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In Algeria con prole

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By marko
Originally Posted Thursday, June 3, 2010

 

In Algeria con prole; lungo la contrabbandieri, e non solo!

 

Una volta lessi in un libro che le migliori avventure sono quelle capitate per caso…. Posso confermare questa teoria, visto che stavo preparando un viaggio in tutt’altra direzione sahariana, quando, per difficoltà logistiche mi vedeva improvvisamente cambiare rotta. Ma dove andare in Agosto, nel sahara con i bimbi? Un luogo affascinante, con una storia alle spalle. Scrutammo la 953 e la risposta era li che ci guardava…sud Algeria, dove l’altimetria è sempre sopra i 600m slm, le distese di sabbia non cosi impegnative. Un giro classico lungo la via dei contrabbandieri, poi quei nomi quasi impronunciabili: Tin Akachaker, Youf Ahakit, El ghessour, Tin Tarabine, mi hanno sempre evocato l’idea di nomi sciamanici, con un qualcosa di misterioso. Cosi subito ci documentammo su sahara.it, ci sono già un paio di itinerari che fanno al caso nostro, qualche messaggio agli amici del forum per i consigli del caso, quindi l’itinerario fu presto pronto, tanto da non renderlo tirato per delle famiglie in vacanza. Affrontare un viaggio con i bimbi necessita una buona pianificazione dell’itinerario, con piccoli accorgimenti si può rendere il viaggio piacevole, e divertente. Il primo consiglio è quello di partire con altre famiglie, i bimbi socializzano in fretta, stanno molto tra loro lasciando del respiro ai genitori. I ritmi di viaggio saranno inevitabilmente più lenti…le perdite di tempo pure..basti pensare alle soste pipì..che non coincidono mai per tutti..per questo non consiglio di partire con chi figli non ha, non capirebbe i problemi che ci possono essere, compromettendo la riuscita del viaggio stesso, e magari anche l’amicizia. Prima di tutto bisogna razionalizzare i giochi…altrimenti si porterebbero dietro la cameretta! Poi il problema alimentare, si sa che i piccoli fanno i capricci! Potrebbe essere il caso che non mangiano le pietanze locali. Personalmente metto sottovuoto delle scorte alimentari a loro gradite, per lo più insaccati leggeri, bresaola, prosciutto cotto. Montagne di succhi frutta! Bustine di the solubile! Niente merendine, una vacanza nel sahara può essere l’occasione per disintossicarli. Obbligatorio il frigorifero. Alice al momento del giretto nel sahara aveva 2anni, usava ancora i pannolini, anche per questi ho usato pacchetti sottovuoto, per le razioni giornaliere, utili per ridurre lo spazio. Fondamentale, è dare uno scopo al viaggio per i bimbi; se noi adulti saremo appagati con la guida dei 4×4…dalla visione paesaggistica o dalla concretezza di visionare con i nostri occhi ciò che Lothe ed altri hanno descritto… motivare un bambino a stare in macchina molte ore al giorno non è semplice. Quindi si inventano storie, che poi sono quelle note…si racconta loro che esistono città sommerse dalla sabbia, con tesori nascosti, si visitano luoghi dove una volta c’erano elefanti, giraffe, leoni, dove gli abitanti locali hanno lasciato dei disegni nella roccia…pare che ci siano stati anche i marziani, raffigurati con le teste rotonde e grosse come se indossassero un casco, Gaia gli chiama gli “spaziali” e non vede l’ora di vederli. Per non farli annoiare è necessario stimolare la loro fantasia, in questo le mamme ci hanno saputo fare alla grande. La guida in Algeria è obbligatoria, ci serviva una guida con una profonda conoscenza dell’itinerario, e perchènno anche un cuoco, cosi da avere le mamme più libere e meno stressate…ci sono i bimbi da curare! www.saharamonamour.it ci ha soddisfatto in pieno. Già avevo utilizzato tale agenzia, per un precedente viaggio in Algeria, andavamo a colpo sicuro con Dalila e Fabrizio, poi Mustafà il cuoco, è stupefacente! In estate il caldo del sahara può essere deleterio per la salute di tutti, è necessario modificare l’alimentazione, frutta e verdura, e Mustafà in questo è un maestro, riesce a mantenere l’insalata, pomodori ed altra verdura fresca per 4giorni in auto senza frigorifero. Copre la verdura e frutta con teli di iuta e continua a bagnarli con acqua. Utili sono gli integratori salini, e l’acqua non deve mai mancare, bisogna sempre stimolare tutti a bere molto. Il giretto si è svolto dal 25luglio al 17agosto, 9 adulti e 5 bambini con età comprese dai 2 ai 7anni. Impossibile fare le tirate in auto con dei bimbi al seguito, è necessario pianificare bene le tappe, e soprattutto i campi serali. Poche regole da rispettare nei tratti desertici, ma che hanno permesso di concludere un giro fantastico. Nei trasferimenti su asfalto invece le tappe sono obbligate dalle città in cui vogliamo pernottare e purtroppo li le distanze sono notevoli, ma le condizioni del manto stradale sono migliorate in questi ultimi anni. Purtroppo incominciò male, 5ore di ritardo con la nave, la solita GNV con il servizio alquanto scadente. Poi il mio toyota “fischia”, un sibilo che mi preoccupa un po’…, al minimo nulla..ma aumenta se accelero in marcia, soprattutto dopo i 100km/h…che sia la turbina?…booo . Il 27/7 alle 11: 00 siamo alla dogana Algerina, Moussa la nostra guida è già li ad aspettarci dalla sera prima, le solite formalità doganali per l’entrata, ed una novità! La visita medica per controllare il buono stato di salute, visto la nuova pandemia influenzale. Qualcuno ha timore quando il medico si mette i guanti.:-)..Misurazione della temperatura corporea, qualche consiglio dato dal medico di turno, sbrighiamo le solite e note formalità doganali e via verso Ghardaia. Nelle ore di attesa per l’ingresso facciamo la conoscenza di Moussa, ora è accompagnato dal figlio maschio più grande, ha19anni, e vorrebbe ripercorrere le orme del padre, ma Mousa non glielo permette, troppo presto per dar lui la responsabilità. L’ha portato per iniziare ad impratichirsi, e un po per compagnia, ma mi dice che è un ragazzo moderno, vuole fare poca fatica e guadagnare subito; a casa ci sono altri 8 figli! La macchina della guida fuma….un vecchio toyota 60 diesel aspirato, soprannominato subito cicchetto!! Oggi dobbiamo fare 500km…e tutti nel pomeriggio, cicchetto non va..80km/h. Pino supera: VIT VIT Moussa! E questo ci fa segno di andare avanti per fare l’andatura giusta…Arriviamo in serata inoltrata a Ghardaia, pernotto al Residence des deux tours nei pressi della città mozambita Beni Isguem. Un posto incantevole con piscina, una piccola reggia con camere condizionate.

Il giorno successivo fermi per dar sfogo ai bimbi in piscina….ma si sfogano pure papà e mamme con gara di tuffi. In serata, quando la temperatura scende, visitiamo la città mozambita.

In piazza un mercato in pieno stile ebay! E’ usanza in tale paese che chiunque abbia qualcosa da vendere, lo possa portare in piazza all’asta, vecchi televisori, frigoriferi, vestiti, mobili…. Le donne mozambite sono coperte da tuniche bianche, con visibile solo un occhio, guanti e calze. Vietano fare foto alle persone nelle città mozambite, cosi si rispetta la tradizione locale. La città è fortificata, addirittura chiudono le porte la sera. Insomma una comunità protetta senza contaminazioni esterne, non comprensibili ai nostri occhi da occidentale, ci sentiamo come violatori di una verità a noi non ben chiara, una comunità con una forza di volontà tale da dover solo essere rispettata, poi noi con tutti la caciara che fanno i bimbi destiamo curiosità tra le genti. Inizia la discesa verso sud, sulla transaharina, l’interminabile nastro di asfalto che ci porterà sino alla nota Tamanghasset. Dividiamo il tragitto in due tappe. La prima tappa di 633km sino ad In Salah. 47gradi alle 6 di sera, pernottiamo all’albergo Tidikelt che offre camere con aria condizionata, non è un granchè ma almeno è fresco.. Arriviamo a Tam dopo altri 660km, la strada è buona e veloce sino ad Arak, poi è un po’ scassata, ma nulla a confronto diversi anni fa con feci lo stesso tragitto. Facciamo sosta al Caravanserrai di Tam, un posto a noi noto, piacevole e pulito. Le mamme sono un po’ provate, del resto la tappa Ghardaia Tam è notevole, piuttosto monotona e purtroppo non offre molto nell’intermezzo se non la calda In Salah..ed il ristorantino di Arak..dove il cous cous è sempre ottimo. Il giorno successivo la visita al mercato, risolleva subito il morale, al souk, quindi dopo aver acquistato qualche souvenir nel pomeriggio saliamo all’Assekrem. Sosta alla sorgente di acqua gasata Chapuis, quindi si prosegue lungo la nota pista per l’eremo..Arriviamo giusti giusti per il tramonto, scarpete da ginnastica, felpina e via si sale. I bimbi sono gasatissimi, pure Kiran 3anni sale da solo, Sapi 7anni in prima posizione guida il gruppo, Gaia 5anni non è da meno, Alice 2anni in braccio a mamma Betty, seguita dalla bambina più grande Ambra 15anni… foto di rito poi via giù con il buio per la cena al rifugio.. L’indomani solo i papà si alzeranno per la via all’eremo all’alba…E’ la terza volta che in questo decennio vedo l’alba dall’eremo di Padre Foucauld ed è come se fosse sempre la prima volta…uno spettacolo indescrivibile, il colore della montagna che sembrano vivere alla luce del sole. Sono le 6 di mattina, fa fresco, siamo i soli turisti sull’eremo, presto arrivano i frati, e ci invitano per il te. Oltre al solito frate anziano che dimora li da anni, vi troviamo un frate giovane polacco…molto curioso e ci intratteniamo con lui per qualche chiacchera.

Dopo la partita a palla al parcheggio dell’eremo ritorniamo a Tam, sosta ad Affillal alla ricerca dei pesci, ma troviamo solo girini e rospi…un po’ di trekking per l’asilo in gita.

In nottata al nostro asilo viaggiante si aggiunge un altra mamma, Liliana mamma di Ambra. E’ il primo agosto, il cielo a Tam è giallo, ma dov’è finito quello splendido cielo di ieri?

Arrivano Moussa e Moustafà, con cricchetto pieno di viveri. Gli facciamo notare il cielo, est arrivè l’harmatam du Niger dice Moussa, un vento sabbioso che condizionerà il tempo per i prossimi 3giorni. Le macchine sono belle cariche per affrontare i 1000km di deserto che ci separano da Djaneth. L’itinerario da noi scelto è la via dei contrabbandieri nord con qualche divagazione qua e la verso la sud per visionare siti interessanti. Comprende El ghessour, Tin Akachaker, Tagrira, il pozzo In Ebeggi, Youf Ahakit, Tin Tarabine, verso il cimitero delle scimmie, quindi risalita verso la contrabbandieri nord, Tiririne, ed uscita in pieno erg d’Admer. Il tutto in 5giorni bimbi permettendo…. In questi 1000km di deserto troveremo diverse condizioni del terreno, pista, sabbia, ed infine le maestose dune dell’erg. Per compierlo in almeno 5giorni, stabiliamo delle regole. Per chi vuole sveglia all’alba, importante sgranchirsi le gambe, in estate non rimane altro che la mattina o il tardo pomeriggio, poi la calura sahariana nelle ore più calde non lo permette. Partenza in auto sempre entro le 8:30. Ore 12 pausa pranzo e ricerca dell’ombra, massimo si tirano le 13 per la ricerca dell’ombra….qualora non si trovasse via di verande. Sosta di due ore, quindi di nuovo in auto sino alle 16:30-17, quindi il campo serale. Usciamo da Tam con il cielo carico di sabbia, fatichiamo a vedere. Notiamo già le prime rocce con forma bizzarra, al limite dell’irreale ad El Ghessour. Arrivati al sito ci accoglie una leggera pioggerellina…che però non fa altro che aumentare la già elevata umidità. Ci addentriamo in un canion per visitare le guelte…allora ai bimbi si racconta che andiamo a vedere dove i coccodrilli vanno ad abbeverarsi….ma il coccodrillo come fa? Booo.. faremo il campo in zona.

Il viaggio prosegue per Tin Akachaker. Cricchetto fatica sulla sabbia, bisogna incentivare Moussa a sgonfiare…. Arrivati in loco tutti i bimbi a far gara sulla duna di più alta… A Tagrera, girelliamo tra pinnacoli e funghi di roccia, castelli creati dal vento e dalla sabbia. Alcune rocce hanno sembianze umane.. Finalmente giunti a Youf Akakit il cielo si apre, compare un azzurrino che ci rallegra non poco! In questa zona l’arte rupestre è notevolmente rappresentata, cosi a Tin Tarabine, le testimonianze di chi c’era prima, sono dovunque.

E giunto il momento di dire alla guida che abbiamo l’intenzione di visionare un luogo detto il cimitero delle scimmie…. All’inizio non avevo detto alla guida di voler visitare tale posto, ho il wp, sappiamo dov’è, non siamo vicini, ma io sono fortemente motivato e voglio vedere di cosa si tratta! Con me ho un libro di antropologia sulla regione ma non vi è menzione del luogo. Nella serata io e Pino comunichiamo a Moussa la nostra idea. Lui all’inizio non capisce, il mio francese imparato in terra d’Africa è pessimo…poi gli dico “os fossil” più con accento milanese che francese…subito lui ritto ci dice “la muorte”, si agita, e ci fa capire che non è un bene andare li. Mustafà è incuriosito, lui è uno di cultura, viaggia in Europa e vuole sapere, gli dico ciò che so, e subito ne è entusiasta. Gli spiego che potremmo andare noi , abbiamo il wp, quindi chi vuole potrebbe stare li…La decisione viene rinviata all’indomani. Mattina svegli all’alba e consueto giro a piedi tra le rocce a trovare l’incisione perfetta. Finalmente dopo colazione Mustafa ci comunica che verrà anche Moussa, ed anche se abbiamo tutto il necessario per la navigazione, non è bene abbandonarci…cosi puntiamo i fuoristrada verso il wp, ben presto mi accorgo che Moussa sa perfettamente dove sia il luogo. In quell’occasione La guida ci rileva il nome arabo, non lo citiamo e non metteremo nessun wp del luogo, ne tanto meno alcuna indicazione per arrivarci. Questo per rispetto del luogo stesso, visto che è disseminato di importanti reperti, vorremmo preservarlo intatto, cosi il patrimonio che vi risiede. Fino ad ora eravamo convinti che il luogo fosse un cimitero di scimmie…presto troviamo disseminati scheletri fossilizzati, piccoli; moltissimi manufatti, cocci, bisogna camminare con attenzione per non romperli. Gli scheletri sono incastonati nella roccia, alcuni fossilizzati, sono coperti di sabbia e con attenzione, usando uno scopettino, li puliamo rimuovendo la sabbia. Alla fine Moussa si apre nel dialogo e dice che non sono scimmie, ma si tratta di un luogo di culto, sono uomini di molti anni fa… La conferma ci viene poco dopo, Pino, da un piccolo osso affiorante il terreno inizia a scavare intorno e trova un teschio completo dalle sembianze più umane che di scimmia, anche se è piccolo, subito lo confronto con il mio libro cercando una corrispondenza. Felici ed appagati dalla visione, ricopriamo con la sabbia gli scheletri, cosi sono lontani da occhi indiscreti e dalle intemperie ed anche perché li abbiamo trovati coperti.

Solo una volta giunti a casa, interpellando un antropologo ed altri libri scopriamo che tale luogo non è il cimitero di scimmie ma bensì un cimitero di ominidi. Abbandonato perchè nel frattempo il governo algerino ha bloccato e vietato ogni ricerca sul suo suolo, cosi probabilmente il mondo scientifico si è buttato altrove, in altre regioni del sahara. Forse è un bene, perchè almeno sono ancora al loro posto… …Moussa è un GPS vivente sa esattamente dove portarci a fare le soste per il pranzo, nonostante gli sconvolgiamo sempre un suo itinerario mentale, lui dal cilindro tira sempre fuori un posto ombreggiato, cosi a tagrera ci indirizza verso una formazione rocciosa con 4camere comunicanti tra loro e che forniscono ombra..E quando voglio vedere un punto nel oued Tahaggart, detto chateau, consigliatomi vivamente…faccio strada sino all’incantevole posto. Ma non c’è ombra, proibitivo fare campo per il pranzo, per i bimbi serve ombra! Moussa trova il posto giusto, ombreggiato, cosi da pranzare, giocare con i figli mentre c’è chi fa la pennichella! Intanto i primi pozzi, e non perdiamo l’occasione di rinfrescarci un po’.

L’itinerario prosegue verso il villaggio tourareg Tahabourt dove le donne per accoglierci si vestono come il giorno del matrimonio, orgogliose mostrano l’artigianato locale. Giunti alle sabbie dell’erg d’Admer ci divertiamo a trovare i passaggi tra le dune maestose dell’erg, ma iniziano i primi insabbiamenti alle toyota..via di traino, si sgonfia un po di più e le toyota proseguono il loro cammino tra le roventi sabbie…disegnamo tracce sulla sabbia che pare essere inesplorata, ma è dovuto al fatto che è agosto ed il turismo è fermo. La mia toyota quando schiaccio il gas fischia sempre di più, ma tutti i parametri di controllo sono normali…booo. Percorriamo un interessante gassi a noi non noto che ci porta alla mucca che piange. A Djenet il cielo è azzurro, caldo ma sopportabile. Pernottiamo presso il tadrart village, ne approfittiamo della sosta per i rifornimenti, e per visitare la cittàdella.

Siamo strafelici del risultato conseguito sino ad ora, abbiamo rispettato i 5giorni per la tratta, i bimbi incitano ancora alla sabbia per giocare sulle dune… Quindi l’indomani via verso sud, balise22, la 21, Alidemma, Mule en Nagha, Tin Merzuga, per fare ritorno a Djanet tramite l’oued In Djeran. Questo itinerario ad anello a sud di Djanet è durato 4giorni, tra pinnacoli, faraglioni di roccia che creano paessaggi insoliti, snodano piste, improvvisano castelli, città turrite, lasciandoci senza fiato. La mattina si è creato un piccolo gruppo che si sveglia all’alba per passeggiate tra le sabbie, alla ricerca di chissà cosa… oltre al resto della poesia tipica dell’alba sahariana, incontriamo gli sciacalli. I giorni scorrono veloci tra i giochi sulle dune e taghelle preparate da Moussa e dall’ottimo cuoco Moustafa!

Qualche intoppo nelle dune per cricchetto…incontriamo passaggi difficili e discese mozzafiato, Pino fa strada tra le sabbie.. Va avanti a studiare il percorso e per radio ci da istruzioni sicure. Via via uno a uno, procediamo tra i diversi catini. Sono le 2 di pomeriggio quando cricchetto rimane appeso su una duna senza batteria…il motorino di avviamento non gira! La sabbia è rovente..ci mettiamo un ora per far superare il dunone a cricchetto…ma alla fine anche il toyota 60 aspirato compie il passaggio tra le sabbie…

La particolarità di Tin Merzuoga è la sabbia rossa, ci si accorge quando si arriva…..impossibile sbagliarsi, si vede una linea netta di demarcazione della sabbia. Il colore rosso è dovuto alle rocce circostanti, che consumandosi al vento, liberano una polvere fine e rossiccia. All’alba il rosso è ancora più marcato.

Ritorniamo verso Djanet attraverso l’oued In Djeran, un giorno tutto dedicato all’arte rupestre. Le tracce del passato si trovano pressochè dovunque. Una volta era un fiume e correva tra le rocce…ora il fiume è un ricordo, una leggenda…adesso il fiume è di sabbia, penetra tra la montagna, formando passaggi stretti non raggiungibili in auto. A piedi visitiamo le guelte, le grotte e le insenatura, impossibile trovare tali luoghi senza una buona guida. Siamo esterefatti dal museo a cielo aperto che giace in questo oued, scene di caccia, arcieri in corsa, animali di ogni genere,vita pastorale. Tra tutti il mio preferito è la giraffa accovacciata, dipinta in rosso con il suo muso aggraziato.

Siamo agli sgoccioli dei giorni, i bimbi e le mamme sono stati bravissimi, cosi si meritano un premio..qualche giorno di piscina in Tunisia. Quindi via verso Illizi, ma prima sosta a Tibukaine per visionare l’enorme roccia a forma di elefante..Gaia appena la vede sostiene che è un mammut pericoloso per questo la maga l’ha pietrificato! E lo splendido quando rigoglioso oued Essendilene con i suoi oleandri e le sue guelte, dove facciamo campo. Consigliamo la camminata a piedi per apprezzarlo in pieno. Il capo villaggio anziano è ben lieto di accompagnarci tra le guelte; porta il bastone pare zoppicare, ma fatichiamo non poco a mantenere il suo passo. Usciamo a malincuore da Tel Larbi il 15 agosto, salutiamo le nostre guide Moussa e il fantastico “chef du sahara” Mustafà che ci ha sempre deliziato con pranzetti e cenette di tutto rispetto. Via in piscina verso l’ennesima gara di tuffi! Il fischio del toyota? Bhe mi ha accompagnato per tutto il viaggio…..ma solo alla Goulette scoprimmo essere dovuto ad una pezzo della marmitta dissaldato…che probabilmente non filtrava abbastanza il fischio del turbo.. 7000km percorsi, di cui poco più di 2000 di fuoristrada, 1100litri di gasolio, 130litri di acqua minerale bevuta dalla mia famiglia (escluse bevande nei ristoranti e succhi di frutta…ho perso il conto) 130litri di acqua per lavarci nei campi e per cucinare. Un ringraziamento particolare ad Ambra, che ha saputo fare da baby sitter per tutti i bimbi, e a tutte le mamme che hanno collaborato per la buona riuscita del viaggio.

Partecipanti: Marko, Betty, Gaia, Alice (toyota hdj78) Saverio, Giovanna, Sapana, Kiran (toyota hdj78) Pino, Liliana, Ambra (toyota hdj80) Gianni, Roberta, Matteo (toyota kdj 95) Foto di Pino,Gianni, Liliana, Marko

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