porcatro*a che argomenti..
..e il bello che la questione israelopalestinese l'ho tirata fuori io..
dunque, una caipiroska grazie,

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messaggio inizialmente inserito da peter:
Massi[+] parli di blocco dei finanziamenti[cut]

non ero io. Io parlavo di politica retrograda di Sharon, retrograda soprattutto se teniamo in considerazione che loro vogliono essere "quelli avanti" rispetto ai Palestinesi che vivono in condizioni ben più misere.

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intanto Alberico aveva detto:
Ecco. Di fronte a queste cose, sarò un patetico occidentale che non capisce i "valori" degli altri, io mi indigno. E ritengo che questo stato di cose non cambierà fino a quando determinati principi "democratici" non verranno imposti ai governanti di questi paesi. Anche con il ricatto (economico preferibilmente) se necessario. Siamo in grado di bloccare tutti i conti di una organizzazione segreta come Al Queda e non saremmo in grado di farlo con i fondi che i governanti africani "fottono" ai loro popoli? Non ci credo.
]


In queste cose di valori ce ne sono pochi, il problema dell'imporre un ordine è quello che spiegavo nel mio post, da fuori non ci si riesce. Le ingerenze dall'esterno scontentano sempre qualcuno. Esempio banale l'accordo internazionale che "restituì" agli israeliani la loro terra.

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Poi, Marco Fiaschi ha aggiunto:

[cut]
Credo che per i ragazzi palestinesi cresciuti dentro i campi profughi (che tutti abbiamo visto in televisione).sia difficile considerare gli israeliani come persone alla pari con le quali poter dialogare per risolvere il problema.
Personalmente credo che Sharon sia uno dei maggiori responsabili della situazione attuale e, purtroppo, non solo da quando é andato al potere liberamente eletto.


è evidente che in questa situazione i giovani palestinesi, che nascono e crescono in questo ambito, non possono che vedere gli israeliani come responsabili della situazione, il che in linea di massima non è giusto perchè probabilmente la situazione economica palestinese non è direttamente dovuta al ritorno degli israeliani. La disparità è certamente dovuta al fatto che questi ultimi emigrati hanno avuto la possibilità di sfruttare l'evoluzione economica e sociale occidentale e poi riversare quanto avevano imparato alla gestione del "loro" territorio.

Questo è un ottimo nido per sentimenti di odio e rivalsa che nei palestinesi è normale si sviluppino. Unito a estremismo religioso sicuramente porta alcuni (martiri di alaxa[come si scrive?]) a pensare di risolvere la questione con le bombe come gli hutu pensavano di farlo coi machete.

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e Psqt, ha ragione quando dice:

Però, secondo me Arafat,al suo interno ormai conta come un due di picche, se no poteva firmare accordi molto convenienti per il suo popolo e poi lottare senza violenza per migliorarne le condizioni (visto anche che i fondi e le rimesse dagli altri paesi arabi non mancano).[cut]


..infatti, sicuramente esistono correnti estremistiche che non si riconoscono in una identità palestinese in se stessa, ma, come dicevo nell'altro post, facendo riferimento ad un concetto di "mondo Arabo" trasformano la situazione in un confronto etnico-religioso. In questa ottica Arafat non è sulla stessa lunghezza d'onda, lui media con i metodi di una politica più occidentale. E poi probabilmente non vuole perdere la faccia di fronte ai suoi connazionali..

buona serata a tutti, massi
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To the traveler the night can conceal both the wonder and the devil
(From the ancient sumerian Instructions of Šuruppag)

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