Modello Italian Kit in scala 1/72
Il Ro 1 non è altro che il Fokker C.VE prodotto su licenza dalle Officine Ferroviarie Meridionali.
Nella versione italiana venne dotato di un nuovo carrello di progettazione nazionale e del motore stellare Alfa Romeo “ Jupiter “, a sua volta costruito su licenza della Bristol, più qualche altra modifica minore.
Il velivolo venne intensamente usato nelle colonie, dapprima nelle operazioni di riconquista della Libia, dopo che il controllo italiano si era ristretto alle sole zone costiere durante il I° conflitto mondiale, in seguito nella campagna di Etiopia del 1935.
Sul territorio metropolitano fu in servizio nelle squadriglie di osservazione aerea fino a metà degli anni ’30 per concludere la sua carriera nelle Scuole da osservazione aerea.
Il modello della Italian Kit è composto da 21 pezzi in resina, 29 parti in metallo bianco e da due lastrine in fotoincisione con 26 pezzi, le istruzioni sono costituite da ben otto pagine con fotografie dell’aereo, disegni e spaccati che aiutano notevolmente il montaggio, che non è dei più semplici.
La prima operazione consiste nell’assottigliare i bordi di uscita alare e i piani di coda troppo spessi sia nel bordo di attacco che in quelli di uscita.
In secondo luogo con una fresa ho aperto sul fondo della fusoliera la finestra in corrispondenza di quella presente sull’ala inferiore che consentiva al pilota una visione del terreno sottostante e che è caratteristica della versione da osservazione operante in Africa.
Dopo aver staccato tutti i pezzi in resina dai supporti occorre chiudere i buchi di alcune bolle, non molte per fortuna; io uso l’Attack seguita da una buona lisciatura con carta abrasiva.
Sui lati della fusoliera ci sono due grosse costolature,che dovrebbero simulare i tralicci in tubi d’acciaio della struttura dell’aereo, che sono decisamente sovradimensionati e quindi vanno tolti.
Queste nervature come la centinatura delle ali, dei piani di coda, della deriva e del timone li ho riprodotti tagliando strisce di nastro Tamiya e collocate a circa 1 mm di distanza l’una dall’altra e passando poi parecchie mani di vernice scura con l’aerografo.
Una volta tolto il nastro resta in rilievo una nervatura che dopo una leggera carteggiata simula perfettamente la centinatura.
Il colore scuro serve anche da pre ombreggiatura per la successiva verniciatura.
Gli interni dell’abitacolo sono da completare con la ricostruzione in sprue filato della struttura in tubi d’acciaio, inoltre ho aggiunto la radio collocata sotto al cruscotto del mitragliere e la macchina fotografica alle spalle del suo seggiolino.
Ho aggiunto ai seggiolini le cinture della RCR e ho dettagliato la mitragliatrice e la sua struttura ad arco ricorrendo ad una lastrina fotoincisa della Eduard dedicata agli aerei della I° G.M.
Sulla fusoliera ho praticato le fessure in corrispondenza del bordo d’attacco dei piani di coda per la variazione dell’incidenza e i fori di uscita dei cavi di comando dei timoni di profondità e di direzione.
La pinna ventrale non è solidale con la fusoliera pertanto va staccata e rincollata a circa 1 mm di distanza.
Dopo aver montato l’ala inferiore che richiede un po’ di attenzione per il suo allineamento con la fusoliera e il ricorso a una certa quantità di stucco per chiudere le fessure ho iniziato la colorazione.
Le livree offerte dal kit e dai fogli decal di Ali Italiane sono essenzialmente due: alluminio generale con bande antimimetiche sull’ala superiore oppure verde scuro generale per gli esemplari basati sul territorio metropolitano.
Entrambe le soluzioni non mi sembravano troppo attraenti, perciò ho scelto di rappresentare la matricola 10321 impiegato in Libia sul Finire degli anni ’20 e che utilizzò anche il generale Graziani per i propri spostamenti.
Sul VII volume di Storia dell’Aviazione della Fabbri Editore, la prima enciclopedia stampata negli anni ’70, è riprodotto un cinque viste di questo aereo completamente privo di contrassegni di reparto e di identificazione, fatto salvo il fascio in fusoliera, la matricole, e il tricolore con stemma sabaudo in coda.
In compenso ha una colorazione molto più accattivante.
Per prima cosa ho verniciato di bianco Tamiya la parte superiore dell’ala superiore e la parte inferiore dell’ala inferiore, mentre quest’ultimo si asciugava ho dipinto di verde scuro la fusoliera usando l’RLM 70 dell’Aeromaster schiarito con l’aggiunta di qualche goccia di giallo e di bianco per le successive lumeggiature.
Il cofano motore è in argento X15 della Tamiya .
Per le bande rosse ho utilizzato il rosso Tamyia X7 dopo aver mascherato le ali, procedimento che richiede molta attenzione affinché tutte le bande siano della stessa ampiezza.
Per la verniciatura dell’intradosso dell’ala superiore ho utilizzato il Polished Alluminium dell’Alclad dopo aver dato una mano di nero lucido.
Per dare più variazioni cromatiche l’extradosso dell’ala inferiore e i piani di coda sona verniciati in Magnesium della Model Master.
Tutti i montanti alari e il carrello, comprese le raggiere delle ruote sono in X11 della Tamiya .
Il tricolore è in verde bandiera della Mister Kit in bianco e rosso Tamiya .
L’elica è dipinta a pennello con rosso bruciato, flat brown e ocra verde della Valleyo.
Dopo aver steso una mano di trasparente lucido su tutto l’aereo,ad eccezione delle parti verniciate in metallo, ho “sporcato” l’aereo con colori ad olio, ocra chiaro per le ali e seppia per la fusoliera.
Dopo aver fissato le poche decal occorrenti (la matricola è frutto di cannibalizzazione) ho steso la classica mano di trasparente opaco e mi sono dedicato al motore.
Quello del kit non mi sembrava un gran ché, così ho tagliato i cilindri e con una piccola fresa ho allargato i fori nei quali collocare i nuovi cilindri ricavati partendo da quelli del motore PW 1800 della CMK.
Dopo aver tagliato le testate e pareggiato le sommità dei cilindri con stucco ho aggiunto i vari tubicini per l’alimentazione e lo scarico dei gas di combustione.
Occorre prestare molta attenzione al montaggio dei singoli cilindri per mantenere l’allineamento e la simmetria.
Il risultato finale mi sembra più somigliante al motore installato sul Ro 1.
A questo punto comincia la parte più difficile del montaggio.
Nel mio esemplare ho riscontrato delle imperfezioni nei pezzi in metallo.
Il pezzo n° 12 (la forcella del carrello) non era simmetrica per cui l’aereo risultava inclinato sul lato destro.
Per rimettere in assetto l’aereo si deve tagliare un pezzo di forcella in basso con la conseguenza che bisogna utilizzare plastic rod per completare la complessa struttura del carrello.
Allo stesso modo i due montanti a N non erano della stessa lunghezza e, una volta accorciata la parte eccedente, i montanti fra ala e fusoliera sono risultati inservibili con il conseguente ricorso al plastic rod per la loro ricostruzione.
A parte questi intoppi il montaggio dell’ala superiore e il suo allineamento non ha comportato altre difficoltà, anche perché non sono presenti tiranti di controventatura, tranne due piccoli tiranti fra la fusoliera e la parte posteriore dell’ala.
Vanno poi aggiunti i tubi che portavano la benzina dai serbatoi collocati nell’ala superiore e il motore, ben visibili in tutte le fotografie.
Gli ultimi interventi sono quelli dei tiranti di comando dei timoni che sono esterni nella parte posteriore della fusoliera, degli attuatori degli alettoni, l’elichetta del generatore, il tubo di pitot e quello di Venturi installati sul montante esterno di destra.
Le luci di navigazione sono della CMK colorate nella pare posteriore.
L’ambientazione è nei pressi di un’oasi in Libia dove alcuni ufficiali italiani sono a colloquio con un capo tribù alleato.
Il fondo della basetta è in Dash colorato con Buff della Tamyia, lumeggiaocon vari toni di Desert Yellow, rosa, giallo sia acrilici che ad olio.
La palma ha un’anima di plastica ricoperta di Dash e poi incisacon un attrezzo da belle arti e dipinta in tre toni di marrone, ocra e tan.
Le foglie sono in stagnola, ricavata da un contenitore da forno dipinte in verde oliva con toni cachi.

PER FOTOGRAFIE E FONTE:
IMAM RO 1 - Enrico Tioli - Modellismo statico - Guida di SuperEvaIMAM RO 1 - Enrico Tioli. A cura di Giaba (Giacomo Banche). Pubblicato il 10/05/2005. » Invia tramite EMAIL. » Versione per la STAMPA · » Le vostre opinioni ...
guide.supereva.com/modellismo_statico/ interventi/2005/05/209694.shtml - 37k -








Il camion in resina è della ditta polacca Mars e rappresenta il Fiat 621L.
Il modello è molto bello, anche se fragilissimo, tanto che molti pezzi si sono spezzati al momento del distacco dalle materozze .
Il kit è montato da scatola, ho solo aggiunto due strass per simulare i fanali, ed è dipinto in Green XF13 Tamiya.






Bibliografia:
- Notiziario CMPR 1e 2 2003, Ali Italiane in Africa Orientale Di C. Lucchini Ed. Storia Italiana
- Storia dell’aviazione Fratelli Fabbri Editori
- Guerra aerea sull’Etiopia 1935-39 R Gentlli EDAI
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sandro