cari amici,

devo ringraziarvi per aver inserito la mia trasmissione andata in onda su TRIVENETA. si tratta ovviamente di una trasmissione non per addetti ai lavori, ma ho voluto farla perchè mi sembrava interessante e, soprattutto, perchè il film "Rommel chiama Cairo"
è davvero un cult per noi zerzuriani. merita di essere visto e
andava spiegato anche perchè di lì sono riuscito a parlare di di caporiacco.

a questo proposito voiglio dirvi che da oltre 10 anni sto raccogliendo testi, lettere, documenti e diari di questo friulano che ha un merito sconosciuto. ho scritto di lui per "sahara", "il giornale", "il gazzettino", "messaggero veneto", "il messaggero", "ventiquattro", "panorama", etc. e ho realizzato un paio di servizi per la rai del friuli venezia giulia e per "marcopolo" (andrò in onda quanto prima). su di caporiacco ho scritto anche un libro (editice ribis di udine) e ho curato la prefazione del libro di almasy edito da nutrimentoi un paio di anni fa.

mi fa piacere che adesso esca questo altro libro e posso anche annunciare che il libro di di caporiacco (garoglio editore, 1936) potrebbe essere proposto in stampa anastatica entro breve per uan casa editrice nazionale con cura editoriale del sottoscritto.
mi dispiace rubarvi spazio per gloriarmi dell'attività su di caporiacco (grazie all'ambasciatore pacifico ne ho scritto anche per il riconoscimento del sito di ain doua da parte dell'unesco alcuni anni fa comne luogo di valore archeologico e storico), ma alla luce della comunicazione del testo di folisi vorrei dare a cesare quello che è di cesare. non solo: aggiungo che ho interessato sia la direzione del musoe di storia naturale di udine che il musuo di firenze e l'istituto cartografico nazionale a verificare lo stato di conservazione delle tavole originali del di caporiacco sulle pitture ripestri di ain doua da lui eseguite dopo che con almasy le aveva catalogate.

mi fa immensamente piacere che il sito sahara si interessi a un uomo che è stato oscurato da almasy (e anche dalla storiografia italiana per via della sua vicinanza al fascismo) ma al quale, invece, va il merito di aver ricopiato centinaia di quelle pitture di ain doua durante la spedizione marchesi.

con almasy va ricordata la sua battaglia per il riconoscimento della scoperta del sito archeologico (pitture rupestri) di ain doua che andò avanti per mesi sulle colonne dei giornali dell'epoca.

la stessa spedizione marchesi, poi, effettuò la scalata del massiccio e pose il pilastrino sulla cime più alta che venne chianata "Vetta Italia" e, poco distante, venne battezzata un'altra vetta "Cima Vittorio Veneto".

zarzuriani, insomma, non di solo almasy si vive!...
battute a parte, sarò anche io a udine domani sera alla presentazione del libro (il mio venne presentato tre anni fa al castello di fagagna).

grazie per l'interessamento sul di caporiacco, figura che va rivalutata così come tutti quelli che parteciparano alle spedizioni in libia negli anni trenta: marchesi, tschon, rolle, monterin, desio, e tanti tanti altri ancora.

grazie e sono a disposizione del club sahara per ogni cosa: convegni, meeting, incontri, presentazioni,etc, per far conoscere chi percorse piste di sabbia come il conte lodovico di caporiacco.

sandro r.
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sandro