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#68936 - 02/10/06 02:20 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
l.a.leoni Offline
Senior

Registered: 08/26/02
Posts: 1399
Loc: milano
Domanda ben posta: sorso di birra fresca, non ghiacciata, data la stagione.....e ascoltiamo il parere di chi nel deserto ha lavorato......... \:\)
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#68937 - 02/13/06 12:30 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
-Elia- Offline
Junior Member

Registered: 01/18/06
Posts: 9
Loc: Fano
Il quesito è chiarissimo e lo preciso alla luce della mia personale esperienza.

Posto che quegli anni passati a lavorare nel deserto libico hanno lasciato un segno indelebile nel mio approccio esistenziale (scusate il parolone ma non ne trovo altri), cosa è che mi ha "segnato"?

1) una esperienza professionale "altra", diversa dalle precedenti a dalle successive;

2) il vivere diversamente, in quei 100 giorni di permanenza in un campo più o meno isolato, dove il rientro serale tra le mura domestiche non era contemplato?

3) l'ambiente "ostile" (dove ostile va interpretato più come diverso che nemico), dove vivere e lavorare?

Sicuramente ognuna di queste, ma ognuna di queste poco c'entrano con il sahara, perchè sono riscontrabili in ogni esperienza analoga non necessariamente nel deserto.

Penso alla costruzione degli oleodotti in siberia o nel kazakistan, alla transgaboniana o alla diga sul bacino dell'uribante, nelle giungle del Gabon o del Venezuela. Ma anche ai nostri militari in Bosnia o in Afghanistan.

Quindi non è la specificità ambientale la discriminante, ma le condizioni in cui ci si trova.

Del resto le stesse condizioni di vita hanno ben poco di oggettivo. Per noi italiani, stare a Al Wigh era assolutamente limitante della nostra qualità di vita, già all'ottantesimo giorno dei 100 di permanenza, non si pensava ad altro che a rientrare in Italia.

Magari per un giovane del Bangladesh, tre pasti caldi al giorno ed un letto in una camerata più o meno climatizzata con annessi docce e servizi, era l'equivalente di un hotel a 5 stelle.

In questa relatività di situazioni e di vita, cosa ci azzecca quindi il sahara??

Molto!

Per spiegarlo, anzi per cercare di trasmettere le senzazioni, perchè di senzazioni e di senzazioni forti si tratta, mi dilungo nel raccontare un episodio. Non saprei farlo in altro modo e mi scuso anticipatamente per la prolissità.

Nel campo c'era un autista, passaporto libico di origine nigerina. Temuto e rispettato (forse più temuto che rispettato), abbastanza taciturno. Del suo passato si conosceva la sua milizia nelle squadre speciali dell'esercito libico, da cui era uscito con misteriosi onori e meriti. Che era stato mercante di schiavi (proprio così un negriero razziatore). Conosceva il territorio palmo a palmo, così come conosceva ed era conosciuto in ogni singola oasi, dove era ricevuto con il solito immancabile timore e rispetto.

Si era creato tra noi un buon legame. Ne apprezzavo la coerenza e la linearità di pensiero, il non essere "levantino" nei rapporti interpersonali che, nei miei confronti, avevo verificato leali e corretti.

Ogni sera, appena buio, spariva misteriosamente per rientrare al campo dopo qualche ora.
Inizialmente avevo pensato avesse trovato una prostituta a tejeri, ma i tempi di percorrenza e la quotidianetà, non mi quadravano.

Alla fine (la curiosità non è solo femmina!), non ho resistito e gli ho chiesto cosa combinasse ogni sera.

Sono stato invitato a seguirlo la sera stessa.

Abbiamo fatto una ventina di km verso sud (ad una velocità pazzesca..... guidava lui!) fino a fermarci ai piedi di una grossa duna, che ci nascondeva la luminescenza del campo, al buio assoluto. Ha tirato fuori un fornellino da campeggio ed ha iniziato a preparare il te.

Senza scambiare una parola, abbiamo atteso che fosse pronto e l'abbiamo sorseggiato lentamente, con il silenzio che ci dilaniava le orecchie ed il buio che non ci permetteva di guardarci in faccia. Dopo circa un ora siamo tornati (alla solita velocità pazzesca) indietro.

In breve è diventata un abitudine di tutte le sere che, dato che io ero meno chiuso e taciturno di lui, si è allargata ad altre persone. Alla fine i toy lanciati in folle corsa in fila indiana erano tre, riempiti di persone di razze e culture diverse, che non potevano fare a meno di quel quotidiano contatto con "l'assoluto".

Naturalmente, al campo, non tutti capivano perchè la medesima tazza di tchai arabi non potessimo sorseggiarla in sala mensa, comodamente seduti al caldo, magari giocando a carte.

Qualche scherno c'è scappato, come qualche faccia stupita al mio racconto l'ho sempre trovata. Sentire, più che capire, "l'assoluto" non è da tutti, mi sento un privilegiato nel averne avuto l'opportunità!

Ciao a tutti

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#68938 - 02/13/06 01:18 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
Alfredo Crivelli - Milano Offline
Senior

Registered: 12/17/01
Posts: 1886
Loc: Milano
Bella storia! ;\)

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#68939 - 02/13/06 01:34 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
enrico pollini Offline
Member

Registered: 01/03/03
Posts: 115
Loc: vicenza
grande elia!!!

capisco perfettamente (e invidio) quel tchai...
la mia versione PCNS è: fine serata al campo, aspettare che tutti, ma proprio tutti, vadano a dormire, camminare per qualche decina di metri, scollinare quel tanto da non avere più il campo in vista e fumarsi da soli l'ultima sigaretta della giornata...
non è così assoluto come la distanza di una mezzora a folle velocità, ma può bastare...

piccola precisazione sul mio "ostile", che è inteso solo come fisicamente difficile (al pari della tundra siberiana, della giungla, dell'alta montagna, talvolta anche dell'alto mare ecc), dove spesso l'ostilità ambientale si traduce in una necessità di rapportarsi in modo diverso con le altre persone per poter fare fronte ad una comune difficoltà...

è un piacere leggere questi brani, a mio parere anche ben scritti, per cui appena puoi fatti un'altra birra... il the lo lasciamo per altri momenti...

ciao
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enrico
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#68940 - 02/13/06 01:37 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
azalai2 Offline
Senior

Registered: 12/17/01
Posts: 868
Loc: milano
mi ha toccato nel profondo del cuore
bello
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ciao antonio
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azalai2@libero.it

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#68941 - 02/14/06 10:05 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
l.a.leoni Offline
Senior

Registered: 08/26/02
Posts: 1399
Loc: milano
Bello il racconto e interessanti le considerazioni iniziali:il racconto mi ha ricordato la mia prima volta nel sahara..era il 1967 (avevo 16 anni) e il posto era il Tassili n'Ajjer.....se volete ve lo racconto....dopo aver finito la birretta!
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#68942 - 02/14/06 11:56 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
enrico pollini Offline
Member

Registered: 01/03/03
Posts: 115
Loc: vicenza
io nel 1967 di anni ne avevo solo due... oggi comincio ad avere appena appena qualche capello grigio sulle tempie...
quindi sgolati 'sta birra, impizzati una sigaretta e vai... che il bocia deve imparare \:\)
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enrico
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#68943 - 02/15/06 08:55 AM Re: Ciao a tutti, mi presento.
l.a.leoni Offline
Senior

Registered: 08/26/02
Posts: 1399
Loc: milano
Aah.......buona 'sta birra!
Come dicevo.......nel 1967, avevo seguito i miei "vecchi" in un viaggio,allora, quantomeno stravagante: eravamo un gruppo di adulti, una dozzina direi, con due sedicenni , io e un mio amico: Milano_Algeri, in aereo, poi , sempre in aereo , toccando tutte le oasi, (Gardahia, In salah, ) fino a Tamanrasset (detta "Tamma"), sosta in un "hotel" locale per una notte e il giorno dopo ultimo volo (se può interessare, mi pare che l'aereo fosse il bireattore "Caravelle",con i colori dell'Air Algerie, ovviamente)fino a Djanet: di li ,caricati uomini e bagagli nel cassone di un camion , Berliet, ovviamente, ci portarono ai piedi dell'altopiano del Tassili N'Ajjer: da lì, a piedi (oggi si direbbe trekking) si salì in quota (circa seicento metri) e si continuò fino a sera, toccando i vari punti interessanti per le pitture:il tutto per una settimana o giù di lì: i bagagli e le attrezzature da campo viaggiavano su asini , percorrendo vie leggermente diverse, al seguito degli asini, anche delle capre...che venivano sacrificate giorno dopo giorno e cucinate sul fuoco alla sera....vi lascio immaginare come fosse coriacea la carne di un animale che aveva camminato fino all'ultimo istante e che poi veniva cucinato sulla fiamma senza frollare nemmeno qualche ora!
La prima notte fu un tormento: tutti i partecipanti, di età tra i 45 e 60 anni, dopo una giornata di cammino, piombarono addormentati, russando come una orchestra di tromboni!Le tende erano una a un metro dall'altra , e non c'era modo , per chi non fosse stanchissimo ( io e il mio amico essendo due ragazzini non eravamo certo stanchi....) di dormire: per cui decidemmo di portare i nostri sacchi a pelo e materassini lontano dal campo: giusto quei cento metri , dietro ad un pinnacolo che ci riparasse dal vento: bè, son passati quasi 40 anni, adesso ne ho 55......ma il cielo di quella prima notte sahariana, con le stelle cadenti, e i pochi satelliti che passavano......non me lo dimentico più.........capito perchè non ne posso più fare a meno? ;\)
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#68944 - 02/15/06 05:01 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
adri Offline
Senior

Registered: 09/27/03
Posts: 710
Loc: torino
Ciao a tutti. Vorrei fare solo per una piccola riflessione perchè la ho trovata stimolante.....

Quote:
ma il cielo di quella prima notte sahariana, con le stelle cadenti, e i pochi satelliti che passavano......non me lo dimentico più.........capito perchè non ne posso più fare a meno?


Si dice, o forse si sa, che le tartarughe marine, al momento della schiusa memorizzino la posizione delle stelle e la usino come coordinate per tornare sulla stessa spiaggia al momento di deporre le uova, anni e anni dopo.

Chissà che anche noi non siamo programmati allo stesso modo, anche se forse ormai non si nota più se non in casi particolari, come ha messo in evidenza l.a.leoni?
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Vi prego, niente polemiche: se qualcuno poi cambiasse idea si dovrebbe ammetterne l'utilità.

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#68945 - 02/15/06 08:00 PM Re: Ciao a tutti, mi presento.
enrico pollini Offline
Member

Registered: 01/03/03
Posts: 115
Loc: vicenza
Chissà che anche noi non siamo programmati allo stesso modo, anche se forse ormai non si nota più se non in casi particolari, come ha messo in evidenza l.a.leoni?
Quote:

affascinante...

come umani abbiamo forse perso gran parte dell'istinto geografico / territoriale che invece molti animali hanno ancora...
ma, chi più chi meno, siamo sensibili a quelle sensazioni che avvicinano all'assoluto...
quello che chiamano "mal d'africa"... un'immagine, o un ricordo, o una sensazione, che ogni tanto, in un momento qualsiasi della vita frenetica di tutti i giorni, ti passa fugacemente davanti agli occhi e ti fa tirare un respiro profondo...
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enrico
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