Il mio diario a Beni Abbes

Siamo nel mese di dicembre di qualche anno fa.. i primi di dicembre.
Finalmente sono arrivata nella mia adorata Algeria… E’ tanto che voglio andare in questo paese, ma per vari motivi, posso soltanto ora.
Arriviamo ad Algeri, Elena ed io, ma ancora non annuso l’odore del deserto… Da Algeri, dopo una notte pazzesca trascorsa all’aeroporto su una panchina, partiamo per Bechar. Arriviamo a Bechar con un piccolo aereo.
Un casino per trovare il “bus”. Mi guardo attorno e dopo aver visto una cosa che sembrava un carrozzone mal ridotto, chiedo ed ho la conferma che quello e’ proprio il mezzo che dobbiamo usare per arrivare a Beni Abbes.
Dentro l’autobus c’e’ di tutto. Mi siedo vicino al finestrino, (che era una volta), ed aspetto. La pace e’ interrotta da un alluvione di gente che all’improvviso sale l’autobus. Mi arrivano degli odori nauseanti di ogni genere…ma fortunatamente si parte.. Il mio primo viaggio in corriera…(e chiamala corriera).. e non posso descrivere con parole cio’ che provo. Chi mi vuol offrire del formaggio, chi un uovo, chi un misto di non so’ cosa da bere…di tutto.. L’unica cosa che mi rimane di quel viaggio fino a Beni Abbes sono i miei capelli che sono diventati bianchi dalla polvere sollevata dalla “corriera”.
Finalmente a Beni Abbes!!! Sono felice. Scendo dal mio mezzo di fortuna e mi guardo attorno.
Un oasi semplicemente meravigliosa. Cio’ che mi colpisce subito e’ il colore della sabbia…quasi rosa scuro, uno strano colore tra il rosa ed il beige e l’arancione... La tocco e provo un’emozione che dire grande e’ poco.
Vedo in lontananza arrivare due poliziotti, e mi chiedo, inghiottendo, se sono li per noi. Fanno un gesto con la mano come per attenderli. Ovvio che li attendiamo!
Arrivati ci chiedono i documenti e ci fanno cenno di seguirli.
Dimenticavo che con me c’e’ anche una mia amica che e’ al suo primo viaggio ed ha stampata sul viso un’espressione terrorizzata.. Ci portano in una specie di casermotto, una stanzina piccolissima e ci fanno sedere. Uno di loro mi chiede perche’ siamo a Beni Abbes.. Semplicemente per piacere, per rilassarci e goderci il deserto. Ci chiedono dove siamo a dormire e dopo aver detto loro che dovremmo essere ospiti delle suore del Sacro Cuore, ci accompagnano da loro e ci restituiscono i documenti, diventando gentili.
Bene, a me assegnano una stanzetta di 4x4, con una branda, una coperta militare ed un comodino vicino alla branda. Il bagno e’ fuori; una specie di turca (pulita) e per lavarsi, posta in mezzo al giardino esiste anche una pompa vecchissima che dovrebbe dare acqua..
Ed acqua da’, specialmente alla mattina quando esco dalla mia cella ricoperta di sabbia, visto che la porta e’ alta dal pavimento qualche cm.. Siamo in dicembre e non e’ quel caldo che ti invita a spogliarti ed a lavarti con l’acqua fredda fuori cantando magari!
Rientro in cella con la pelle d'oca. Ma mi piace questo inizio di vita. Vado nella cucina delle suore, prendo la marmellata di dattero e mi faccio un panino che sembra un treno..e mi gusto il caffe. Elena rimane dalle suore ma io voglio uscire per incontrare persone e vedere l'oasi.

Segue…

E le persone le incontro! Per alcuni giorni rimarro' sola perche' mi dovranno ragiungere degli amici di Bergamo, con i quali poi viaggero'.
Intanto vado per le viuzze di Beni Abbes.. Odori di ogni genere, piacevoli e non, mi arrivano al naso. Arrivo al mercato dell'oasi. Che meraviglia! Mi perdo con gli occhi. Non so' piu' dove posare lo sguardo. Spezie di ogni genere profumano l'aria al punto che mi sento un po' intontita. Continuo a girare e finalmente arrivo sopra una duna di sabbia..LA MIA GIOIA!!!!! Ci salto sopra e mi tuffo giu'. Sfortunatamente mi riempio di sabbia fino alla radice dei capelli. Alcuni arabi mi guardano come fossi un alieno...e forse hanno ragione.
I giorni passano e finalmente arrivano i miei amici. Nel frattempo conosco anche un arabo, Ben Ali', che mi vuole fare da guida a tutti i costi e dice lui, mi vuole "proteggere". E cosi' e'.
Finalmente si parte per la prima notte in deserto! Siamo in 1o persone e tre macchine, attrezzate con sacchi a pelo (che io non ussero') e coperte.

Quest'anno anche io e mia moglie abbiamo fatto un giretto in Algeria e siamo andati con la nostra gigia-4x4 che per l'occasione e' stata da me trasformata in albergo viaggiante con tanto di letto interno basculante. Siamo arrivati fino a djanet e da li ci siamo riempiti gli occhi e l'anima di dune e roccioni girovagando per il tassili.

http://www.lozioviaggiatore.altervista.org/foto/Algeria/index.html