L’unico fatto che da Illizi mi hanno detto di potermi comunicare è che i turisti sono vivi. Tutto il resto fa parte delle indagini e ricerche in corso e non può essere divulgato. Non darei troppo peso alle dichiarazioni contraddittorie comparse sulla stampa in questi giorni, servono probabilmente a confondere qualche fuga di notizie o qualche ipotesi che si riteneva più opportuno mantenere riservate. Le opinioni riferite dalla Tunisia a mio parere sono soltanto dei luoghi comuni, dettate dalla convinzione diffusa in questi paesi che il deserto (che, ad eccezione di chi vi è nato e cresciuto, la quasi totalità della popolazione non conosce) sia un luogo essenzialmente pericoloso dove è facile perdesi e quindi lasciarci la pelle. Se poi succede qualcosa di brutto pensano subito che i responsabili siano: nigerini, maliani, ecc..
Ciò che mi sembra importante e mi lascia ben sperare è che le ricerche, a più di due mesi di distanza, continuino con un dispiegamento di mezzi sempre più ampio che può essere diretto soltanto a persone ritenute ancora in vita.