Stefano Fazzini ✆
Lunedì 5 aprile,
Passo la mattinata a risolvere alcuni miei problemi di connessione e a prendere un amico all'aeroporto, dove tutto funziona perfettamente e tutti attendono al loro lavoro con diligenza.
Per strada la circolazione è indisciplinata come sempre, molti lavori in corso.
Tornato in centro leggo un po "La presse" che era un quotidiano molto allineato e che ora invece affronta tutti gli argomenti con spregiudicatezza,
Vedo un assembramento davanti all'hotel Africa, in un primo momento penso che Berlusconi è alloggiato lì e che i curiosi si assembrano, mi avvicino e vedo inceve che si tratta di una protesta dei dipendenti.
I cartelli sono in arabo e allora domando a uno dei manifestanti che mi dice che l'hotel è chiuso da due mesi e che sono molto delusi dal comportamento della proprietà perché durante i giorni caldi della Rivoluzione, grazie alla vigilanza continua del personale, l'hotel non ha subito danni. Ora però loro sono da due mesi senza stipendio, gli domando se l'hotel era di proprietà della famiglia del Presidente dimesso , ma lui mi dice di no e che il proprietario è lo stesso che possiede tutta la catena "El Mouradi".
Molti beni erano nelle mani private della famiglia Trebelsi e sono stati sequestrati e commissariati: Banche,stazioni di servizio, Hotel, agenzie di viaggio e imprese di ogni genere. Il sistema era quello mafioso di concedere le autorizzazioni necessarie ad operare in cambio di un ingresso gratuito nella proprietà stessa al 50%! La Mafia insegna e fa proseliti.
Nel pomeriggio ho un appuntamento con un imprenditore italiano che non si è mosso dalla Tunisia e che è l'ultima persona che ho visto prima di andarmene a gennaio, a cena in un ottimo ristorante di Bizerte. Si chiama G. S. e la sua famiglia risiede in Tunisia dal 1810 circa, lui è nato in Tunisia ed ha una fabbrica di componenti di aerei ultraleggeri.
Ci incontriamo di fronte agli uffici generali della Dogana dove è andato per risolvere un suo problema con un socio italiano non proprio onesto. Approfitto subito per domandare come vanno le cose negli uffici pubblici e se ha notato dei cambiamenti tra prima e dopo. Giovanni dice che la burocrazia è sempre la burocrazia ma che ha visto facce nuove e un'aria nuova, anche se evidentemente scontano una certa inesperienza. Gli domando come lui ha vissuto e come vede questa Rivoluzione dei Gelsomini. Dopo aver espresso i dubbi di tutti sulla buona fede e sulla capacità dei nuovi arrivati, tutto sommato dice che comunque le cose possono andare solo meglio e che sopratutto il popolo tunisino ha dimostrato una grande maturità. Mi racconta che praticamente non ci sono state interruzioni di nessun servizio, ne acqua,ne luce,ne telefoni e che persino i cantieri pubblici stradali hanno continuato il loro lavoro. La gente, anche se la polizia è stata assente per diversi giorni, ha mantenuto un comportamento molto responsabile. Il rischio maggiore è in quelli che vorrebbero tutto e subito e che pensano che basti scendere un giorno per strada e ottenere un posto di lavoro o un aumento salariale.
Questo secondo lui deve essere anche il momento della responsabilità e della pazienza.
La sera ho invitato a cena una mia amica francese, N., per il piacere di rivederla e per sapere come ha vissuto questo periodo di effervescenza, visto che ora vive e lavora a Tunisi.
Davanti a un piatto di tagliatelle mi racconta che ha passato anche dei giorni difficili, lei abita a El Menzah 5, un quartiere residenziale che conosco bene per averci abitato nel 2006, e durante i giorni più caldi ha temuto più volte per la sua sicurezza personale. Ogni notte si sentivano spari e clamori, bande di giovani si aggiravano nei quartieri più ricchi per mettere a segno furti e violenze. Ogni quartiere ha costituito una specie di vigilanza privata per difendersi da questo fenomeno. Il periodo difficile è durato solo pochissimi giorni perché poi le cose sono rientrate nella normalità. Ora mi dice che non esce la sera, ma per misura cautelare, in realtà non si sentono più episodi di questo genere.
Ha avuto spesso la tentazione di scendere in piazza per sostenere invece le giuste cause dei manifestanti, ma poi in quanto donna e straniera si è sentita un po fuori luogo e ha solamente simpatizzato. Anche lei dice che la Rivoluzione ha messo solo le premesse e ora bisogna vedere come saranno gestiti i passi successivi, cosa sarà in grado di fare il governo provvisorio, cosa accadrà durante la campagna elettorale e che vincerà alle elezioni. Conclude che i dubbi sono molti, ma questa è una bella stagione per la Tunisia.
Torno a casa un po tardi e lungo il tragitto penso a quanto mi ha detto e mi rendo conto che la circolazione delle auto e veramente ridotta, sarà perché il gasolio ha superato un Dinaro al litro? Oppure perché c'è poca sicurezza la notte?
Io comunque rientro senza problemi.
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