Stefano preparerò un "relato de viaje" come si dice in spagnolo, considerate che siamo partiti in 4 auto ma non abbiamo fatto tutto insieme, io e antonella abbiamo fatto circa il 70% del viaggio da soli, non sempre i desideri e le aspettative reciproche coincidono esattamente, ci siamo però incontrati più volte

Non ci siamo neanche accorti del terremoto siamo passati a Tabriz qualche giorno prima e siamo rientrati dalla frontiera più a sud (Serou) abbiamo saputo del terremoto da amici italiani che ci hanno scritto un messaggino perchè erano preoccupati

l'atmosfera che si respira in IRAN è molto più rilassata di quella che ci vogliono far credere qua

La propaganda del regime è tosta, a Esfahan nella piazza dell'Imam ci sono manifesti inneggianti all'annientazione di israele e all'indipendenza palestinese, USA e GB sono rappresentati come dei ragni che tessono la tela del male

Ma la gente dice che è solo propaganda e sembra infischiarsene, a Esfahan ci sono negozi che vendono coca cola, Armani, D&G tanti ottici che vendono Rayban, Police (con tanto di logo luxottica) insomma c'è di tutto, l'embargo è una farsa quando ci sono di mezzo i soldi gli occidentali (noi) ce ne freghiamo e gli Iraniani sono un bel mercato con la sete di benessere e occidente che hanno (non sanno poverini che alla fine per motivi diversi il regime potrebbe anche aver ragione!)

L'IRAN a mio parere non sembra proprio un paese orientale ma una specie di terra di mezzo tra oriente e occidente anche nel 1974 loro vestivano all'occidentale, pochi indumenti tradizionali (a parte il chador nero per le donne) gli uomini vestono come da noi più o meno bene, in marocco ad esempio vedi più abiti tradizionali, certo è possibile che ci siano paesi in altre zone dove certe tradizioni siano più intatte ad esempio al confine con il Pakistan o l'afghanistan o nelle zone a nord ma l'impressione è di occidentalizzazione diffusa (nel vestire)

sembra che a parte l'aspetto religioso il paese sia più portato alla modernizzazione, prima con lo Scià di tipo filoamericano, adesso autoctona e di regime, abbiamo conosciuto questi due architetti che hanno vissuto e ancora vivono una parte dell'anno in Italia (uno sposato con una napoletana e uno con una iraniana) ma che adesso sono in IRAN per lavoro (edilizia)

Persone squisite che ci hanno invitato a mangiare in un ristorante lungo l'autostrada Teheran Esfahan (a Qom) e che ci hanno poi aiutato telefonicamente quando abbiamo avuto i problemi con la macchina spiegando in farsi ai meccanici cosa era successo e cosa avevamo fatto

Loro ci hanno detto che il regime fa di necessità virtù e gli obrori architettonici le case a scatola di cemento la non educazione al recupero e alla ristrutturazione sono sostanzialmente premiate

insomma costa di meno ed è anche premiato chi abbatte e non recupera

Sotto l'aspetto dei rapporti l'IRAN non vi deluderà, (a piedi però) certo non tutti sono disinteressati, ci sono anche i personaggi che cercano di spillare soldi, ma sono pochi e in certi posti, quello che ti vuole portare nella sua fabbrica di tappeti, quello che ti fa pagare di più un chilo di pesche (tanto tu non capisci una s.)

I prezzi non sono in Rials ma in Toman una unità di misura popolare (non esiste sui soldi) che scala uno zero agli importi colossali che scono fuori dai rials

1.000 Toman = 10.000 Rials, quindi un chilo di pomodori a 700 Toman costa in realtà 7000 rials (circa 0,25 euro)

Il pane 10.00 toman tre/quatro pezzi (sono like piadina più o meno spessi a secondo dei luoghi, del fornaio e degli orari)

Il berberian è un tipo di pane come la pizza bianca dei fornai di roma, senza olio con i semi di sesamo (l'olio ce lo mettete voi) già lo avevo gradito nel 74, buonissimo appena fatto di solito alle 5 (forse perchè c'era il ramadan)

Abbiamo sudato per trovare piccoli centri fuori dalle grandi città che non fossero un ammasso di cemento senza storia ne personalità, ma poi anche il brutto posto lo vedi in una luce diversa quando sei nel solito parco pubblico insieme alla gente

Kandovan sotto Tabriz una piccola cappadocia, dalla quale parte uno sterrato andino che raggiunge i 3400 m

Maymend, Abaney (le trovate sulla lonely perchè sono poche e quelle che esitono citate)

quello che non è citato è che tutti questi centri montani hanno dei piacevoli sterrati da percorrere se andate d'estate, noi li abbiamo presi e non siamo mai dovuti tornare indietro da qualche parte si sbucava (questo è il nostro spirito)

o su una provinciale asfaltata o in un'altro paese, mappe russe + city IRAN per i nomi dei luoghi, niente tracce e tante sorprese
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Nella nostra casetta nelle terre di mezzo giochiamo a tirare le freccette per passare il tempo