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LIBIA 2001 , il Viaggio

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

Originally Posted Monday, December 31, 2001

LIBIA 2001 , il Viaggio

 

a cura di RoboGabr’Aoun

ITINERARIO:
DERJI – NAHAIA – DEMBADA – EDRI – BERGEN – TEKERKIBA – OUBARI – TIMENOKALIN – BIR TISKHAOUI – GHADAMESH
EQUIPAGGI:
  • GIAMPIERO “KANISTER” FRANDINO / DANIELA “SENTI-SENTI” ROLANDO
    TOYOTA HDJ 80 VX
  • MAURO “PALA’ ‘D BRASA” MIRETTO / EDI “SBRODOLEDI” GRANDO MITSUBISHI PAJERO 2800 GLX
  • EROS “PARIN” GERBAUDI / BARBARA “BARBIE” MERLO
    NISSAN GR
  • ALBERT GRAZIOLI / DORIS MITTEMPERGHER
    NISSAN TERRANO I
  • DARIO “DROMEDARIO” BONGIOVANNI / STEFY “STEFALANDER” MANZO
    ROCKY DAIHATSU TD
  • ROBOGABRAOUN / ANTONELLA
    NISSAN TERRANO II
Altri documenti correlati (Punti GPS, Tappe e Cartine)

  • Route Ozi explore derjiubarigadames.rte
  • Waypoint zwara-derji.wpt
  • Waypoint tour2001.wpt

DIARIO:
Partiamo il 23-12 alle 20 da Genova, con un ritardo di quasi 5 ore.La traversata è tranquilla grazie al mare calmo.
La sera espletiamo le pratiche di polizia e doganali col medesimo caos di code,contro code e ricode,in circa 4 estenuanti ore.
Lo sbarco a Tunisi è velocissimo:in 15 minuti sono fuori dal porto.Purtroppo attendiamo per circa 2 ore Mauro ed Albert, imbottigliati dietro l’immenso gruppone di 55 auto di Cattone.
ATTENZIONE: NON CI è STATA RICHIESTA LA “MITICA” MARCA DA DINARI 1!!!!!!
Facciamo gruppo al distributore al principio del viadotto che unisce La Goulette a Tunisi.A Gabes ci attendono intorno alle 23,30, e visto che sono le 21,30 e siamo ancora qui,presumo che arriveremo ben più tardi.Partiamo tentando di mantenere un’elevata media oraria, ed alle 01 circa siamo all’Hotel De L’oasis,dove mi attendono con la cena pronta.
Festeggiamo il Natale alle 2,30 e ci tuffiamo nei letti per un breve riposo.
Il 25 mattino, alle 11, siamo in Ras El Jeidir, dove ci attende il mio amico Mohamed Alì, agente di Mabrouk di Oubari City.
Purtroppo anche qui finiamo in coda a Cattone ed anche al mio amico Musi che ci precede col suo gruppo.
Siamo fuori in circa 3 ore.
ATTENZIONE: DIVERSE NOVITA’ BUROCRATICHE, per le quali rimando ad un apposito paragrafo.

Spostata avanti di un’ora la lancetta degli orologi e fatto un bel pieno di nafta decidiamo di aprire il campo presto, per godere dell’ultima luce del giorno.
Scoviamo una bella radura sabbiosa in un uliveto a ovest di Zwara, a destra della strada per Tunisi.
Notte calda grazie alla brezza di mare.Il 26 verso le 6,30 ci mettiamo in viaggio.Qualcuno deve ancora fare nafta e tiriamo dritto fino al distributore oltre l’incrocio per Nalut,a Zwara.
Ma ancora una volta vediamo la fila dei mezzi di Musi che fa rifornimento.Dietro front senza nafta e imbocchiamo la statale per Nalut,dove giungiamo intorno alle 10,30.
Piccolo giro fuori programma nel centro ed ancora asfalto velocissimo fino a Derji.dove giungiamo intorno alle 12,30 e ci fermiamo a pranzare accanto al bar dirimpetto al distributore.
Il caffè che qui servono è davvero ottimo.Il gestore mi regala un poster splendido che pubblicizza il Festival di Ghadamesh,ora appeso qui in casa mia.
Il mio carissimo amico Mohamed ci raggiunge alle 14, insieme a Mohamed II ed alla scorta Abdhen ebhì, imposta dal Governo data la lunghezza dell’itinerario fuori tracciato.
Partiamo,dopo aver ritirato le bocce utilizzate in una magnifica partita nella piazza di Derji, imboccando la pista per Edri, previo controllo di una pattuglia fissa che blocca l’accesso principale.
Tocchiamo Bir Arkhat, il crocevia di Remhat e raggiungiamo Gazeil verso le 18.Troviamo ancora Roberto Musi col suo gruppo,accampato al pozzo.
Apriamo il campo a circa un km,per avere un po’ di privacy, e poi raggiungiamo il gruppo di Sahara Dream con vino rosso del Trentino, e per fare due chiacchiere.
Questo è l’ultimo incontro durante tutto l’itinerario, fino a Ghadamesh.
27\12.partiamo alle 9 da Gazeil,verso hassi En Nahia.Splendidi panorami e un reg piuttosto scorrevole.
La discesa dall’Adrar Ben Drich è spettacolare,tra picchi di arenaria e grandi bacini di sabbia cremisi.
Pranziamo nel Oued Nahaia,in vista dei primi contrafforti dell’erg Idehan.
Raggiungiamo Nahia ed affrontiamo la prima sabbia,scavalcando un facile cordone e percorrendo una piana di sabbia molle ed ondulatissima, zig zagando tra folti cespugli.
Pernottiamo in una vallata sabbiosa,cosparsa di ghiaiume che affonda al nostro passaggio.
Al riparo di un terrazzo naturale,in una conca al di sotto del livello della piana,bivacchiamo.
Dario ha la febbre alta, ma Stefy lo cura e nella notte la situazione migliora parecchio, complice anche la bomba di antibiotici e l’abbondante vino caldo speziato.
28\12.Sabbia senza difficoltà e con splendidi panorami fino a Dembada,dove purtroppo incontriamo un vento molto forte.Puntiamo dritto al Pozzo di Barth.
Il vento aumenta alzando muri di sabbia.La visibilità è scarsa,circa 2 metri con i retronebbia illuminati.Ci fermiamo diverse volte.Poi, in prossimità della pista proveniente da Bir El Gassr facciamo sosta per circa 2 ore, bloccati dal vento ora davvero violento. Mangiamo chiusi in auto.
Il vento cala e verso le 16 riusciamo a raggiungere El Hassi,con la sua girandola eolica.La visibilità è comunque di circa 50 metri.
Attraversiamo la piana sabbiosa circostante,puntando sempre più decisamente ad est, verso la Derji – Edri, che imbocchiamo parecchio a sud di Awaynat Ouenine, a circa 50 km da Manshoura.Bei passaggi da El Hassi alla pista classica, con superamento di banchi sabbiosi davvero spettacolari.
Il buio ci sorprende e bivacchiamo tra le rocce ai margini della piasta.
Il vento è di nuovo molto forte: Albert, unico con l’igloo, non riesce ad aprire la tenda e dorme con Doris nel bagagliaio del suo Nissan, sopra le casse ed i serbatoi.
29/12: il vento è quasi del tutto cessato.Seguiamo le balise di rocce fino a Manshoura, in un tormento di rocce accuminate e tole ondulè.
Rifornimento e controllo di polizia ad Edri.Nessun problema con Abdhenebhì che elargisce grandi pacche ai colleghi.
Imbocchiamo l’asfalto verso Brak e, raggiunta Bergen, ci tuffiamo a sud in una spianata di terra fine che, oltre i giardini del Chati, diviene sabbia cedevolissima.
Superiamo il Oued Zellaf e saliamo i primi cordoni, bassi ma insidiosi.Pranzo tra le dunette bianche .Raggiungiamo i cordoni alti subito dopo la sosta e, con passaggi davvero funambolici, raggiungiamo Oum El Ressas, dove apriamo il campo.Il canotto corre tra le dune al traino di Albert.Nella tarda serata ululati di un branco di cani selvatici che girano in prossimità del campo.
30/12. Il campo è zeppo di impronte di cani, fenneck e topi ragno.Colazione e dune ancora fino ad Oum El Mha, dove incontriamo solo due Tuareg che attendono un gruppo organizzato in arrivo da Gabraoun.
Mandara e ancora grandi dune e passaggi fuori del comune tracciato fino a Tekerkiba.
Ci fermiamo per la sera a Germa, al Campo Irawan,già sperimentato in passato.Cena a base di cous cous e pollo,davvero ottimi.Poi relax con Narghilè nel baretto del campo e doccia ristoratrice.
31/12. Partiamo verso le 10 alla volta di Ubari,dove,sgonfiate di nuovo le ruote a 0,9 ci lanciamo sulla sabbia verso nord ovest.
Dune per tutta la giornata.Bivacco e cena di San Silvestro tra le dune in vista della piana del Oued Timenokalin.
01/01. Passiamo a Timenokalin poi attraversiamo Zegher in diagonale a gran velocità, per rientrare tra le dune dell’Idehan al Oued Tin Kartene.
Pranzo in un bel oued e raggiungiamo l’Hammada Tinghert dove ci accampiamo a circa 27° km da Ghadamesh.

02/01.Il giorno del dramma. Partiamo intorno alle 9 attraverso l’hammada.Ogni tanto il paesaggio piattissimo è spezzato da formazioni collinose tabulari e da sebkhe saline.
Passiamo attraverso una zona fortemente cespugliosa poi di nuovo una infinita spianata di ghiaia,praticamente priva di tracce.
Incontriamo poi una traccia che sale marcatamente verso ovest- nord\ovest e la seguiamo;porta alla Grande pista per Ghadamesh,che però non intendiamo ancora imboccare.La seguiremo per qualche decina di km per poi svoltare direttamente a nord.
Incontriamo un relitto di 4×4 della Dakar e ci fermiamo un attimo per la classica foto seduti dentro il relitto.
Dario prosegue con Mohamed e distanzia il resto del gruppo di circa 6 km.
Ripartiti dal relitto ci chiamiamo per radio,però non riceviamo Dario e Stefy.Ad un certo punto li riceviamo e ci comunicano la coordinata in cui stanno attendendo.
A questo punto una serie di coincidenze concorrono allo sviluppo di ciò che accadrà…Eros ha la batteria della sua radio portatile scarica e la affida ad un altro,dotato di inverter 12 volt\220,per ricaricarla.
Eros è anche l’unico membro della spedizione non provvisto di GPS.Ad un dato momento,certo di aver individuato il polverone della scia di Dario,proprio Eros parte,di gran carriera, per raggiungerlo.Non vede Dario fermo dietro un basso avvallamento a nord della traccia,circa 100 metri a destra.Dario lo scambia per Mauro e lo chiama per radio,indicandogli di tornare indietro perché ha superato il punto:lo ha visto passare a tutta birra.Tutti noi allora ci fermiamo a guardarci intorno: strano, i GPS concordano sul fatto che Dario è circa 1 km davanti a noi…Possibile? Tutti fermi.Vado solo in ricognizione e trovo Dario,solo con Mohamed.Di Eros nessuna traccia.
Fissato il punto partiamo a raggiera verso i 4 punti cardinali.Incontriamo tre pastori in tre punti differenti, in un raggio di 5 km dal punto di incontro;nessuna ha visto il GR passare.
Cercando mi rendo conto della difficoltà di ritrovare il punto di partenza:il terreno apparentemente piatto è in realtà corrugato, e già a soli 200 metri di distanza le altre auto sono invisibili.
Inoltre nella zona vi sono infinite tracce in tutte le direzioni,anche recenti e seguire le proprie impronte diviene difficoltoso.Col GPS nessun problema,ma Eros non ce l’ha!!!
Allarghiamo il raggio di ricerca. Troviamo le tracce delle riconoscibilissime Geolander del GR di Parin.A 18 km dal punto di ritrovo compiono una serie di anelli,come se avesse tentato di tornare sui suoi passi,senza ovviamente riuscirvi.Incontriamo un pastore, che lo ha visto, gli ha parlato, gli ha indicato la direzione per imboccare il pistone proveniente da Ghat.Siamo a 145 km dalla città.
Torniamo al ritrovo e partiamo per seguire la direzione di Eros. Sono fiducioso: ha alle spalle decine di viaggi in solitaria in Algeria, Mauritania,Mali…ha una bussola.
Forse proprio per l’abitudine a viaggiare solo non ha pensato alla soluzione più ovvia in questo caso: fermarsi.
Intanto le ore passano e la pista diviene lenta e pesante per le pietre.Incontriamo salendo a nord altri pastori e alcuni pare abbiano visto sfrecciare il GR come un bolide in direzione nord.
Ad un passo tra le colline perdiamo le tracce. Scende il buio ed alle 19,30 usciamo dalla discarica di Ghadamesh. Sono passate 7,30 ore dalla scomparsa di Parin e Barbie.
All’imbocco della pista non ci sono.Alla stazione di servizio nemmeno,al campo di Winzrik nessuno li ha visti.
Panico. So che hanno acqua e viveri e carburante per almeno una settimana, ma l’idea di saperli soli nell’hammada mi schiaccia.Andiamo in gendarmeria, per vedere se per caso si sono fatti vivi lì.
E finalmente li troviamo,con gran sollievo. Erano giunti in città alle 15, a tempo di record!!!! Ed avevano avvisato la gendarmeria che erano in attesa di amici provenienti dalla pista del Sud.
Finita bene,con una gran botta di fortuna. Esperienza che insegna e segna. Non la auguro a nessuno, sia per viverla come l’han vissuta Eros e Barbie, sia per come l’abbiamo vissuta noi che li cercavamo.

Fine del dramma
Grande cena in un ristorantino lungo la medina. Regalo le mie piastre a Mohamed, che mi aveva chiesto se il prossimo anno gliene avrei procurate un paio. Anche Dario gli regala le sue.
Andiamo a dormire in un albergo squallidissimo e caro, in centro alla città nuova, e ci salutiamo con i nostri tre amici con grande commozione.
Abhenebhì ha una macchina fotografica e ci immortala tutti in decine di foto.
03/01.Visita della città vecchia e del palmeto. Ancora un altro pasto luculliano in un ristorantino locale e partiamo in direzione Derji, alla ricerca dei laghi di Mujiezzin.
Dopo una serie di peregrinazioni tra le pietre ed un mio pneumatico squarciato finalmente scendiamo nella piana argillosa dei laghetti ed andiamo ad accamparci sulla sponda settentrionale, entro la corona di tamerici.un’anatra selvatica ci tiene compagnia. Dopo un po’ all’anatra si aggiungono due coppie di Elvetici che fanno il campo accanto a noi.Scambio di saluti, datteri e castagne.
Notte gelida.
04/01. Partiamo verso nord, per fare visita al lago più settentrionale, poi torniamo all’asfalto per una pista decisamente più umana che mappo e registro.
Velocemente saliamo verso Derji, dove facciamo un veloce spuntino e regaliamo il canotto a dei ragazzini.
Posto di blocco con tassa turistica per la risalita al nord (ma non c’era solo a Edri???).
A Nalut breve sosta per visita della vecchia cittadella e di nuovo in strada verso Zwara.
A circa 10 km da Zwara ci separiamo: Eros ed Albert, con le rispettive consorti, vanno a Sabratha.
Noi restanti andiamo a fare campo all’uliveto dell’andata. Non avendo fissato il waypoint del campo ci mettiamo una vita a ritrovarlo, ma alla fine ci siamo e facciamo davvero un bel campo, allegro e festoso.
05/01- Tutti i distributori sono senza nafta: vita grama per trovarla e riempire i serbatoi e le taniche. Alla fine Dario e Mauro stanno con i supplementari vuoti.
Alle 12,30 siamo in frontiera ed alle 13 siamo alla sbarra Tunisina.Altro casino: un gruppetto di Austriaci ha la pessima idea di incominciare a discutere con i gendarmi tunisini per via della lunga attesa che devono subire per riavere i passaporti (lunga? Erano passati solo 3\4 di ora!!!!!).Risultato: i doganieri fanno svuotare completamente tutte le auto in frontiera e le fanno passare al vaglio dai cani.Qualcuno, nelle retrovie, alza ancora la voce.Noi ci sediamo sui nostri bagagli senza alterarci e mangiamo e beviamo, chiacchierando con i poliziotti,che dopo appena un’ora di attesa e dopo averci aperto borse e borsoni e persino le Air Camping ci lasciano andare senza problemi.So che altri vi hanno passato circa 10 ore!!!
Arriviamo a Gabes ed andiamo a cenare dal mitico Amorì,ed in hotel,sempre l’Oasis, troviamo le calze della Befana alle porte delle stanze, graditissimo pensiero dei dolcissimi Stefy e Dario.
06/01- Saliamo verso Tunisi, non dopo aver fatto un giro nel piccolo souk delle spezie di Gabes.Bello il mercato all’ingrosso dei peperoni e dell’hennè.
Sosta per pranzo ad El Jem, con visita al teatro.Poi di corsa verso Nabeul, dove arriviamo in tempo per fare un giro per le vie del centro e caricarci di anforine ancorette ed anforone…
Alla sera,in taxi, l’ormai classica trasferta ad Hammamet da Chez Azoir, a rimpinzarci di ottimo pesce.Chiaramente il taxi dove siamo io,Anto, Kanister e Dani non vuole saperne di partire ed occorre sopingere per un bel po’!!!
Passeggiata sul lungo mare di Hammamet e ritorno in Nabeul, dove dormiamo al Les Jasmine, di proprietà di un Italiano.
La stessa sera Eros,al quale davvero mancava solo più questa, trova l’inatteso Egidio,di cui già sapete!!!
07/01- Partiamo alle 7, ed alle 9 siamo al porto.La nave salpa con circa 1\2 ora di ritardo.La traversata è tranquilla. Grande serata in compagnia dell’amico Marino Zecchini. Al rientro nelle cabine(abbiamo la 2° classe) le troviamo occupate da Tunisini. Li svegliamo e prendiamo legittimo possesso dei nostri letti.
Lo sbarco a Genova è abbastanza veloce.Controlli di doganieri e siamo fuori dal porto.Albert, Eros e Dario, con le loro mogli, imboccano la Genova Alessandria,così ci salutiamo qui.
Con Mauro Edi Dani e Kanister invece io ed Anto facciamo ancora sosta ad un Autogrill, dove pranziamo, per poi correre a casa a rivedere i nostri amatissimi gatti, fortissimamente pensati, sognati, agognati mentre eravamo immersi nelle sabbie.
Sono passati pochi giorni dal nostro ritorno, e già si pensa al prox. Inverno….e pare che questa volta toccherà all’Algeria….
La sabbia è in me.
RoboGabr’Aoun

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