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Namibia 2003 a cura di Lone Land

– Posted in: Africa, Africa Australe, Resoconti di viaggio

>By Lone Land
Originally Posted Wednesday, August 25, 2004

 

NAMIBIA 2003 – 19.07.03-12.08.03

A cura di Lone Land e Lalla (loneland@sahara.it)

DATI GENERALI:

Viaggio compiuto dal 19 Luglio al 12 Agosto 2003 da Lone Land e Lalla.

Aerei: Catania Francoforte con volo Aero Lloyd (335.95 €); Francoforte-Windhoek con volo Air Namibia (855 €)

Auto a nolo dal 20/07 al 11/08: Nissan Double Cab 3.0 Benzina COMPLETAMENTE attrezzato per campeggio e fuoristrada con “Air Camping” sul tetto. (Noleggiato da “Sani Rental” al costo di 93 €/giorno).

Prenotazioni effettuate tramite l’assistenza dell’ineffabile Ivana e della validissima Emanuela di “Fuorirotta”.

Cambio: 1 Euro = 8.7 N$ circa

Km Totali: circa 7000 Km (circa 1100 litri di benzina)

N.B. – cliccare sulle foto per visualizzarle ingrandite.

itinerario del viaggio

Elenco Tappe:

1. 19.07.2003 Siracusa-Catania-Francoforte-Windhoek
2. 20.07.2003 Windhoek
3. 21.07.2003 Windhoek – Waterberg PlateauPark (Km 290)
4. 22.07.2003 Waterberg Plateu Park – Etosha Park (Namutomi) (km 400)
5. 23.07.2003 Etosha Park (Halali) (Km 210)
6. 24.07.2003 Etosha Park (Okaukuejo) (Km 288)
7. 25.07.2003 Ethosa – Opuwo (Km 470)
8. 26.07.2003 Opuwo – Epupa Falls (Km 227)
9. 27.07.2003 Epupa – Orupembe (km 253)
10. 28.07.2003 Orupembe – Purros (km 101)
11. 29.07.2003 Purros – Palmwag (km 275)
12. 30.07.2003 Palmwag – Henties Bay (km 400)
13. 31.07.2003 Henties Bay – Swakopmund (km340)
14. 01.08.2003 Swakopmund – Malthaohe (km 473)
15. 02.08.2003 Malthaohe – Fish River Canyon (Km 410)
16. 03.08.2003 Fish River Canyon – Aus (km 531)
17. 04.08.2003 Aus – Luderiz (km 219)
18. 05.08.2003 Luderiz – Duwisib Castle (km 400)
19. 06.08.2003 Duwisib Castle – Sesriem (Km 300)
20. 07.08.2003 Sesriem – Walvis Bay (Km 400)
21. 08.08.2003 Walvis Bay – Spitzkoppe (km 307)
22. 09.08.2003 Spitzkoppe – Tsaobis Leopard Nature park (km230)
23. 10.08.2003 Tsaobis Leopard Nature park – Okahandja (km 367)
24. 11.08.2003 Okahandja – Windhoek (Km 68)
25. 12.08.2003 Windhoek–Francoforte
26. 13.08.2003 Francoforte–Catania

19.07.2003 Siracusa-Catania-Francoforte-Windhoek

Partiamo da Siracusa in un mezzogiorno assolato (circa 38° all’ombra); abbiamo passato tutta la mattinata a sistemare gli zaini che nonostante tutti gli sforzi per lasciare a casa il più possibile sono comunque troppo pesanti per un viaggio che si spera all’insegna della leggerezza. Abbiamo dovuto portare giacca a vento, pile e scarponcini da trekking. Laggiù adesso è inverno ma per fortuna è la stagione secca quindi non piove mai, comunque la sera fa freddo (a volte 8 o 10°) e l’abbigliamento pesante si rivelerà utile.

Ci accompagna all’aeroporto di Catania l’amico Vito che per festeggiare la nostra partenza offre a Aldo una magnifica granita di caffè “catanese” (cinque-sei tazzine di ottimo caffè espresso siciliano ghiacciate concentrate in un bicchiere). Risultato: dopo mezzora, ad un quarto d’ora dalla partenza del volo, siamo all’infermeria dell’aeroporto, “pressione a centoottanta” forse non ci danno l’idoneità al volo! Dopo altri dieci minuti, dieci gocce e tre compresse prendiamo “al volo” l’aereo per Francoforte. Sono le 17.10, finalmente siamo partiti! Atterriamo a Francoforte alle 19.30 circa, dopo un viaggio dove Aldo risente ancora degli sbalzi di pressione dovuti all’attentato della granita e all’aereo non ben pressurizzato nella fase di decollo, ma il peggio per fortuna sembra essere passato!

Ritiriamo gli zaini e alle 22.45 prendiamo l’aereo per Windhoek, l’aereo è un Boeing 747 molto grande ma pieno per metà, quindi ci possiamo quasi distendere per dormire. Passeremo la notte sognando la savana, i deserti e la foresta equatoriale africana, che anche se non vediamo, stiamo sorvolando nelle nove ore che ci separano dalla meta del nostro viaggio.

20.07.03 Windhoek

Arriviamo alle 7.30 a Windhoek, l’aereo sembra atterrare nella savana tra i cespugli di acacia e i tracciati delle piste in terra rossa battuta; in realtà la città si trova a circa quaranta chilometri dall’aeroporto e nei dintorni non ci sono costruzioni che emergono lasciando così libero lo sguardo fino all’orizzonte. E’ una splendida giornata, fa un piacevole fresco (circa 22°), facciamo la foto di rito vicino all’aereo (simpaticissima la consuetudine tutta “africana” di percorrere a piedi il tragitto fra l’aereo e l’aereoporto!), sbrighiamo le formalità, ritiriamo i bagagli e ad attenderci troviamo un autista della “Sani Rental”, agenzia di autonoleggio alla quale dall’Italia abbiamo prenotato il fuoristrada. L’autista ci accompagna alla “Rivendell Guesthouse” (dove avevamo prenotato una doppia con bagno in comune e con 1a colazione per N$ 195); un graziosissimo lodge con piscina e con delle accoglienti stanze arredate con gusto, abbastanza vicino al centro. Facciamo subito conoscenza con il gestore David, un giovane e simpatico scozzese che ci darà una serie di utili consigli. Nel giardino della guesthouse facciamo conoscenza anche con il simpaticissimo cane “Tessa”, una cucciolona di sei mesi sempre pronta per le coccole.

Verso le 10.00 siamo pronti per visitare la città, lasciamo in camera macchina fotografica e zainetto, in quanto in albergo ci consigliano di non portare in giro oggetti di valore, perché -ci dicono- le rapine a mano armata sono all’ordine del giorno, specie in giorni come oggi che è domenica, e in giro ci sono quasi solo turisti (e pochi). Capiamo subito che in Namibia, nei “grossi” centri, sono tutti abbastanza ossessionati dalla sicurezza; tutte le villette sono circondate da alti muri di cinta sormontati da filo spinato elettrificato con grate alle finestre e possibilmente in giardino un bel cagnone da guardia.

La città è graziosa, il centro è raggiungibile in 10 minuti a piedi dall’albergo, passeggiamo per la Indipendence Ave, la via principale della capitale, e per la Post St. Mall una via pedonale dove si possono vedere i meteoriti di Gibeon provenienti da una pioggia meteoritica avvenuta nella Namibia meridionale dove caddero ben ventuno tonnellate di materiale ferroso. In questa zona pedonale si trovano anche moltissimi venditori di artigianato, quindi ci attardiamo dando un occhiata ai loro prodotti e considerando che hanno una notevole varietà di oggetti rispetto per esempio al nord-africa. Nel pomeriggio visitiamo anche la Christuskirche e lo Zoo Park, dove al Cafè Zoo mangiamo una ottima cheese-cake. Individuiamo anche il maggiore supermercato della città dove andremo domani a fare rifornimento di viveri per il viaggio. Al tramonto verso le 17.30 torniamo in albergo dove facciamo amicizia con una coppia di simpatici ragazzi olandesi (Raissa e Huib) che avevamo già incontrato in aereo; anche loro hanno preso in affitto un fuoristrada e ci dicono che la prima parte del loro programma di viaggio è molto simile al nostro. Lungo il percorso li rincontreremo spesso. Dopo un po’ di chiacchere con David, che ci insegna a trovare in cielo la famosa croce del sud, ed il modo di utilizzarla per individuare appunto il sud, prendiamo un taxi per andare a cena da “Joe’s Beer House” un locale molto caratteristico, una via di mezzo tra un pub irlandese, una birreria tedesca e un tipico locale sudafricano. Per tenerci leggeri (si fa per dire) ordiniamo subito uno “spiedino boscimane” con grossi pezzi di carne di manzo, coccodrillo, zebra, orice, kudu, struzzo e pollo con contorno di ottime verdure e patatine fritte, e una colossale bistecca di kudu alla brace e due “big” birre alla spina il tutto per N$169 (circa 20 euro in due).

21.07.2003 Windhoek – Waterberg Plateau Park (Km 290)

La mattina alle otto dopo un ottima colazione l’autista della “Sani Rental” viene a prenderci in albergo per andare a ritirare la macchina a noleggio. E’ una Nissan Double Cab 3.0 a benzina con cassone chiuso nuovissima di zecca! Ha percorso appena 5000 Km! Ci consegnano il “double cab” senza maggiorazioni nel prezzo, anche se noi avevamo richiesto il “single cab”, ha la classica tenda sul tetto ed è completamente attrezzato per il campeggio di quatto persone anche se siamo in due, quattro sacchi a pelo, fornello, pentole, set di posate, stoviglie, 2 taniche per la benzina, compressore, scure, serbatoio per l’acqua, pala, binda, sedie, tavolino e un magnifico frigorifero da 40 litri.

Il mezzo ha un doppio serbatoio per la benzina (in plastica!) e doppia ruota di scorta (insomma, non manca proprio nulla!).

Ci dirigiamo subito al supermercato adocchiato ieri per fare provviste, compriamo carne, risotti, fagioli in scatola, etc. e una buona scorta di birre da tenere in frigo, poi ci rechiamo alla sede della Namibia Wildlife Restore per prenotare i posti al Waterberg park e nei tre campi dell’Etosha per i prossimi giorni.

Poi facciamo rotta verso il Waterberg Plateau (sono le 12 passate).

Il paesaggio lungo la strada B1 scorre veloce. La maggior parte della strada è dritta, asfaltata e scorrevolissima, nel mezzo di una brulla savana. Cominciamo ad ammirare i numerosi termitai e la strana (per noi) vegetazione, che avremo modo di ammirare meglio nel corso del resto del viaggio.

Imbocchiamo la C 22 e poi la D2512, l’asfalto lascia il posto ad una pista in terra battuta scorrevole come l’asfalto, e lì cominciamo a capire il vero rischio di queste piste: ti ritrovi infatti a guidare a 120 senza accorgertene…se non al primo dosso più “marcato” o alla prima curva più stretta!

Avevamo prenotato al campo “Bernabè de la Bat” (N$ 110), all’interno del Waterberg Plateau Park. Francamente contavamo di dormirci e basta, questa doveva essere una tappa di trasferimento verso l’Etosha.

Siamo invece fortunati ed arriviamo in tempo per concederci una escursione a piedi nel parco prima del tramonto. Scegliamo il percorso “Aloe Circle”, che ci porta proprio a ridosso di una enorme parete di roccia, dove crescono numerose bellissime piante di aloe.

Waterberg Plateau Park

Lungo il percorso incontriamo anche le prime gazzelle, e riusciamo anche ad avvicinarle abbastanza. Si tratta di due timidi “Cefalofi di Grimm” (piccole antilopi) che si conquistano un numero di fotografie effettivamente esagerato, ma… era il primo incontro.

Torniamo alla macchina al tramonto, apriamo in un attimo l’Air Camping e riorganizziamo un po’ lo stivaggio dei bagagli.

Poi cena al ristorante del campo.

Scopriamo solo dopo esserci arrivati che il ristorante (una ex caserma tedesca mirabilmente ristrutturata) è ben lontano dal campeggio vero e proprio, ma la lunga passeggiata di 2-3 chilometri (in salita all’andata) ci farà cominciare ad apprezzare il silenzio delle notti stellate namibiane!

Al ristorante ammiriamo le foto dell’epoca coloniale del Waterberg Plateau e della guarnigione che viveva nel forte.

Ottima cena (bistecche di kudu e patatine con immancabile birrona alla spina) ed economica (N$139 in due) …e questo si rivelerà una costante per il resto del viaggio.

22.07.2003 Waterberg Plateu Park – Etosha Park (Namutomi) (km 400)

lago Otjikoto

Ci svegliamo all’alba rallegrati da un’innumerevole quantità di uccelli dai più svariati colori che partecipano alla nostra colazione, il campeggio è attrezzato persino di fornelli elettrici, quindi non dobbiamo neanche utilizzare la nostra attrezzatura. Ci dirigiamo sempre seguendo la D2512 poi la D2612 e la D2860 verso il meteorite di Hoba che visitiamo abbastanza velocemente nella prima mattinata. Lungo la strada sterrata vediamo correre dei facoceri e struzzi, poi attraverso la D2859 raggiungiamo l’asfalto senza attraversare Grootfontein, precorriamo la C42 e ci ricolleghiamo con la B1. Subito dopo Tsumeb visitiamo il lago Otjikoto, uno dei due laghi naturali della Namibia, esso occupa una cavità calcarea di 100 mt. per 150 ed ha una profondità di circa 55 mt.

Attorno al lago si può visitare un curioso zoo dove è possibile vedere struzzi, coccodrilli ed altri animali appartenenti alla fauna locale e un curioso negozio di souvenir dove acquistiamo dell’ottimo biltong di orice (carne essiccata da sgranocchiare come snak). A fine mattinata raggiungiamo con la C38 l’Etosha Park dove abbiamo la prima notte prenotata nel campo di Namutoni (N$ 180). Appena varcato il cancello ci accoglie un esemplare di zebra e una serie di magnifici uccelli, visitiamo il campo ed acquistiamo una cartina dettagliata con i percorsi e le pozze dove poter vedere gli animali e cominciamo a girare nella parte nord-ovest del Pan. Lo spettacolo è magnifico ci sono centinaia di springbok, innumerevoli orici, gnu, zebre, kudu, antilopi, impala, giraffe e struzzi.

giraffa

Questi animali si raggruppano in questa stagione spesso attorno alle pozze d’acqua dove è possibile vederli da vicino. Facciamo una settantina di chilometri, un centinaio di foto e ritorniamo al campo un po’ prima del tramonto dove è d’obbligo visitare il forte tedesco. Per cenare andiamo all’ottimo ristorante dove una abbondante cena a buffet ci costa in due (N$205). Dopo cena si va alla pozza del campo dove si aspetta in religioso silenzio che gli animali vengano ad abbeverarsi. Quella di Namutoni è una delle meno frequentate ma è comunque splendido lo spettacolo di uno springbok che si riflette perfettamente nello specchio d’acqua della pozza nel buio e nel silenzio della notte. Una delle immagini più belle del viaggio!

23.07.2003 Etosha Park (Halali) (Km 210)

Ci alziamo al solito all’alba, facciamo benzina, all’interno dei campi del parco non manca il rifornimento, e partiamo a caccia fotografica di elefanti, ancora non ne abbiamo visti ma speriamo in giornata di avvistarne qualcuno. Incontriamo ancora giraffe, zebre, antilopi, impala, struzzi etc. ma degli elefanti vediamo solo le tracce fresche degli escrementi lungo la strada, i rami spezzati e le impronte. Dopo qualche minuto di attesa vediamo il primo magnifico esemplare vicino la strada che mangia le fresche fronde dei cespugli. Foto di rito e continuiamo il giro delle pozze dove si raggruppano numerosi gli animali, vediamo anche sciacalli, iene, un gatto selvatico e innumerevoli uccelli. Mancano ancora all’appello il rinoceronte e i leoni, speriamo di incontrarli lungo il cammino.

Elefanti

A metà giornata ci fermiamo alla pozza del campo di Halali per osservare in tutta tranquillità un branco di elefanti con i loro piccoli che aspetta il turno per abbeverarsi, dal più grosso al più piccolo.

Poi continuiamo a girare tutto il resto della giornata percorrendo tutti i tracciati e le pozze visitabili, vedendo centinaia di animali, ma per ora dei rinoceronti neanche l’ombra! Stanchi facciamo campo ad Halali (N$ 180) ed andiamo a goderci lo spettacolo della pozza degli elefanti al tramonto. Dapprima non ce ne è nessuno ma poi, piano piano, in una nuvola di polvere arriva un branco di una ventina di elefanti!, poi giraffe, facoceri, ed è un continuo avvicendarsi di animali. Ceniamo all’ottimo ristorante del campo sempre a buffet (sempre N$205 in due) poi torniamo alla pozza. Finalmente arrivano anche i rinoceronti! Due esemplari molto timidi che dopo un po’ vengono cacciati dai più prepotenti elefanti; anche col buio gli animali si alternano in continuazione per bere. Alla pozza come la sera precedente rincontriamo Raissa e Huib, i ragazzi olandesi conosciuti in albergo a Windhoek.. Prima di andare a dormire, beviamo un’ultima birra ma non è abbastanza fredda. Il frigo del Nissan dà segni di cedimento! … speriamo bene, con il caldo che fa!

24.07.2003 Etosha Park (Okaukuejo) (Km 288)

Sveglia di nuovo all’alba, continuiamo il giro delle pozze, e questa volta oltre i “soliti” animali in una zona pietrosa ….vediamo un branco formato da otto leonesse con i piccoli appostate a sorvegliare una pozza frequentata da zebre, springbok e orici, un po’ più distante vediamo anche il maschio disteso ad aspettare. Anche noi aspettiamo un bel po’ che succeda qualcosa ma le leonesse scrutano imperturbabili le loro prede per ore senza che succeda nulla. In effetti, cacciano prevalentemente di notte. Infatti appena iniziato il percorso stamattina abbiano incontrato due orici, ai margini della strada sanguinanti, tutti graffiati dai felini, che però non erano riusciti ad ucciderli. Forse sarebbero ritornati più tardi a finirli.

Giriamo tutta la mattinata e nel primo pomeriggio raggiungiamo il campo di Okaukuejo dove cerchiamo di riparare il frigorifero ma non ci riusciamo, stasera grigliata, dobbiamo consumare la carne che abbiamo comprato a Windoek sennò con il caldo che fa la dovremo buttare.

Moringa Ovalifolia

Nel pomeriggio facciamo un altro interessante giro all’interno del parco per vedere la foresta incantata dove si possono osservare gli esemplari di Moringa Ovalifolia, un albero molto particolare che sembra avere le radici per aria.

Anche stasera lo spettacolo della pozza dove gli elefanti con i loro barriti richiamano tutti gli ospiti del campo (due maschi si sono esibiti infatti in una rissa), ed anche in questa occasione si fanno vedere i timidi rinoceronti neri.

Stasera si cena con grigliata di kudu e patate lesse il tutto innaffiato con un ottimo vino sudafricano.

25.07.2003 Ethosa – Opuwo (Km 470)

Lasciamo di buon mattino il parco dell’Ethosa e ci dirigiamo percorrendo delle strade secondarie (la D2695 e la D3248) verso Kamanjab dove cerchiamo un buon meccanico per riparare il frigorifero. In realtà è una centralina elettronica preposta alla carica differenziata della seconda batteria ad essersi guastata. (Fuoristrada troppo tecnologici!…cominciamo a rimpiangere il Land lasciato a casa!) Dopo una mattinata di lavoro, preleviamo dei soldi al bancomat del supermarket (!), acquistiamo dell’ottimo biltong e lasciamo la cittadina per raggiungere attraverso la C35 e la C41 Opuwo. La strada corre veloce in parte ai confini con l’Ethosa, quindi raggiungiamo il paese nel primo pomeriggio. Giriamo la cittadina, in verità molto piccola, facendo un po’ di foto alle donne e ai bimbi Himba, con il loro abbigliamento tradizionale molto caratteristico. Sulla pelle e sui capelli spalmano del burro di capra misto all’ocra della terra che gli dona un colore omogeneo. Alcune sono molto belle ma si lasciano fotografare solo dietro offerta di 5 N$.

HimbaBimbi Himba

Acquistiamo da loro anche dei graziosi bracciali in osso, poi al supermarket integriamo i rifornimenti con dell’ottima salsiccia e bistecche di agnello, uova, pane, latte, birre, etc. e un grosso bidone per la benzina. Da ora in poi per un po’ di giorni non ci saranno più supermercati, ci aspetta il selvaggio Kaokoveld!

Al tramonto raggiungiamo il Kunene Rest Camp (N$80), un camping molto grazioso, situato in un anfiteatro naturale. Tutto come al solito è pulito ed ordinato, ci siamo solo noi ed un’altra macchina di turisti francesi. Magnifica grigliata sotto le stelle con salsiccia, costolette di agnello e patatine.

26.07.2003 Opuwo – Epupa Falls (Km 227)

Facciamo rifornimento riempiendo di benzina anche le tre taniche, non ci saranno rifornimenti nei prossimi giorni, e ci dirigiamo con la D3700 verso nord, lungo il percorso vedremo numerosi villaggi himba e per la strada molte donne e bambini ci fermano per farsi fotografare o vendere oggettini. Alcuni chilometri dopo Okongwati visitiamo un villaggio tradizionale himba dove compriamo da una donna per N$ 20 una graziosa bambolina dall’aspetto preistorico ricavata da una pannocchia e ricoperta d’ocra; la donna felice gira per il villaggio facendo vedere a tutti i suoi 20N$, poi ci saluta abbracciandoci. (Forse avremmo dovuto contrattare, ma non ne abbiamo avuto il coraggio, visto lo stato di povertà in cui questa gente vive!). Compriamo ancora qualche collanina tradizionale, ed alcuni chilometri più avanti prendiamo una deviazione sulla destra che ci permetterà di arrivare alle Epupa costeggiando il fiume Kunene. Il percorso è molto bello ma “tosto”, si snoda per chilometri nella fitta vegetazione, poi attraversa il fiume Ombuku dove la vegetazione è molto più lussureggiante per raggiungere il fiume Kunene dove, lungo il percorso, che si fa abbastanza difficoltoso, ci fermiamo estasiati a guardare e fotografare innumerevoli cercopitechi (scimmie) che aggrappandosi ai rami attraversano un’ansa del fiume lanciandosi al volo.

Kunene River

Anche qui la vegetazione è molto lussureggiante ci sono alberi di hanna, palme, e strani cactus fioriti. Procediamo lentamente e nel primo pomeriggio raggiungiamo le cascate Epupa che andiamo a visitare quasi al tramonto. Il salto delle cascate non è altissimo ma comunque tutto l’ambiente che le circonda è molto suggestivo.

Epupa Falls

Ci accampiamo nel campo Epupa (N$80) proprio in riva al fiume, dall’altro lato si vede la riva angolana deserta. Facciamo ancora qualche acquisto dagli Himba (collane e bracciali), versiamo una delle taniche di benzina nel serbatoio e ci prepariamo all’immancabile grigliata preceduta da un aperitivo a base di birra e biltong.

27.07.2003 Epupa – Orupembe (km 253)

Stamattina percorriamo a ritroso la strada che avremmo dovuto percorrere ieri se non avessimo fatto la deviazione verso il fiume; la strada è scorrevole e la seguiamo con un andatura veloce fino a Okongwati dove ci dirigiamo verso Otjitanda con l’intenzione di fare il Van Zylt pass. La strada diventa subito più brutta, ma teniamo ancora una andatura abbastanza veloce anche se adesso il fondo è roccioso e ci sono parecchi spuntoni. Forse andiamo anche un po’ troppo veloci per il tipo di pista e… su uno spuntone roccioso spacchiamo un copertone. Cambiamo velocemente la ruota sotto gli occhi di due pastori Himba, ma il morale comincia a calare.

Procediamo ora più lentamente anche perché la strada si fa sempre più brutta e incoerente, a tratti stretta e con canaloni; forse è stata danneggiata dalle piogge della stagione precedente. A volte si deve scendere dalla macchina per studiare dove mettere le ruote, la Nissan, troppo lunga e bassa, tocca spesso davanti, dietro e di sotto gli spuntoni di roccia e purtroppo abbiamo anche il serbatoio della benzina in plastica! . Continuiamo a pensare al mitico Land lasciato a casa che avrebbe fatto quelle salite, discese e curve ad occhi chiusi!……e purtoppo! Che fare?…… Con una sola ruota di scorta a pochi chilometri dal passo decidiamo di lasciare il Van Zylt e seguire una pista più lunga che ci porta ad attraversare l’Otjihaa Pass verso Orupembe. La prima parte di pista è abbastanza buona perché è stata risistemata da poco, ma poi diventa di nuovo accidentata. I panorami sono invece spettacolari, forse i più belli di tutto il viaggio: si incontrano vaste vallate coperte da veld gialli, si vedono alberi di moringa senza foglie ma con bellissimi fiori, baobab immensi che sembrano usciti da libri di fiabe, pieni di nidi,… e non si incontra anima viva!.

Kaokoland

Solo ogni tanto struzzi e gazzelle a ricordarci che non siamo in un sogno, ma in Africa. Dopo un centinaio di chilometri di pista spacca ossa e “spacca-ogni-cosa-nel-bagaglaio” arriviamo al camp site di Orupembe al tramonto con benzina ovunque, anche dentro il frigo, tranne che nel serbatoio. Le taniche infatti non avevano chiusure degne di tale nome!

Ci aspettiamo di trovare un villaggio ma non c’è nulla, solo il campo gestito da locali (N$40) sempre però provvisto di bagni e docce, primordiali ma puliti. In una specie di deserto interminabile! ….E qui chi incontriamo?….Huib e Raissa, i nostri amici olandesi che avevano già acceso il fuoco per arrostire. Ci sono solo loro al campo e ci uniamo contenti di averli ritrovati per brindare con un ottimo vino sudafricano. Stasera siamo troppo stanchi per grigliare e ceniamo con uova sode (aromatizzate alla benzina verde) e scatolette di tonno. Dopo la cena con gli amici olandesi, dopo aver versato con mezzi di fortuna la benzina rimasta nel serbatoio (anche l’imbuto è andato distrutto con gli scossoni), decidiamo il programma per l’indomani: seguiremo la pista sabbiosa che si snoda dentro i fiumi Otjinjange e Hoarusib fino a Purros.

Vedremo se sulla sabbia il mastodontico Nissan ci darà più soddisfazioni. Prima di andare a dormire ammiriamo la magica notte stellata ancora senza luna.

28.07.2003 Orupembe – Purros (km 101)

Oggi abbiamo meno chilometri da percorrere. Vogliamo seguire il letto dei due fiumi perché sappiamo che sul percorso si possono incontrare gli elefanti del deserto. Il tracciato è all’inizio ghiaioso e si snoda su varie piste parallele, poi diventa sabbioso e se non si spinge bene il piede sull’acceleratore si rischia di insabbiarsi. Il primo fiume è il meno panoramico, ma lungo il percorso si possono vedere strani pozzi per attingere l’acqua. Poi si attraversa un tratto roccioso in una magnifica vallata per poi rientrare nel secondo fiume ricco della vegetazione prediletta dagli elefanti. E qui arriva la parte più divertente! Il letto è molto sabbioso, moltissimo…..e il Nissan naturalmente si affossa! (il Land naturalmente non lo avrebbe mai fatto!). Tiriamo fuori la pala, sgonfiamo le ruote, mettiamo tappetini e piastre di legno (in origine un tavolino) recuperate dal Toyota degli olandesi e usciamo.

Hoarusib River

Poi è la volta loro, rifacciamo l’operazione anche con il loro fuoristrada, poi stanchi e morti di caldo ci fermiamo sotto un acacia a riposare e a mangiare un boccone. Più tardi ripartiamo seguendo le tracce accanto al letto del fiume, ma subito dopo decidiamo che è più divertente insabbiarsi all’interno. Cosa che facciamo dopo aver trovato una traccia che riscende nel fiume. Per galleggiare sulla sabbia dobbiamo andare a tutto gas e fermarci solo nei punti dove il terreno è più duro.

Dopo tre affossate ciascuno riusciamo a vedere anche gli elefanti del deserto e alcuni esemplari di giraffa abbastanza rari in questa zona. Nella foga della guida veloce su sabbia proseguiamo per altri cinque o sei chilometri oltre Purros, ma il campeggio è nascosto tra gli alberi di hanna sulla sponda, e noi all’interno del fiume non ce ne accorgiamo. Ritorniamo indietro e ci accampiamo in un punto dove, dicono al campeggio, spesso gli elefanti vengono a grattarsi su di un albero. Forse lo faranno stanotte. Il campo (N$ 60) come al solito è ben organizzato, le docce sono proprio all’interno degli alberi di hanna e c’è anche l’acqua calda e una rivendita di bibite fresche.

La sera decidiamo con Huib e Raissa di dare fondo alle riserve di birra di entrambi! Ce lo eravamo promessi nel corso dell’ennesima insabbiata. Infatti, con il caldo della giornata e la fatica fatta, siamo veramente distrutti e disidratati.

Fra l’altro riuniamo le cambuse e organizziamo una super cena! Risotto, bistecche di kudu e manzo e insalata!

Il posto è da sogno, siamo solo noi e gli olandesi e finiamo la serata chiacchierando davanti al fuoco e bevendo birra.

29.07.2003 Purros – Palmwag (km 275)

La nottata passa tranquilla, gli elefanti purtroppo non sono venuti e dopo la solita abbondante colazione salutiamo i nostri amici olandesi che decidono di fermarsi ancora un giorno per visitare alcuni villaggi dei dintorni. Noi decidiamo invece di proseguire per raggiungere Sesfontein e continuare il nostro viaggio verso sud. La pista di terra battuta rossa a questo punto diventa facile e scorrevole ed attraversa pascoli dove incontriamo numerosi springbok e struzzi. Raggiungiamo velocemente Sesfontein dove facciamo il pieno e diamo un’occhiata veloce al forte tedesco trasformato in lodge. Cerchiamo anche un gommista per riparare la ruota di scorta, ma uno è indaffarato, l’altro non c’è, quindi decidiamo di proseguire. Decidiamo di fare tappa al lodge di Palmwag che si trova lungo la pista C43 piuttosto che a Khorixsas cittadina che ci dicono poco accogliente con i turisti. Facciamo riparare la ruota alla stazione di servizio di Palmwag, subito prima del blocco di polizia. Il gommista è molto pittoresco e fantasioso (ci confessa di avere alzato un po’ il gomito la sera prima e.. si vede!), rifila con il coltello (mio) la valvola della camera d’aria per farla entrare nel copertone e per tutta la riparazione il suo unico utensile sarà il mio coltello multiuso. Sembra non avere attrezzi! Il lodge di Palmwag gestito dalla Desert Adventure Safaris è un posto veramente accogliente e curato nei dettagli.

Palmwag

Prendiamo posto nel camp site, molto ben attrezzato con barbecue e tettoia per l’ombra e con piscina (N$ 120). Il lodge ha in gestione una tenuta enorme, ricca di animali, visitabile con uno speciale permesso rilasciato alla reception. Sono le prime ore del pomeriggio e decidiamo di percorrere in fuoristrada alcune delle piste segnate nella cartina che ci consegnano al lodge. Le piste sono rocciose e percorribili lentamente per via del fondo roccioso ma molto belle per il paesaggio, ci si addentra in un profondo canyon, e per la presenza di numerosi animali (se non si ha il fuoristrada organizzano giri con i loro mezzi). A cena essendo ormai a corto di rifornimenti decidiamo di mangiare al ristorante del lodge, ottimo e raffinato, quattro portate compreso il dolce e l’ottimo vino sudafricano (N$90 a persona), per noi economicissima in quanto l’indomani mattina di dimenticano di metterla in conto!

Alle 10 di sera viene a fare un giro al campo del lodge anche un elefante di cui si riconoscono le tracce al mattino.

30.07.2003 Palmwag – Henties Bay (km 400)

Stamattina l’itinerario prevede la visita alla foresta pietrificata che raggiungiamo velocemente tramite la scorrevole C39. Il giro guidato è abbastanza interessante perché oltre agli antichissimi alberi pietrificati (260 milioni di anni) vengono illustrati anche i numerosi esemplari di piante presenti nella zona come la welwitschia, l’euphorbia damarana etc.. Proseguiamo poi per Twyfelfontein dove, con un itinerario guidato di circa un ora (una vera arrampicata tra le rocce) è possibile ammirare degli interessantissimi graffiti rupestri preistorici.

Twyfelfontein

Queste testimonianze risalgono al paleolitico e sono davvero particolari in quanto accanto ad ogni animale viene rappresentata con funzione didattica anche la sua orma.

Inoltre anche il paesaggio che si gode dall’alto è davvero eccezionale. Quando scendiamo dalla rupe, morti di caldo, ci accorgiamo che con le vibrazioni si è staccata di netto una pedana sottoporta (quel Nissan non è evidentemente costruito per il fuoristrada pesante!), quindi decidiamo di andare ad Uis a farla saldare e a fare rifornimento di generi alimentari che ormai scarseggiano. Vorremmo fermarci per la notte all’Ugab River Camp Site vicino al Brandberg ma raggiungiamo Uis nel pomeriggio. Il tempo di far saldare la pedana, di fare rifornimento di benzina e di vettovaglie al supermarket, si fa tardi. Ci dicono che il centinaio di chilometri che ci rimangono per il campo sono di fuoristrada pesante, e non conviene farli con il buio. Per cui decidiamo di dirigerci a Henties Bay sulla costa, raggiungibile con la veloce C35. Arriviamo con ancora qualche sprazzo di luce sull’oceano, il cielo è coperto e il mare è arrabbiato. C’è molta umidità e decidiamo dopo tanti campi di dormire in un B&B (H & H Trenkner) molto grazioso dove ci offrono un mini appartamento con bagno (attrezzato anche di lavatrice) cucina e saloncino per N$300. Per la cena i proprietari del B&B ci consigliano di andare lo Spitzkoppe Restaurant & Pub che si rivelerà uno dei migliori ristoranti del viaggio. Mangiamo dell’ottimo kabeljou (uno squisito pesce atlantico) accompagnato da birra e per dolce una cheese cake e uno squisito pudding (N$ 179 in due)

31.07.2003 Henties Bay – Swakopmund (km340)

Dopo una abbondante e ottima colazione preparata dalla proprietaria del B&B ci dirigiamo verso nord ed andiamo a vedere la riserva delle otarie di Capo Cross. Ce ne sono migliaia e tra di loro si aggirano parecchi sciacalli in attesa di prede. Lo spettacolo è veramente impressionante e suggestivo (l’odore un po’ meno).

Otarie

Facciamo le innumerevoli foto di rito e poi decidiamo di proseguire verso nord fino all’ingesso dello Skeleton Coast park, facciamo anche una lunga passeggiata a piedi sulla spiaggia dove raggiungiamo uno dei famosi relitti naufragati in questa costa inospitale.

Riflettiamo su quale spaventosa sorte attendesse i poveretti che nei secoli scorsi naufragavano su questa costa. Scampati ai marosi li attendeva infatti un deserto senza fine!

Il tempo è nebbioso, come lo è spesso da queste parti, e fa freddo, per cui decidiamo all’ingresso del parco di ritornare indietro e puntare verso Swakopmund che raggiungiamo nella tarda mattinata. Andiamo ad alloggiare al Desert Sky Backpakers, un simpatico lodge frequentato da giovani viaggiatori (N$150 per una doppia). Durante la giornata visitiamo la tranquilla cittadina e ci dedichiamo allo shopping (ci sono tra l’altro numerosi negozi di attrezzature e abbigliamento da campeggio). Sono interessanti tra l’altro il faro, il molo, la vecchia stazione ferroviaria, la chiesa luterana, l’acquario e la Kristall Galerie. La città è un po’ triste durante la stagione invernale ma è comunque interessante e vivace. A cena andiamo al Light House Restaurant. In tale posto conviene prenotare essendo molto frequentato dai locali. Noi non lo avevamo fatto e ci è toccata una lunga attesa. Ma ne valeva la pena! Mangiamo dell’ottimo filetto di kabeljou, del cajun fish accompagnato da patatine fritte e bagnato da ottimo vino sudafricano (Nederburg Baronne) e per dolce una splendida mousse al cioccolato e una torta all’amarula (N$170 in due). Squisito!

01.08.2003 Swakopmund – Malthaohe (km 473)

Swakopmund

Per oggi è prevista una tappa più che altro di trasferimento anche se sul percorso ci sono alcune cose interessanti da vedere. Ci dirigiamo con l’asfalto della B2 verso Walvis Bay; lungo la strada sono visibili alcune dune che arrivano fin quasi al mare, ma anche oggi sulla costa il cielo è grigio e le dune con questo tempo non sono poi un granché. Costeggiamo la città e dalla strada vediamo le saline di Walvis Bay ricche di fenicotteri e di pellicani. Subito dopo aver imboccato la C14 andiamo a vedere la famosa Duna 7, facciamo qualche foto, ma anche questa non è poi un granché (almeno, per chi ha visto il Sahara!). Alcuni chilometri dopo, invece, entriamo nel Namib Desert Park, ritorna a splendere il sole, ed attraversiamo ampie pianure desertiche con la pista che corre rettilinea per chilometri e chilometri. Prima di uscire dal parco facciamo un’interessante deviazione (anche se ci vorrebbe un permesso che non abbiamo) per vedere dall’alto il canyon del Kusieb, infatti il panorama sul fiume asciutto da questo punto è veramente molto particolare e suggestivo, sembra di essere su un aereo. Attraversiamo poi il Kusieb Pass e il Gaub Pass che anche se non sono molto alti fanno diminuire di molto la velocità perché pieni di curve e con fondo ghiaioso e sdrucciolevole. Poi come ricorda una targa posta al lato della strada si attraversa il Tropico del Capricorno e subito dopo la pista diventa di nuovo rettilinea fino alla stazione di servizio di Solitarie dove è d’obbligo assaggiare la torta di mele con panna. Anche se è l’ora di pranzo non possiamo sottrarci a questo piacevole dovere visto che è la più buona d’Africa, ma purtroppo il posto è pieno di turisti. Seguendo sempre la C14 ci dirigiamo verso Malthaohe, e anche quando la pista sembra diventare un po’ noiosa ecco apparire dei babbuini con i loro piccoli che attraversano il percorso o che si abbeverano alle cisterne di raccolta delle acque. Pensavamo che il sud della Namibia fosse meno bello, invece anche qui la natura è splendida. Arriviamo a Malthaohe nel pomeriggio e ci sistemiamo nel camp site della Daweb Guest house, una piacevole e tranquilla fattoria, con dei graziosi bagni in stile indiano, gestita da una gentilissima signora, dove per stasera siamo gli unici ospiti (N$ 80). Cena con grigliata di carne al pepe verde (raccolto dall’albero di pepe che sovrasta la nostra tenda), patate americane alla brace e foto alle stelle (riuscite con successo!).

02.08.2003 Malthaohe – Fish River Canyon (Km 410)

Oggi il programma prevede come destinazione il camp site del Fish River Lodge dove ieri sera per telefono abbiamo prenotato. Sempre seguendo la pista C14 proseguiamo il percorso attraversando i villaggi di Helmeringhausen (dove c’è un curioso museo agricolo) e Bethanien dove integriamo le provviste per i prossimi giorni. La strada diventa ora asfaltata e a Goageb prendiamo la B4 fino a Seeheim, poi seguiamo la pista non asfaltata C12 dove dopo circa 50 chilometri troviamo l’indicazione per il Fish River Lodge. Si devono percorrere circa 22 chilometri verso l’interno attraversando alcune fattorie dove vediamo delle mucche leccare dei curiosi blocchi di sale. Arrivati al Lodge ci danno una cartina e ci dicono che per arrivare al camp site si devono percorrere ancora 11 chilometri di duro fuoristrada. Compriamo al Lodge una buona bottiglia di vino sudafricano per festeggiare il compleanno di Lalla e iniziamo la pista.

Fish River Canyon

Il percorso è spettacolare e lungo lo sterrato che si svolge in parte sul ciglio del canyon si godono panorami stupendi. Si scende faticosamente fino al letto del fiume Fish dove ben nascosti sotto le rocce ci sono i servizi (docce con l’acqua calda, una cucina da campo attrezzata, tavoli e sedie e dei bungalow in legno con letti e materassi) (N$294 compreso l’ingresso alla tenuta e la bottiglia di vino). Il posto è circondato da stupefacenti formazioni geologiche di dolerite nera e lungo il percorso scorgiamo numerose gazzelle e qualche orice. Lasciamo la macchina al campo (siamo completamente soli!) e facciamo una lunga camminata nel letto del fiume dove ci sono diverse pozze. Proprio nel letto del fiume ci inquietano un po’ le urla fortissime, e forse amplificate dall’eco, di alcuni babbuini che non smettono fin quando non ci allontaniamo dalla loro zona. Le zolle di fango crettate vicino alle pozze sembrano stabili ma in alcuni punti al disotto di esse c’è l’acqua, tanto che Lalla in una si infanga fin quasi al ginocchio…la sensazione è quella delle sabbie mobili!

Ritornati al campo ci prepariamo per la “solita” grigliata di carne accompagnata da fagioli in scatola con biscottini finali. Dopo cena ci attardiamo attorno al fuoco fino a quando viene a farci compagnia una bellissima genetta tigrina dalla lunga coda bianca e nera, un flessuosissimo ed elegantissimo felino notturno. Si avvicina più volte curiosa, nascondendosi poi tra gli alberi, salvo il tornare a spiarci di tanto in tanto.

03.08.2003 Fish River Canyon – Aus (km 531)

Oggi percorreremo la tappa più lunga e faticosa del viaggio ben 530 chilometri tutti di sterrato. Al mattino ripercorriamo a ritroso il percorso fino alla pista C12 e la C37 fino a Hobas dove all’interno del parco è possibile ammirare il canyon dall’alto. Più tardi procediamo ancora verso sud e raggiungiamo Ai-Ais dove ci sono le sorgenti calde. Ci riposiamo un po’ e facciamo uno spuntino al bar del campo e poi decidiamo di proseguire ancora verso sud e seguiamo la pista D316 fino al secondo cancello dove sulla destra inizia uno sterrato (indicato da un cartello Only 4×4) che taglia lungo il letto asciutto di un fiume. Il percorso non è molto difficile e i panorami come al solito sono spettacolari, la pista continua per una cinquantina di chilometri fino a ricongiungersi con la pista C13 che segue il fiume Oranje e quindi il confine con il Sudafrica. Lungo il fiume anche qui panorami d’incanto, le acque sono di un azzurro intenso che contrasta con il verde della vegetazione e con il rosso delle rocce. Sulla sponda del fiume vediamo numerose impronte di coccodrillo e caprette che pascolano tranquille sulla riva sudafricana.

Oranje River

Ci aspettiamo un assalto da parte dei coccodrilli, …..ma non avviene! e comunque noi dobbiamo andare. Raggiungiamo Rosh Pinah dove facciamo rifornimento e continuiamo la C13 che diventa un pistone rettilineo molto veloce e polveroso che costeggia la zona diamantifera. E’ quasi buio quando raggiungiamo Aus dove facciamo campo al Klein Aus Vista un bellissimo lodge con una enorme tenuta. Anche il camp site (N$ 80) si trova in una bella posizione sotto le acacie e con lo sfondo delle rocce. I proprietari sono molto accoglienti e chiediamo loro di poter cenare al ristorante perché stasera siamo troppo stanchi per cucinare. Ci accontentano anche se non abbiamo prenotato in anticipo e la cena è ottima e abbondante (N$ 190 in due).

04.08.2003 Aus – Luderiz (km 219)

La strada da Aus a Luderiz è tutta asfaltata e sul suo percorso è possibile fare una deviazione per vedere da un punto di osservazione i famosi cavalli selvaggi del deserto che si abbeverano ad una pozza assieme a struzzi e orici. Sembrano in buona forma anche se fanno parte di una specie in estinzione. Sembra che essi siano i pronipoti di un gruppo di cavalli salvatisi dal naufragio di una nave sulla Skeleton Coast nel secolo scorso. In ogni caso sono gli unici cavalli ambientatisi al deserto al mondo! Quindi proseguiamo per Luderiz dove prendiamo una doppia senza bagno al Luderiz Backpackers (N$ 160) un simpatico posto frequentato da giovani viaggiatori. Poi all’ufficio turistico facciamo i biglietti per la città fantasma di Kolmanskop dove ci consigliano di seguire la visita guidata delle 11. Puntuali ci aggreghiamo al gruppo ma la visita guidata che dura circa un’ora è noiosissima, sembra una lezione universitaria e dopo una mezz’ora abbondante di lezione sui diamanti e la loro produzione dalle origini ad oggi, scappiamo per andare a vedere gli edifici abbandonati da soli.

Kolmanskop

Ritorniamo poi in città, facciamo un giro nella penisola di Luderiz, dove raggiungiamo Diaz Point, un promontorio battuto dai fortissimi venti, (riusciamo a malapena a stare in piedi) ma possiamo vedere fenicotteri e cormorani. Continuando sulla costa vediamo anche Halifax Island dove vive una colonia di pinguini e numerose belle spiagge troppo battute dai venti. Tornati in città facciamo un giro a piedi verso il porto dove è stato costruito da poco un moderno centro di sevizi con negozi, ristoranti e bar. Bevendo una birra e sgranocchiando biltong consideriamo che guardando queste architetture di acciaio legno e vetro, il molo sul mare e la temperatura da paese nordico, sembra proprio di essere in Norvegia! Strano ma vero!

Per cenare prenotiamo al “Ritz’s” un locale moderno proprio nel centro di servizi dove mangiamo dell’ottimo pesce (N$ 175).

05.08.2003 Luderiz – Duwisib Castle (km 400)

Anche se potremmo raggiungere le dune di Sossusvlei in giornata, decidiamo di fare una tappa intermedia lungo il tragitto e dormire al camp site del castello di Duwisib gestito dalla Namibia Wildlife Resort. Cerchiamo di prenotare alla NWR di Luderiz il campeggio di Sesriem per domani sera ma ci dicono che è tutto prenotato da tempo. Comunque a 500mt. dal campo ufficiale, vicino alla stazione di servizio, c’è una vasta zona adibita a campeggio libero dove si può usufruire dei servizi del campo. Domani vedremo! Rifacciamo la B4 fino ad Aus poi riprendiamo la C13 questa volta verso nord fino alla D707 che decidiamo di seguire per allungare un po’ il percorso. La pista attraversa paesaggi che hanno sullo sfondo le rosse dune di sabbia e si inoltra lungo il confine con il Namib Naukluft park, poi rientra verso l’interno. Lungo il percorso facciamo una corsa in auto con uno struzzo che ci affianca per alcuni chilometri e riesce a mantenere una velocità costante di almeno cinquanta km all’ora per quasi quindici minuti. Non sembra per niente spaventato né cerca di scappare; sembra solo voler gareggiare!

Fotografiamo anche diversi grandi alberi chiamati kokerboom, o “alberi faretra”. Vivono sino a 300 anni e i suoi rami dalla corteccia gommosa sono utilizzati dai boscimani per fabbricare le loro faretre.

Kokerboom

Poi riprendiamo la C27, per deviare di nuovo con la D826 verso il castello che raggiungiamo nel primo pomeriggio. La visita dura poco, il castello non è molto grande ne particolarmente interessante. Ci fermiamo a mangiare una ottima torta di mele e a bere succo di cactus (!) alla Farm Duwisib proprio dietro al castello. Approfittiamo della sosta per pianificare il resto del viaggio (in compagnia di una famigliola di intraprendenti caprette che ci saltano quasi sul tavolo). Più tardi ci sistemiamo nel camp site del castello (N$ 160) sotto un enorme albero di acacia , anche questo posto è davvero bellissimo, e anche stasera ottima carne alla brace al pepe verde con contorno di riso alle verdure.

Duwisib Camp

06.08.2003 Duwisib Castle – Sesriem (Km 300)

Dopo una colazione a base di torta di mele appena sfornata, sempre alla Farm Duwisib, ripercorriamo la pista di ieri fino alla C27 e in mattinata raggiungiamo Sesriem, la meta più visitata della Namibia, dove paghiamo il campeggio non ufficiale e l’ingresso al parco (N$ 260). La prima tappa è la duna 45. Il soggetto più fotografato della Namibia, ma c’è gente ovunque specie italiani, sotto, sopra, di lato. Sembra di essere in spiaggia. Quindi senza fare foto per ora ce ne andiamo a Sossuslevi, anche qui c’è parecchia confusione, percorriamo con fatica il tratto solo per 4 x 4 perché la Nissan tende ad insabbiarsi anche perché abbiamo le ruote molto gonfie (assetto da pista veloce). Evitiamo le dune più turistiche e facciamo un percorso a piedi che ci permette di vedere dall’alto il Pan e la distesa di dune. Fa molto caldo e anche gli orici sono costretti a riposare sotto le acacie; dopo la lunga camminata lo facciamo anche noi quasi disidratati. Nel pomeriggio, decidiamo di scalare la duna più alta e visitata, anche da qui il panorama è bello e la discesa è da vertigine! Comunque niente a che vedere con il Sahara! E’ quasi il tramonto e dall’alto con le ombre lunghe riusciamo a fare delle belle foto, ma decidiamo di non tornarci di nuovo come fanno tutti all’alba, la faticata è stata sufficiente! Rifacciamo la pista per 4×4 questa volta insabbiandoci proprio quasi alla fine del percorso! Ne usciamo velocemente con l’aiuto del Toyota di una guida locale che accompagna alle dune i turisti (in cambio di una mancia di N$50!). Ritorniamo alla duna 45, è il tramonto, i pullman con i turisti se ne sono appena andati e finalmente possiamo fare qualche bella foto.

Duna 45

Ritorniamo al campo che è quasi buio e al chiosco, vicino al rifornimento ci rilassiamo con patatine fritte e birra a volontà. Il campo non ufficiale di Sesriem è decisamente il peggiore del viaggio, ci siamo ormai abituati al silenzio e alla solitudine mentre qui siamo allietati dal rumore dei generatori del rifornimento e il campo è affollato, comunque cerchiamo un posto distante dal rumore e ci consoliamo con la solita grigliata di carne e con doppia porzione di patatine comprata al chiosco.

07.08.2003 Sesriem – Walvis Bay (Km 400)

Prima dell’alba tutti partono per le dune, invece noi con calma andiamo a vedere la duna di Elim, abbastanza vicina al campo per poi riprendere la C19 e raggiungere Solitarie dove ci aspetta per colazione la solita (fantastica) torta di mele. Ripercorriamo la C14 già fatta all’andata all’interno del Namib Desert Park e subito prima di Walvis Bay andiamo a vedere Rooibank dove c’è uno dei pochi insediamenti Khoi-Khoi Topnaar della Namibia. Il luogo è interessante per la vegetazione: qui vi cresce il dollar bush (cespuglio dei dollari) e i meloni !nara. Vediamo tutti e due i tipi di pianta ma i meloni in inverno sono forse fuori stagione. Walvis Bay, invece, è una tranquilla cittadina che giriamo a piedi nel pomeriggio. Prendiamo una stanza con bagno al Seagull’s Inn, un posto spartano in stile motel (N$200). Alle informazioni turistiche, invece questa volta, facciamo i permessi per il Namib Desert park dove domani mattina abbiamo intenzione di percorrere la Welwitschia Drive. Per cena prenotiamo in un ottimo ristorante “The Raft”, costruito su palafitte dove è possibile cenare ammirando dalle vetrate fenicotteri, pellicani ed altri uccelli marini.

(“The Raft” Restaurant)

Un locale lussuoso con una cucina con i fiocchi, dove ordiniamo calamari fritti per antipasto, kabeljou e kingklip per secondo , mousse al cioccolato e cheese cake per dolce il tutto con dell’ottimo vino sudafricano! (N$244 in due).

08.08.2003 Walvis Bay – Spitzkoppe (km 307)

Riprendiamo la B2 e a Swakopmumd svoltiamo verso la C28, dopo15 chilometri circa svoltiamo verso la Welwitschia Drive, un percorso naturalistico nel deserto del Namib dove si possono ammirare i campi di licheni, il Moon Landscape, dei grandi dicchi di dolerite e naturalmente le curiose welwitschie, piante stranissime che raggiungono in alcuni casi anche i 2000 anni.

Welwitschia

Finito il percorso segnalato da cartelli ci ricolleghiamo alla B2 verso Usakos e ci dirigiamo con la D1918 verso lo Spizkoppe. Il massiccio formato dallo Spitzkoppe e dal Pondok con la cima a 1728 metri di altezza sovrasta la pianura del Damaraland meridionale caratterizzando con le sue vette color mattone il paesaggio. I camp site (N$ 80) distribuiti ai piedi delle rocce sono molto suggestivi, ma bisogna essere autosufficienti perché non c’è acqua corrente. Decidiamo di fare un’arrampicata sulle rocce per visitare il “paradiso del boscimane” dove si possono vedere delle pitture rupestri. Una catena aiuta i visitatori nel percorso abbastanza ripido (salire in paradiso non sarebbe stato molto più faticoso!).

Spizkoppe

Più tardi facciamo in macchina il giro completo del massiccio e scegliamo un magnifico posto per campeggiare fra le rocce. Stasera grigliata maxi con vino sudafricano per dar fondo ai rifornimenti di viveri rimasti, il viaggio sta purtroppo per finire! Ci riscaldiamo con piacere al fuoco, stasera c’è proprio freddo e dalla montagna cala anche un po’ di nebbia!

09.08.2003 Spitzkoppe – Tsaobis Leopard Nature park (km230)

Anche stamattina c’è freddo, la tenda è ricoperta, per la prima volta nel viaggio, dalla gelida umidità notturna, facciamo in fretta colazione e andiamo a scaldarci al sole appena sorto. Partiamo e andiamo alla ricerca di un altro dipinto rupestre (la parete del rinoceronte) dello Spitzkoppe, che ieri non avevamo fatto in tempo a vedere. Non lo troviamo subito, invece, sulle rocce avvistiamo delle deliziose antilopi saltarupe che brucano i cespugli fra le rocce poco impaurite dalla nostra presenza.

Saltarupe

Dopo una serie di foto alle antilopi e al dipinto rupestre ripercorriamo la strada di ieri per raggiungere Usakos dove alla “Namib Wuste Farm Stall” acquistiamo una quantità semiindustriale di biltong fatto in casa da portare in Italia (lo confezionano anche sotto vuoto). Poi decidiamo di fare una puntata ai monti Erongo dove all’interno dell’Ameib Ranch è possibile visitare la Phillip Cave che custodisce al suo interno il famoso dipinto preistorico dell’elefante bianco. Per vederlo è necessario fare una faticosa camminata di circa due ore (andata e ritorno) in salita tra le rocce, anche se adesso c’è molto caldo, è comunque una piacevolissima escursione per la bellezza di questo luogo così selvaggio (ci si aspetta da un momento all’altro un attacco da parte dei boscimani armati di arco e frecce!). Dopo la visita riscendiamo di nuovo a Usakos, proseguiamo per Karibib e poi deviamo verso sud con la C32 fino al Tsaobis Leopard Nature Park, una riserva dichiarata parco naturale, dove vivono liberi, leopardi, ghepardi, licaoni etc. e dove recuperano, invece in cattività, animali feriti o provenienti da zoo. All’interno del parco è possibile percorrere anche dei sentieri panoramici a piedi, ma noi stanchi per la camminata della mattina ne facciamo solo un tratto di un paio di chilometri. I gestori del lodge nella riserva sono veramente gentilissimi, hanno un magnifico bimbo di appena due anni che vive giocando in compagnia di due splendidi cani. Ci raccontano le storie degli animali che tengono in cattività (ghepardi, leopardi, linci, licaoni) e ci fanno assistere al pasto serale degli animali.

LeopardoGhepardo

Anche il camp site (N$ 90) tra gli alberi è molto suggestivo e ben attrezzato ed anche questa volta siamo solo noi. Chiediamo di poter cenare al lodge e questa si rivelerà la migliore cena di tutto il viaggio! A cena, oltre noi, ci sono come ospiti un gruppo di studenti universitari, provenienti da ogni parte del mondo, che alloggiano nel parco per svolgere un progetto di ricerca sugli animali. La cena inizia, come da tradizione africana, sedendoci tutti in cerchio attorno al fuoco, sul quale viene arrostito alla brace un fantastico filetto di kudu bagnato nel vino rosso e nelle spezie, che mangiamo a turno tutti da un unico piatto. Poi la cena continua con dei polli cotti in un forno all’aperto su un grande spiedo, una magnifica sfoglia agli asparagi, riso alle verdure e insalata (il tutto a volontà!). Naturalmente ottimo vino rosso e per dolce una buonissima torta al cioccolato fatta in casa, caffè, the etc. (N$190 in due) e per finire un’altra torta di compleanno di una ragazza del gruppo degli universitari. Che mangiata!!!! Finiamo la serata chiacchierando con i simpaticissimi proprietari.

10.08.2003 Tsaobis Leopard Nature park – Okahandja (km 367)

donna Herero

Oggi è l’ultimo giorno prima di riconsegnare il fuoristrada a Windhoek e decidiamo di sfruttarlo tutto e di ritornare in città domani. Quindi di buon mattino dopo aver fatto un ultimo giro dagli animali del lodge (a scopo fotografico), ritorniamo a Karibib dove prendiamo la C33 fino a Omaruru, poi con lo sterrato D2329 raggiungiamo la fattoria Otjihaenamparero dove seguiamo attenti le orme di dinosauro impresse da due esemplari nell’argilla 170 milioni di anni fa. Veramente impressionanti! Avevamo visto altre impronte di dinosauro in Marocco, ma queste sembrano davvero appena impresse!

Orma Dinosauro

Poi facciamo l’ultimo tragitto in fuoristrada lungo una panoramica pista, la D2414 dove incontriamo ancora animali (facoceri e kudu) per ricongiungerci con la B1 asfaltata. Ci fermeremo per la notte al camp site del lodge Okahandja, un po’ fuori dal paese dove non c’è nulla tranne dei grandi mercatini dell’artigianato (abbastanza cari e con articoli provenienti dallo Zimbabwe). Nel pomeriggio visitiamo l’Ombo Show Ostrich & Crocodile Farm dove si può imparare tutto sugli struzzi e dove compriamo anche un uovo per regalo. Il camp site del lodge (N$ 100) è un po’ rumoroso perché si trova a non molta distanza dalla B1 molto trafficata, ma ha i soliti efficienti servizi, i tavoli in legno e anche un piccolo prato all’inglese e come al solito siamo soli!. Stasera si fa l’ultima grigliata dove finiamo davvero tutte le ultime provviste (e le birre) rimaste.

11.08.2003 Okahandja – Windhoek (Km 68)

Ci svegliamo con il gelo, il cielo per la prima volta in tutto il viaggio è coperto, è la notte più fredda dell’anno (ci diranno poi 3 o 4 gradi)! Percorriamo gli ultimi 60 chilometri fino alla capitale dove alle nove abbiamo appuntamento alla Sani Rental per lasciare il fuoristrada. Tutto è a posto, ci restituiscono il deposito e i soldi per la riparazione della seconda batteria, danno una lavata alla macchina e la noleggiano cinque minuti dopo ad altre due ragazze italiane! Ci accompagnano alla Rivendell Guesthuose (N$ 195), l’albergo dell’andata, dove ritroviamo Tessa e il suo simpatico proprietario. Giriamo tutto il giorno in città, questa volta i negozi sono aperti, e facciamo gli ultimi acquisti, tra gli altri visitiamo un enorme negozio di materiale da campeggio (il Cymot Green-Sport in Mandume Ndemufayo Ave.) e un bel negozio di artigianato (il Bushman Art in Indipendence Ave). A cena ritorniamo al Joe’s Beerhouse dove ritroviamo i fantastici spiedini boscimani con patatine e per dolce l’ottimo gelato all’amarula (N$ 220 in due). Anche stasera a fine cena andiamo a riscaldarci davanti all’enorme falò del ristorante.

12.08.2003 Windhoek–Francoforte 13.08.2003 Francoforte–Catania

La mattina alle otto e trenta (per la verità un po’ in ritardo) viene a prenderci l’autista della Sani che ci accompagna in aeroporto, il volo è alle 10 e trenta e puntuali lasciamo questo bellissimo paese dove abbiamo trascorso una vacanza immersa in una natura sempre spettacolare. Arriviamo alle 21 e trenta a Francoforte dove passiamo la notte in aeroporto in attesa del volo delle otto per Catania dove come all’andata ci attendono i 38° (rimpiangeremo a lungo oltre a tutto il resto anche il clima secco della Namibia).

 

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