La baracca era in mezzo all'oasi, tra le palme un po' prima del villaggio.

Quando venne la sera, non ce la sentimmo di dormire lì, vicino al lago, così facemmo il campo dietro le dune.

Il giorno dopo andammo a Cufra, ci fermò lo stesso tizio in Toyota, e senza dire niente mi restituì il "misurino".

A Cufra incontrammo un italiano che lavorava per l'Agip: ci disse "Venite da Bzema? Ah, dall'oasi dei fantasmi! Un nostro ingegnere ha scommesso che avrebbe passato lì la notte: è tornato terrorizzato e ha perso la scommessa..."