW adiacente all’Hotel cartone per rifare guarnizione coperchio punterie.
Partenza h. 10:10. Arrivo all’imbarco a Genova alle 12:45, km 545.
Conosciuto Lorenzo del Camping, mi ha spiegato dov’è la Land Rover a Tunisi (a 100m dalla Stazione del Treni) perché le mie balestre toccano i tamponi!
Facciamo amicizia con una famigliola di Svizzeri a bordo di un incredibile camion Mowag del 1956 (ma completamente rifatto).

NB aggiunto ora: anticipo che in tutto il viaggio non ho incontrato nessuna Land Rover d’epoca come la mia, solo automezzi molto moderni, sia Toyota che Land Rover, pochi esemplari di altre marche.

21/12/2003
Sbarco dopo le 17:30 a Tunisi.
Già finito il cotone emostatico, dato ad una ragazzina svizzera con sangue di naso. Viaggia con padre in un attrezzatissimo Land Cruiser ma a quanto pare senza… valigetta del pronto soccorso. Una volta sbarcati pernottiamo nel parcheggio in “centro” a Tunisi insieme al gruppo dei camperisti.

22/12/2003
Colazione offertaci dai camperisti. Smontiamo il campo e ci dirigiamo a Tunisi alla ricerca delle balestre. Alla Land Rover di Tunisi (Avenue de Chartage 69, Tunis, tel. 00216 71 336 523 o 71 336 742, fax 71 337 378)

sorridono alla vista di una Land d’epoca e ci consigliano, vista la tipologia del mezzo, di lasciare il loro negozio e di andare da uno sfasciacarrozze (!) alla periferia della città, che raccoglie le Land Rover usate un tempo dalla Guardia Nazionale (che ora gira in Toyota).
Partenza da Tunisi h. 09:30 Nuvoloso, non freddo. km 566.


Comprate (e lavorato per smontarle) 2 balestre posteriori di un Santana 109, 100 dinari. Legate sulle taniche davanti al radiatore, le monteremo prima o poi: ci serve un aiuto da un meccanico. Tra la ruota di scorta sul cofano, le taniche, le balestre, la pala e la palpebra parasole e il borsone ad essa legato…. quasi non si vede più il parabrezza della 88!

H. 11:30 partenza per Kairouan.
H. 14:20 fatta spesa per cibarie e pieno di nafta (80 litri) presso Enfida Ville. km 685Campo a 20 km a Sud di Kairouan, presso un bivio dove c’è un gabbiotto della Polizia, presente anche di notte. Facciamo amicizia col poliziotto che ci ha indicato questo posto per pernottare ed egli ci indica il miglior meccanico di Bouhalia dove far sostituire le balestre.

23/12 Antivigilia di Natale
H. 08:30, pronti a partire. + 5 °C, nuvole e vento. Aspettiamo il poliziotto di Bouhajla per andare con lui dal meccanico, ma un cambiamento del suo programma ci costringe ad andare da soli. Il meccanico in questione sta nel primo di 4 bugigattoli, 200m prima del distributore di carburante della Star. Le coordinate della piccola officina sono: N 35°23’649, E 10°02’884. Concordiamo la sostituzione per 70.000 dinari, il lavoro comprenderà la creazione di quattro nuovi “occhielli” anti-attrito (non so il termine esatto) perché quelli originali sono distrutti.

Presso l’officina incontriamo di passaggio i cari amici Totò e Giorgio su Feroza! E poi arriva anche l’amico poliziotto.

Sostituite le balestre (in poco meno di cinque ore di lavoro). Alle 13:45 ripartiamo, km. 809. Pernottamento presso l’Hotel Sidi Driss per 24.000 dinari a Matmata (albergo scavato nella roccia, molto pubblicizzato 🙂

24/12/2003 Vigilia di Natale
Dopo la sveglia riparazione (?!) flusso elettrico diretto agli indicatori di temperatura del liquido di raffreddamento e del livello del carburante. Dubbio su funzionamento spia pressione olio.
H. 10:20 partenza per Foum Tataouine via asfalto, km. 1033
Arriviamo a Medenine h. 12:15, facciamo 7600 TD di nafta, a 430 TD/litro. Arriviamo poi a Tataouine, km. 1151. Ci fermiamo alla Caserma della Guardia Nazionale che ci scorta fino all’Ufficio Turistico (tel: 0021675850850, gsm 0021698438333). Li ci spiegano che il traffico nella zona del Parco di Sidi Toui Saharan è libero ma non facile stante la totale assenza di turismo e di… indicazioni. E’ in ogni caso possibile arrivare a Remada, ma preferibilmente NON attraverso la pista che sfiora il confine libico.
Il nostro compito sarebbe quello di distribuire il molto materiale didattico per BnD alle scuole della zona di Sidi Toui Saharan. Ma le scuole sono chiuse per il Capodanno.
Il Capo dell’Ufficio Turistico, quindi, molto gentilmente ci organizza un incontro con il Direttore del Provveditorato di Tataouine, sotto cui ricade la zona di Sidi Toui.
Consegneremo il materiale a lui. H. 17 consegna materiale didattico di “Bambini nel Deserto” al Provveditorato di Tataouine

 

H. 18 ritirati permessi per recarsi al Sud della Tunisia, presso Ufficio Turistico.
H. 18:15 partenza per Remada via asfalto.
H. 20:30 finito di montare il campo dietro il distributore di carburante di Remada. A Remada è possibile trovare carburante, cibo ed acqua. Notte di Natale in Air Camping con (molto) frugale pasto.

25/12 Natale 2003
+ 2 °C in tenda la notte.
La mattina controlli di tutti gli olii della Land Rover.
Consegniamo un po’ di materiale didattico ai piccoli che vivono alla periferia povera di Remada. Abbiamo fotografato le “stalle” dove essi accudiscono il bestiame, purtroppo esse rendono l’idea della situazione d’indigenza e nemmeno le case sfuggono a questa realtà!ersi dai piccoli di Douz o Kairouan!

 

Ad ogni modo i loro sorrisi mi hanno veramente colpito e si riveleranno essere uno dei più bei ricordi del viaggio.

Timbriamo i permessi per il Sud alle 11:30, timbriamo insieme a due 110 svizzeri poi “scomparsi” dietro di noi. Direzione Bir Zar e Tiaret. km 1254. L’incrocio che a NW porta a Tataouine proveniente da Remada e a sn. porta a Kambout si trova a N 32°20’112 E 10°21’591.
H 12:03 km 1260, serbatoio pieno. H 12:30, controllo della Armee Nationale a Kambout. Prima del controllo regalo le v vecchie balestre ad un locale (che ci ha “scortato” fin qui), è il padre di alcune delle bambine alle quali abbiamo dato un po’ di materiale didattico.

Inizia la pista… una grande emozione è in me. Stupenda. Dopo pochi km mi fermo a serrare i bulloni delle flangie dei semiassi posteriori.

H. 15:00 sosta vicino ad un fortino (in uso) presso uno uadi. Auto incontrate: zero, due nella prima parte di pista, provenienti da El Borma. Campo a Bir Zar, h. 17.30, km. 1404
Consumo 7.2 km/litro usando 4×4 marce lunghe su pista dura.

NB: l’incrocio al WP9 (carta fornita dall’Ufficio Turistico di Tataouine) non è molto visibile. La P1/2 è un’autostrada, la PS6 è molto meno visibile, ad ogni modo non ci sono problemi d’orientamento. Attraversato lo Ouadi con fortino nelle vicinanze le tracce ci hanno portato troppo ad Ovest ed abbiano dovuto raggiungere il WP15 in fuoripista seguendo il gps (terreno duro e piatto per fortuna, ma fa una certa emozione guidare senza alcuna traccia davanti alle ruote… siamo soli!). Poi tutto OK fino a BirZar. Da Bir Zar, non essendo presente alcun segnale gsm terrestre, abbiamo telefonato a casa inaugurando con successo l’uso del telefono satellitare Globalstar appena acquistato prima di partire. Una bella sensazione averlo, viaggiando in solitaria.

26/12/2003
– 0.5 °C la mattina in tenda.
Silenzio assoluto, forse è la prima volta che lo sento. Colazione e passaggio al controllo dei militari.
H. 10:00 partenza, km. 1404, serbatoio pieno e 60 litri di scorta.

Al punto gps N 31°15’4 E 10°08’6 lasciamo la pista per navigare verso il WP21 col gps. Raggiunto il WP21 seguiamo la pista. Neri si diverte ad inseguire ed abbaiare ai dromedari.
H. 13:00 Passiamo il controllo a Tiaret.
Ci chiedono sigarette ed alcool ma gli do solo una lattina di coca cola, non ho altro.
Poco prima incontriamo i due 110 svizzeri che scendono anche loro verso Sud.
Ci fermiamo dal sig. Dahau a fare nafta. Presso la stazione di Tiaret la nafta costa 0.546 invece che 0.430 dinari al litro. H. 14:30, pranzo dopo il WP 22, tra dune, dromedari e richiamo alla preghiera e canti dalla radio di alcuni tunisini che lavorano a lato della Pipeline.
H. 17.30 arrivo ad Ain Skouna e campo presso la fonte termale.
Merenda serale in compagnia dei militari del posto. Gli diamo un torrone (l’unico che abbiamo) ed una busta di risotto alla milanese e sei bustine di integratore salino. Ci danno 2 kg di farina, un mandarino, quattro focacce calde appena fatte in caserma.

In su incrociamo un gruppo di motociclisti, prima di loro un pick-up tunisino con una loro ktm nel cassone.

27/12/03
Risveglio alle 07:00 a -5 °C. Umidità mostruosa e quindi brina nella tenda con nevicata indoor.
Visita nella notte per due volte del branco di cani che vivono vicino alla Base militare. Eravamo molto contenti di essere sull’Air Camping e non in un igloo!
x Robo Gabr’Aoun: la Pipeline da Tiaret ad Ain Skouna non è tremenda ora (sarà stata rimessa a posto dalle ruspe?) Comunque è possibile navigare col gps lasciando la Pipeline a destra (viaggiando ad Est vero Ain Skouna).

 

La mattina vediamo passare in lontananza (loro erano al controllo e noi eravamo alla fonte termale) un grosso 4×4 con dietro un’auto “da corda” tipo Rally.

H. 09:40, partenza, direzione Borji el Khadra, km. 1507, circa 30 litri nel serbatoio. Tutto OK, rabboccato olio motore. Lasciamo la Pipeline ad Est per navigare fuoripista col gps. Ma delle dune sempre più alte alla fine ci sbarrano la strada.

 

Puntiamo di nuovo alla Pipeline e ci rimettiamo su di essa. Panorami molto belli alla volta di Bir Pistor. Incontriamo i due Land Rover svizzeri. Facciamo una deviazione per andare a raccogliere le rose del deserto nel lago salato. Poi superiamo (!) il confine libico (dopo aver calcolato con righello e calcolatrice il punto gps stimato del fortino tramite le carte in nostro possesso) e puntiamo al fortino in questione. Partiamo con una certa apprensione… siamo completamente soli e se un guasto accadesse in Libia saremmo nei guai: nessuna autorità tunisina verrebbe a recuperarci oltre confine temo.

Visitato il bel fortino oltre in confine libico. Al ritorno troviamo, presso la zona delle rose del deserto, due coppie di 4×4 (2 francesi e due belgi). I belgi operano come associazione ONLUS e ci potranno dare delle informazioni sulla Mauritania. Mi raccontano che qui viaggiano su Land Cruiser ma in Mauritania preferiscono la Land Rover 109 IIA, che staziona lì mentre loro vanno su e giù dal Belgio in aereo.


Mi dicono anche che l’altro anno c’erano due italiani qui con una LR d’epoca come la nostra.

Proseguiamo. km 1608, campo a Borji el Khadra. Conosciamo il sig. Dhaou, un po’ invadente ma in fondo simpatico. Al suo Bar ci sono i due francesi incontrati lì delle rose del deserto e due tedeschi (Mercedes G e Land Cruiser). Partono al nostro arrivo.
Consegniamo gli ultimi vestiti e pennarelli ai bimbi di Borji el Khadra (il sig. Dhaou tende a privilegiare i propri pargoli nella distribuzione…. lì lui è in Sindaco e bisogna cercare di far arrivare i beni anche agli altri). In cambio i bimbi ci portano olio di palma e datteri e pane: siamo a corto di viveri e non è un baratto “formale”.
Poi dico loro che sono un farmacista, e alla fine mi svaligiano quasi tutta la valigetta mia personale di farmaci senza obbligo di ricetta (nimesulide, colliri antinfiammatori, pomate per muscoli e reumatismi, spazzolini, dentifrici ecc ecc). Prometto che farò il possibile affinché BnD torni qui a portare altre cose.

28/12/2003
Risveglio e colazione. Bel sole, ma notte sempre sotto zero.

ps: la sera precedente Antonela ha fatto, con la farina dei militari di Ain Skouna, il pane in casa…. o meglio in Land, e lo ha cucinato sulla piastra facendo tante ottime pizzette.
E’ passato a trovarci su un camion il capo dei militari di Ain Skouna (proprio quello che ci aveva dato la farina) che è in visita alla base di Borji el Khadra. Così mangia le pizzette della sua farina.

ps2: come supponevo non esiste segnale gsm a Borji el Khadra: ieri notte con una “tacca” gsm proveniente da non so dove ho potuto mandare degli sms in Italia. Sentito, tra l’altro, cpg60 da Sabria. Consumo nafta su pista dura/sabbiosa al 50%: 20 litri/100 km
H. 10:45 partenza da Borji el Khadra, km. 1610. Serbatoio pieno e 40 litri di scorta. Direzione Tiaret. H. 14:15 arrivo a Tiaret. Saldiamo presso la Stazione di Pompaggio la scaletta dell’Air Camping che abbiamo rotto a Borji el Khadra (ci siano passati sopra con la Land inavvertitamente…).

Il sig. Dhaou, omonimo di quello di Borji el Khadra, non vuole nulla per la riparazione. Km 1726, pieno di nafta e proseguiamo per Larich. Facciamo il pieno anche alle 3 taniche da 20 litri di acqua (gratis) sempre tramite Dhaou. Passiamo per il bivio x Ain Sabeur (WP20). Prendiamo la pista PS7 che però sembra puntare verso una direzione “sbagliata”.
La lasciamo alla ns. sinistra e iniziamo a navigare fuoripista puntando al WP19. Cerchiamo di aggirare delle dune/dunette ma ci rendiamo conto che in questo modo sarà impossibile raggiungere il WP19, distante mi pare 20 km in linea d’aria. Se non altro perché sta scendendo il buio. Causa il buio è impossibile anche tornare sui propri passi. Piantiamo il campo fuoripista alle h. 17:30, coordinate N 31°18’67, E 09°50’57, siamo a 16 km in linea d’aria dal WP 19. Notte tranquilla nell’oscurità e nel silenzio assoluto.

29/12/2003
Ieri sera abbiamo fatto il punto: siamo fuori rotta e ora cerchiamo di tornare indietro aggirando piccole alture e dunette. Nella notte ha piovuto, ora ci sono vento e nuvole. Abbiamo di nuovo telefonato col satellitare: ottimo! Dà una tranquillità incredibile, viaggiando soli!

E spero che alla manutenzione del gps abbiano fatto un buon lavoro (perché si era rotto – cosa rarissima! – pochi giorni prima della partenza ed è appena riparato).

Navighiamo fuoripista su terreno duro ricoperto in buona parte da dunette. Ritroviamo la pista lasciata la sera prima, ma non riusciamo a seguirla. In pratica differisce poco dal fuoripista. Quindi decidiamo, visto che il terreno pare affrontabile, di puntare al WP20 seguendo il gps.
H. 10:15, dopo circa 10 km di fuoripista siamo di nuovo “nel mondo civile”. km 1805.
Puntiamo al WP13 su Pipeline. Risaliamo verso nord. Pista OK a parte alcuni banchi di sabbia.
H. 13.24 arriviamo al WP1 a Kamour, km. 1944. Arriviamo a Ksar Ghilane verso le 15:30.
Torniamo alla civiltà… tanto turismo con annessi e connessi. I nostri vicini di…. piazzola (anche se siamo al di fuori del campeggio) cercano la diavolina per accendere il fuoco ed il fidanzato chiede alla fidanzata se ha “una paletta” (?!) per smuovere la sabbia per far posto per il fuoco.

Le Toyota delle Agenzie fanno avanti e indietro attraversando le baracche intorno al villaggio a gran velocità. Facciamo salire in auto un locale e suo figlio piccolo e con loro, con il sole già calato, andiamo tra le piccole dune a raccogliere arbusti per il fuoco. Pagamento: due mie t-shirt, un euro e un dinaro ed alcune buste per fare la cioccolata calda. Antonela per cena fa la pizza “in casa”: oggi è lievitata e cotta alla perfezione, anche grazie al lievito acquistato a Borji el Khadra.

30/12/03
Colazione e giretto a piedi per l’Oasi. Prima mattina di “vacanza” dal giorno della partenza, il 19/12. Poi Antonela fa il bucato ed io sostituisco l’olio delle bocce e del riduttore (aggiungendo un additivo) perché ieri il riduttore (o qualcosa d’altro) faceva un rumorino nuovo. Rabbocco olio cambio e olio motore. Una Toyota olandese si ferma a fotografare l’88 con me sotto vestito da meccanico e Antonela che stende i panni. Si vede che siamo più caratteristici dei dromedari che lì portano in giro i turisti.

H. 16:30 partiamo da Ksar Ghilane perché Antonela ha una crisi di rigetto verso questo bellissimo luogo trasformato in una specie di Rimini del deserto. Per andare al fortino di Ksar Ghilane ho sgonfiato a 1.5 atm le gomme davanti e 1.8 dietro. Finora avevo 2.5 davanti e 3.0 dietro: che volpe del deserto che sono stato! Immaginate la tolee ondulee che ci siamo sciroppati con 3.0 atm! Ora verso la Pipeline a 1.5/1.8 si viaggia come in autostrada! E mentre in autostrada (quella vera) la 88 tiene gli 80 km/h di tachimetro (70 reali) su pista senza tolee tiene come niente i 90 km/h di tachimetro e gli 80 reali ed è di una silenziosità preoccupante. Oppure io ed Antonela siamo diventati sordi.

Sulla pipeline al tramonto facciamo un incontro… incredibile. Un giovane ragazzo e ragazza polacchi su una Fiat Uno che si sono persi…. li seguiamo a 20 km/h e li riaccompagniamo fino al bivio asfaltato per Matmata/Douz. Loro prendono la direzione Matmata, noi Douz.
H. 21:00, 2146. Sosta al caffè Ali Babà, lasciamo il biglietto da visita di Bambini nel Deserto.

Arriviamo a Douz nella notte.
Passiamo a salutare Ibrahim del Desert Club e dormiamo fuori della Porta del deserto.
Rompo la chiusura del mio sandalo cadendo (senza conseguenze) dal cofano della Land mentre “riparo” l’Air Camping che ha una staffa portante rotta 1 ora di lavoro al buio e al vento). Sandalo riparato col fil di ferro. Cena veloce e a nanna alle 01:00.
31/12/2003 Capodanno
La mattina la passiamo con dei simpaticissimi e tremendi piccoli di Douz, ai quali dono tre paia di calze e qualche altra piccola cosa dalla mia valigia. Scattiamo delle foto con loro sul loro carretto e sul loro asino.
Antonela prende gli indirizzi di alcuni di loro e gli promette che (a titolo personale) gli spedirà delle altre cose dall’Italia a patto che loro ci rispondano con delle cartoline da Douz.

Ci aggreghiamo ad un simpatico gruppo di fuoristradisti milanesi (MC fuoristrada) capitanati da Lino e Antonella (su 110 modificato) e dal figlio su Def. 90 Td5 kittato. Effettuiamo sei ore viaggio sulle dune ad est di Douz, sbucando poi sulla strada asfaltata Douz-Matmata. km 2239.
Riceviamo le congratulazioni del capo per la guida su sabbia: non mi sono mai insabbiato mentre un Disco ed un Blazer erano più insabbiati che altro. Mi chiedono quante altre volte sono stato nel deserto. Ingrasso di 5 kg, non credono che sia alla mia prima volta su sabbia. Devo ammettere che la 88 in IIa ridotta è praticamente inarrestabile!
Sera di nuovo a… Ksar Ghilane e ricerca infruttuosa degli amici milanesi (che su asfalto e pista ci hanno seminato).
A nanna km 0:00, stanchissimi, sotto la pioggia. km 2357.
Il 4×4 inserito, durante la giornata, dà un rumore continuo e sibilante sotto sforzo (anche leggero, cessa in rilascio).

01/01/2004 I° giorno dell’anno
Risveglio con sole e vento, giretto nell’Oasi e manutenzione alla Land Rover. Ieri uno dei milanesi mi ha rotto la pala da sabbia in alluminio. La ripariamo con rivettatrice ed attrezzi di bordo. Ottima la mazzetta da 5 kg.
NB: a Ksar Ghilane la nafta costa 0.800 dinari. C’è possibilità anche di comprare cibo.

In mattinata incontriamo il gruppo di Rover-World così conosco anche di persona il mitico Frank e anche Kialma del gruppo Sek. Ci offrono spumante e panettone!

Ritroviamo finalmente anche gli amici di MC Fuoristrada, che ci danno dei beni umanitari da consegnare.

Puntiamo di nuovo verso Douz. Poco dopo Bir Soltane lasciamo la pista per il fuoripista. Dopo qualche km viene a mancare la pressione nel circuito idraulico della frizione. Senza frizione torniamo da Sadok a Bir Soltane ma il gruppo di Rover-World (che ci pareva aver visto con la coda dell’occhio fermo lì quando eravamo passati) non c’è più. Idem il MC Fuoristrada. Provo a chiamare sul canale 10 e 16 del CB ma senza risultato. Puntiamo (partenza alle 16:15) verso Douz senza frizione. Arriviamo alle 18:30, in riserva. Km 2520.
Andiamo a cercare un albergo, domani affronteremo il problema della frizione.
Pernottamento al Hotel 20Mars, 1800 TD con WC e doccia in camera e colazione, molto pulito.

02/01/2004
Passa tutto il super squadrone di cgp60, con LR e Pajero ecc. Sono molto simpatici e hanno dei bellissimi adesivi di BnD. Ci sono nuvole ed un po’ di pioggia.
Io e Antonela, grazie ai suggerimenti e al Manuale d’Officina della serie III proviamo a rabboccare e spurgare il sistema idraulico della frizione, sul marciapiede di fronte all’albergo. Ovviamente attirando l’attenzione di molti “sfaccendati”. Lo spurgo pare andare a buon fine, ma rimangono i segni che le perdite continuano. Che provengano dal “master cylinder”? Da quanto letto nei forum capita quasi sempre che sia esso a cedere!
Decidiamo comunque di proseguire il viaggio a forza di rabbocchi… non ho voglia/coraggio di aprire “tutto” l’ambaradan del master cylinder che, a dire il vero, non so nemmeno DOVE si trovi.
Facciamo la doccia all’Hotel (la precedente risale alla giornata del traghetto… l’anno precedente), che è alquanto pulito ed economico. In un impeto di pulizia personale decido di regalarmi un trattamento di bellezza completo presso il Salon de Coiffure “Chez Mustafa” adiacente all’albergo, al n. 19 della Rue 20 Mars.
Una semplice bottega di barbiere, dove per 5 dinari dei simpaticissimi ragazzi (purtroppo sordomuti) mi fanno un ottimo servizio di barba e capelli, e shampoo. Bello farsi fare la barba con sapone e pennello! Totale: 5 dinari.

Mi piace poi molto “immergermi” nella realtà locale! Una sensazione bellissima. Solo con il cibo ho dei problemi, essendo molto piccante (ho gusti delicati!). Mi sono invece abituato ad accettare il tè alla menta quando ci viene offerto da ragazzi o uomini che passano il tempo di sera o di notte sui marciapiedi scaldandosi con le braci su cui cuociono per ore ed ore le foglie per fare un tè concentratissimo. Mi sono anche abituato al “lavaggio” (se così possiamo chiamarlo) del bicchierino nella ciotola d’acqua comunitaria prima di riempirlo col tè.

Facciamo un po’ di spesa e puntiamo all’Ovest, passeremo per ora a Sud del Chott el Jerid. H. 15:30 partenza da Douz, km. 2524 dalla partenza. Passiamo per Zaafrane dopo aver incontrato a Douz, facendo Nafta, il gruppone del grande Frank / Rover World, proveniente da Ksar Ghilane. Mi pare si dirigeranno verso la costa est della Tunisia. Gli racconto dei problemi al circuito idraulico e mi dice che anche lui ha problemi (già prima della Tunisia) di spandimenti presso lo “slave cylinder” e che anche lui ha da rabboccare ogni tanto.

A Zaafrane è zeppo di Toyota delle gire organizzate per i turisti, peggio che a Ksar Ghilane. Dalle Toyota escono turista a frotte per dirigersi verso il grande spazio da dove partono tutti i giri in cammello. Il tutto mi risulta di un patetico unico. Antonela ha un attacco di allergia peggio che a Ksar Ghilane. Zaafrane è veramente il minimo.

Proseguiamo velocemente (per quanto ci permetta la 88) verso El Faouar. Poi inizia la grande distesa piatta. Viaggiamo al buio, su asfalto. Al bivio per El Dergine / Regim Maatoug troviamo una persona che, coperta totalmente dal “turbante” o cose cavolo si chiama la versione maschile del “velo” fa autostop. In effetti conciato così fa un po’ paura, si vedono solo gli occhi (poi come dicevo è buio).
Facciamo spazio nel cassone della 88 e lo facciamo salire. Gli diciamo che andiamo fino al “campeggio” (= 1 baracchetta e 0 turisti) vicino al bivio per Bir Hadj Amor, e accetta. Sfido io, in 70 km di strada da lì non abbiamo incontrato nessuno. La sua destinazione però è Regim Maatoug.

Il proprietario della “baracca-campeggio” è troppo insistente per i miei gusti e decidiamo di proseguire su asfalto (è sera tardi) fino a Regim Maatoug. Poi scopriamo che il nostro autostoppista non abita proprio lì ma 10-20 km più avanti. Vabbè, fatto 30 facciamo 31 e lo portiamo a casa.
Arriviamo in un villaggio a quest’ora deserto, alquanto grande e perfettamente simmetrico e un po’ “artificiale” nella sua architettura, quasi fosse stato costruito in fretta e furia per colonizzare quel luogo. Non avendo altra scelta ci sistemiamo nell’air camping a lato della casa del nostro amico autostoppista.


La sua casa è vuota (nel senso che ci sono solo muri e qualche tappeto). La luce non funziona. Uso il mio tester per vedere dov’è l’interruzione della corrente e poi, con l’aiuto di un vicino (di nome Hamouda) arrivato nel frattempo, individuiamo e risolviamo il problema nella scatola delle valvole. A questo punto egli mi restituisce il favore portando una lampadina e una prolunga fino alla Land Rover.
Antonela nel frattempo ha preparato una ottima cenetta, come al solito. Hamouda ci spiega che egli (l’amico/autostoppista) è venuto qui nel suo paese natale per assistere ad un matrimonio in stile berbero di un suo parente. Questa notte ci sarà l’addio al celibato. Per momento veniamo invitati a casa di Hamouda, che intanto ci ha portato una piadina di cus cus.

A casa sua riceviamo da sua moglie il tè e degli squisiti datteri ancora attaccati ai rametti. Antonela riceve in dono una boccetta di lacca per unghie.

 

 

Io per ricambiare gli dono dei farmaci utilizzabili senza ricetta, gentilmente donati dal MC Fuoristrada a Douz. La maggior parte dei miei doni (peraltro apprezzati) consiste in 10 scatole di supposte di tachipirina, da quelle per neonati a quelle per adulti. Sto un bel po’ per spiegare dosi e differenze tra quelle per piccoli e per grandi. C’è anche un po’ di imbarazzo nello spiegare che trattasi di supposte e non di compresse. La prossima volta porto compresse!

Più tardi nella notte partecipiamo all’addio al celibato in stile berbero, il matrimonio ci sarà domani. E’ una cerimonia molto vivace e molto coreografica, con lo sposo che è l’unico a stare fermo e impassibile. Non so se perché si deve fare così o perché era emozionato. Tante donne si avvicinano e sulle sue dita fanno la cerimonia dell’hennè. Io e mia mogli siamo gli ospiti d’onore e fanno la cerimonia porta fortuna dell’hennè anche a noi. Più volte mi chiedono di fotografarli.

 

 

 

03/01/2003
Risveglio e colazione, mattinata trascorsa coi bambini del piccolo villaggio. Riceviamo in dono pane caldo e olio e doniamo loro una spazzola per lavare i piatti e della marmellata. I vestiti sono finiti da tempo, e anche il resto. Bevo insieme coi piccoli l’ultima tazza di Nesquik (bevanda di cui sono estremamente ghiotto). Ora il Nesquik è finito! Partiamo dal paese, dopo che i piccoli ci hanno aiutato a sistemare l’air camping, cosa che non avevano mai visto.

 

H. 11:00, km. 2657. Direzione: bivio per variante “interna” attraverso lo Chott el Jerid (libro “Tunisia” di Robo Gabr’Aoun pag. 82 se ricordo bene, nota aggiunta ora. Su libro la pista è percorsa da Nord (Nefta) a Sud. Noi proviamo a farla da Sud a Nord. Sul libro pare sia un “autostrada” ma in realtà non è proprio così, ammesso che noi abbiamo seguito quella pista o chissà che altro. Mi piacerebbe che qualcuno che ha Ozi Explorer o diavolerie simili metta i miei punti gps sulle foto satellitari così una volta per tutte capirò dove sono andato. Le vecchie carte militari francesi a 1:200.000 sono molto poco utili in questa traversata. Ma torniamo al racconto.

Ci fermiamo alla Base Militare (dove sono gentilissimi) per ottenere delle informazioni sulla fattibilità della pista. La base si trova a: N 33°19’287 E 7°59’467. Pare che la pista sia OK, l’imbocco – dicono – si trova lungo la strada asfaltata a 23 km dal centro di Regim Maatoug (prima del paese provenendo da est, dopo provenendo come noi da ovest).
Tra l’imbocco della pista e Regim Maatoug si trova il camping delle “Rose du Sable”. Ieri notte il proprietario del camping ci aveva assicurato che la pista cominciava di fronte al suo camping (ora non ricordo cosa diceva il libro di Robo, mi pare anche lui dica di prenderla di fronte al camping ma potrei ricordare male). Decidiamo di seguire le indicazioni dei militari. Faremo bene o male? boh.
Non lo scrivo sempre ma in tutti questi giorni si va avanti a continui rabbocchi del circuito idraulico della frizione. I militari ci ricordano che ad un certo punto (ma non ci dicono dopo quanto) incontreremo un bivio che a Nord porta a Nefta, a Sud riporta verso Regim Maatoug (che sia quella che parte dal Camping Rose du Sable?) e verso Ovest punta a Hazoua. Noi dovremmo provenire da Est e quindi svoltare a destra (Nord).

Segue la descrizione della pista da noi fatta. Il tempo (o meglio Ozi Explorer) dirà se corrisponde o no a quella descritta a pag. 82 del libro di Robo Gabr’Aoun. La pista inizia presso dei cartelli stradali (25 km Regim Maatoug, 50 El Matrouha, 93 Hazoua) alle coordinate N 33°24’725, 8°12’931 E. Fondo duro, collinette. La pista ha direzione Ovest (W). Azzeramento contachilometri (ricordate che il mio contachilometri può sbagliarsi di un 10%, il gps invece di pochi metri).

Al km 6.2 (N 33°25’010, E 8°09’071) c’è un incrocio. A dx (intendo percorrendo la pista nel nostro verso, opposto a quello del libro di Robo) la pista porta in direzione E/NE verso lo Chott (immagino, l’ho percorsa per qualche km). A sn (S/W) porta in direzione di Regim Maatoug (immagino) e avanti (N/NW) spero porti verso Nefta. Proseguiamo verso N/NW e azzeriamo il contachilometri.

NB: il paese o il pozzo di Bir Hadj Amor io non l’ho incontrato, o se l’ho incontrato era così piccolo che non l’ho visto. Come il pistone di dimensioni ciclopiche a Bir Pistor: in effetti alla fine l’ho visto. Per essere un pistone in effetti ha dimensioni ciclopiche (quasi quanto un fusto di petrolio, mi pare) ma essendo a lato della pista ed in parte insabbiato passa facilmente inosservato.

Dopo 1.6 km c’è un altro bivio:
N 33°25’084, E 8°08’107
NW Nefta ?
W Hazoua ?
SW Regim Maatoug ?
metto i ? xchè non ho sperimentato quelle piste.

Sono fermo all’incrocio, chino sotto il cofano aperto a rabboccare l’olio frizione. Un gruppetto di enduristi italiani (RE?) ci superano in tromba senza fermarsi e senza chiedere se abbiamo bisogno di aiuto. Ricordate che non siano una carovana di Land, siamo un veicolo isolato. Complimenti.

Il terreno della pista, sempre ben visibile, continua su terreno duro e collinare, punta come un fuso dritta ed è visibile fino all’orizzonte. Siano tranquilli, ha ragione il libro di Robo: è un’autostrada. Km. 17.4 da ultimo azzeramento. N 33°31’343, E 8°01’593:
una rampa pendente ed insabbiata sulla sommità da sabbia portata dal vento ci costringe a spalare la sabbia per liberare la 88 e per permetterci di proseguire. Poco dopo la rampa, al km. 17.8 c’è un altro incrocio. Teniamo sempre la direzione NW.
Le colline da qui in avanti inizieranno a cedere il passo ai margini dello Chott.

Siamo a 23 km in linea d’aria da Nefta, quando il diario riprende. Siamo sulla pista, inizia a piovere (grazie a Dio poco). Abbiamo appena rischiato un ribaltamento su un dosso improvviso (nello Chott pensavo non ci fossero. Un’altro ribaltamento l’abbiamo sfiorato giorni fa sulla pipeline per un brutto cordone di sabba in un avvallamento della pista, di cui non avevo parlato).
L’umore non è al 100%. La pioggia ci fa paura, qui. Siamo soli, ed è la volta che ho più paura da quando siamo partiti. Per fortuna poco dopo la pioggia smette ma il cielo rimane molto nuvoloso. Ora iniziamo a trovare una serie di bivi e di diramazioni che metteranno a dura prova i nostri nervi: ci aspettavamo un’unica bella pista che ci portasse a Nefta ed invece iniziamo a ritrovarci in un casino di deviazioni e non abbiamo carte utili a trarci d’impaccio. La regola che seguiremo sarà: ad ogni dubbio tenersi a ovest alla larga dal fango dello Chott.

Bivio a X (nel senso che le tracce non sono ortogonali):
N 33°40’256, E 7°52’297
teniamo la pista a sn, NW. Quella a dx che è il naturale proseguimento di quella da cui proveniamo, pare poi perdersi tra fango e cespugli.

Bivio a X
N 33°41’134, E 7°50’521
Teniamo la pista a sn, W-NW

Bivio a X
N 33°41’251, E 7°50’297
Teniamo la pista a sn, SW (!)

N 33°40’453, E 07°43’869
Bivio a + (ortogonale) che incrocia una pista più grande; torniamo a puntare a NW, seguendo la pista principale (se ricordo bene).

Bivio a X
N 33°44’295, E 07°44’952
Teniamo la pista a dx, NE.
Se ricordo bene ciò equivale a lasciare la principale. Attraversiamo poi una piccola (?) porzione del grande piatto a 360°, seguendo delle tracce. Rischiamo un ribaltamento, salvato con due controsterzi fatti più d’istinto che per bravura. Il ribaltamento è stato causato da fatto che, in velocità, abbiamo iniziato a seguire delle tracce che facevano una larghissima curva a sinistra. Così larga che mai avrei pensato potesse causare problemi. Una volta sceso mi sono reso conto: avevo quasi difficoltà a stare in piedi su quella specie di sabbia finissima, dura e bagnata e un po’ molle allo stesso tempo, una vera “schifezza”. Posizione: n 33°51’009, E 7°47’239. Siamo a poche centinaia di metri dalla strada asfaltata.
Il cielo è scuro, il pomeriggio inoltrato fa sì che ci troviamo in un’atmosfera stranissima, senza riferimenti certi. Individuiamo a malapena in lontananza, ad un certo punto, le sagome delle auto sull’asfalto. Prima della sbandata abbiamo visto comparire e scomparire alcune volte, come uno strano miraggio, un grosso veicolo o un camion su una pista ad est della nostra posizione. Ma tutto era molto nebbioso e poco chiaro.

La fine di questa traversata avventurosa avviene presso il gabbiotto del militari, vicino ad un chiosco che vende rose del deserto, pare proprio quello descritto dal libro di Robo. N 33°51’946, E 07°46’754.

 

NB: i punti di gps di cui parlo sono stati poi gentilmente immessi su una carta da un mio caro amico e li potete vedere qui sotto! In questo modo si vede esattamente il percorso eseguito.Ovviamente sarebbe interessante andare dal punto 7 al punto 9 senza passare per l’8.

 

 

 

Probabilmente si potrebbe raggiungere Nefta via Chott. Nefta dista da qui circa 10 km se ricordo bene. Ci sono delle tracce che puntato verso Nefta, ad est. Ma la carcassa di un’auto semisprofondata nel fango e tutte le avventure e gli spaventi di oggi mi fanno scegliere senza dubbio per l’asfalto. Km. 2774.

Sebbene abbiamo solo “sfiorato” l’immensità dello Chott, il fatto che eravamo soli, l’atmosfera nebbiosa e scusa, il cielo nuvoloso ci hanno fatto provare emozioni molto forti (scrivo così per non scrivere paura e senso di essere microscopici). Molto più forti delle emozioni provate sulle dune o alla vista dei grandi cordoni a Sud. Lo Chott se visto nelle condizioni “giuste” fa veramente paura.

Serata e pernottamento a Tozeur, Hotel Karim di fronte alla partenza dei calesse. Facciamo amicizia con un pizzaiolo di Chieti e con un ragazzo che vende souvenir e che si offre di farci da guida gratuitamente per visitare un po’ di Chott.

Nota aggiunta ora: i problemi e lo stress causati dalla frizione e tutto il tempo perso mi faranno lasciare Tozeur non solo senza ri-visitare lo Chott, ma anche senza passare a salutare quel mio amico. E da questo sono ora rattristato e pentito.

04/01/2004
Colazione in albergo e manutenzione al circuito idraulico della frizione. Alle 09:00 iniziamo, il dato è tratto. Smonteremo il master cylinder e provvederemo alla sua revisione. Almeno vogliamo provarci.
Inizia il lavoro: smontaggio cofano e parafango. Vedremo quando veloci procediamo e cosa riusciamo a fare. Siamo in strada, di fronte all’albergo. Stendo sotto la 88 un grande telo ed inizio, manuale d’Officina e manuale Haynes alla mano.

5 ore dopo, h. 14. “Navighiamo fuoripista”, nel senso che non riesco a seguire il manuale d’officina, non capisco a quali viti e bulloni si riferisca per lo smontaggio del parafango anteriore. Alla fine scoprirò di aver mollato molti bulloni inutili. Tra essi uno, maledetto e grippato, è stato impossibile da togliere. In teoria bastava togliere i bulloni che tengono il paraurti “verticalmente” e sotto, mentre noi abbiamo tolto anche tutti quelli che corrono orizzontali in “alto”. A parte quello grippato. Che comunque, essendo centrale, ci ha permesso di ruotare intorno ad esso stesso il parafango, visto che tutti gli altri bulloni li abbiamo tolti, non senza stress e difficoltà.

Il bullone che tiene avvitato il tubo idraulico al contenitore del liquido è tutto slabbrato (immagino per colpa dei meccanici che hanno operato senza chiavi in pollici). Lo limiamo col Leatherman finché è apribile con una chiave da 12mm.

Antonela prepara il pranzo sul marciapiede, dietro la Land. Morale basso, siamo sfiniti. Ad ogni modo nel primo pomeriggio abbiamo staccato anche la paratia paraspruzzi e alla fine tutto il complessivo pedale+cilindretto. Pranziamo in 15 minuti, pollo e cammello cucinati in Land.
Alle 14:45 inizia lo smontaggio del complessivo e poi dovremo affrontare la revisione del cilindretto. H. 17:30, grazie al prezioso e competente (dove avrà imparato???) aiuto di Antonela alle 17:30 abbiamo finito di revisionare il master cylinder (avevamo comprato alla LR il kit dei gommini prima di partire) e lo abbiamo già rimontato sul complessivo del pedale. Ora andiamo a piedi a cercare dell’olio DOT3, le nostre scorte sono finite.

H. 19:00, torniamo dopo 6 km a piedi con 2 litri di ottimo DOT3.

05/01/04
H. 08:00 siamo già al lavoro per rimontare il tutto. Lavoriamo in 2 (io e mia moglie) senza interruzione (maledetti bulloni “orizzontali” del parafango) e alle 12 abbiamo finito, la 88 è pronta a ripartire. 2 viti spannate ci hanno rubato la maggior parte delle quattro ore di lavoro. Se la frizione reggerà ci dirigeremo verso Kebili via asfalto attraverso lo Chott.

Attraversiamo lo Chott. Bello, ma è 1/100 delle emozioni provate nella tratta per Nefta via “pista”. A Kebili, città “moderna”, vediamo tutti vestiti all’occidentale e molto ben messi.

Siamo costretti ad una fermata per spurgare per l’ennesima volta il sistema idraulico, qualcosa ancora non và ma non sappiamo cosa. Veniamo “assaliti” da una piccola folla di studenti eleganti (in confronto a noi, che siamo esausti e sporchi dopo due giorni passati sotto la 88 e dopo due settimane di viaggio ininterrotto).

Sosta per pranzo fuori Kebili, tra i monti. km 2910 dalla partenza. H. 15:15.
Vado a “studiare” il libro di Robo per trovare una pista che ci riporti a Nord. Metto nel gps i punti della traversata del Chott Feijai da Kebili a El Guettar via Bordji es Segui. Iniziamo.

Dopo aver preparato il gps ed un piccolo road book (come al solito il libro riporta l’itinerario da Nord a Sud, al contrario di quello che ci serve) sono alquanto emozionato: sta per iniziare l’ultima pista, penso, del nostro viaggio!
Iniziamo male però. Vedo che l’imbocco della pista a 4 km da Kebili (Robo fornisce il punto gps) non quadra. C’è uno ouadi con dell’acqua proprio in questo punto e dovrei passare oltre delle coltivazioni o degli orti, poi oltre lo ouadi la pista c’è e non c’è. Chiedo informazioni ad un camioncino delle cooperative agricole e mi mostrano l’incrocio (asfaltato, sigh) che porta all’oasi di Stefanini. Che delusione. Giunto all’oasi vedo con mio grande stupore che la pista che attraversa lo Chott è asfaltata, e l’aspetto delle sabbie ai lati della strada non fa venir voglia certo di correre a fianco dell’asfalto.
Sono molto deluso.
Passiamo a 1.4 o 1.0 km in linea d’aria dal fortino citato dal libro ma non riusciamo a vederlo, sebbene ci sia ancora luce. Misteri. Arriviamo in breve tempo a El Guettar, attraverso scenari bellissimi (le montagne coi fosfati) se al posto dell’asfalto ci fosse la pista.

 

 

 

Oramai lo “spirito del viaggio” e dell’avventura pare averci abbandonato. Prima la delusione del Chott su asfalto, poi la delusione di Kebili moderna, infine la delusione di questo Chott violentato dall’asfalto. Il circuito della frizione continua a spandere. Ora pare che spanda dallo slave cylinder, in quanto vedo gocciolare delle gocce da lì. A guardar bene pare che anche il tubo a monte dello slave sia bagnato. Impossibile! Si prosegue.

Ci fermiamo 3 o 4 volte a rabboccare. Siamo così stanchi e delusi (e a me già manca lo spirito del Grande Vuoto) che decidiamo di tralasciare le oasi di montagna e di puntare verso Tunisi.
Facciamo campo a circa 200 km da Tunisi, e alle 22 siamo in tenda. km? non scritti. Oggi in ogni caso molti: da Tozeur a Kebili, ad El Guettar, a Gafsa e ora siamo in provincia di Sidi Bouzid. Forse nei prossimi ed ultimi 3 giorni passeremo a El Jem e prima a Sfax.

06/01/2004
Notte molto fredda e molto rumorosa. Eravamo presso una caserma della Polizia su una strada statale che di notte era deserta ma che dall’alba si è rivelata trafficatissima. Cospicuo rabbocco a frizione e olio motore.
Continua il supporto psicologico di cgp60 (Carlo) via sms che s’interessa alle nostre disgrazie idrauliche! Finora il motore ha consumato (o meglio perso) quasi 9 litri d’olio motore.
L’Air Camping cede: delle 4 placche metalliche che tengono su gli steli una si spacca presso le viti che la imbullonano alla base della tenda. Il telone copri-tenda è oramai rotto da giorni, gli elastici di tenuta si sono rotti quasi tutti pochi giorno dopo la partenza, eran di gomma ventennale oramai rinsecchita.
Partiamo in direzione di Sfax alle 10:15, km. 3087 dalla partenza. NB: la parte interna del parafango sinistro (piastra paraspruzzi?) tolta per smontare il complessivo frizione è stata persa ieri notte. Non l’avevamo rimontata per facilitare eventuali altre riparazioni e l’avevamo legata sopra l’air camping. Il cordino d’alpinismo da 5mm è stato tranciato ed il pezzo è volato via chissà dove e chissà quando.

Arrivo a Sfax alle 13:15. Visitiamo la Medina e mangiamo in una bettola non troppo linda. Nel pomeriggio, coerenti con il nostro modo alternativo (almeno un po’) di scegliere gli itinerari c’imbarchiamo per le desolate (così dicono) isole Kerkennah. Zero turisti sul traghetto. Gli ultimi turisti li abbiamo visti a Tozeur, poi il vuoto. Il tempo è bello ma fa freddo.
Contiamo di trovare un accesso alla spiaggia e dormire in riva al mare. La frizione necessita di continui rabbocchi. Per il resto tutto bene, umore alto di nuovo dopo il pomeriggio di ieri.
L’umore è stato, per fortuna e per bravura di Antonela (e grazie al buon Dio) alto in tutti questi lunghi giorni, merito anche di Neri che qui è ammiratissima. km 3260.

Prendiamo il traghetto e dopo un po’ di peripezie al buio per trovare il forte romano sulla spiaggia ci accampiamo nelle sue vicinanze a pochi metri dal mare, sotto una palma. Per chi volesse provare: N 34°42’698, E 11°09’203. Dobbiamo fare una riparazione di fortuna all’Air Camping che ha una piastra rotta, cosicché i due piani di compensato non hanno modo di stare uniti una volta aperti. Antonela ha l’idea di infilare due leve cacciacopertoni nei profili metallici dei due piani e leghiamo le leve con una cinghia. Funziona alla perfezione. Dopo un’oretta passata a chiacchierare, durante la cena, con il custode notturno del fortino (molto simpatico, + del custode di giorno) si va a nanna.

07/01/04
Risveglio fresco e ventilato ma con bel sole e bel panorama. Tornano alla mente i viaggi in Dalmazia, l’atmosfera è quella, in primavera. Approfitto della mancanza della paratia paraspruzzi per cambiare l’olio della scatola guida. Mi vergogno a dirlo, ma per pigrizia finora n’avevo controllato solo il livello, mai cambiato l’olio a causa della (presunta) difficoltà d’accesso.
Devo appendermi (peso 80 kg) alla chiave per riuscire ad aprire il tappo. Penso che nessuno l’abbia aperto in 22 anni. Il mio timore pare essere confermato da ciò che esce: una specie di nutella grigia a grumi. Sostituisco dopo abbondante lavaggio con olio per trasmissioni nuovo.

PS: ieri sera, restando in tema di manutenzione, ho eseguito sul mio alluce un po’ di manutenzione medica fai-da-te per via di un problema che si trascina da mesi e mesi. Giusto per dire che non ho portato inutilmente il kit di pronto soccorso e quattro ferri da chirurgo. Tra una manutenzione e l’altra mi vengono in mente due considerazioni:
a) l’Africa, sebbene ne abbia visto una microscopica parte, mi pare sia il luogo del rompi-e-ripara e non del rompi-e-compra nuovo
b) resto convinto che sia meglio, dal punto di vista delle possibilità di riparazione/manutenzione, viaggiare con una Series piuttosto che con un Td5. Viste le officine locali, più adatte all’inferno di Dante che alla patinata immagine che la LR vuole dare di se al giorno d’oggi, penso che anche gli amici con auto + moderne non sarebbero molto contenti di farsi sostituire qualche congegno elettronico dai “meccanici” locali. Uso le virgolette non per mancanza di rispetto verso di loro, ma mi chiedo come farebbero a lavorare senza pc per diagnosi e senza corsi d’aggiornamento sull’ultimo motore a gestione intelligente. Ciò mi è stato confermato dall’amico belga che, come ho già scritto, usa in Tunisia il nuovo Land Cruiser ma in Mauritania usa una Land Rover d’epoca .

Nella mattinata, visto che il luogo è alquanto bello ma si sta lentamente trasformando in una discarica per via dei rifiuti portati forse dal mare, forse da qualche tunisino, ma specialmente lasciati dai turisti, decidiamo di dedicare qualche ora alla raccolta delle immondizie che poi sono eliminate con un bel falò purificatore.

Visitiamo poi l’isola, niente di speciale in effetti. Sulla spiaggia pranziamo e decido di sconnettere la tubazione che porta allo “slave cylinder” per pulire, aggiungere grasso speciale e richiudere bene. Pare, infatti, che il circuito idraulico della frizione perda proprio da lì, visto che c’è un continuo gocciolio dallo slave, anche se stranamente anche il tubo a monte pare bagnato. Non l’avessi mai fatto. Non so per quale dannato motivo non riesco più a riavvitare il tubo. Antonela nel frattempo ha fatto il pranzo (e abbiamo mangiato in quattro minuti) ha lavato i piatti e messo tutto a posto. Si veste la sua tuta da meccanico…

 

 

(quante mogli o fidanzate hanno la propria tuta da meccanica e lavoravano meglio dei mariti ?) e – non so ancora come – rimonta perfettamente il tubo in cinque minuti dove io in 25 avevo miseramente fallito.

 

 

 

 

Iniziamo a riempire il sistema idraulico (ovviamente completamente vuoto) e a spurgarlo. Ma senza successo. Non riesco a capacitarmi dove finisca l’olio. Io sono sotto lo slave cylinder mentre Antonela pompa il pedale della frizione e contemporaneamente tiene un occhio esperto sul vano motore. E nota quello che io avevo a priori escluso come “evento impossibile”: una fessura nella tubazione metallica!!! La causa: 22 anni di sfregamento della conduttura contro la vite passante dell’acceleratore manuale.

 


A tutto avevo pensato ma non ad un “buco” nel tubo! Buco che, evidentemente, fino a oggi ha resistito e oggi ha ceduto in pieno. Ad ogni pompata di pedale uno spruzzo tipo “fonte termale” di Ain Skouna invade il vano motore. Senza una goccia di liquido arriviamo al traghetto, stanchi, sporchi, infreddoliti e demoralizzati.
E’ interessante vedermi manovrare per salire e scendere (poi) dal traghetto senza frizione!
Ci aspetta un’ora di traghetto. Il cielo è color piombo e cala la sera. Un vento molto forte ed un mare molto mosso ci faranno compagnia. Spruzzi d’acqua marina provenienti dalla tempesta intorno al traghetto superano le paratie laterali e bagnano la Land come sotto un acquazzone, tanto che mi porterò la Land “sotto sale” fino a Trieste.
Ci facciamo il caffè il Land, tra sobbalzi ed inclinazioni varie del piccolo traghetto.
Faccio amicizia con un camionista tunisino che allo sbarco a Sfax, descritto a gesti ed ideogrammi il problema che affligge la 88, si offre di chiamare un meccanico.
In effetti il meccanico arriva. Ci dice che domani alle 07:30 metterà la Land sotto i ferri, e che in poche ore potremo proseguire. Prezzo pattuito 30 dinari.

Decidiamo (anche per le nostre condizioni economiche a dir poco disastrose) di dormire nell’Air Camping in porto. La scelta si rivela azzeccata. Non tanto per il rumore, in quanto numerosi treni merci passano nella notte, ed il primo traghetto è alle 04:00. Ma perché lo “spirito del viaggio” (se non quello del deserto) ci viene a far visita. Musica araba alla radio, preparo il caffè e lo bevo col guardiano notturno del porto. Mi hanno sempre affascinato le navi (e le auto) ferme di notte o per giorni in porto. Apparentemente incuranti della frenesia e del tempo che passa. Siamo davanti ai traghetti, è notte e tutto è immobile e silenzioso. Pare che il porto non abbia mai fretta, è sempre lì.
Purtroppo Antonela non sta troppo bene ed è ritirata in tenda sopra la Land. Pare una donna araba: le donne arabe non si vedono in giro la notte. E anche di giorno scarseggiano.
Finalmente questa sera un po’ di calma in questo viaggio. D’altra parte, fretta o calma, non c’è niente da fare: lo “spirito del viaggio” si fa sentire quando piace a lui e quando meno te lo aspetti.
Ora il guardiano è andato da qualche parte ed i cancelli sono chiusi. Accendo il lume a gas per scrivere queste righe, mentre il suono dei motori diesel dell’ultimo traghetto mi fanno compagnia. Finisco di lavare i piatti (ho cenato con custode) con una bottiglia d’acqua e poi salirò in tenda per la penultima notte tunisina. L’ultima dovrebbe essere domani, in un altro porto, quello di Tunisi.

08/01/04
Sveglia alle 04:30 per il rumore dovuto al primo traghetto. Stiamo in sacco a pelo fino alle 07. Colazione e alle 8 arriva il meccanico. Stacca il tubo bucato e va a saldarlo. Torna, rimonta, spurga (senza grande perizia) e alle 10 siamo pronti a partire. Aspettando che Antonela torni dalla Banca con gli ultimi euro cambiati per pagare il meccanico (che chiede e ottiene (sigh) 50 dinari invece dei 30 pattuiti) mi metto di buzzo buono e con un po’ di fortuna riparo un’interruzione elettrica che impediva ai tergicristalli e alla pompetta lavavetro di funzionare (da prima della partenza).
Permane assenza fari abbaglianti, il problema c’era ancora prima di partire da TS (e c’è tuttora). Partiamo.

H. 12:30 – 13:30, pranzo di fronte a El Jem. km 3449. Partenza per Tunisi dopo l’ennesimo (e per ora ultimo) spurgo dell’aria residua dal sistema idraulico della frizione. Non rilevo perdite di liquido, Insh’Allah.

H. 17: sosta a 40 km da Tunisi, pieno nafta (80 litri, non di + perché i dinari e gli euro sono in pratica terminati) e gonfiaggio gomme, 2.2 davanti e 2.8 dietro se ricordo bene. Serata in giro per Tunisi, compreso giro nella medina con Antonela e visita inaspettata (non sapevamo che ci fosse) del misero quartiere a “luci rosse” della medina. Cena in un “fast food” e poi trasferimento in porto a La Goulette. H. 22:30, km. 3682, ultima notte in Africa per questo viaggio. Ma quanto diversa dalle notti nel deserto!
Rabbocco olio motore e controllo livelli acqua batteria e liquido raffreddamento, tutto ok.
Siamo circondati da un gruppone di almeno 15 camperisti italiani ed almeno 45-50 inquilini. Come un gregge di gigantesche pecore bianche schiamazzanti sono tornati dal campeggio di Lorenzo a Douz (convinti di aver visto la Tunisia*) e tornano in colonna a casa.

* questa nota un po’ polemica mi è stata ispirata da un’innocente considerazione di una signora di quelle dei camper che alla mia domanda “dove sieste stati/ cosa avete visto della Tunisia?” mi ha candidamente risposto “ah… bellissimo… abbiamo “fatto” TUTTA la Tunisia”.
Complimenti! Io invece le dune tra Borji el Khadra ed El Borma non ho avuro coraggio di farle da solo in Land Rover. Forse loro visto che erano in un gruppo di 15 camper si sono stroppati a vicenda. Il problema era che Borji el Khadra non avevano idea né di cosa fosse né di dove si trovasse. Anzi, forse turbati dall’età della 88 (i loro camper erano bestioni da 70.000 euro e nuovi di stecca al 95%) si sono stupiti che fossi arrivato a Douz.

 

10/01/04
H. 14, dopo una traversata alquanto movimentata (spec. fino all’altezza della Sardegna/Corsica) sbarchiamo con tre ore di ritardo dopo estenuanti controlli di polizia ai tunisini. km. 3686, inizia il lungo ritorno autostradale a casa.

H. 14:45 Antonela si ferma a comprare 2 piadine, coca, fanta e cioccolata poco dopo Serravalle, resto in auto pronto a partire e nel frattempo ricevo una gradita telefonata da Carlo cgp60 che continua ad avere a cuore le nostre sorti. Mangeremo in auto guidando perché la nostra velocità di crociera (70 km/h) ci costringe a viaggiare a tappe forzate per arrivare a casa ad un’ora decente.

H. 18:15, dopo 4 ore abbondanti di viaggio e 280 km ci fermiamo sulla corsia di emergenza a vuotare nel serbatoio una delle due taniche di gasolio tunisino. Proseguiamo per Trieste, se continuiamo cos’ senza soste arriveremo per le 22. H. 21:30, Gonars. Temperatura abbondantemente sotto zero, nebbia fitta. Aggiungo gli ultimi 20 litri di nafta tunisina, chiudo del tutto la mascherina del radiatore della 88 per riuscire a far andare in temperatura il motore e a scaldare l’abitacolo. Mancano circa 50 km a casa! H. 22:15, causa nebbia fitta e molte deviazioni di corsia arriviamo a casa con un po’ di ritardo. km alla fine del viaggio: + 4213.

 

 

 

 

11/01/04
Smontaggio allestimenti “africani” (IIa ruota di scorta, scalette antisabbia, air camping, taniche ecc ecc). Controllo olio motore. Da Genova dov’era al massimo è sceso ora sotto il minimo. Consumo di olio in 4200 km, circa 10 litri, la maggior parte penso persi dal paraolio dell’albero motore. Controllo liquido radiatore: 0 ml. consumati dalla partenza. Controllo liquido batteria: ok. Nei prossimi giorni sarà necessario rabboccare gli olii della trasmissione e lavare la Land.
Poi con calma ordinerò i pezzi per la manutenzione. Prima del prossimo raid, infatti, vorrei fare revisionare cambio e frizione e paraolio dell’albero motore. Per il resto il motore gira meglio di quando siamo partiti. Il problema delle balestre piatte avrei dovuto risolverlo prima di partire (ora le balestre del 109 stanno proprio bel curvate sulla 88 vuota) ed il problema dello sfregamento del tubo del liquido idraulico della frizione non era “colpa” della Land ma di un approssimato controllo pre-partenza. Sbagliando s’impara!
Quindi tirando le somme devo dire che la 88 si è comportata benone!
Ma ancor di più è stata sempre fantastica mia moglie Antonela ed il nostro cane Neri.

 


Insh’Allah.

 

 

 

Duino (Trieste), 11 gennaio 2004.
Francesco Meriani Merlo

meriani@yahoo.com
Antonela Gardos
Neri
Land Rover III 88 MO604955 ILE 140

 

 

 

Ps: spero che questo nostro diario possa contribuire, nel suo piccolo, a far conoscere la Tunisia, il suo piccolo fazzoletto dell’immenso Sahara ed i suoi abitanti a chi non c’è ancora stato, o a chi c’è stato ma è rimasto “confinato” ai villaggi turistici di Djerba o al Camping di Douz, o a Ksar Ghilane.

Infine (perdonatemi, non voglio apparire saccente e presuntuoso, ma correrò il rischio) prego chi si recherà nel Sahara, di andarci come “viaggiatore” e non come “turista”. Chi comprende la mie parole è già a posto. Chi si sta chiedendo che diavolo io voglia dire distinguendo tra “viaggiatore” e “turista” probabilmente è una di quelle persone che usa come sinonimi i termini “viaggio” e “vacanza”. Credetemi, non ho la presunzione di sostenere che io sia un viaggiatore e non solo un turista, voglio solo provare ad essere più un viaggiatore che un turista. Chi non si pone la domanda della differenza di significato di questi due termini provi a pensarci, possibilmente prima del viaggio, e non dopo la vacanza. f.m.m.

 

2 comments… add one
vittorio parigi July 30, 2018, 07:26

Bravo ! bel diario di un interessante viaggio . Il mio primo viaggio in Tunisia e’ del 1974 col viaggio organizzato da ”Quattro Ruote” ero con Nino C.sulla sua L. R. rossa , ho qualche foto ma non un bel diario ! ma tanti bei ricordi che mi hanno fatto tornare spesso in questo ospitale paese !

Chia July 30, 2018, 11:53

Splendido
Caro fratellone, spero di poter fare prima o poi un viaggio in Land con te in Tunisia!

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