mi ricollego al discorso casa in marocco che e' sfociato in un off topic circa il "viaggio senza sosta" o almeno cosi mi e' parso...
Ecco 2 righe e due pensieri...
ho conosciuto persone che hanno venduto la casa e con i soldi fatti si sono comprati un autobus/camper con cui girano. Estate verso il nord, inverno verso sud. Tramite internet fanno 4 soldi lavorando on line e via. In pratica costoro hanno fatto il passaggio inverso da stanziale a nomade.
Il nomadismo penso sia stato necessario per problemi di risorse, quindi la gente andava dove cerano risorse (in generale pascoli freschi).
Con irrigazione e l'introduzione delle coltivazioni la gente e' rimasta in un posto fisso perche' in definitiva e' una vita piu' e sicura e prevedibile.

Trovo che fare un viaggio senza una meta o un programma e non pensando di ritornare non mi sembra possa essere considerato un viaggio.

Puo' essere piuttosto stressante a lungo termine, ha l'inconveniente che ti mancano rapporti duraturi con "vicini" e conoscenti su cui puoi fare affidamento (anche se con facebook e internet si fanno miracoli :-))
Quello che ho notato e' che questi "nuovi" nomadi alla fine piu' che viaggiare creano dei circuiti ripassando sempre dagli stessi posti dove conoscono qualcuno. Forse un po come anche i nomadi che avevano dei punti di riferimento fissi in cui transumavano. non piu' quindi un viaggio verso nuove destinazioni ma girare tra poche destinazioni conosciute e "sicure".

Ho visto un video molto interessante circa una persona che ha sperimentato sulla sua pella essere senza fissa dimora vivendo in un camper (purtroppo in inglese).

http://www.ted.com/talks/lang/eng/becky_blanton_the_year_i_was_homeless.html

I meccanismi a livello psicologico che si innescano sono piuttosto interesanti. prima di vendere la casa e partire all'avventura vi consiglio di pensarci bene :-)