Da: http://www.peacereporter.net/it di oggi 7 Dicembre

Stragi, la svolta di Algeri
L'Algeria cerca risposte: dopo anni di promesse, il governo ha deciso di indagare sulle stragi compiute dalle forze speciali dell'esercito negli anni degli scontri con gli integralisti islamici

Algeri - Il governo algerino, guidato dal Presidente Abdelaziz Bouteflika, ha istituito una commissione d'inchiesta per far luce sulla sorte di 7mila prigionieri catturati dalle forze speciali algerine, durante il conflitto che, negli anni "90, ha visto contrapposti i fondamentalisti islamici del Fis e la giunta militare.

Il mandato dell'organo d'indagine voluto da Bouteflika, con un decreto governativo emanato a novembre di quest'anno, si riferisce alla verifica di eventuali responsabilità delle istituzioni di Algeri nella sparizione di cittadini algerini, la tutela delle famiglie delle vittime e una decisione in merito ai risarcimenti per i familiari degli scomparsi.

“La commissione statale d'inchiesta del governo algerino sulle persone scomparse durante la guerra civile è la benvenuta, ma deve avere reali poteri d'indagine che la rendano credibile ed efficace.”
A sostenerlo è Human Rights Watch (Hrw) in un rapporto pubblicato ieri, 4 dicembre 2003. Già nel settembre 2003, Boutleflika, aveva promesso di fare chiarezza su un periodo buio della repubblica, ma alla fine si è giunti fino a dicembre. Hrw sottolinea che “l'iniziativa è lodevole, ma non sufficiente: è necessario stabilire le responsabilità di queste sparizioni, punire i colpevoli e indennizzare le famiglie.”

Questa commissione è un altro passo del percorso che ha caratterizzato la presidenza di Buoteflika, al governo dal 1999. La sua politica di pacificazione nazionale è servita per far deporre le armi al Fis, ma non agli integralisti islamici più estremi. Il Ramadan, appena terminato, è stato insanguinato da scontri e violenze tra le forze governative e gli integralisti del Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combattimento (GSPC) e del Gruppo Islamico Armato (GIA). I morti, secondo la stampa araba, sarebbero almeno novanta.
Dopo un periodo di relativa calma, gli attacchi dei fondamentalisti sono ripresi a settembre di quest'anno e il governo ha deciso di usare il pugno di ferro con i terroristi.

Amnesty International, nel suo rapporto 2003 sull'Algeria, ha denunciato i metodi illegali utilizzati dalle forze speciali per combattere il terrorismo e chiunque critichi il governo. Secondo l'organizzazione internazionale che si batte per la tutela dei diritti dell'uomo, la tortura e le detenzioni illegali sarebbero largamente utilizzate dalle forze dell'ordine.

Reporters sans Frontière ha spesso denunciato le violazioni della libertà di stampa in Algeria e l'incarcerazione di giornalisti critici verso il governo e di esponenti di associazioni per la difesa dei diritti umani, come il dottor Slaheddine Sidhoum, arrestato nell'ottobre 2003 perché accusato di essere vicino ai gruppi terroristici e rilasciato quindici giorni dopo per le pressioni internazionali di varie organizzazioni per i diritti umani.

Christian Elia
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Marco, iNeolitico superiore