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#107884 - 04/06/11 03:41 PM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: gla]
AndreaPE Offline
Senior

Registered: 01/29/02
Posts: 1094
Loc: pescara
A chi fosse interessato ad aggiornamenti quotidiani sulla situazione tunisiana, segnalo che l'amico comune a molti di noi, Stefano Fazzini, è tornato a Douz per rimanerci.
Quotidianamente, a me e ad altri inscritti alla sua mailing list, invia un messaggio con resoconti ed impressioni della giornata passata.
Chi fosse interessato a leggere quanto ha da descrivere, lo contatti alla mail stefano@maisonduvoyageur.com e si faccia mettere in mailing list.
Avrete modo di farvi una idea di come stanno le cose se volete organizzarvi per una partenza in autonomia.

Ad oggi questi sono i messaggi che ci ha mandato.....tanto per farvi una idea:
----------
Domenica 4 aprile,
La giornata è stupenda c'è il sole ma non fa troppo caldo, è il clima ideale per fare un giro.
Vado a Sidi Bou Said, salgo fino al caffé des Nattes per prendere un thé ai pinoli e approfitto
per fare due chiacchiere con alcuni giovani del tavolo a fianco. Sono del posto e mi dicono che praticamente loro non hanno avvertito nulla e che spesso le notizie le hanno avute dai giornali.
Si, sono contenti della cacciata del tiranno ma non hanno partecipato in nessun modo, ora non sono pienamente convinti che qualcosa cambierà, ma comunque aspettano gli eventi.
Arrivo al parco sottostante per fare anche io una camminata, ma non riesco a contattare nessuno perché tutti vanno di corsa.....
Per pranzo scendo sulla Avenue Bourghiba, che è anche il centro vitale della città.
Qui la prima cosa che si nota sono due postazioni militari, con blindati e filo spinato, una vicino alla piazza con l'orologio, davanti al Ministero degli interni e l'altra al capo opposto, davanti alla cattedrale e alla Ambasciata di Francia. La statua del grande studioso Ibn Khaldun si trova ora circondata da militari armati di tutto punto.

Però la gente sembra non farci caso, affolla i caffé, si assembra davanti al Teatro, l'hotel
El Hana International è aperto, vado a salutare uni dei receptionist che conosco, e mi dice che non c'è molta gente e sopratutto i turisti non ci sono affatto.
La Libreria El Kitab è aperta e in bella vista in vetrina "La regente de Carthage" il pamphlet sulle malefatte della famiglia di Laila Trebelsi, moglie di Ben Ali. Inutile dire che questo libro uscito più di un anno fa in Francia non era mai entrato in Tunisia, se non clandestinamente. Credo che abbia dato una buona mano alla Rivoluzione dei Gelsomini.
Alle 17.00 ho appuntamento con un giovane geologo che si era perso
qualche mese fa sulle dune prima di Tembaine, ci siamo scambiati gli indirizzi ed ora ci incontriamo al caffé. Scopro essere una persona molto interessante, impegnata nel sociale e ben addentro agli avvenimenti.
Solo ieri ha partecipato, in qualità di moderatore a una riunione pubblica in cui alcuni partiti e movimenti di area democratica si sono federati per una politica comune. Mi dice che uno dei problemi in vista delle elezioni che si terranno il 24 luglio è la eccessiva frammentazione delle opinioni e di qui la necessità di formare dei "rassemblement" di partiti e organizzazioni della società civile in vista sopratutto di preservare gli ideali della rivoluzione e di lottare contro l'integralismo. Mi dice che secondo recenti sondaggi il partito degli integralisti non dovrebbe arrivare al 20%, poco?tanto? difficile dirlo. Mi conferma che gli estremisti islamici hanno avuto un ruolo assolutamente marginale nella rivoluzione,ma che ora tentano di trarne profitto, con una politica di aiuti sociali, copiata da quella dei Fratelli Musulmani in Egitto.
Per ora il loro leader rientrato dopo 23 anni di esilio in Francia, Gannouchi, promette una politica moderata, ma tutto in Tunisia è in movimento e ognuno cerca di occupare posizioni.
Rassem, così si chiama il giovane geologo, è molto ottimista, il popolo tunisino crede negli ideali di libertà e democrazia e per dimostrarmelo mi invita a partecipare l'indomani a una nuova riunione/convegno del fronte democratico. Con questo appuntamento ci lasciamo.
Ho riportato da questo incontro un'ottima impressione.

segue
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Lunedì 5 aprile,
Passo la mattinata a risolvere alcuni miei problemi di connessione e a prendere un amico all'aeroporto,
dove tutto funziona perfettamente e tutti attendono al loro lavoro con diligenza.
Per strada la circolazione è indisciplinata come sempre, molti lavori in corso.
Tornato in centro leggo un po "La presse" che era un quotidiano molto allineato e che ora invece affronta tutti gli argomenti con spregiudicatezza,
Vedo un assembramento davanti all'hotel Africa, in un primo momento penso che Berlusconi è alloggiato lì e che i curiosi si assembrano, mi avvicino e vedo inceve che si tratta di una protesta dei dipendenti.
I cartelli sono in arabo e allora domando a uno dei manifestanti che mi dice che l'hotel è chiuso da due mesi e che sono molto delusi dal comportamento della proprietà perché durante i giorni caldi della Rivoluzione, grazie alla vigilanza continua del personale, l'hotel non ha subito danni. Ora però loro sono da due mesi senza stipendio, gli domando se l'hotel era di proprietà della famiglia del Presidente dimesso , ma lui mi dice di no e che il proprietario è lo stesso che possiede tutta la catena "El Mouradi".
Molti beni erano nelle mani private della famiglia Trebelsi e sono stati sequestrati e commissariati: Banche,stazioni di servizio,Hotel,agenzie di viaggio e imprese di ogni genere. Il sistema era quello mafioso di concedere le autorizzazioni necessarie ad operare in cambio di un ingresso gratuito nella proprietà stessa al 50%! La Mafia insegna e fa proseliti.
Nel pomeriggio ho un appuntamento con un imprenditore italiano che non si è mosso dalla Tunisia e che è l'ultima persona che ho visto prima di andarmene a gennaio, a cena in un ottimo ristorante di Bizerte. Si chiama Giovanni Salsedo e la sua famiglia risiede in Tunisia dal 1810 circa, lui è nato in Tunisia ed ha una fabbrica di componenti di aerei ultraleggeri.
Ci incontriamo di fronte agli uffici generali della Dogana dove è andato per risolvere un suo problema con un socio italiano non proprio onesto. Approfitto subito per domandare come vanno le cose negli uffici pubblici e se ha notato dei cambiamenti tra prima e dopo. Giovanni dice che la burocrazia è sempre la burocrazia ma che ha visto facce nuove e un'aria nuova, anche se evidentemente scontano una certa inesperienza. Gli domando come lui ha vissuto e come vede questa Rivoluzione dei Gelsomini. Dopo aver espresso i dubbi di tutti sulla buona fede e sulla capacità dei nuovi arrivati, tutto sommato dice che comunque le cose possono andare solo meglio e che sopratutto il popolo tunisino ha dimostrato una grande maturità. Mi racconta che praticamente non ci sono state interruzioni di nessun servizio, ne acqua,ne luce,ne telefoni e che persino i cantieri pubblici stradali hanno continuato il loro lavoro. La gente, anche se la polizia è stata assente per diversi giorni, ha mantenuto un comportamento molto responsabile. Il rischio maggiore è in quelli che vorrebbero tutto e subito e che pensano che basti scendere un giorno per strada e ottenere un posto di lavoro o un aumento salariale.
Questo secondo lui deve essere anche il momento della responsabilità e della pazienza.

La sera ho invitato a cena una mia amica francese,Nathalie, per il piacere di rivederla e per sapere come ha vissuto questo periodo di effervescenza, visto che ora vive e lavora a Tunisi.
Davanti a un piatto di tagliatelle mi racconta che ha passato anche dei giorni difficili, lei abita a El Menzah 5, un quartiere residenziale che conosco bene per averci abitato nel 2006, e durante i giorni più caldi ha temuto più volte per la sua sicurezza personale. Ogni notte si sentivano spari e clamori, bande di giovani si aggiravano nei quartieri più ricchi per mettere a segno furti e violenze. Ogni quartiere ha costituito una specie di vigilanza privata per difendersi da questo fenomeno. Il periodo difficile è durato solo pochissimi giorni perché poi le cose sono rientrate nella normalità. Ora mi dice che non esce la sera, ma per misura cautelare, in realtà non si sentono più episodi di questo genere.
Ha avuto spesso la tentazione di scendere in piazza per sostenere invece le giuste cause dei manifestanti, ma poi in quanto donna e straniera si è sentita un po fuori luogo e ha solamente simpatizzato. Anche lei dice che la Rivoluzione ha messo solo le premesse e ora bisogna vedere come saranno gestiti i passi successivi, cosa sarà in grado di fare il governo provvisorio, cosa accadrà durante la campagna elettorale e che vincerà alle elezioni. Conclude che i dubbi sono molti, ma questa è una bella stagione per la Tunisia.
Torno a casa un po tardi e lungo il tragitto penso a quanto mi ha detto e mi rendo conto che la circolazione delle auto e veramente ridotta, sarà perché il gasolio ha superato un Dinaro al litro? Oppure perché c'è poca sicurezza la notte?
Io comunque rientro senza problemi.

segue

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se siete interessati ad una cosa del genere, contattatelo facendo riferimento a questo forum e fatevi mettere in lista.

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#107893 - 04/07/11 01:13 AM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: AndreaPE]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
Il carburante è aumentato a dicembre e non più subito aumenti:

Gasolio 1010 dt al litro,
Gasolio 50 1200dt litro,
benzina 1377 dt litro.
Il prezzo dei generi alimentari di base sono stati bloccati, il pane è leggermente sceso.

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#107895 - 04/07/11 01:48 AM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: Stefano Laberio]
Def200 Offline
Member

Registered: 08/11/07
Posts: 81
mi permetto di fare una piccola correzione
Gasolio 1,010 dt al litro,
Gasolio 50 1,200dt litro,
benzina 1,370 dt litro

confermo che gli aumenti ci sono stati mi pare intorno al 14 dicembre (vado a memoria) che sono stati comunque significativi (5 centesimi), da allora nessuna variazione
il pane è sceso di quasi 5 centesimi (dipende dove lo si acquista)

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#107896 - 04/07/11 07:54 AM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: Def200]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
Stefano Fazzini ✆

07:22 (29 minuti fa)

martedì 5 aprile

In mattinata ho preso appuntamento con un amico tunisino che opera nel turismo per una grossa società

che si chiama Cruise Tours. Ci vediamo nel suo ufficio, lui si chiama Bhari, a La goulette vicinissimo al porto in una bella palazzina, posto strategico perché la sua società lavora sopratutto con le crociere e moltissimo con MSC crociere. La palazzina a fianco era il posto di Polizia ed è stata incendiata dai dimostranti, non è ancora stata sistemata, è un po lugubre. Nell'ufficio si respira aria di smobilitazione, un qualche disordine, poco entusiasmo. Bhari poi mi spiega che questa era tra le società nella disponibilità della famiglia Trebelsi, famiglia della moglie di Ben Ali, e che ora è commissariata dallo Stato. Ma comunque le crociere MSC sono sospese fino a ottobre e anche i dipendenti fino a fine anno percepiranno solamente il 50% delle retribuzioni. Mi dice: immagina che l'anno scorso sono giunti al porto di La Goulette poco meno di un milione di croceristi e due terzi hanno fatto almeno una escursione, puoi capire il danno economico di tutte le imprese del settore!
Bhari è molto in pensiero per il suo paese, non si sente sicuro sotto nessun punto di vista, non credo che fosse colluso con il potere, ma piuttosto che è un buon padre di famiglia che viveva piuttosto bene nel vecchio regime e che ora subisce il cambiamento. E' lui il primo a dire che di politica non capisce nulla perché per anni nessuno ne parlava e che i Tunisini non sono preparati quindi a prendere nelle loro mani il potere. Secondo lui il salto è troppo repentino. Esprime comunque con vigore le critiche al vecchio regime,ma è' timoroso anche per le condizioni di sicurezza nelle strade poiché il rapporto tra la polizia e il popolo si è completamente guastato e, secondo lui, la polizia ha paura a stare per strada in certi quartieri e a certe ore della notte.Solo alla fine della chiacchierata esprime qualche parola di speranza nel futuro.

Quando ci lasciamo sento la sua preoccupazione per il fatto che io ho espresso la mia intenzione di partire per il sud.

Insomma le sue riflessioni esprimono sopratutto timore e preoccupazione e in fondo un po di rassegnazione in attesa di quanto avverrà.

Nel pomeriggio vado a cambiare le pasticche dei freni del mio fido HDJ 80, il mio meccanico a Tunisi è Philippe. molti di voi forse lo conoscono.

Di origini maltesi, un pò italiano, un po tunisino, è il riferimento di tanti fuoristradisti locali e europei. Da bravo levantino riesce sempre a risolvere i problemi, costa un pò più degli altri, ma ha una buona esperienza sopratutto sui modelli Toyota. In genere con lui che conversazioni vertono sulla meccanica, ma tra un ammortizzatore e una coppia conica cerco di capire cosa ne pensa della Rivoluzione dei Gelsomini. Non mi pare entusiasta, ma forse è un problema di carattere, esprime una critica molto forte al vecchio regime ma non mi sembra molto fiducioso nei nuovi avvenimenti. Ancora questa settimana è stato di nuovo cambiato il ministro degli interni. Quello precedente era un giudice, certamente una brava persona, ma priva della esperienza necessaria e l'ordine pubblico è in questo momento un problema molto sentito da molti.

In conclusione il tono generale delle sue brevi risposte è quello di qualcuno che con un fondo di scetticismo resta alla finestra a vedere, ma che in fondo è poco interessato perché è abituato a cavarsela da solo.

La macchina è stata riparata è ora di andare.


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#107913 - 04/08/11 08:53 AM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: Stefano Laberio]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
mercoledi 6 aprile


Oggi ho deciso di cominciare a spostarmi e per non abbandonare definitivamente Tunisi ho programmato un paio di incontri a Hammamet.
Faccio la strada nazionale per vedere meglio le condizioni dei centri abitati e arrivo ad Hammamet a fine mattinata. La prima impressione è di un centro balneare fuori stagione, quasi tutti i negozi sono aperti, ma in giro c'è pochissima gente. Vad nella zona degli alberghi e anche qui c'è poco movimento, tante vetrine,tante bancarelle a contendersi i pochi clienti.
Poi vado al primo incontro che ho fissato con M. Chaabane ,direttore dell'hotel Paradis Palace. Lo ho conosciuto a gennaio, ma lui mi tratta come se ci conoscessimo da anni, è giovane,alto,elegante, ma sopratutto sobrio e professionale. Con il pretesto di visitare la sua struttura lo porto a parlare dell'attualità e scopro che è molto dentro agli avvenimenti.Mi racconta che a Hammamet il tutto si è ridotto a pochi giorni di manifestazioni nei giorni che hanno immediatamente preceduto la cacciata di Ben Ali, 14 gennaio, e che comunque purtroppo c'è stato un morto tra i manifestanti. Costui peraltro era un suo carissimo amico e collega. Durante quei giorni i manifestanti hanno dato alle fiamme una Banca, la Posta e un supermercato che sembra fosse di proprietà dei Trebelsi, poi si sono verificati altri fenomeni di vandalismo e furti nelle abitazioni e per strada, ma attualmente il fenomeno è stato messo sotto controllo dal'intervento deciso delle forze dell'ordine. La situazione del turismo non è florida ma mi tranquillizza dicendo che per ora i danni sono pochi perché la stagione per loro comincia adesso con Pasqua e la prenotazioni stanno ricominciando ad arrivare, sopratutto dalla Germania e dal Belgio.
Comunque in quel momento in albergo c'erano un centinaio di clienti e tutto sommato poteva ritenersi soddisfatto.
Dopo pranzo vado a prendere un caffé da un italiano che abita ad Hammamet dal 1992 e che è oramai molto ben inserito, si chiama Marco è originario del nord-est, ma ha preso molto dagli arabi. Casa sua sembra un garage, nel cortile fuoristrada,moto d'acqua,quad,go-kart,moto e quant'altro.Si capisce subito quale sia la sua passione! Ha comprato da poco un Toyota Tundra, gli appassionati sanno di cosa parlo, e quindi la conversazione verte subito sul fuoristrada e solo i fuoristradisti sanno a quale livello di maniacalità si può arrivare. Poi arriva il caffé e riusciamo a parlare anche di altro e Marco dimostra di conoscere gli avvenimenti per aver simpatizzato e per aver in qualche modo partecipato.
Mi conferma che la rivolta è durata pochi giorni ma è stata violenta, mi propone di andare a vedere quel che resta di una villa dei Trebelsi distrutta dalla rabbia popolare per rendermi conto della spudorata ricchezza di cui la famiglia della firs lady si circondava. Purtroppo non ho molto tempo, ma molte immagini sono passate sui telegiornali per poterci rendere conto di cosa si parla..
Quindi secondo lui i Tunisini hanno fatto molto bene a ribellarsi alla arroganza del potere e a cacciare Ben Ali, ma si rende conto che la situazione non è facile. Probabilmente è più facile rivoltarsi che poi mettere mano alla gestione di un paese che ha tanti problemi, comunque secondo lui la situazione ha già preso una buona piega e ben presto i problemi saranno risolti.


E'ora di tornare a Tunisi e nel farlo incrocio un gruppetto di fuoristradisti ungheresi, le auto sono attrezzate da deserto e sembrano tornare da un giro sahariano. Purtroppo non troviamo una lingua in cui intenderci e ci capiamo pochissimo, mi sembra però di poter dire che facevano segno che tutto era andato per il meglio e mi parlavano, mi pare, di Ksar Ghilane, Tembaine e forse qualcosa d'altro.
Questo è stato il primo avvistamento, ma non sono stato fortunato per la lingua!


Ultimo incontro della giornata con una amica che da 5 anni insegna italiano alla Università di Tunisi che si chiamava 7 Novembre, data della presa del potere di Ben Ali, e che ora si chiama Université de Cartaghe. Lei invece si chiama Giuseppina, Pina per gli amici, e praticamente non si è mossa da Tunisi nei periodi caldi. Pina abita e lavora in centro e quindi ha potuto vivere molto da vicino gli avvenimenti ed ha anche partecipato alla grande manifestazione del 14 gennaio.Mi racconta di quei giorni vissuti con qualche preoccupazione, ma anche con allegria e voglia di vivere. Mi dice che in fondo i momenti veramente difficili sono stati pochi e quello che l'ha tranquillizzata è che le attività ed i servizi hanno sempre funzionato, acqua,luce e gas sempre efficienti, qualche difficoltà nel reperire tutto il necessario per la spesa quotidiana, ma l'essenziale non è mancato. Le comunicazioni sempre attive, internet in particolare è stato molto usato, i telefoni pure non hanno mai avuto problemi e nei giorni in cui era difficile effettuare la ricarica Tunisiana ha inviato dei Dinari di ricarica gratis a tutti i suoi utenti!!
Lei lavora molto a contato con gli studenti e sostiene di avere molta fiducia in queste nuove generazioni che hanno dimostrato e dimostrano una grande responsabilità nell'affrontare le novità in atto.


Lascio Pina con la promessa di risentirci per aggiornare le valutazioni e con una sensazione positiva.


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#107914 - 04/08/11 09:44 AM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: Stefano Laberio]
raskebir Offline
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Registered: 12/29/02
Posts: 1414
Loc: Piemonte
Grazie ai puntuali report di Stefano si può cominciare a pensare di tornare in Tunisia e quindi anche in Algeria.
La Libia temo invece dovremo scordarcela per un pò.
_________________________
raskebir
L.R.Def 90 200 TDI "Jamais Contente"
L.R.Def 110 Puma "Desert Queen"
Toy L.C.125 Autom.

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#107918 - 04/08/11 01:46 PM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: raskebir]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
Stefano Fazzini ha anche pubblicato un libro:

Viaggi e Viaggiatori

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#107930 - 04/09/11 09:23 AM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: Stefano Laberio]
Stefano Laberio Offline

Senior

Registered: 12/12/01
Posts: 4861
da Stefano Fazzini <stefano@maisonduvoyageur.com>

giovedi 7 aprile.


E'ora di lasciare Tunisi, anche se sarei tentato di approfondire ulteriormente, per vedere cosa accade nel resto del paese. Prendo l'autostrada in direzione Sousse e mi rendo subito conto che il traffico è molto ridotto, non ci sono autobus turistici e targhe straniere, nessun fuoristrada. La percorro tutta fino alla periferia sud di Sfax, anche sulla nazionale si circola veloci e più sicuri. Qui in genere il pericolo è rappresentato dagli spericolati automobilisti libici: sorpassano in piene curva, non rispettano nessun limite di velocità. Ma ora non ci sono più, evidentemente non è per loro il momento di venire in Tunisia, cosa li portava da queste parti? Un motivo rispettabile: utilizzare le strutture ospedaliere considerate migliori e altri due motivi meno edificanti: consumare alcoolici e andare a donne.
Ora hanno altro a cui pensare e, comunque la si pensi, io credo che la guerra non può essere un mezzo per costruire nulla e la sofferenza che essa porta non risparmia nessuno.
Mancano anche altri veicoli a volte anch'essi indisciplinati: i grossi Toyota delle Agenzie, nella strada da Tunisi a Djerba ne ho contati 5 in tutto!!!!!
Al bac nessuna coda, quindi mi imbarco rapidamente come non mai e mi avvio verso l'aeroporto.
Per un paio di settimane questo scalo è stato requisito dalle autorità di sicurezza e utilizzato solo per i voli che si occupavano di rimpatriare i profughi provenienti dalla Libia, le immagini televisive ci avevano mostrato uno spettacolo abbastanza triste. Mi ero preparato al peggio e perciò la mia sorpresa è stata grande quando ho visto che tutto era lindo e pinto, con i giardinieri che piantavano fiori nelle aiuole!
Sono entrato, ho fatto un giro e ho trovato in una zona appartata una quarantina di materassi per terra con delle persone che dormivano. Probabilmente gli ultimi profughi in attesa di rimpatrio.
Al piano terra c'è un ufficio dell'ONTT ,Ufficio Nazionale Turismo Tunisino, all'interno un giovane funzionario in giacca e cravatta intento a scrivere al computer. Mi presento e gli rivolgo qualche domanda sull'andamento del turismo a Djerba. Mi risponde che francamente le prenotazioni non vanno molto bene, ma che la stagione piena arriverà tra un paio di mesi e che il Ministero sta lavorando alacremente. Gli chiedo dei voli e lui mi dice che i collegamenti interni sono stati potenziati e che la Sevenair che li gestiva ha cambiato nome in Tunisair Express. Lì per lì non capivo perché poi ho realizzato che seven in inglese è sette e tutto quello che può ricordare la data del 7 novembre è stato cancellato.
Nel grande parcheggio tre bus giacciono fermi , portano la scritta Karthago Travel, ancora una società di Laila Trebelsi, moglie di Ben Ali.
La sera vado a cena con Mansour, un amico francese che si è qui trasferito da poco, ma che abita in Tunisia da molti anni. Lui in realtà si chiama Michel ed è un vero apolide, ha girato tantissimo ed ha vissuto molti anni in Africa nera e in Indocina. Ora vive realizzando delle bellissime statuette in terracotta. Mi piace parlare con lui perché ha una visione sempre ampia dei problemi, le sue letture e le sue fonti sono sempre affidabili e ben selezionate.
Mi dice che a Djerba in realtà c'è stato solo un giorno di confusione vera e poi tutto è rientrato. Gli abitanti si sono auto organizzati e tutto è tornato in fretta nella norma. Ma due sono gli elementi di preoccupazione:
1) conservare la tolleranza religiosa storica dell'isola che ospita una numerosa comunità ebrea;
2) trovare lavoro ai tanti giovani normalmente assorbiti dal turismo.
La sua paura è che l'attenzione si concentri sulle elezioni di luglio e sulla lotta tra i 55 partiti finora ammessi a partecipare, e che i problemi reali tardino ad essere affrontati.Se questo dovesse accadere gli integralisti potrebbero trovare spazi di consenso alla loro causa e presentarsi come i salvatori della patria.
Conclude però con la speranza che invece tutto vada per il meglio e che questo giovane popolo dimostri le capacità necessarie ad affrontare la sfida democratica.
Infine mi offre uno spettacolare thé alle mandorle e poi torno in Hotel.


Segue

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#107935 - 04/10/11 01:38 AM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: Stefano Laberio]
Stefano Laberio Offline

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Registered: 12/12/01
Posts: 4861
Stefano Fazzini ✆ venerdì 8 aprile,


Questa mattina ho un appuntamento sulla spiaggia con una persona che non conosco il cui contatto mi è stato procurato da una cara amica di Roma. Per telefono mi ha detto che mi aspetta alle 11.00 alla base delle moto d'acqua che gestisce sulla spiaggia di un hotel.
Arrivo un'oretta prima e approfitto per fare una lunga passeggiata, sulla battigia c'è un certo movimento:
qualcuno va a cavallo, qualcuno su un dromedario, molti sono in costume da bagno e prendono il sole,insomma si nota un certo numero di turisti. Chiedo ad un fotografo che è li per fare le foto di rito e lui mi dice sconsolato che si c'è un po di gente, ma che non è nulla rispetto agli anni passati!
Si fanno le 11 e vado all'appuntamento con Valerie, una giovane francese dal sorriso accattivante, che è a Djerba da un paio di anni e che era sul posto al momento delle agitazioni. Mi raccont che in realtà a Djerba le cose si sono svolte in maniera molto sbrigativa. Qualche manifestazione, qualche giorno di coprifuoco, un po di preoccupazione per gli atti di vandalismo. La popolazione, come altrove, si è organizzata in comitati di autodifesa, e non ci sono stati danni alle proprietà private e tanto meno alle persone. Mi segnala dei casi di regolamenti di conti tra famiglie o singoli cittadini che approfittando della assenza della polizia ha agito liberamente. Ma ora anche questo fenomeno è stato represso.
Resta il problema è che in questo periodo, ogni anno, si riversano a Djerba molti giovani di altre regioni per cercare un lavoro stagionale, ma se le attività non riprendono sarà difficile gestirli.
Per quanto riguarda il turismo mi dice che per ora le cose vanno discretamente, ma che si capirà meglio quando inizierà in pieno la stagione, cioè sopratutto luglio e agosto. Secondo lei se la campagna elettorale si svolgerà senza traumi, c'è ancora il tempo per fare un buon lavoro.
La conversazione è terminata e a mezzogiorno parto in direzione Douz.


Termino qui la relazione di oggi, più breve del solito, ma non vorrei annoiarvi, così domani, dopo una settimana mi prendo un giorno di riposo. Domenica andrò per voi nella zona di Tozeur.


A completamento delle informazioni vi allego un comunicato emesso dagli organizzatori del Rallye de Tunisie.
A presto

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#107946 - 04/11/11 08:22 PM Re: Viaggio nella Tunisia dopo la Rivoluzione [Re: Stefano Laberio]
Stefano Laberio Offline

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Registered: 12/12/01
Posts: 4861
domenica 10 aprile,



Ieri ho fatto una pausa a Douz per "riaprire" la Maison du Voyageur. Qualche lavoretto di manutenzione dopo quasi tre mesi di inattività, ma oggi sarò di nuovo in viaggio per completare il mio giro di ricognizione.

Parto la mattina in direzione di Tozeur dove ho già contattato delle persone per sapere come vadano le cose.

Talvolta si hanno delle sorprese perché qualcuno ha scelto di cambiare aria volontariamente e altri sono stati sostituiti, è un po così in tutta la Tunisia perché chiunque avesse un posto importante nella amministrazione apparteneva per forza all'RCD onnipotente partito di Ben Ali. Ora la maggior parte è stata rimossa.

Attraverso tutta l'area dello Chott El Djerid, una quarantina di km, senza incontrare letteralmente nessun veicolo. Lo Chott è asciutto e prevale il colore bianco del sale affiorante: sembrava di stare sulla luna!

A Tozeur vado direttamente all'appuntamento con Jean Marc che è il direttore dello Chak Wak,ci conosciamo da dieci anni quando lui ancora portava i turisti con le sue mongolfiere.

Jean Marc oramai è quasi tunisino, sua moglie è tunisina e vive qui da moltissimi anni, ora dirige questo centro che è un po museo, un po ristorantre,un po caffé, un po hotel. Se non lo conoscete vale una visita, l'ultima novità è che ha fatto costruire nel palmeto del bungalow tutti in legno e sopraelevati.

Mi invita a pranzo e davanti ad una squisita "gargoulette" mi racconta come ha vissuto questo periodo movimentato.

A Tozeur c'è stata un po di agitazione fino a una decina di giorni fa a causa di una scarsa sensibilità del Governatore nei confronti delle richieste della popolazione. Secondo Jean Marc ora c'è un problema di pazienza, questa parola torna spesso nelle mie conversazioni, perché molti vorrebbero avere tutto e subito. Ci sono in atto tante rivendicazioni di categorie che domandano aumenti salariali, ma certamente con la crisi attuale il governo non è in condizione di soddisfare tutti. Se il turismo non riprende l'economie di queste zone sono molto penalizzate e creare tensioni non aiuta certamente il ritorno dei turisti. Secondo c'è anche una parte minoritaria ma importante dei tunisini che si erano ben accomodati alla situazione precedente e che ora fomentano e finanziano la confusione per mettere in discussione il cambiamento. Comunque a Tozeur, come altrove, la vita quotidiana si svolge tranquilla.

Lascio Jean Marc per fare un giro in città, vado in aeroporto e mi dicono che il traffico è molto ridotto tanto che il volo per Nizza è partito con 2 passeggeri a bordo!

Vado a prendere un caffè da Roberta che ha un ristorante - pizzeria in centro, proprio di fronte al museo Dar Cherait. Lei romana e suo marito Mohamed Ali , mi accolgono con la solita affabilità. Mi raccontano degli avvenimenti dei giorni caldi durante i quali hanno tenuta chiusa l'attività e del fatto che la normalità torna lentamente poiché in giro ci sono tanti giovani disoccupati che normalmente lavoravano nel turismo.

Gli alberghi sono in parte chiusi, in parte inattivi per mancanza quasi totale di clientela, la stagione volge oramai verso la fine e stanno decidendo cosa fare. Anche loro mi parlano molto della necessità che tutti si rimbocchino le maniche e che facciano uso di molta pazienza per lasciare il tempo che i problemi vengano progressivamente affrontati e risolti.

Faccio in giro verso Nefta e poi le oasi di montagna, Tamerza e Chebika, e l'atmosfera è la stessa.

Devo dire che da un certo punto di vista girare ora che non c'è nessuno ha un fascino tutto particolare e ogni tanto penso e spero che sto vivendo una occasione unica.

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Moderator:  Lone Land