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Tunisia in quad By Francesco Fanchin e Giuseppe del Pra

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By Francesco Fanchin e Giuseppe del Pra
Originally Posted Tuesday, April 9, 2002

Torri di Quartesolo 9/4/2002

Prologo

10 giorni prima della partenza, la moglie di Giuseppe cade e si frattura un braccio ed un piede, decidiamo di partire ugualmente , ma invece di 15 gg stabiliamo di fermarci una sola settimana riducendo notevolmente l’itinerario previsto. Questo viaggio ci servira’ come collaudo per un prossimo futuro, per il momento vogliamo solo provare i Ns. ATV nel loro terreno preferito.

Sabato 30/3 si parte da Vicenza alle ore 8.30 circa: il ns. furgone ducato e’ stivato all’inverosimile dovendo portare i ns. 2 quad Polaris 4×4, ma nonostante cio’ arriviamo a Genova alle 12.30 giusto per andare a pranzo nel nuovo centro commerciale adiacente il porto. In attesa al porto troviamo il gruppo di Cattone (sand Master) e notiamo chehanno due piccoli quad LAVERDA !!!!! al seguito, chiedo spiegazione e mi viene detto che sono prototipi Aprilia da provare inLibia nella zona dei laghi. Alle ore 18 circa finalmente salpa la motonave Chartage. A bordo facciamo le solite file per la dogana e la polizia ma, cose da noncredere, al porto di Tunisi le cose vanno meglio perche’, ci fanno passare la frontiera senza fermarci, quindi niente piu’ fila con i locali, ma uscita diretta dal porto per la nuova porta di entrata.

Domenica 30/3 arriviamo a Tunisi alle 16.00 e alle 16.30 siamo gia’ fuori dalporto in partenza per il sud. La strada scorre veloce ma a circa 50 km da Gabes, scoppia uno pneumatico posteriore, e abbiamo lafortuna di fermarci davanti ad un gommista, il quale ci cambia la gomma. Chiediamo se per caso ha uno pneumatico di scorta da venderci, ma da 15 pollici non ha nulla; decidiamo cosi’ di continuare senza ruotadi scorta. Alle ore 24 circa arriviamo a Kebili, suoniamo il campanello del primo albergo che troviamo e poi …subito a letto.

Lunedi’ 1/4 sveglia di primo mattino e, dopo una buona colazione nel bar locale,iniziamo lo scarico e l’assemblaggio dei ns. ATV.Alle 13, dopo aver caricato provviste e benzina (50 L. a testa) partiamo alla volta di El Faouar da dove, dopo aver completato il pieno, partiamo in fuoripista alla volta di Tembain. Il vento soffia e alza un po’ di sabbia manon ne facciamo caso piu’ di tanto pensando che verso sera sicuramente sarebbe cessato. La sabbia e’ molto soffice ed e’abbastanza difficile proseguire spediti, comunque, prima deltramonto, arriviamo in vista della nostra meta. Considerando che e’stato tutto fuoripista, siamo sicuri di essere stati velocissimi.I ns. ATV Polaris vanno a meraviglia e superare le dune e’ un gioco:

ci piace ricordare quante volte abbiamo trepidato e quante volte ci siamo piantati con le auto.

Alle 18.30 decidiamo di fermarci a fare il campo e notiamo a brevedistanza un gruppo di turisti in trekking a cammello, ci avviciniamo a loro e chiediamo alle loro guide se sanno indicarci un posto dove non soffi tanto vento; ci consigliano di addentrarci in mezzo a dellemontagne vicine. Andiamo veloci dove indicatoci e facciamo il campo. Il vento, come previsto, cessa fino alle prime luci dell’alba.

Martedi 2/4 alle 6 sveglia , smontaggio del campo, colazione e poi riceviamo lavisita di una delle guide dei turisti in trekking, sono senza zuccheroe ci chiedono se ne possiamo dare un po’, ne diamo cira 10 bustine ,ci ringrazia e se ne va’ invitandoci nel loro campo a bere un the.

Alle8 arriviamo al loro campo e le guide ci chiedono se possiamo portareuno di loro ad un accampamento che dista un’ora di macchina, per recuperare dello zucchero: sono appena partiti per un trekking che li terra’ distanti da Ksar Ghilane fino a venerdi’ e si sono dimenticati di scaricare lo zucchero dalla macchina di appoggio. Io e Giuseppe ci consultiamo, dovremo smontare tutto il ns. materiale dai Quad e poi consumare benzina piu’ del previsto; fatti 2 conti veloci, decidiamo di dare quasi tutto il Ns. zucchero alle guide, ma nonpossiamo portarli: ci ringraziano molto e quindi ci lasciamo perdirigerci a Tembain.

Al contrario del giorno prima si alza unvento terribile, la sabbia entra dappertutto, la macchina fotograficaSi inceppa dopo solo 6 foto, gli occhiali di Giuseppe non riparano a sufficienza e gli occhi cominciano ad arrossarsi, io invece ho degli occhiali da sci con la spugna attorno che trattengono di piu’, tutti e due, abbiamo le mascherine per la polvere.

La sabbia portata dal vento e’ molto soffice e dato che ha appena fatto qualche goccia d’acqua non riusciamo a distinguerne ilcolore e la compattezza, i catini sono pieni di sabbia soffice e decidiamo cosi’ di marciare in cresta alle dune riuscendo ad essereabbastanza veloci. Alle 10 arriviamo a Tembain e, poco dopo, alpozzo, non ci sara’ ne’ il secchio ne’ la corda e quindi niente acqua perlavarci: prendiamo la direzione del lago, sento un rumore sospetto almio quad: controlliamo e ci accorgiamo che il portapacchi posteriore si e’ dissaldato in due punti.

Ripariamo il guasto e scarichiamo quanto piu’ peso possibile (facciamo il pieno allemoto), ma il caldo , il vento e la sabbia sono sempre piu’ soffocanti. Dopo circa 10 Km di dune al mio ATV va in ebollizione l’acqua del Radiatore, controllo la ventola e scopro che non funziona, (forsedovuto al poco funzionamento alle ns. latitudini) non era mai successoprovo a collegarla direttamente alla batteria ma non parte, il vento e’sempre piu’ forte. Aggiungiamo acqua al radiatore proviamo a ripartire ma, dopo circa 10 min. la temperatura dell’acqua e’ ancora altissima, in queste condizioni e’ impensabile continuare, decidiamodi portarci verso la pista e poi decidere se ritornare verso Douz o proseguire per Ksar Ghilane. La moto continua ad avere l’acqua insovratemperatura e quindi decidiamo di fare il campo e ripartirel’indomani con l’aria piu’ fredda. Durante la notte il vento soffia cosi’forte che alla mattina ci svegliamo con la tenda ed i sacchi a pelopieni di sabbia.

Mercoledi’ 3/4 sveglia alle 5 e partenza prevista alle 6, pero’ ci accorgiamo subitoche la post. Dx di Giuseppe e’ forata e ripariamo con una bomboletta di gonfia e ripara. Partiamo e con grande soddisfazione constatiamo che la mia moto non surriscalda e marcia bene.

Superiamo l’ultimo cordone di dune che ci separa dall’hamada e ci dirigiamo verso la montagna in cui passa la pista e la prendiamo in direzione Cafe’ du desert. Dopo 2 ore di pista la sabbia ed il caldo cominciano a farsi sentire anche per il mio quad che ancora una volta ha la temperatura dell’acqua troppo alta.

Arriviamo al bar alle 10.30 e litroviamo un gruppo di quad a noleggio che provengono da Ksar Ghilane, dopo un breve scambio di battute con il loro capo, prendiamo un the ristoratore e quindi ripartiamo in direzione di Douz. La sabbia e’ sempre piu’ insistente e ormai non si conosce neanche la pista, comunque alle 12 siamo a Douz e rientriamo a Kebili via asfalto.

A Kebili troviamo una cosa strana: un numeroso gruppo di studenti occupa la strada principale, penso che data l’ora siano appena usciti da scuola, ci mettiamo in coda al corteo ma subito, una pattuglia di polizia in borghese, ci consiglia di deviare per una strada secondaria. Quando stiamo per rientrare nella strada principale, i ragazzi cominciano a correre verso di noi, Giuseppe salta sul marciapiede e scappa, io penso che certe manifestazioni possano succedere solo in grandi citta’ e non mi preoccupo.

Mi fermo sul ciglio della strada e aspetto che la manifestazione sia passata, forse i tempi sono cambiati, ma sono circondato da centinaia di ragazzi urlanti, il loroservizio d’ordine fa fatica a trattenerli, cominciano ad arrivare sassi grossi come palle da tennis, ingrano la retromarcia e cerco di allontanarmi controllando che non mi arrivino pietre addosso: dopocira 200 mt. trovo due pattuglie in borghese che mi consigliano direcarmi presso il piu’ vicino Hotel internazionale e di restarvi peralmeno 2 ore, non posso: devo raggiungere Giuseppe che ,sicuramente, sara’ in pensiero per me; percorro stradine e, fuori strada, raggiungo l’albergo, nei cui pressi trovo il mio amico tutto preoccupato, per fortuna e’ finito tutto bene. Smontiamo e carichiamo i quad, quindi dopo una bella docciafacciamo un giro in paese e andiamo a mangiare in un ristorantino: veniamo a saper che la manifestazione di quel giorno era a favore del popolo palestinese, forse che quei ragazzi erano arrabbiati con gli europei o con gli americani in particolare? ( sui ns. giubbotti e’ impresso il marchio Polaris in grande) mah!!!!!

Giovedi’ 4/5 sveglia piu’ tardi del solito, colazione con crem cafe’ e pasta fresca,poco dopo si parte alla volta di Gabes. Lungo il tragitto il vento aumenta di intensita’ fino ad essere una vera tempesta di sabbia, a volte non si vede proprio niente, tutto sommato pensiamo che e’ statomeglio uscire dal deserto.Lungo la risalita verso Sfax Giuseppe vuole le arance: in un piccoloNegozio, una gentile ragazza ci chiede piu’ volte se siamo sicuri di volerle perche’ sono molto costose, scopriremo poi che, con quelloche abbiamo pagato 2 Kg, al nord ne avremo comperato una cassa, ma la voglia era tanta. Lungo il percorso troviamo 2 camion che si sono tamponati di brutto a causa della scarsa visibilita’, sembra non ci siano feriti gravi, ma i mezzi sono ridotti molto male. Continuiamola risalita verso nord, troviamo un elicottero militare che, a causa della tempesta di sabbia, e’ dovuto atterrare vicino alla strada; ancora una volta siamo contenti di aver preso la decisione di risalire verso nord lungo la costa e non all’interno (sicuramente c’e’ meno vento e sabbia). Alla sera arriviamo a Nabel, dove di sabbia ne troviamo ben poca, pero’ in compenso piove e fa freddo, e alla nottedormiamo con tre coperte a testa. Finalmente un po’ di birra fresca,ne beviamo un paio a testa e, dopo aver mangiato tutti a letto..l’indomani c’e’ l’ Habib che ci portera’ in Italia. Venerdi’ in nave incontro il mio amico Loris Calubini che con un gruppo di amici rientra dalla Libia, mi spiega che ha dovuto passare una notte in macchina senza poter montare la tenda a causa della tempesta di sabbia.La vacanza poteva andare meglio, ma anche cosi’ non e’ stata una brutta esperienza, bisogna prendere tutto con filosofia… andra’ meglio la prossima volta.

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