Condivido quello che - credo - Tu vuoi significare. Spesso il veicolo del social-network consente a chiunque, anche all'assertore delle tesi le più strampalate, di disporre di una platea capace - anche nell'assenza di contenuti - di soddisfare gli edonismi più smodati. Per quanto mi riguarda da qualche parte ho scritto di riconoscermi quello che al giorno d'oggi è un difetto, e grave: mi piace ascoltare gli altri.
E non si fa.
In un dibattito, in una conversazione, se ci hai fatto caso, nessuno ascolta l'altro. Ognuno recita la propria versione, finge di rispondere e in realtà ripropone di continuo tranche delle proprie tesi. Ma non è realmente un dialogo.
Sono dei monologhi contrapposti e frammentati.
Perché se ascolti e ti prendi la briga di riflettere e rispondere a tono hai già perso.
Non è infatti quello lo scopo dei dibattiti, non è il dimostrare chi ha ragione, o tanto meno convincere l'altro: è dire la tua. Punto e basta.
E questo avviene non solo in dibattiti cui si suppone partecipino soggetti almeno preparati, bensì nella quotidianità.
Saluti, Tosco.