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#21855 - 02/14/04 03:02 PM L'EGITTO DI LATITUDINI
Catt1 Offline
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Registered: 12/05/02
Posts: 83
Loc: Parco Adda Sud
Riporto qui sotto quanto verrà pubblicato sull'organo dell'Associazione Latitudini, può servire a dare un'idea sulla situazione egiziana.

Lotta alla carta bianca

Sdoganare le auto in Egitto è stata una lotta epica combattuta a colpi di deleghe, mance, tangenti, contrattazioni, salamelecchi e con un perfido nemico insospettabile. Poi, alla fine, abbiamo vinto e siamo arrivati ad Abu Simbel, al confine con il Sudan, attraverso il deserto. Il fascino maestoso del grande Padre Nilo, gli alberghi da "signori" e i convogli con scorte armate.

Sul nostro viaggio in Egitto e soprattutto a proposito delle peripezie nelle quali siamo incorsi per inviare e sdoganare le auto, si potrebbe scrivere molto e se poi si volessero analizzare anche aspetti psicologici e approfondire motivazioni socio-culturali allora se ne potrebbe ricavare un trattato di fantapsicologia, Cercherò di riassumere, ma non sarà semplice.

Eravamo già stati in Egitto per il Capodanno '99 - 2.000. Allora tutto era filato liscio, ci eravamo appoggiati ad un'agenzia, che nella persona del Sig. Kaled ci aveva sfornato un servizio perfetto. Arrivati al porto di Alessandria in pullman, dopo il volo aereo, avevamo trovato le auto in fila, con le chiavi nel cruscotto e via, verso El Alamein, Siwa e il Grande Mare di Sabbia.

Perchè non tornarci con l'ambizioso progetto di completare il giro egiziano ed arrivare sino ad Abu Simbel per ritornare a nord via Mar Rosso.
Un itinerario quindi quasi completamente nuovo.

Abbiamo chiesto aiuto al professionale Kaled, il quale, salito di grado nella gerarchia professionale, ci ha affidati alla Signora Nevine che, oltre al bell'aspetto, aveva anche la prerogativa di parlare perfettamente italiano.
Nevine ci avvertì, dopo i primi contatti, che il Ministero del Turismo egiziano, in seguito a nuove disposizioni non avrebbe potuto appoggiare il nostro gruppo e che le auto doveva essere quindi considerate merce e non strumenti per il turismo.
Questo, tradotto in denaro, significava una spesa, solo di sdoganamento, di almeno 1.500 Euro e inoltre avremmo dovuto avere fidejussioni bancarie per ogni auto ecc. Ci disse pure che avrebbe potuto seguire le pratiche.
Impossibile, noi avevamo chiesto ai partecipanti 1.500 Euro ad auto, compresi pure: nolo container, nolo nave, rizzaggio, sdoganamento, immatricolazione, assicurazione, andata e ritorno compresi.
Abbiamo declinato la proposta e il Sig. Bernardini, lo spedizioniere che seguiva il nostro viaggio, ci informò che la Worms, il corrispondente egiziano della Società Messina, avrebbe potuto seguire le operazioni e che soprattutto avremmo potuto rispettare la cifra preventivata.
Ci chiedevano però una serie di documenti vistati dall'ambasciata egiziana in Italia. Contattiamo l'ambasciata.
Non se ne parla, non rilasciano documenti simili.
Che fare?
In qualche modo riusciamo a recuperare i documenti
Insieme a fotocopie di passaporti, libretti ed altro, vengono inviati in Egitto.
Una settimana prima dell'arrivo delle auto in Egitto siamo partiti (Bernardini, il meccanico Brunatti ed io) per Alessandria al fine di portarci avanti con le pratiche sognando di consegnare le auto belle che sdoganate ai proprietari quando sarebbero arrivati.
Giunti ad Alessandria, dopo i primi contatti con la Worms apprendiamo che detta socità non avrebbe svolto il lavoro promesso.
Si scusavano tanto, capivano che ci avrebbero messo in difficoltà, ma si arrendevano.
Bernardini ha fatto fuoco e fiamme interpellando il padrone della Messina, il capitano di non so che: tutti costernati, pronti a offrirci cene e regali, ma il lavoro no.
Troppo difficile.

E adesso? Le auto sono già partite, non possiamo certo annullare il viaggio.
Tramite Gino, un Egiziano dipendente Messina conosciuto durante lo scouting, in una serata tragica che ci ha mandato di travertso la zuppa di lenticchie , contattiamo un certo Ahmed, detto il viscido, che già si era occupato delle nostre auto nel duemila.

Mancano 4 giorni all'arrivo delle auto, non c'è tempo da perdere. Ahmed arriva in hotel alle 11 di sera, si studia la strategia migliore, l'unica.
Domani andremo con lui al Ministero del Turismo e chiederemo la collaborazione, senza di loro le auto non escono dal porto a prezzi e in tempi accettabili.
Il Ministero del Turismo? Ma ci avevano detto che non segue più i gruppi?
Speriamo.

Nel frattempo iniziano le prime contrattazioni tra Bernardini (che deve pagare le operazioni di sdoganamento), Gino (che ha avuto il compito da Bernardini di seguire i pagamenti, risparmiare e tenersi una percentuale sul risparmio) ed Ahmed.

Le contrattazioni in arabo sembrano litigi forubondi, probabilmente lo sono.
Li lasciamo per andare a dormire che ancora stanno sbraitando.
La mattina dopo siamo tutti negli uffici del Ministero. La gentile Direttrice sembra molto amica di Ahmed, telefona al Cairo, attendiamo... arriva la risposta.

Okay, ha il permesso di aiutarci ed infatti prepara una serie di lettere che ci permetteranno di: ottenere i carnet de passage, evitare le fidejussioni bancarie perchè il Ministero si fa garante per noi, evitare di acquistare gli estintori obbligatori che sarebbero costati 200 dollari ad auto, evitare controlli accurati delle auto ed evitare di pagare dogana per quanto viene trasportato sulle auto.

Dovremmo farcela e soprattutto in tempo. Domattina alle 4 partiremo per il Cairo per far preparare i carnet, adesso c'è il tempo per andare a mangiare un panino.
Siamo al bar quando mi chiama Nevine e mi chiede come vanno le cose. Le racconto che Ahmed sta seguendo le pratiche e che riusciremo grazie al Ministero del Turismo, a proposito, perchè ci aveva detto che non era possibile?

Mi domanda se abbiamo già in mano qualcosa del Ministero.
Abbiamo le lettere di appoggio, ma intuisco dal suo tono che è meglio negare.

A questo punto mi dice che il Turismo non ci darà mai nulla e che Ahmed è un disonesto del quale devo diffidare.
Strano, sembrava così gentile e invece ora è arrogante e brusca.
Mi dice inoltre che telefonerà ad Ahmed per convincerlo a comportarsi bene con noi e mi chiede dove si trova Ahmed.

C'è qualcosa che non va e allora dico a Nevine che ho appuntamento con il Sig. Ahmed tra 1 ora e che non so dove sia adesso.
In realtà Ahmed è seduto accanto a me. Nevine dopo poco chiama Ahmed dicendogli di non utilizzare l'aiuto del Ministero e di farci pagare, non so quale pratica che costa 100 Lire Egiziane ad auto, ben 1.000 Lire Egiziane, di questo importo 800 Lire ad auto Ahmed avrebbe dovuto girarle a lei.

Conclude minacciando di rovinarlo professionalmente se non seguirà le sue direttive che prevederanno costi molto diversi da quanto lui ci ha dichiarato.
A questo punto Ahmed ci informa di non voler più seguire le pratiche perchè senza l'aiuto delle lettere del Ministero non sarà possibile concludere entro i 3 giorni rimasti.

Lo convinciamo ad attendere, vediamo che si può fare.
Mi richiama Nevine e dice di aver parlato con Ahmed e di averlo convinto a lavorare per noi: da questo momento Ahmed lavora per lei e sarà sempre lei a dirigere le operazioni e che quello che pensavamo costasse 600 Dollari costerà invece 1.800 Dollari ad auto e così via, fa tutto questo per essere sicura che tutto funzioni al meglio.

In pratica la Signora Nevine ci sta chiedendo un mucchio di soldi in più ad auto e per giustificare il tutto rende le pratiche impossibili eliminando l'aiuto del Ministero.

Ormai il gioco di Nevine è chiaro, così lo interpreto:
1) guadagnare 1.200 Dollari ad auto senza fare nulla
2) nascondere che il Ministero del Turismo aiuta gruppi come il nostro e lei ce lo ha taciuto per incassare più denaro
3) mettere a repentaglio l'intero viaggio all'ultimo minuto obbligandoci comunque a pagare servizi che non ci darà in quanto l'annullamento non sarebbe per sua causa diretta.

Intuendo questo avverto Nevine di aver licenziato Ahmed e di appoggiarmi invece a Gino che lavora al porto e sa cosa fare.
Avverto Ahmed che ufficialmente è licenziato, ma che in realtà potrà continuare a fare il lavoro per me.

Nevine richiama Ahmed e lo minaccia ancora perchè non segua il nostro lavoro, Ahmed le dice di aver rinunciato.

Gino che ha seguito tutta la cosa dichiara di vergognarsi di essere Egiziano se una sua connazionale è capace di rimandare a casa 70 turisti solo per nascondere sue manchevolezze e guadagnare ingiustamente.

Più tardi chiamiamo la Signora Ashraf Helmy direttore del trafic departement della Travco (l'agenzia di Nevine) pregandola di estromettere Nevine dall'organizzazione del nostro gruppo.
Per il momento siamo salvi, Nevine esce di campo, ora ci aspettano altre partite.

Il mare molto mosso ha rallentato la nave che sarebbe dovuta arrivare domattina, probabilmente arriverà solo la sera. Il giorno dopo, mentre Gino litiga con Ahmed per questioni di soldi, Brunatti e Bernardini litigano con la Worms per farsi ridare dei documenti e del denaro che stanno trattenendo pur avendo deciso di rinunciare all'incarico, io parto con un collaboratore per il Cairo.

Andiamo in una agenzia tipo Aci che preparerà i carnet.
Qui c'è una sola impiegata che scrive a macchina con una lentezza esasperante.
Le chiedo di poterla aiutare organizzando fogli e documenti, ma gentilmente mi risponde di preferire alla sua maniera, solo così riesce ad essere veloce e a non sbagliare. Aiuto!

Torno ad Alessandria che è notte.
La nave è arrivata, ma nel frattempo, a causa del mare mosso hanno chiuso il porto. Il giorno dopo partiamo tutti per il porto, in attesa della nave incominceremo a svolgere tutte le pratiche possibili. In un bar tra caffè, tè alla menta, sigarette, toscani e narghillè controlliamo carnet, assicurazioni fatte da poco, fotocopie di passaporti e libretti, traduzioni in arabo di tutti i documenti.

Accidenti, qualcosa non quadra. Ahmed e i suoi collaboratori mi danno una lista di 15 nomi. Ci vogliono delle deleghe, naturalmente rilasciate dall'ambasciata egiziana in Italia.
Prima non si erano accorti di errori nella traduzione araba. Chiamo Ciccio Arada perchè recuperi le deleghe.

Gli spiego come fare. Le invierà via fax, poi Ahmed le farà vidimare dal Ministero del Turismo, se tutto si fa entro domattina possiamo farcela. La mattina abbiamo deleghe e timbri.

Gino litiga con Ahmed, Bernardini oggi parte per l'Italia lasciando il denaro a Gino e mettendomi al corrente degli accordi.
Appena partito, Ahmed litiga con Gino e con me.
Gino non vuole mollare una lira in più. Ahmed dice di non poter continuare, io gli allungo 500 dollari e non se ne parli più, basta andare avanti.

Saltiamo da un ufficio all'altro e ogni volta che Ahmed incontra Gino o viceversa parlano in modo animato di soldi.

Un rimorchiatore parte per trainare la nave, ma rompe il timone, la nave riuscirà ad entrare in porto solo durante la notte.

Mancano 24 ore all'arrivo del gruppo, ma siamo ancora in alto mare. Abbiamo tutti i documenti, ma non vi sono le auto per poter fare i passaggi di dogana e polizia. Gino mi chiama in causa ogni 2 ore perchè sia testimone mentre fa i conti con Ahmed.

Un incubo, non so più se ho mangiato, dormito, sto diventando razzista.
Alla mattina, quando finalmente i container sono a terra mi avvertono che uno ha una porta quasi sfondata, probabilmente le auto all'interno, a causa del mare mosso, si sono mosse.

Speriamo che almeno siano marcianti.
Ahmed litiga con Gino perchè dice di aver fatto mettere i container nel posto sbagliato, poi ancora un po' per questioni di denaro.
Io dico ad Ahmad che la prossima volta che mi chiama in causa per questioni di soldi gli darò un pugno sul naso anche a rischio che abbndoni tutto.
Nel frattempo ci fanno preparare un nuovo documento per la dogana perchè il ritardo della nave ha messo fuori quadro tutto il delicato e farraginoso meccanismo della dogana.
Facciamo in tempo a controllare le auto incidentate all'interno del container. Si tratta solo di danni estetici, possono marciare.
La mattina dopo le sistemeremo alla menopeggio.
Prima di sera, in attesa del gruppo riusciamo a chiamare i funzionari di dogana che fanno il controllo sulle auto. Brunatti ed io dobbiamo scaricare e ricaricare ogni auto, aprire le maggioline ecc, ma i funzionari, avvertiti dal Ministero del Turismo sono gentili e non particolarmente pignoli. Questa è andata.

Ed eccoci al momento in cui il gruppo entra al porto. Da mezzogiorno riusciremo ad uscire dal porto alle 10 di sera. Documenti, controlli, targhe, sembra che non debba finire mai. In più la Grande Meretrice (un'impiegata di uno degli uffici) scopre degli errori di trascrizione nei documenti di 2 auto.
Queste non usciranno dal porto. Bisognerà rifare i carnet.
Sul carnet di Paolo Panigoni per errore hanno scritto Giorgio. Anche lui non potrà prendere l'auto. Così il giorno dopo il gruppo parte, io rimango con i 3 sfortunati. A metà pomeriggio riusciremo anche noi a lasciare Alessandria per raggiungere gli altri. Mentre lascio il porto sento Ahmed e Gino che stanno litigando.
Adesso per 2 settimane non li vedrò, non mi sembra vero.

Il resto del viaggio?

Percorso abbastanza semplice, ottimi hotel e bivacchi con temperature basse.
Abbiamo viaggiato sempre con scorte militari e in convoglio con scorte rinforzate nei tratti di asfalto lungo la valle del Nilo, zona giudicata ad alto rischio attentato.
A volte l'interessamento dei militari nei nostri confronti è stato giudicato come una limitazione di libertà, ma tutto era fatto per la nostra sicurezza e quindi più che motivato.
La spedizione delle auto, per il ritorno, è avvenuta in modo più semplice.
Quattro ore ed era tutto fatto. Dopo aver salutato Ahmed e Gino mi sono voltato: stavano litigando con dei soldi in mano. Non posso chiudere senza ringraziare pubblicamente Michel dell'agenzia Travco, la stessa di Nevine, che ha collaborato strettamente in ogni operazione assumendo funzioni di valente segretario personale riscattando la perfidia della sua collega.

[ 17 Febbraio 2004: Messaggio editato da: Administrator ]

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#21856 - 02/15/04 12:14 PM Re: L'EGITTO DI LATITUDINI
adolfo Offline


Senior

Registered: 01/08/02
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Loc: Italia-Tchad
GRAZIE Cattone.

Direi che il tuo interessante contributo è una conferma sulla situazione attuale,e questa anche al di fuori dell'Egitto.

Infatti in questa realtà si capisce che attualmente lo sdoganamento di una vettura in un porto egiziano è un esercizio dedicato a chi è fortemente motivato,tenace ed ha molto tempo a disposizione...
Di conseguenza si potrebbe confermare che in pratica dovrebbe essere meno problematica l'entrata per via terra ?

Parlavo di una situazione anche al di fuori dell'Egitto....
uno dei motivi che mi rendono fortemente contrario a certi obblighi(invito e guida obbligatoria) imposti per l'ingresso in un paese è appunto quello di essere poi alla mercè delle persone a cui ci si affida.

Pur con i distinguo del caso bisogna dire che nelle situazioni in cui vige l'obbligo di rivolgersi forzatamente ad una agenzia per un ingresso ci si ritrova con un potere contrattuale completamente azzerato e anche a subire più o meno fantomatici problemi che guarda caso si presentano sempre all'ultimo minuto....

Per questo il mio auspicio personale è di pubblicizzare i referenti seri con cui si viene a contatto,fino a quando tali rimangono,perchè serietà è fornire SEMPRE E A TUTTI un servizio affidabile ed onesto sulla base di ciò che viene pattuito od erogato,e per questo è ancora più importante segnalare chi non lo fà sempre.
Questo perchè è l'unico sistema che abbiamo per difenderci :-)
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#21857 - 02/15/04 02:46 PM Re: L'EGITTO DI LATITUDINI
Peter Komanns Offline
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Loc: Vimercate,MI
Aggiungo una piccola cosa al reportage di Roberto ed ai commenti di Adolfo:
Stamani sono andato alla Bit con l'intento di presentarmi fresco fresco chiedendo di portare la mia macchina da loro per una bella gita, con guida si intende.

Ho trovato un mare non di ignoranza ma proprio di indifferenza totale al problema. Avevo il pass blu, quello degli operatori del settore, ma non se ne e' fregato amabilmente proprio nessuno.
Avevano un mare di microstand tutti dedicati ai viaggi fluviali sul Nilo, un tizio che tesseva piccoli souvenirs che poi non ti vendeva (c'erano quelli gia' pronti, probabilmente Made in China) e due signorine che regevano il banco del Tourist Board che non ne sapevano assolutamente nulla!

Che peccato che posti cosi' belli debbano finire in mano a gente di questa fatta. \:\(
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Peter Komanns
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