A proposito dell’armata perduta di Cambise, in “Desert Libyque” Monod scrive:
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<<... basta sapere che la carta geografica allora in vigore, ripresa poi da Tolomeo, assegna all’oasi di Siwa un posizione totalmente errata in latitudine, perché troppo a sud.
Cioè in una direzione dove, partendo da Farafra, si ha davanti a sé un vuoto totale di più di 1.000 chilometri.
Questa spedizione aveva ingaggiato delle guide per attraversare il deserto (cosa che prova che non c’era una pista stabilita; si trattava di sorprendere gli Ammoniti dalle retrovie). Queste guide non potevano essere che dei “Garamanti”, cioè i misteriosi beduini del deserto. Si sa poco di questi “uomini delle sabbie”, ma abbastanza per avere una certezza: essi consideravano il deserto libico come loro territorio esclusivo e tenevano gelosamente segreti itinerari e punti d’acqua. Noi vedremo d’altronde all’inizio del XIX° secolo il sultano Saboun, dell’Ouaddai, ingaggiare dei nomadi come guide per esplorare una rotta diretta verso l’Egitto, e queste “guide” tentare ogni volta – e riuscirci in un caso – di perdere le carovane.
E’ anche molto credibile che le guide ingaggiate a Farafra o Baharia abbiano consapevolmente lasciato l’armata perdersi prima di scappare per andare a riscuotere la loro ricompensa a Siwa.>>
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Fantastoria:

Partendo da Dahkla o Kharga le guide portano l’armata di Cambise verso ovest, e dopo essersi inoltrati in profondità nel GSS l’abbandonano.
L’armata vaga per giorni, finchè scendendo di alcune decine di km verso sud giunge al Gilf Kebir, dove in una grotta lascia iscrizioni a testimonianza del suo passaggio.
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