Alla prima colazione delle implausibili salsicce marrone scuro di (così almeno lui sosteneva) tacchino ungherese (ho anche osato chidergli se per caso non ci fossero dei normali biscotti, ma con aria stupefatta mi ha risposto "biscuits? Noo! Nobody asked for that"); a pranzo un pastone indefinibile di mais; a cena il mio cervello ha fortunatamente cancellato qualsiasi ricordo. Ricordo bene però cosa si beveva nel famigerato "aperitif time": aveva delle strane bottiglie di plastica (questo fatto mi stupì non poco!) scura, con dentro un liquido trasparente, denso come il gel, o meglio il silicone, con un bizzarro sapore dolciastro, fastidiosamente appicicaticcio aderendo come gomma al palato. Chiesi cosa diavolo fosse, mi rispose citando un nome ungherese impronunciabile, e dicendomi che era una specialità ungherese normalmente usata per guarnire le loro torte. Non chiedermi perché ce la propinasse, proprio non lo so, ma sospetto per via della bottiglia di plastica...

Ma è nulla rispetto al Lama: durante il viaggio chiedemmo (noi italiani) della carta igienica, mi rispose c.i.? Non hai letto il regolamento? Ognuno deve portarsi la propria! Fummo costretti (non sapendo ben leggere il famigerato "regolamento" scritto in tedesco) a subire penosamente per tutto il viaggio dei piccoli lasciti di c.i., concessaci dopo pressanti richieste a piccoli e oculati pezzettini, sempre con un'aria tedesca di evidente rimprovero.

[ 15 Settembre 2004: Messaggio editato da: pyr ]

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