riflessioni di fine viaggio.
Sono appena tornato da un giretto in Algeria, Adrar Ahnet, Tam, Assekrem, Garet el Djenoun,In salah, Ghardaia.

nel sud algerino nelle zone desetiche è facile incontrare famiglie tuareg, cosi come in un mio precedente viaggio nel sud algerino mi affascina molto incontrarli, vedere tali popoli puri, che vivono con poco, in apparenza felici.Ho sempre considerato l'Algeria un posto da privilegiati rispetto alla Libia ridotto alla stregua di un parco giochi.
mi sento sempre un pò come Leni Riefenstahl, curioso delle abitudini locali, come descritto nel suo libro Gente di Kau; ma sarà poi giusto andare a "disturbare" questi popoli puri nel loro habitat?
la domanda sempre dentro di me non ha mai trovato risposta, mi sono sempre mosso con discrezione e garbo, regalando quello che posso, talvota vestiti, altre volte medicinali, scarpe usate, ma nonostante questo ho timore di non fare cosa giusta.

cito un trafiletto della Lonely planet riguardo i tuareg:

vi sono un paio di cose da tenere presente nel caso di un incontro con uno o più tuareg...le famiglie hanno scelto di attenersi allo stile di vita tradizionale. Tale scelta viene compromessa sempre più dalla presenza degli stranieri, che andando a caccia dell'autentico tuareg, tendono a instaurare un rapporto di sfruttamento culturale.Il rischio è quello che le famiglie diventino un'attrazione che si conserva a beneficio dei turisti. In realtà si tratta di un problema che riguarda diversi popoli indigeni di altre parti del mondo e per chi viaggia la prima regola da ricordare in questi casi è sempre la stessa: comportarsi con la massima discrezione. I tuareg sono una miniera di informazioni sulla religione e la sua storia, il passare un pò di tempo con loro è di gran lunga più importante che scattare una fotografia
I tuareg naturalmente hanno imparato a conoscere i turisti. Molti di loro accetteranno di essere fotografati solo in cambio di denaro, o dell'acquisto di uno dei loro oggetti, ricordo di un anziano che una volta disse di voler essere fotografato solo da macchine digitali perchè cosi poi poteva vedersi!!!
Per evitare che il vostro incontro sia a senso unico, prendete in considerazione la possibilità di lasciare loro un piccolo contributo alla vita di tutti i giorni, sottoforma di carburante, oppure acquistare uno dei piccoli oggetti che hanno in vendita.
Fra i nomadi c'è chi non fa mistero di domandarsi se la sua sarà l'ultima generazione di tuareg a vivere secondo l'antica consuetudine. I più anziani lamentano la perdita di usi e costumi tradizionali e di fatto, incontrerete tuareg che sanno guidare un fuoristrada, ma sono del tutto inesperti con i cammelli. Iniziative dei governi, siccità e ribellioni, hanno costretto i tuareg a trasferirsi nelle città del sahara.
Spostarsi in un mondo che cambia può essere visto come un comportamento conseguente all'innata capacità di adattamento dei tuareg, acquisita secolo di confronto quotidiano con l'ambiente più ostile del pianeta. Eppure la compromissione graduale della tradizionale vita nomade, causata dalle invasioni coloniali prima e dall'intrusione del governo e dei turisti poi, induce a temere che un'intera civiltà qui minacci di scomparire. Dovesse accadere, sarebbe una delle grandi tragedie della storia del sahara.


bhe un messaggio forte, a tratti anche contradditorio, mi piacerebbe sapere i diversi punti di vista della comunity
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Saluti Marco