Buondì ragazzi,ero consapevole che la mail avrebbe suscitato non poche aspettative ma Vi chiedo un attimo di pazienza. E non tanto perchè come immaginerete lo star via una settimana di questi tempi poi crea una serie di necessità operative nel "mondo reale" che tolgono il fiato, quanto perché davvero la fluidità (si dice così quando si è partiti con le idee un pò confuse e si torna con un vero casino in testa...)della situazione in quel paese mi impone una riflessione che è ovviamente iniziata là fin dalla prima conversazione. Sono anche consapevole - ma non voglio esser poi troppo "precisino", credo siamo tutti maggiorenni e vaccinati - di quanta voglia ci sia di tornar laggiù. E sicuramente è cosa possibile ma ad oggi vi sono oggettivamente ed indubbiamente molte semplicissime accortezze da metter in gioco, cose che peraltro ben sappiamo fare, pur parlandone poco. Come immaginerete il mio intento più che di verificare un percorso e la sua fattibilità (cosa che in minimissima parte ho fatto) era di "ripesare" sul posto anche molti miei concetti messi su carta e che non potevo valutare sulla base di una informazione distorta fin dall'inizio. Ed andando là se ne ha l'immediata visione, tanto di quale fosse l'unico, preciso obiettivo diciamo così personale e di quali possano essere le aspettative di questo paese ricco (sapete meglio di me cosa costi la vita laggiù). Reporter famosi che scrivevano comodamente protetti in ambasciata attingendo notizie dagli uffici...
Non si percepisce, dall'una parte nè dall'altra - perchè vi sono due anime ancora nel paese, è ovvio - risentimento verso gli italiani, anche tra i giovani vi sono due anime ma sempre questa curiosa flessibilità che devo ancora riuscire a comprendere ma che fa parte di quella cultura, laggiù - come ho scritto da qualche parte e devo dirmi con felice intuizione - vige più un atteggiamento di quasi biblica assoluzione che non di "processo".
Ma sto straparlando, datemi un poco di tempo.
Tosco