Io normalmente credo a tutti, quindi credo a Sara ed ai suoi, che raccontano le loro esperienze, vissute forse da una posizione un po' "previlegiata".
Altrettanto credo a Cecila che, avendo fatto quel lavoro per tanto tempo, sicuramente parla di cose viste in prima persona.
Ho la sensazione, che i viaggiatori "normali" siano trattati più secondo quanto dice Cecilia che non secondo l'esperienza di Sara; a me, viaggiatore con zaino, borsoni, e simili, è successo (mi pare sbarcando a Sana-Yemen) che mi aprissero la macchina fotografica per verificare che non ci fosse nulla di sospetto all'interno: dubito che ai professionisti succedano cose simili.
Poi, ovviamente, ognuno si comporta come crede: io continuerò a portarmi le pellicole nel bagaglio a mano, nell'illusione che si becchino una dose inferiore di raggi, ma anche per averle maggiormente sotto controllo e ridurre il rischio di perderle. Dico illusione perchè la scorsa settimane, nel tragitto Tirana-Roma-Bologna siamo stati sottoposti a 4 o forse 5 "varchi" con annessi raggi per i bagagli; è però vero che non so cosa sia successo al bagaglio imbarcato, ma fortunatamente non avevo pellicole, quindi ... C'è comunque la speranza che i raggi dei bagagli a mano siano più "leggeri", ma comunque si tratta pur sempre di effetti che si accumulano, quindi è difficile scegliere tra pochi passaggi "forti" e tanti passaggi "leggeri".
E poi non dimentichiamo un'ulteriore variabile: il livello di attenzione non credo sia costante, ma dipende da diversi fattori, quindi in momenti di particolare allerta è pensabile che ci siano più passaggi, magari anche con raggi più potenti.
Buona notte a tutti
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... ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare (Pablo Neruda) http://www.claudiobat.com