Quoto al 100% Administrator. E' la medesima riflessione che sto facendo e sono arrivato alle stesse conclusioni. Per viaggiare in fuoristrada in paesi difficili o deserto serve una moto leggera e poco ingombrante. Un mezzo possibilmente raffreddato ad aria e di grande semplicita' meccanica, dai consumi estremamente parchi. Questi mezzi sono poco diffusi fra gli appassionati di enduro, in quanto non sono performanti come motore e non hanno doti ciclistiche paragonabili agli enduro piu' moderni. Credo anche che l'uso di moto simili renda minori i rischi oggettivi per gli infortuni al pilota in quanto la velocita' e le accelerazioni sono sempre molto inferiori ad un qualsiasi enduro racing o enduro pesante di grossa cilindrata. Il problema da risolvere resta il trasporto di quel minimo di attrezzatura che e' indispensabile a viaggiare, soprattutto acqua e carburante. Naturalmente se si vuole rinunciare all'ausilio del mezzo di appoggio.
Per il resto credo che gli infortuni, purtroppo, siano sempre comunque in agguato; a proposito l'amico del post iniziale indossava le protezioni sul tronco (spalle e dorsale)?
Il viaggio in fuoristrada tende a far emergere e oltrepassare con sottile ma inesorabile precisione quella linea di demarcazione legata al tipo di moto/velocita' - esperienza pilota - peso e forma fisica dello stesso, che in una uscita domenicale pur essendo presente non si traduce in caduta cosi' certamente come avviene inevitabilmente se la guida e' protratta per molti giorni in situazioni sempre diverse. In pratica questo concetto me lo spiego personalmente con il tentativo di "gestire" il piu' possibile un margine di guidabilita'/velocita' mano a mano che si procede. Ovvero avere un mezzo la cui guida ti permetta di oltrepassare un passaggio senza dare tutto sempre ma amministrando....potrei farlo piu' forte ma lo faccio cosi', piu' piano ma piu' controllato. Credo che sia fondamentale per realizzare cio' avere una moto adatta allo scopo, ma aime' e' molto difficile.

Alessandro