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Grecia, Turkia, Siria By Angelo

– Posted in: Asia, Europa, Resoconti di viaggio

By Angelo
Originally Posted Tuesday, April 30, 2002

 

Grecia, Turkia, Siria

a cura di Angelo

 

 

Non riesco a chiudere la borsa. E’ difficile, sembra manchi tutto. Probabile, non porto neanche il fil di ferro. Fiducia honda? Incapacità locale….

E poi mi è preso di tutto, testa, stomaco., gambe e soprattutto gola, le sto spruzzando contro il mondo. Devo andare in Siria e già Trieste mi sembra una meta discreta. E intanto scoppiano al sole i palloncini rimasti appesi dalla festa di sabato. Pietro ha 8 anni.

Traghetto

Potrei cominciare. Con quello che ho portato in più. Con quello che mi manca. Con quello che mi manca ma non dipende da me. Oppure su come è stata imbrigliata la mia moto. O su come fa schifo il primo caffè greco. O su come fa caldo dentro e vento fuori, o della puzza di fritto o della Dalmazia o Istria. Bon, penso di avere cominciato (spero di vedere Real Barcellona stasera).

Ponte, deck 9, nessuno. Lo penso, lo provo, mi siedo…caldo e arrivano gli inglesi, sono dappertutto, provo un po’ come sono messo a lingua: 5, anche perché questo era mezzo scemo e quant’altro, invadenti!

Sperimento che solo, mi tocca lasciare tutto incustodito, e che devo fa? comunque non sono stressato. Dio come si sta bene, la lamiera verde sotto il culo è così calda…alla ricerca del sole (meno vibrazioni meno vento) eppure se non guardi la costa anche l’adriatico in fondo è Mediterraneo. 1.76 euro, ma dovevo, illy.

24-4

Igumeniza-Salonicco

490 km di delirio curvilineo, asfalto merdoso, pioggia, grandine nevischio, freddo. parto alle 14 e alle 22 trovo una stanza a Saloniki per 33 euri più 6 di parcheggio. Dio bon, non mangio e vado a letto.

Traghetto

Mattino.

Che notte! Sembra Corfù quella…poi ho scoperto che non sono slavi quelli strani, ma sono tutti bulgari che per andare a lavorare in Grecia passano dall’Austria e da Trieste. Con loro si socializza al bagno, bulgari son bulgari, e poi un macedone, Oliver, che hanno appena buttato fuori dall’Italia, ha fatto la guerra a Tetovo so io contro chi…mi ha raccontato cose…comunque un furbino. Da quella parte c’è l’Albania, 1 o 2 km, non so se sia desolata o vacanziera o in guerra…comunque c’è poco da fare a me i bulgari, specialmente la famigliola mi stanno simpatici. Sembrano più zingari dei zingari, ma coi capelli più corti e dopo una nottata passata a respirarci i piedi a vicenda ci sorridiamo pure. Il ragazzo va a prendere l’acqua fuori sul ponte. Il barista gli riempie il bottiglione. E poi sto bulgarino ha una fidanzata che è brutta sul serio ma che ispira una simpatia occhenesò ma mi viene voglia di guardarla tipo zingara slava bulgara nerissima e davvero storta. Gente vera ecco.

Corfù sembra lussino, nel gioco di”è come qualcos’altro”.

Saloniki

Rodbuk per domani 25-4: impossibile, troppo stanco e poi devo andare su internet e poi il tempo butta male. Bene se arrivo a Alexandropulos

Saloniki-Carnakkale, circa 600 km. Tuins!

Pericoli. I cani greci. Sono ovunque. Vivi. Morti. A pezzi, qua e là. Un paradiso. Poi oltre ai cani, niente. Solo qualcuno che si comporta da pecoraio perchè è pecoraio.

A Carnakkale, hotel Askin, divido la stanza con un Brendan australiano. Faccio fatica a stringere la penna, ma ho fatto i Dardanelli e sono in Asia geograficamente. Anche oggi la Grecia mi ha lavato per bene…però è pure divertente quando ritorna il sole. 18 euri per passare in Turkia. Non ho ancora capito bene ma al bancomat ho prelevato 75 milioni di lire turche a Eceabat, (dove causa l’anzac day non c’era un buco libero)… è il momento che vado in galera.

Comunque. Due giorni di tirate in moto…ora voglio rallentare e la Macedonia greca è così così e a uscire da Salonicco sembra di essere in india (che bello). E qui in Turchia mi sa che la gente si arrangia, macchine senza targa e via così. Due kebab, scoppio, la prima cena, sono sopravvissuto con della mortadella presa a casa e con un po’ di pane fregato in traghetto e vado a letto. Domani Izmir, Smirne. Spero di ritrovare la moto, è in strada e qua fa la sua figura. Dovrebbero dargli un occhio la notte. Ricordati l’olio!

Carnakkale-Izmir 320 km

Notte bianca con l’aussie scemo. Stomaco che non ne ha voluto sapere della cenetta turca con l’insalata fresca. Il cesso comune reso inutilizzabile dai giovani che bevono (non guidano mica loro) e bè, la notte ci ho pensato io, eccheccazzo non funzionava e poi la mattina davvero irraccontabile e improponibile e tutti se n’erano andati, lasciando…e io ci ho cacato sopra, stavolta senza tirare sciacquoni…

Ora a Smirne ho una stanza tutta mia , bagno e doccia per dieci milioni, circa 8 iuri

Fa ancora impressione bere un tè doppio e pagare un milione. Ceno con 7 mil, non costa molto qua.

Dai Dardanelli a Izmir è tutto un oliveto impressionante. Stamani sono partito a stomaco vuoto e per strada, penso a Buranhye, ho visto un mercatino pieno di frutta e mi sono fermato a mangiare banane e mele. Una banana l’ho regalata a una bimba, una mi è caduta e quattro le ho mangiate. E’ stata una tappa strana, avevo, oltre allo stomaco, pure la testa vuota che mi è pure venuto in mente un motivetto degli yuppicide, follow the leader, mah…

Smirne è una megalopoli pericolosa, è da matti guidarci dentro. Niente regole. La parte col bazar, in basso è figona. Avrei comperato di tutto e invece solo albicocche secche. La roba è tanta e costa poco. C’è tutto, dal pesce ai fiori e via così. Poi stasera ho mangiato in strada ma lo stomaco non ne vuole sapere e chissà di cosa, se dell’insalata fresca o della carnazza strana. Oggi pomeriggio poi mi stavo per fare infinocchiare ma la vecchia esperienza e i vecchi insegnamenti sono stati utili. Che storia.

E mi ha appena chiamato Karmacona e l’ho mollato secco…sono in turchia. E lui che mi molla dicendomi che sono tre anni che non ci sentiamo. Che dispiacere.

Oggi è il 26. venerdì probabilmente. Comincio piano piano a mollare. Comincio a pensare al da farsi. Fino ad ora ho pensato solo a correre (correre, si fa per dire, vado a 90-100, ma sto in sella per ore) perché…perché…perché volevo entrare in questa storia in fretta. La Grecia l’ho bevuta, oggi ho cominciato a godermi la Turchia col bazar di Smirne e con le testacce di cazzo dei piloti locali. Non sono i camion il problema. Sono le auto. I camion li bevo. Le auto no. Poi l’asfalto è peggio di quello slavo e in città il gioco si complica: c’è olio e nafta ovunque in terra e per dirla ancora sembra india se non alzi lo sguardo…e poi ci sono meccanici dappertutto…è india e alle volte marocco, nel gioco del sembra questo e quello. Poi mi hanno scambiato per olandese, francese e italiano. Ma pensa te. Domani vado a Selcuk, mollo i bagagli e colla moto vado a Efeso e sulle spiaggette e mò again caccone e notte a Smirne (mangio solo la sera sennò dove cago quando vado in moto? Tipo ora vado in bagno a randello…che poesia…ma di giorno è meglio la frutta…)

27-4

Izmir-Selcuk, 80-100 km in un attimo. Esco facile da Izmir, benza super, benzinaio che mi guarda la moto (ma se la vendessi…) e mi fa pagare 20 milioni. La benza costa più che in italia, 1.400.000, tipo 2300 lire al litro (in realtà la lira turca si svalutava giorno dopo giorno e allora viene 1 l=1euro) ma è l’unica cosa che costa di più, a parte il burro di cacao francese: fregato a mezzo, ne avevo bisogno urgente…labbra spaccate e cosa ti vedo che ti cerco…una farmacia. Carissssssima!

Efeso è emozionante. A me che i ruderi non mi hanno mai preso troppo…mi sa che è l’ambiente dove sono che è bello, tra la macchia mediterranea, le erbacce e qualche gelso. Il teatrone da 24.000 posti con una acustica fantastica…tipo che delle ragazze si sono messe a cantare e sapevano pure farci, bè, meraviglioso, io ero in alto alto quasi non le vedevo ma le sentivo bene. Faceva caldino e vento. Che meraviglia, che sensazioni. Stavo bene solo, a tratti pensavi a elle, avrei voluto vederla sbucare dal tunnel da dove a suo tempo uscivano bestie e quant’altro per il macello di quei tempi là. Poi fico, arrivato a Selcuk, ho mangiato del polletto, birrone e poi ho chiesto al regazzì dove potevo andare a dormire. Lui mi ha portato da una sua mezza zia dietrro il distributore, quella ha sramazzato sta stanzetta zozzissima e mi ci ha ficcato dentro, per 5 mil. Colazione esclusa temo. Ci sono varie vite in turchia. Qua chi vive di turismo sta benino, gli altri un tantino meno, fanno i caprai, i meccanici e i contadini, ma alla vecchia maniera: zappa, e l’età per fare questo è bassa, tanto bassa, o corta o poca e via così.

Poca pelle in giro direbbe elle e poi ci sono anche fisionomie diverse e quelli brutti fan paura.

Comunque stasera ho fatto cena spettacolo. fagioloni al sugo, patate fritte, riso e solita carne macinata alla griglia, con birra da mezzo, sotto dei gelsi, accanto ad una fontana e a lume di candela.

Sto in ascolto di lalli che mi riporta riprende un..non lasciarmi solo non farmi andare via tutto è come sempre le sue parole sono fiato aria che non arriva più. Se l’avesse cantata lei ad Efeso. Me lo immagino, tutto è come sempre del resto.

28-4

efes-fethye

strada a tratti bellissima. Dalyan è un posto eccezionale e solo all’inizio come rovina ambientale. I turki non scherzano, sono capaci di fare cose incredibili, palazzi da cento piani in riva a baie bellissime. Insomma fethye fethye, me la immaginavo più piccolina mentre la baia è grande assai. La parte vecchia la vado a vedere ora. Mò sto in cima all’ex castello crociato, che da tale è in rovina. C’è la bandiera turka che ci sventola sopra…domani vado a Oludeniz o come si chiama. Camera con vista mare. Sono l’unico ospite dei turki gentili.

La strada per arrivare quà aveva un profumo buonissimo e poi ho capito cos’era e da dove veniva: dagli oliveti si è passati agli aranceti.

Ci sono ovunque tante piccole donne brutte e grasse e sono vestite come pagliacci, con dei pantaloni che non ho capito che cazzo sono.

Pace

Poi ho visto un kilim, voleva 100 milioni e io gli ho detto timidamente 50 e lui senza una piega aveva accettato. Magari domani torno e gli dico 20, ma per ora non ho voglia di contrattare e dire che saprei pure come fare….

Stamattina panico. Accendo la moto e vado a cercare di fare colazione in centro che poi non mi andava e son tornato dai ragazzì, solo che la moto si spegneva in continuazione, tossiva, moriva. Eccheccazzo ho pensato, ci siamo, già!

Allora via a regolare il minimo ma non riuscivo a dargli vita. Fine viaggio

Invece avevo l’aria tirata, sfido io…chiudo l’aria e il minimo era a 4000 giri…poi l’ho regolato, ma basso, in attesa dei caldi…troppo basso però: riregolare!

Mi sa che ho capito cos’è il sciskebab e il galatasaray vince lo scudetto e quà in culo rispetto a Istambul tutti festeggiano, come a Udine quando vince chiunque.

Tra i cordoli delle superstrade pascolano le mucche. Oggi c’era il segnale di pericolo vacche. Pensavo fosse come l’attraversamento cervi in Italia; invece dopo una curva e giù bestemmie a causa di una vacca impalata in mezzo alla carreggiata. Che cazzo. Ci sono delle chiazze di sangue in mezzo alla strada che neanche nei manga giapponesi, neanche in akira si vedono. Quando va bene chiazzoni di metri che si aprono a ventaglio, quando va malino c’è della roba e quando va male c’è la carcassa (capre per ora e cani, nessun capraio o forse quelli li tolgono).

Ho deciso : niente kilim, quando ne ho voglia me lo becco io, entro in un posto magari a damasco o aleppo o palmira e tratto, all’italiana. Non casco al primo…e poi ancora non ho spazio: non ho regalato nulla per ora dei miei cenci.

La prima: olio di fegato di pescecane con estratto di saccaromicetequalchecosa. Non è stregoneria ma quello che mi sono infilato nel culo stasera. Culo-rotto.

29-4

ho le gambe rosse, Oludeniz é bellissima e c’è poca gente, cielo terso sole a balla e vento: Lusso puro: sdraio e ombrellone. Sono le due di pomeriggio. Stamane lavoraccio per l’ingrasso della catena e pieno d’olio, forse troppo ma chi li ferma i turki. Castrol bo…tanto lo sputa, nevvero? Sembrava olio per friggere.

Comunque il fatto di fermarmi a fethye me lo sono imposto…mi aspettavo un paesello invece…invece Oludeniz è un paesello e ha una spiaggia con una laguna interna, parco nazionale. E io in riva, 4-5 metri dal mare, con monti di 2000 metri tutto intorno. Decine di parapendii che calano giù. Silenzio, niente schiamazzi o bambini. Sto bene ma ho finito i soldi e spero di raccattare due lirette sparse nello zaino per una birra….ho imparato a digiunare, oggi ho fatto solo colazione con pane a marmellata, la prima, e qui ora mi sembra un sogno.(mi dico) Le cose che sogni e che non sai se avrai .Questa è piccola certo ma è una. In riva al mare, coi Rachel’s di the sea and the bells, le mie cosine, niente e nessuno da guardare e nessuno che ti guarda e una natura che con pochi uomini in giro da il meglio di sé. Ho le gambe roseeeeeeee! e poesia, il culo che frizza ancora un pò.

Sto pensando di fermarmi pure a Kas e poi dritto in Siria, verso Antiochia, che ora è turchia, Antakia. Ci metterò due giorni, sono 1400 km.

E’ buffo come stia vedendo o vivendo questa cosa-viaggio solo. E’ bello perché non ci sono troppe parole, niente di detto sicuramente, ma neppure di pensato. Il cervello è libero e io non ci sto dietro troppo devo dire. Si rilassa pure lui e come in sogno spara delle gran cazzate, e gode dei cibi che gli fornisco, belli e brutti. Comunque al sole si brucia e all’ombra devo mettere la maglietta. Gente in acqua e io mi mangio la mia mela rossa, qui, su questa spiaggia di sassolini .

Si, occhei, alle 17.18 ora locale mi è venuta fame e il tipo del baracchino mi ha fatto due panini con il mondo dentro e io li ho mangiati.

Problema: fico fico stare al sole. Pensavo: pensa te se io sto al sole 4 ore. Mi sorprendo. Mi sorprendo tutto ustionato. Quello che vedo per ora sono solo bolle alle ginocchia e i polsi viola, già bruciati per via della guida senza guanti.

Nessuno sembra sapere niente della strada costiera che oltre alania …Parentesi, non posso mica entrare in un’altra farmacia…m’immagino il prezzo di una cremina francese antiscottature in turchia…Frizzo tutto…si stava così bene, il sole il vento e a quest’ora si sta da dio.

Odio sempre i crucchi: Papà con bambino piccolo piccolo e titolo:lezioni di nuoto. Scene morettiane. Io capivo solo nain urlato dal pargolo…roba da chiamare i caramba e alla fine il bambin non era neanche risentito. Vaccapish! E sono orribili pure gli australozelandinglesi: una oscenità di forme e gusti.

Fethye-antakia : sarebbero 1003 km

In vista di privazioni, mi conosco, mi permetto una cena da zeki, il meglio di fethye (almeno secondo la LP). Prendo kebab di frutti di mare. Intanto arriva il pane, caldo, con una robetta agliosa fatta con burro e erbe. Mi piaceva anche la portata di gamberetti all’aglio, ma ci vorrebbero due vite o due stomaci (digestione?) e io alle 17.18 mi sono introdotto un chilo di roba. Il posto è ovviamente bellissimo anche se un po’ carico e la musica stona. Ci sono solo stranieri e già mi pento.

Dimenticavo. Fine giornata, al mare, mi è presa la tristezza. Un velo o un pelo di depression. Perché avrei cenato in due stasera.

Nei momenti più intensi viene fuori. Quando mi fermo. Lo sapevo ed è per questo che ho fatto fatica a fermarmi. Ho goduto la sosta ma ho pagato il conto.

Comunque zeki è il solito ristoranti dove farsi notare…e se si è in odore libertario vedere gli indoeuropei fare i fichi sta sul cazzo. Pace. Ma come fanno a bere caffè turco quando c’è illi…

Si occhei, dopo una settimana di kebab come diversivo andava bene però per essere in turchia la spesa forse non vale. Comunque buonino.

Comunque all’Inci hotel sono gentili anche se non capiscono niente oltre al turco e mi fanno mettere la moto in uno stanzino chiuso a chiave.

Domani non so cosa fare. Da un lato la strada costiera mi fa paura per via che deve essere allucinante e stretta, dall’altro lato non deve esserci davvero nessuno aggiro…

Come ultima cosa mi sono guardato allo specchio…sono viola e non capisco perché la pelle non mi fa male ovunque. Notte.

30-4

Pochi km e arrivo a Kas. The black cat pension. Che posto. Terrazza con trabicolo dove stendersi, coperto da giunchi, cuscini, tappeti e la vista è su kasteloriza, mito mediterraneo, solo a 6 km ma è greca e l’andarci é caro.

Qua è una figata e non me ne andrei più. Tutto è piccolo, qualcosa di piccolo finalmente. Prima sono sceso in paese con ciabatte maglietta e moto. Mi sembrava di sentire ancora i capelli. C’è poca gente e il posto ancora non è sputtanato. Ecchecazzo, difficile da spiegare: sono sul tetto, sotto un baldacchino tra i kilim, con le montagne dietro, davanti il mare e un anfiteatro, dall’altro i tetti di Kas (sopraciglio) e i passerini turki che fanno cip. Certo, Cip!

E c’era una coppia di australiani vecchietti troppo belli. Tra l’altro appena arrivato al porto mi aveva avvicinato un aussie sui 70 suonati che mi raccontava della sua pegaso a casa e della voglia di trasferirla in asia per farci dei giri..e poi è lui, ospite come me al gatto nero.

Poi c’è una sorta di ragazza di berlino est che legge Izzo, lavora più o meno qua (è la donna del turcomanager)e mi ha dato un mare di informazioni. Devo solo aspettare che il sole vada giù. Così va la vita no? E poi ho ricevuto dei gran complimenti per il mio inglese, chissà se sinceri o solo per pietà verso un italiano che si sforza…i dubbi con gli anglofoni non americani vengono sempre.

Domani mi andrei a fare un giro in barca, o a vedere le rovine di myra che è qua vicino. E come si fa dio bon. In questo periodo qui è meraviglioso. Giro come un serpente su questo coso di tappeti. La terrazza, dico terrazza è tutta per me. C’è pure lo stereo e ci ho messo i dyrty three. Sono all’ombra del tetto di paglia, c’è il sole, un leggero vento che insomma, appena accarezza. E adesso mi ascolto pure i DCD. E poi mi sono fatto insegnare la corretta pronuncia di einsturzende ecc.

Prendo la moto e me ne vado in giro per kas, tanto qua è tutto piccolo. La strada da Fethye a Kas è una costiera bellissima solo che per fare foto c’era troppo sole e poi ero troppo preso dal sentire l’odore della resina dei pini e il sapore del mare. Cerco di non scrivere di Kas, sarebbe rovinare tutto. Me ne vado in giro, non so che ora è ma il sole è alto. Mi dispiace lasciare la terrazza. Ma noi maschi sembra si debba sempre andare andare andare salire scoprire fare vedere capire. Posso cambiare ruolo? C’è qualcuno là fuori che vuole fare a cambio. Voglio fare il poliziotto non il ladro. Ladro di tutto quello che capita a tiro. Comunque nella drogheria generale mia ascolto cantara guardando kasteloriza. Dedicato a tutti quelli che scappano, era così, ‘nevvero? E io oramai sono in corsa e chi mi ferma? C’è qualcuno che mi possa fermare a parte me istes? Risposta: no. O forse si può fare come gli australi che scappano dal loro mondo per fare grecia turchia italia, ancora italia come trenta o quaranta anni fa, sorrento Napoli e quell’alberghetto che sperano ci sia ancora…

Bo

Cantara chiude il medio pomeriggio.

Clamoroso cambio olio moto. Avevo messo una schiefezza. Adesso ne ho messi tre litri nuovi spero solo che la spesa (35 mil) voglia dire bontà. Dice castrol per honda 4 tempi. Dovrei giocare in casa ma per me è roba da motorini.

Anfiteatro di kas: ce ne vorrebbero da noi e poi i greci li facevano in posti meravigliosi, tramonto da un lato e mare dall’altro. Già, sempre kasteloriza di fronte. Sempre.

1 maggio

e sono a Ucagiz, più o meno.Pronuncia difficile. Fa tanto caldo. Ma no, è solo il sole che picchia. Mi sono messo in lista per fare un giretto in barca ma sono solo e non so se arriverà qualcuno per dividere il prezzo. Ma dove sono i viaggiatori solitari? Arriva qualche corriera. Questo borghettino sul mare è pieno di rovine. Due alternative per le tombe liciane: o ci cacano dentro o ci buttano le interiora dei polli appena macellati e allora sono piene di gatti. I turki siedono scalzi, scazzati e indolenti a chiacchierare bere te ed aspettare la stagione col pieno di turisti. Per l’affitto della barca voleva 25 mil, sono sceso a 20 subito e penso che otterrò un buon prezzo e intanto mi faccio un te all’ombra.

Non mi interessa troppo vedere le città sommerse, ma ho voglia di entrare in acqua senza bagnarmi o prendere un coccolone di sole. Arriva un altro bus con gente triste dentro, in gabbia. Non hanno nessun contatto, nessuno. Già io ne ho pochi…I turchi son turki.

Ho comprato delle cicche turke e crolla un mito.

2 maggio

breve

son partito da kas alle 9.15 e sono arrivato a 20 km da Erdemil, a circa 50 km da Mersin. Sono le 19.35. Circa 650 km. Domani per arrivare al confine ne mancano 320, ma la gran parte sono strada larga o autostrada, solo che non ho più soldi per pagarla.

E l’udin? Vaneggio

Trascrivo il messaggio di miv:

che figo che sei! Diocan ti invidio. Qui piove o quasi e tu padrone del deserto. Mi vieni in mente spesso. Abbraccio. Antonio saluta. A presto. Miv.

Bon, stasera sacco a pelo. Passo dalla pensioncina bellina alla palazzina disfatta di periferia. Non ho idea di cosa ci sia qua intorno. Mi ispira poco. Solo che alle 19 la terza lavata che stavo fuggendo non la volevo raccogliere, così mi sono infilato qua e ho preso una stanza. Ha cominciato a slavinare. Oggi non ho fatto altro che togliere mettere togliere mettere.

Che dire, sono stanco morto. Buono il te turko, e anche le polpettine e i doner e i scic. E la frutta. Tutto in serra, pure le banane, quelle piccole. La strada, per lunghi tratti è stata una giostra. Peccato per l’asfalto, le buche e tutto il resto, cani che mi inseguono (2), tartarughe che attraversano (2) capre (1000) e la pioggia che è un casino, si va a 30-40 all0ora e la moto va dove vuole. Vetro bagnato. Comunque ho scazzato 4 o 5 curve ma solo perché mi è presa paura in piega, il che porta a frenare e a cercare di non uscire di strada. Ho mandato o invitato a cacare una quantità di camionisti. Le macchine sono pochissime. Pochi ne possiedono una al di fuori dei grosso centri. Grossi tipo Smirne o Antalia perché già a Kas che fa 10.000 non ce n’è. Mi sa che costano un fottio e poi fanno orrore sono tutte modello fiat ( ama ancora più brutte se possibile) o Renault 12 sw. Da immaginare . Stasera a letto digiuno. Non ho voglia di uscire uno. Non ho soldi due. Piove tre.

Praticamente ho fatto colazione, ho preso un cazzo di caffè al primo cambio abiti e ho mangiato un doner con coca alle 16.45 al secondo cambio abiti.

Due parole sui tipi al gatto neri. Lui turco 26 anni, classico furbino che però non capisce un cazzo. Direi che si pensa furbo. Ne ho visti in giro, ricordo india, ragazzi molto fieri di se a anche a ragione e poi questo è pure turko. Molto gentile anche se ogni tanto mi sa mi tirava occhiate…ma tutto occhei. Lei invece tedesca, un tantino persa che ha bisogno di un maschio così. Più vecchia di lui. Legge izzo e non capisce un cazzo di musica. Berlino est, DDR. Gentile ma rigida. Non rideva mai. Poi ieri sera se c’era miv c’era una francese per lui. Non molto interessante anche se di musica qualcosa ci chiappava, ma solo nomi…E poi mi stanno sul cazzo le persone con cui ci parli e dopo due minuti nominano il boyfriend, la girfriend il cazzofriend. Ma che cazzo. Qua si chiude la parentesi turca. Devo aver speso 650 mila, di cui metà in benzina super che è carissima

4 maggio mi sa, sabato forse.

Ieri allucinante passaggio di frontiera. Un’ora quella turca. Poi il peggio. Siria. E devo ammettere che è arrivata. Avevo abbassato le difese (sono ad Aleppo). Mi aspettavo rogne ma forse non così. Invece di metterci 2 ore sono passato in tre quarti e mi hanno fregato 20 dollari. Erano le due, erano in due, avevo fame e sete caldo e davanti una burocrazia infinita da percorrere, e così mi hanno avvicinato, me ne sono accorto di quello che succedeva e pace. Hanno fatto tutto loro. 70 dollari occhei, quello lo sapevo, carnet de passage per la moto. E alla fine mi fa: devi pagare ancora dei bolli e timbri e che ne so. E io che avevo anche 10 dollari ma non volevo esporre il malloppo, mi ritrovo un ventino in tasca e glielo allungo. Sissà, son ancora che aspetto in resto…e lui se n’è andato, tra le mie (poche) proteste, va verso la sbarra chiusa con una fila che arrivava in turkia, mi chiama e mi fa passare.

Poi arrivo ad Aleppo con una gomma a terra per non parlare dei rumori che mi pareva sentir arrivare dal motore…paura, verso Antiochia. Poi ad Aleppo, perso in questo casino di città. Bè, in zona pensionciine mi ha accompagnato un poliziotto su honda cbx750. Tutto pieno però mi hanno tirato dentro ad un ostello ne mi hanno fatto dormire in veranda, ma c’era troppo casino per strada. Occhei. Poi ieri sera falafel e un litro di succo d’arancia.

Stamani mezzo litro e una banana. Ok.

Qua da quello che vedo è pieno di russi caucasici che parlano arabo (sono anche biondissimi e albini e via così) arrivati qua tra le due guerre mondiali, tanti piccoli arafat, spilungoni brutti, donne nere iraniane, curdi e via così. Ho incontrato ieri sera due ragazze italiane che mi hanno detto di andare al monastero di mar musa. All’ostello sono gentili. Il manager è caucasico per nonna. Dice che per dove mi ha fatto dormire dovrebbe pagarmi lui…sacco a pelo. Cesso comune zozzo ma il posto è vicino al suq a alla cittadella che da fuori ho visto ieri sera. Impressione. Oggi mi immetto nella corrente al suq. La moto è in un parcheggio più che altro perché le stradine sono troppo strette per parcheggiarla…si mangia con poco e c’è tanta frutta buona. Tutti strombettano e guidano alla turka. Ho provato ad attraversare la strada intimando al flusso di taxifero di interrompersi: tipo che mi mettono sotto. Correre. Vabbè. Valà sono in siria. Che storia, quanti km. Comunque qua il sole da le botte. Solita storia. I tedeschi non socializzano e son brutti. Non è colpa mia.

Già, ieri quando pensavo di essermi perso mi sono fermato ad un distributore in mezzo al nulla turco, roba da film e mi sono messo a bere te con un curdo e un turco. Ci si capiva a gesti e parole: terim, acansukur, udinese, milan, iraq che loro pronunciano rrrc, il te era iracheno. Mezz’ora, una cicca e sono ripartito.

4-5

Aleppo

E’ pieno di gay

E’ pieno di donne nere

C’è il suq enorme. Ci sono i siriani accoglienti. Ho appena finito di parlare al gommaio, di Italia, Siria, Israele e soldi, naturalmente e di mogli, figli matrimonio.

Il caldo mi ha stancato e la cittadella non ho voluto vederla. Troppo caldo e non volevo salire solo per prendere una foto di questa enorme città. Voglio vedere come faccio a uscire domani. Ora la sera è magnifico. Un clima spettacolare col sole che cala e tutti smettono di lavorare, più o meno anche se penso che qui non si fermi mai nulla. Me ne vado e un po’ mi dispiace, Me la sono goduta questa giornata.

Le donne.

E’ la solita storia, che non mi va neanche di iniziare. Tinrobins sostiene che le hanno ridotte così perché erano potenti ed esuberanti. Sessualmente, s’intende. Forse, ma non queste. Sono vagoni neri che sfornano figli, distrutte. E antipatiche pure. Da vedere come sbattono i rifiuti per strada, con cattiveria, non so, non mi viene simpatia. Spingono poi. Ti mettono le nocche sulla schiena e ti buttano da parte. I maschi invece.

Il suq. Bo, sono più belli i mercati indiani, per dirla. Colore colore vita. Qui manca la donna cazzo. Ci sono tante cose squartate come se le avessero investite. Budelli gonfi dappertutto. Odori da immaginare. La roba bella non c’è. Manca gioia. Suq per sopravvivere non per scambiare magari qualcosina in più. Si passa dall’argenteria ai tessuti stampati anni ’70 piuttosto bruttini. Sangue ovunque, fumo asini maschi e donne nere che a tratti si provano i cosmetici. Nere ma con la faccia libera e truccata pure. Poco volto poi bum sgabuzzino nero fusti bidoni neri olio kerosenebenzinagrasso e grasso nero in terra officina pochi metri quadri 3×1 e lui disteso su due sedie nero nero capelli bianchi solo il volto vedevo punto punto troppa gente in terrazza.Stop

5 maggio

troppo stanco, Aleppo Deir ez Zur

6 maggio

supertopaia ma è tutto a posto. Deir è incasinatissima stile india. Fuggo, cerco un programma.

Palmira Libano Damasco Mar Musa Turchia 7-8 giorni grecia.

Vado via sempre senza resti, mi rincorrono sempre.Cambio a nero solito. Non riesco a partire. Che sole, che caldo. Mettermi la divisa da moto mi fa paura. E poi Palmira…significa andare contro sole…e il mio naso?

Ieri, viaggiando verso Deir da Aleppo ho fatto 400 km con una deviazione verso delle rovine bollenti in mezzo al deserto. Ho solo fatto in tempo a fare pipì prima che dal nulla è arrivasse il signor biglietti. Via!

Che strada! E poi mi sono fermato due volte. Assalto! Ho mangiato e bevuto gratis grazie al solito russo siriano, pazzo da legare. Arriva mi prende per mano e mi porta via dai ragazzini, verso il suo negozietto, dove mi da pane a aranciata con cui faccio a mezzo. Tutto quello che riesco a capire (oltre a tutte le risate che facciamo quando parliamo le nostre lingue diverse) è uidontlaikiuesei. Pace. Poi le solite cose che mi chiedono della moto, quanto costa, quanto consuma, la cilindrata, la velocità. Lungo la strada il nulla. Deserto con capre e qualche incomprensibile presenza umana sui bordi. Pecore e asini ovunque. Camion carichi di lana, a volte pecore, a volte pecore e donne. Gli uomini in cabina, poca galanteria. Sarà strana ma qua a Deir a 100 km dal confine iracheno ci sono anche donne colorate. E’ tutto più vivo, come sempre, lontano dai centri di controllo. Per quanto possa valere ci sono i trucchi e le truss a mercato, Il resto non cambia mica. Sporcacions! Cessi intasati e strade pattumiera, casino totale e sempre gentili.

Ma si baceranno questi qua? Me lo chiedevo venendo in moto. Sarà stato il caldo ma ho pensato: limoneranno? Adolescenziale temo. Non li vedo, non riesco, anche se spesso i maschi più vecchi hanno belle facce. Non riesco a fare foto. Pace.Non sono così gradite temo. Poi per me non c’è niente da comprare, tutto essenziale e bruttarello o poco trasportabile certo.

Ho sonno e caldo e la Giordania va in culo con questo clima e poi ho lo sterzo della moto che con tutte le buche che ha preso si sta fottendo. Non la controllo più tanto bene. Merda.

Palmira. In mezzo al deserto. Stasera smetto il sacco a pelo, l’hotel costa 5 dollari è pulito e sono gentili.. Tramonto dalla cittadella su Palmira e il deserto. Sembra cronaca ma è così. Poi com’è andata la tappa di trasferimento?. Bene, a parte gli ultimi 40 km che avevo la faccia in fiamme e non ne tiravo più. In 300 km non c’è stato un cazzo di niente, solo pali della luce (che vanno più di me) striscia asfaltata bene, niente buche e solo beduini colle tende e il bucato a stendere. Ma come fanno. Che vita. Vita vita vita. Pecore lana e agnelli e loro le pascolano nel deserto. Stanno distesi per terra e salutano.Potrei pensare: perché noi si corre, perché io corro? Già, perche io corro!. Ma mi viene così, oggi sono scappato per il caldo che ora mi fa sorridere dopo la doccia (la prima scalzo…) e per la sistemazione indiana. Il padronetitolaremanager però era simpatico: Se non altro quando sono arrivato mi ha riempito del solito te buono. E anche stamani, dopo la spremuta alla mosca. Mi sono alzato alle 10. Fino alle due a parlare colle italiane, ci inseguiamo da qualche giorno. Oggi ho accelerato e le ho mollate. Sono tenerissime. E semplici. Specialmente Stefania che si è persa per uno (altro) e deve avere meditato il da farsi a mar musa (sai lo avessero saputo gli altri meditatori di cose cosmiche).. 29 anni. Ride sempre e annuncia i cacconi. Davvero allegra anche se giù nella profondità non ci seguiremmo.Poi c’è Anna che ha 23 anni e questo basta. Mi ha ricordato quanto ero intransigente io alla sua età ( e lo sono ancora). Dura sulle posizioni anche se gliele sgretolavo. Riportava il discorso dove voleva. Si, via, la sinistra terzomondista che razionalmente non mi piace e che però…e non mi piace. Chiudo qua, questo non importa. Si, tra mani tese e sinistra giovanile e io non ci sto dentro neanche con l’unghia rotta dell’alluce.

Continuano a piacermi i posti piccoli. Li abbraccio meglio, altro motivo di fuga da Deir, che comunque merita, merita solo anche arrivarci e passare l’Eufrate. E ho capito che voglio andare.

Sto già pensando di rimanere qua due notti, è necessario per dare un’occhio alle rovine e magari domani sera buttarsi dentro a qualche wadi e aspettare il buio. Ma so anche che la sera del secondo giorno è tosta. Lo è sempre. Poi, parto per il Libano. Danno il visto gratis per due notti. Una sulle montagne l’altra bo. Beirut la salto, m’importa una sega a me. Mi butterò a Damasco.

Qua comunque la birra non c’è. Dico, poco male.fanno spremute, cinque arance intere per quella piccola. Ne bevo una e ci vivo fino a sera con l’aiuto di pane preso in strada tra le mosche. Già orrore, il pane appena esce dal forno bollente, piadinone grandi come pizze, lo buttano in terra, sui cofani delle auto, sull’asfalto, tra i rifiuti delle stradine. E poi io prendo il falafel arrotolato e spalmato colle mani dal russo zozzo e lo mangio. Mentre lui mangia dalle terrine colle mani le verdurine e poi ti prepara il pranzetto. Male non sto e chissà dov’è il signor streptococco…

Non ci sono molti turisti in giro. Mi hanno detto che quest’anno va male a causa del conflitto solito, eppure qua è tranquillo. Certo, l’altro giorno c’è stato il derby di Aleppo e se le son date: 5 morti e 1 a 1. Integralisti come si dice non ne ho visti. Oggi mi ha avvicinato la polizia. Welcome. E ho dovuto dare la mano a tutti e quattro.

Uè, mi passa davanti un matrimonio. La sposa è nel taxi giallo (mercedes stile turnè) con la mamma e strombazzano da matti. Qua tutto si muove e non riesco a catalogare tutto. Io che ho anche la patente internazionale e qua le macchine le guidano i ragazzini…Buona la zuppetta coi crostini e mò agnello riso yogurt lenticchie alla beduina ( a pranzo mezzo pollo con una sorta di kefir lattiginoso acido terribile).

Quello che vedo in strada. Bambino nel cestino davanti e affare a tre ruote a motore che emette versi spaziali. Oggi mi ha sorpassato un “autobus di linea” di quelli pieni di fronzoli. Totale: deserto con la strada che fa le pozze, 35 gradi. Particolare: io a 90 all’ora. Particolare: corriera a 180 all’ora. Bon, mi passa e comincia a strombazzare per…finchè la sento. Ma che strrombetti: roba da 20.000 watt. Sembrava un cartone animato e mi ha fatto ridere. Un bus contento.

In 4 su un 125, uno sul serbatoio. Uaz, again.

La tv la tengono sempre accesa a manetta nei locali però mi sa che non la guardano tanto. Sono tutti fuori a chiaccherare, però le donne sono ai giardinetti, non sedute ai baretti.

Allora, riso allo zafferano agnello a pezzetti, pistacchi tostati e lenticchie da unire a yogurt e a una insalatina mista speziatissima. Eccezionale. Si chiama beduin mansaf.

E ora con la testa piena delle belle notizie che arrivano dall’apparato digerente si sta bene ( ho mangiato bene e non era kebab che è sempre buonissimo).

Chiamare in italia non è facilissimo, ho preso una scheda. (ma alla fine è possibile)

7 maggio

mi fermo un’altra notte a Palmira, del resto mi sono alzato alle 11. Acquisto kefia e sembro un di loro, dal collo in su e senza orecchino. Dopo breve discussione col ragazzino 3 dollari compreso il cerchio e lunghe istruzioni sui modi di indossarla.

Si cambia abitudini. Pure io. Il mio stomaco. La mattina praticamente bevo te con banana e spremuta e vado avanti forse fino a sera, dove e quando ceno.

La carta di credito la prendono solo che costa di più…la benza unico modello costa 900. Bo.La moto va. E poi ora che saranno le due di pomeriggio mi fermo pure io, non capisco perchè loro sono tutti appollaiati all’ombra e io coglione in giro. Mi rimuovo alle 5 verso le rovine.

Deve essere brutto girare in gruppo. Ci sono molti camion inglesi piuttosto che altri che girano dappertutto in medio oriente. Il camion arriva si ferma, escono in gruppo, mangiano in gruppo e parlano solo tra di loro. E’ come se fossero a casa. E pensare che una volta volevo andarci pure io. London-Cape Town. Con questi non si entra in contatto e tra l’altro non mi dispiace molto. Voglio dire, se non entri un pò giù, dentro, non ne vale la pena, che poi è già difficile comunque. E’ vero che c’è un’ospitalità davvero impressionante, però sono abbastanza rigidi. A me sorridono, parlano in un certo modo però poi se possono fanno volare gli ordini, magari al ragazzino di turno. E poi si conferma quello che insomma io sapevo già ed era intuibile, ma che anna l’italiana non voleva sentire. Ai siriani i giordani stanno sul cazzo. L’unità araba esiste come per tutti, davanti ad un nemico comune, diverso in tutto: ovvio Stati Uniti, Israele non lo nominano neanche per sbaglio.

Vedo gli inglesi, si sono comperati la kefia ma nessuno gli ha insegnato a vestirla . In effetti io sono moooolto elegante e in moto tiene fermissima. Sono le 15, mangio umus buono, kebab buono ma gazzosa e il solito caffè turco.

Le italiane, ma non ti sento bestemmiare al caldissimo sole in mezzo alla piazza di Palmira. E io dormirei.

Domani completo il giro del deserto siriano. L’ho attraversato tutto ma non ho potuto infilarmici dentro, da soli è da matti. Comunque è una meraviglia anche solo attraversarlo su asfalto. Oggi non ho fatto nulla. Tramonto, tanti tè, sterratone tra le spine dei mandorli selvatici. Ecco come vorrei disfare la moto, se non succede prima. Una desertica in fidata compagnia. O Iran. E’ bello sentire quanto si è distanti dalla partenza. Senza aerei. Io e le italiane eravamo a Deir ez Zour: loro avevano fatto 5 ore di bus e io ero arrivato a 4000 km. e li ho tutti quanti in testa. So dove sono e la moto che si sta personificando tanto rapidamente quanto perde colpi è quà sotto, Adieu palmira. E bello dove sono. Arrivato.

Stamane mi alzo. Che coma, 7.30 e sono pieno di sonno. Esco per un te: deserto. Paese vuoto, freddo boia, sole e tutto chiuso. Trovo della frutta e rientro in albergo. Hanno scazzato tutto e sono le sei del matttino. Trasferimento!

Parto. Mangio una banana. Verso homs (brutta) me ne mangio un’altra. Bon. Poi vado vado salto il crack dei cavalieri che vedo da lontano e mi prende prima del confine libanese la fame. Trovo solo un ingrosso di un pò di tutto e mi prendo una mega scatola di marie. Mi fermo un pò ma proprio non ci si capisce. All’improvviso compare il confine. Faccio il visto gratis da due soldati libanesi quasi simpatici dopo avere passato incredibilmente in fretta la barriera siriana. Un bordello comunque.Ed ecco i soliti soldi da sborsare senza ricevuta che un tipo si mette direttamente nel taschino. Io non so se sono funzionari o che altro. Sta di fatto che all’ultima barriera prima del libano mi fermano i soldati e mi fanno chiaramente intuire un “ ma dove cazzo credi di andare?” Tiro fuori i doc della moto e comincia la solita storia. Comunque sono simpatici. Alla fine mi chiede di pagare i timbri ma io non ho il becco di una lira libanese. Al che accetta anche le residue lire siriane, 500.

Ci sono poche storie da raccontare, si paga e via.Dopo mezz’oretta compare il mare libanese. Ho caldo. Allucino. Baraccopoli e discariche per km in riva al mediterraneo coi bimbi che fanno il bagno in una spiaggia dove c’è tutto…ù

E arrivo a Tarabulus, Tripoli, che sembra bella, incasinatissima e bollente. Ovvio che finisco in mezzo alle bancarelle. Temo di non uscirne più.Ho fame sete e niente soldi. Comincia la ricerca di un bancomat. Alla fine, stremato mi fermo sudato e dal casco faccio uscire un “bank!” ed un negoziante seduto fuori dal suo negozio mi prende mi fa lasciare la moto e tutto e mi porta a piedi in banca, dove cambio 70 dollari. Si torna e dico a Moammed con cui non mi capivo di bere qualcosa e che volevo offrire. Certo, solo che paga lui e mi da il suo cell semmai avessi bisogno in futuro. Poi mi indica la strada per Bciarrè e parto. In un’oretta passo dai 30 gradi e più a fare le nuvolette col fiato, tra i residui cedri del libano. Decido di proseguire anche se sono cotto. Scendo di nuovo sa Bciarre con l’intenzione di trovare la strada per Balbek, visto che da lassù la strada diventa impossibile. Invece mi rimandano su, quella è la strada. Altro che Stelvio. Arrivo a 3000 tra muri di neve alti metri, posti di blocco armati e freddo boia, nuvole e nebbia Arrivato in cima tutto si apre: da una parte le alpi libanesi e dall’ altra la vale della Bekaa. Mi autoscatto e scendo tra la neve. Non ne tiro più. Gli ultimi km verso Balbek sono un patimento e ad ogni buca è una bestemmia. Comunque è buffo arrivare allo stremo. Infatti costa. A Balbek socializzo due minuti coi libanesi e vado a dormire nell’albergo del 1874 di fronte alle rovine romane. Vogliono 40 dollari… ‘na sega. E alla fine tratto per 20 una stanza in fondo a questa bella casa. Mi stendo sul letto e mi sveglio alle 21. Vado a mangiare per inerzia schifato o perché devo, telefono a Beirut e rientro e vado a letto morto.

Già, durante la salita lo sterzo non va. Mi fermo da un tipo ma non capisce, gli faccio stringere due bulloni ma penso e spero siano i cuscinetti andati . Lo fermo prima che mi disfi la moto, aveva cominciato a prendere a calci la gomma…Per fare benza, e gli indico il serbatoio, ha tentato di aprire il tappo a forza. Dio boia, fermati, ci vuole la chiave. Punto.

9 maggio

Beirut.

Come traffico il peggio immaginabile. Già. I posti di blocco regolari e irregolari. Non ne parlo , tanto mi ci sono abituato. Poi a Beirut c’è il mare, tra l’altro dire “come il mare di Beirut” potrebbe essere un’idea per dire qualcos’altro…è un rognone e loro (chi?) ci sguazzano come stronzi. Non c’è aria di donne. Solo maschi. Avrei anche voglia di entrare in acqua ma come si fa…

Poi ai libanesi stanno sul cazzo i siriani ma non i giordani: peccato a questo punto non sentire i giordani. L’igiene però è uguale per tutti. Allucinante. Comunque per strada le donne sono svestite. E fanno bene, sono bellissime. Dè, basta scriverlo che mi passa davanti un rospo, sul lungomare, le corniche, Avenue de Paris. Comunque a Beirut non ci starei più di un pomeriggio. E così farò e devo fare. Se non mi presento alla frontiera domani non so cosa succede. Ho un visto di 48 ore più che sufficiente.

Le strade

Quella che porta qua…i sorpassi sono in 4 fila, le macchine mi si appiccicano al culo e suonano. Ci sono i camion che scendono in prima e i trattori contromano. I cani in mezzo nelle solite condizioni. L’asfalto non c’è. Dove c’erano i posto di blocco sono rimaste le cunette. Bestemmie. I taxi sono tutti siriani e su di loro cade la maledizione libanese per l’inquinamento.Alcuni hanno i fanali. Le tedesche sono targate libano. Sono le 16.15 e speravo che sul lungomare ci fossero più palme. Scotta. Maschi, solo maschi pure sul lungomare. Proseguo.

Comunque non si racconta. Mi sta sul cazzo questa città. Allora, i posto balenabili hanno la guardia armata. Controllano le auto quando entrano cofano motore e bagagliaio. Poi intravedi le sdraio e sopra sui tetti sforacchiati le ronde con le mitraglie. In divisa, esercito. Le auto parcheggiate fuori non le avevo mai viste. Roba americana presumo. Comunque oggi ne ho mandato a cagare uno che deve avere capito perché ci siamo fulminati. Sono pazzi furiosi, stavo per finire in terra , anzi stavamo…poi se li passi ti stringono…ma chi cazzo comanda qua?

 

E’ vero, i taxi son tutti uguali, mercedes siriane degli anni 70, i primi.

Scene di traffico: paura.

La pensione home valerie, terzo piano. Fa schifo e il tipetto, nonostante l’inglese perfetto è antipatico, una bestia stupida, giovane. Il bagno presidiato dai militi ho scoperto essere quello dei militi appunto, delle mogli…Ci sono ancora edifici coi buchi delle granate alcuni sono ancora abbandonati. La gente non è un gran chè. E le sbarbe occidentalizzate dentro i mercedes e bmw a guardarle bene…e poi hanno tutte i capelli come la regina di giordania. Hair style noor è un cult.

Il caldo passa e tutto rimane brutto lo stesso. Niente appelli per Beirut. E’ fin meglio assai milan…

Ma quello che mi preoccupa è riuscire a uscire da Beirut domani senza finire in Israele..già, poi sono l’unico ospite della topaia, 5 dollari.

Mi ha appena chiamato quel coglione del baco. Enrico sono a Beirut. Tanto paghi tu. 3 minuti, pagare biondino. Avevo appena finito un polletto in fretta e furia con borussia feyenord in tv. Stile macdonald ma almeno era pollo, pane buono ,patatine e bibitone gasato per 4.40 dollari, caretto mi sa. E ora aspetto sua maestà il ghiaccio. Staremo a vedere. Aspetto appoggiato ad un muro tutto sforacchiato. Mi sono rotto i maroni. Le montagne? Stile alpi, ma in medioriente, tutto un po’ disfatto. Fa impressione. I manufatti umani non sono invitanti, almeno quando li ho visti uscire dalla nebbia. Non calmano, non si integrano. La natura vince e in malomodo.

Questa città è l’esempio di una cosa: quando si comincia da zero con il capitalismo. Un orrore. Basta averci o fare quattrini. E se li hai fai punto. Quì non c’è l’acqua, non ci sono fogne, i cessi non esistono e m’immagino il resto. Ci sono solo le lucette che brillano. E fanculo. Perchè in fon do Aleppo è uguale, anzi, no. Però per i servizi si. Ma almeno gli è rimasta ho ha sempre avuto un che di figo, ai miei occhi. La gente è più figa. Non so, ma è così. Ridono cantano e ti guardano quando preparano il falafel…che brutto ‘sto capitalismo. Qua si vede un sacco, 100 volte più che da noi. E una cosa comune c’è. Non si chiacchiera con le persone, come da noi. Che schifo. Qua in basso Beirut non ci sono neanche i poveri, penso li mandino via prima che possano farsi vedere. Nessun ambulante da cui comprare pane o frutta. Mac è presidiato come pure la scuola americana. Fa specie vedere gli studentelli seduti in cerchio a farsi i cazzi loro e a due metri militari in armi che li proteggono mentre sparano cazzate. Mentre aspetto questo appuntamento (che salterà) arriva un furgone pieno di donne. Le puttane russe di Aleppo sono arrivate fino a Beirut. Poi passano cinque minuti e ne arriva un altro uguale. Penso: non sono puttane, sono libanesi e vanno al bar. E io vado a letto.

10 maggio

Non avevo troppi dubbi ed eccomi di nuovo a casa siria. Che liberazione.

Oggi è successo.

Batteria scarica, vado a pedale. Vedremo quanto si suda. Poi stamani carico la moto dei bagagli nell’atrio del condominio pensione dove dormivo. Soliti gradini da scavalcare. Ovvi che mi si spegne. Tiro giù il pedale per scalciare, mi appoggio al cavalletto e il cavalletto non c’è . Vado giù in terra e spacco lo specchietto e lei sbrodola benzina, un lago in pochi secondi. Penso 1 secondo, stacco tutto e faccio il solito sforzo nervoso per alzare 200 kili. Ne risento al braccio destro. Lascio la pozza di benza. Lascio Beirut con tre (!) stop a chiedere. Poi la vedo dall’alto col suo cupolone di gas nero, alle 9 del mattino. L’inferno. Sono teso, mi fa ancora paura. Arrivo alla frontiera senza problemi. I libanesi fanno tutto in 20 minuti. I siriani no. Faccio un’attesa terribile. Passo da uno sportello all’altro. Senza pagare. Strano. Arrivo all’ultima barriera in moto. Mi fermano. Giù dalla moto. Documenti e carnè de passage. Ci siamo. Rogne. Nwe arriva uno poi due e poi quello che sa due parole d’inglese per dirmi problems mr. Angelo e mi dice che i doc non valgono. Altro 70 dollari dice. Mi siedo disperato e dico che non li ho. Mò basta. Dice che manca un timbro, e che quando sono entrato dalla turchia quei maneggioni che mi hanno fregato, lo hanno fatto due volte… Questo mi minaccia quando io alzo la voce, cattivello e grosso più che altro e in più ora i siriani sono …siriani dio boia. Poi ne arriva un altro e scazzano, si scornano. Alla fine arriva, mi sorride e dice che vuole aiutarmi e tutto il resto. Mi fa correre via come si fanno correre i gatti, io, ovvio schizzo come uno selvatico.

Felice arrivo a damasco in poco. Mi fermo una volta, arrivano i soliti siriani e uno mi chiede cosa cerco…era il manager dell’hotel dove le italiane mi avevano prenotato una stanza e mi ci porta. Ritrova Anna, Stefania è a Bosra. Conosco Kamal il sudanese dei caffè e delle colazioni, mangio due formaggini, due uova caffè te e pane. Conosco pure Antonio, chiacchierone sardo e fotografo free lance appena tornato dall’Iraq. Io mi stavo spegnendo dalla fame ma prima di non capire più niente mi racconta cose orribili dell’embargo e dei bimbi, Pace.

11 maggio

damasco senza foto. Non ho più voglia. Ho voglia di ripartire. E’ così. E allora crco il passo giusto e un programma.

Oggi sono stanco e non ne ho per nessuno, sarà che non ho dormito, comunque domani mar musa, poi Antakia e il 14 sono a Goreme…

C’era ieri pomeriggio e c’era ieri sera tardi. C’è oggi. C’è sempre quel cazzo di bambina a quell’incrocio. Metà Matilde. Che batte le mani seduta, rannicchiata che guarda qualcosa e i suoi occhi non li incrocio mai. Davanti ha una scatola di cartone con sopra 4 cose uguali. Non so, sembra sabbia. Mi piace pensare sia sabbia. Dio cane. E che sia lì per scherzo a vendere sabbia. Non penso o penso che alcune cose siano più giuste di altre. E io vado in moto e lei sta ferma lì. Finchè anche lei sparirà sotto un velo E io mangio per due da Abuazz e in tv lo spilungone parla con mubarak. Deve essere una bella testina vuota. E mi guarda sempre, un incubo. Due piatti di umus (melanzane tritate e bò) piattone di insalata, due intermezzi sotto forma di fagottino, carne e formaggio e sei stecche di kebab misto a verdura grigliata. Basta. Caffè, please.

Comunque questo Abu vicino alla moschea in mezzo al suq è lussuoso ma non è spiacevole, ci sono solo siriani. Ho fatto due tentativi per entrare…c’era da passare un corridoio stile macello pieno di liquami. Poi però si sale sul tetto coperto di drappi e la luce è bella. E finalmente c’è colore. Due donne velate fumano imbarazzate dopo che si dono fatte accendere da un uomo, cameriere ma uomo. E ridono. Così và a damasco.

Sei milioni di persone Il centro è bello ma si vedono le case dove abita la gente, arrampicate su una montagna franosa senza un filo di verde. Un vero formicaio. E adesso il caffè, ho aspettato il deposito. Bono. Il migliore per ora. E 5 dollari, nulla. E poi sarà la 5 volta che mi rincorrono per consegnarmi la lonely planet. Devo esserci poco affezionato, del resto quel posto lo definiva orribile. Ciao dimask.

Ho cominciato ad assorbire la parte brutta di damasco. O forse comincio a veder quello che si vede dopo un po’. Sì, i turisti quando si trovano parlano di strade, roviner, castello, alberghi, prezzi. Pazzi!

Ho visto la mamma velata della bambina dell’incrocio. Ho capito che era lei perché le ho guardato troppo la figlia. Un po’ troppo e all’improvviso mi sono sentito degli occhi addosso.

E poi il resto. >I poveracci che vendono aria e io che ho fatto 4500 km e domani metto l’olietto italico dentro…Ho visto pure lo studentello di modena fidanzato colla palestinese preso con l’arabo che mi ha regalato gadgets antiamericani. Vabbè. Anche loro vogliono un nemico che abbia un nome e un volto. Io penso che il nome ce l’abbia ma il volto no. Tuins.

E questo è l’inno del corpo sciolto, lo cantiamo noi che si …

Messaggi conservati.

Sono contento che sia figo. Ti ho cercato un paio di volte. Vai piano. La moto funzia? Ci sono fighe? A presto. Tieni un diario? Ciao Miv

Anche io, Un po’ gelosa della fidanzata di ferro. Mò stai sempre con lei.

Ti saluta tua madre. Tutti bene. Io non saluto. Allungo le mani e sogno un po’ con te. Ciao ang un bacio tutta la notte e per tutta la siria.

Chissà dove sei questo primo maggio. One kiss

E PER UN SOLO DOLCISSIMO UMORE DEL SANGUE PER LA STESSA RAGIONE DEL VIAGGIO VIAGGIARE TI BACIO

Ecco, viaggiare per viaggiare. In silenzio, senza troppo rumore. E vedere giù, sotto. Avevo già guardato sotto. E oggi senza guardare ho sentito. Quello che c’è. Non sono cazzate. Arriva. E mi metto a piangere (quasi, via…)

Lo so che dimenticherò il volto di quella bimba, che assomiglia alla figlia Sara di Toni da piccola. Con gli anni. Come ho forse dimenticato il volto di Rita e Anita, le due bimbe indiane. Ma dimentico perchè quei volti non ci sono più, non c’è neppure il mio di allora. Rimane l’impronta, ecco. E io non ci posso fare niente.

12 maggio

bono bono ieri e io ne esco intossicato. Provo a partire istes. Ci vado contro allo stomaco.

13.5

per punti.

mi sono intossicato sul serio. Infezione. Vado ad antibiotici. Stomaco spezzato.

Mar musa: il monastero è affascinante. Arroccato nel deserto, se possibile. Arrivo all’1. Boia, non ci vedevo dal male e in più dovevo fare a 30 gradi 100 metri di dislivello. Mezz’ora di dolore con lo zaino appesantito e vestito da moto. Nero e peso. Arrivo e mi danno una stanzetta scavata a mezzo tra la roccia. Mi arrangio. Sacco a pelo. E’ la stanza peggiore…mi dicono niente soldi niente passaporto manco fossi un delinquente. E la sera scendo pure a mettere xl in garage. Quì economizzano. Pranzo alle 3, cena spuntino veloce e colazioncina. Il capo e padrone di casa è Paolo, frate gesuita romano, un bestione, ovviamente simpatico all’esterno. La struttura è composta di tre parti separate (maschi femmine comune). Mi indicano i cessi per maschi (avevo già adoperato quello delle donne) della parte comune, il castello vero e proprio Dormo tutto il pomeriggio. Distrutto. Poi dalle 5 alle 9 non c’è nessuno (c’è un sacco di gente stile cp international) e sto tranquillo nella terrazza tenda a picco sul deserto: tutta mia. Poi dalla chiesetta esce al buio un rompicazzo e mi fa: vieni? NO. Passano 10 minuti e torna alla carica. Mi porta in chiesa. Bella. Solo candele in terra e tappeti. Sono tutti seduti sui cuscini e non c’è un officiante per la messa. Silenzio. La suora (vestita come una donna qualsiasi, benedetto tom robbins) mi mette ai piedi una candela accesa e mi porge una bibbia in italiano. Prendo la bibbia, la apro e la richiudo. E’ scritto in piccolo e senza occhiali da lettura non provo neanche a…Li guardo, sparsi sul pavimento. Sembra una piccola moschea non fosse per gli affreschi.Messa in arabo. Poi Paolo dice in italiano giovanni 2.3 e qualcosa. Ci sono solo io di italiano… Passano dieci secondi di silenzio e mi trovo gli occhi della suora addosso e le risatine degli altri nelle orecchie. Al che io gli dico: mi state prendendo in giro? E paolo fa: no, è che dalla tua reazione pensavo lo sapessi a memoria. Mi sa che dovevo cercare qualcosa nella bibbia. Eccheccazzo!

Per entrare nel castello c’è una botola, bisogna piegarsi sulle ginocchia. Un cunicolo e pure lungo, Tega nella schiena istantanea. E aspetta a rialzarti! Alla cena serale non ti invitano. Arraffi. Capisco a arraffo ma la panza patisce.

Ad un ora imprecisata della notte mi svegliano i crampi. e una dolorosa voglia di caccone. Ovvio che non dormo nel castello ma vicino alle capre e ai cani. Mi vesto, accendino (per fortuna sfumacchio) e scendo il sentierino su rocce lisce da usura verso il castello per usare il cesso. E non ti trovo il buco d’entrata sbarrato! Panico e budella. Dov’è un altro cesso? Me la faccio addosso,è la volta buona. Penso: gliela mollo qua ma non vedo un cazzo e poi sono l’unico col mal di pancia, mi beccherebbero subito… e poi fa pure vento e freddo, 1340 m slm. Insomma, torno mio loculino, prendo un sacchetto di plastica, esco e ci cago dentro in compagnia di stelle e cani. Che roba e fortuna che tiene. Spero non risucceda per via che ho finito i sacchetti. Mi porto tutto in “camera” e deposito. La mattina glielo piazzo non so dove e chi se lo ricorda. Scopro altri cessi dove passo mezza giornata. Che vista!. Comincio a prendere vitamine e miliardi di batteri italiani per lo stomaco e antibiotici.Dopo una colazione forzata, panzer bettini insegna, mi copro la testa e comincio a camminare. Devo uscirne al più presto. Cammino un po’, montagna, fatica. E mi viene fame. A pranzo spazzolo tutto quello che posso e in parte mi rimane dentro.Poi ricomincio e vado a cercare le capre disperse e le trovo. Poi eccomi qua alle 19 circa solo (sono tutti a meditare) che ascolto i giardini di mirò mentre il sole se n’è andato, Domani parto.

Tutti gli ospiti di mar musa si ricordano il mio nome. Un classico cp. E io di loro manco uno a parte butros che è un monaco senza la 4 rotella. Per davvero.

Brutta gente gli ospiti. Finti buoni o solo stronzi. Preti americani sposati (ai eingelo) fiche brutte marò che prendono appunti quando Paolo tiene conferenza. E io sono l’unico assente.Arrivo dalla camminata che sono tutto in cerchio che parlano, gli fanno domande, ma prima devono raccogliere una pietra che sta nel mezzo. Boia quante stronzate che muovono.Comunque controllo i muscoli della faccia (almeno su quelli mantengo un certo controllo) ma mi verrebbe voglia di togliere a qualcuno quel cazzo di sorriso idiota dal volto. Vabbè, poi Paolo a pranzo si siede casualmente vicino a me, mi da una pacca sulla gamba dicendo il mio nome. E poi mi dice: è interessante tutta questa gente, verò? Glidico semplicemente di no. Aggiungo che mentre parla c’è gente che annuisce a prescindere e che certo, lui è simpatico ma come si fa…io gli dico che non parlerei mai ad un manipolo di persone, eccheccazzo. Ma eccheccazzo non lo dico espressamente. Cazzo, son tutti d’accordo, facile, no? Mi chiede cosa mi interessa a me. Gli rispondo che non è interessante e neppure importante. Alla fine mi da dell’individualista (che prendo come complimento) e gli dico musica per non esagerare e dire elle e moto o solo elle, che verrebbe anche un sex drugs e roc…

ma ha una bella casa e questo glielo dico e gli dico pure che la vorrei tutta per me, e allora si che gli ospiti sarebbero interessanti.

Pensa che vita: arriva un pacco di gente che non vuole altro che sentirti parlare. Quando non c’è la massa cp è fico per davvero, triste e silenzioso. Le stelle sono belle e stanotte ha pure fatto due gocce. Comunque questo Paolo (gesuita)è un dritto. Comanda lui. In mezzo alla Siria. Ha pure acqua luce e internet. Anche in mezzo al nulla, niente di vivido intorno, i cattolici o cristiano o religiosi che siano riescono ad intristire. Ridono poco e su cose che non capisco. Peccato. Ecco ritornano e mi invadono. Mi sa che non sono territoriale nonostante cachi come tutti loro messi assieme.(comunque davvero a mar musa, nonostante quello che ho scritto quando ero là, potevo fare quello che volevo e nonostante tutto mi hanno invitato ripetutamente a rimanere)

Già, a damasco ho visto altri motars. Due kiwi al giro del mondo e un non so ché partito dalla namibia col becco (bmw gs 1150). Comunque tutti dovrebbero vedere le facce che rovinano questo luogo (Mar Musa(. Serissssime. Quante s? Due di troppo? Tolgo. SS.

E parlano solo di cose …ehm…importanti. Me ne vò. Franti.

Comunque il vento nel o del deserto è una storia. Storia di inversioni. Termiche. Anche in india a Jaselmer al tramonto ascoltai questi franti. Che sia un tantino ossessivo? L’unico fico tra gli ospiti è un giapponese, tutto vestito di nero, reboc al posto dei sandali, zainetto al posto di borsacce di tela zozze, occhiali scuri che non molla mai e superbaffi con superpizzo da 30 cm.

Look donne: pantaloni militari o gonne lunghe catolikfric, magliette o camiciole, occhiali e capelli senz’anima. forse per questo sono religiose: sono senza anima e la vanno cercando. Ovvio che non hanno niente di femminile.

14 maggio

Mar Musa Antakia, 415 km con un tè e tutti sotto la pioggia.

Va bene, chiudo il capitola mar musa. Quello che mi da noia è lo sforzo che fanno a parlare con tutti e a sorridere a tutti. Niente di male, no, anzi… solo che le cose vanno più o meno così: quando dico a paolo padre che non mi sembra interessante quel’accozzaglia mista di bipedi ovvio che lui mi chiede cosa trovo interessante, al che mi rifiuto di cominciare una discussione che so dove và a finire. Lui insiste e io gli dico che mi interessano cose davvero banali rispetto ai loro discorsi cosmici. Al che mi smollo e magari qualche cosa gliela dico e allora comincio. Mi interessa la …e ci interrompono, anzi, mi interrompono. E io rimango così. Poi si libera e concentrato mi chiede cos’è che stavamo…. E io lo interrompo e gli dico: niente, solo la mia vita e chiudo restituendogli la pacca. In realtà non gliene frega nulla (giusto) degli altri ma fanno vedere che non è così. Bo. Basta.

Ora sono ad Antiochia, ho begato un po’ per trovare la pensione, solo a selcuk nella topaia avevo pagato così poco. In compenso mi hanno fregato al bazar al solito succo d’arancio ma ero troppo cotto per qualsiasi reazione. E’ buffo, ti stanno fregando e li lasci fare. Quando sono antipatici i turki. Alla frontiera siro turca ho ribeccato lo stesso che mi aveva fregato. Da non credere. Ci ha riprovato. E ho capito come funziona. Lui corrompe tutti.Alla banca, dico, bank si sono rifiutati si cambiarmi le lire siriane e di darmi lire turche quando la legge proibisce l’esportazione di moneta locale. Così lui mi ha proposto il cambio, tasso di merda. Allora io ho cominciato a sventolare sotto al naso del banchiere i soldi imprecando in italiano, ma niente. Allora ci siamo mandati a fanculo tutti quanti.Poi in uno dei 2000 uffici turchi dove son trapassato ho cambiato. La frontiera turca in uscita prevede tre fasi: Uno: ingresso, dove scopro che mi avevano registrato e dove mi accolgono con una fetta di anguria. Fico!

Due: polizia, registrazione moto, dogana e per strada uno che mi dice che si ricordava di me (col mitra) e vai vai pure e l’altro che mi dice no mio sa che…un ragazzino che mi prende tutti i documenti e li da ad un funzionario e gli spiega pure come fare e dove firmare…questo per arrivare alla fase tre: ultimo cancello in uscita con ritiro e controllo di tutti i timbri e documenti e dopo due ore e mezza sento la parola magica: finish.

Occhei. Antiochia. Sono morto. E faccio uno sforzo per tenere dentro il kebab con enterogermina. Tra ieri e oggi mi sono fatto otto milioni di spore…e nonostante tutto è bellissimo guardare la mappa e progettare la tappa per domani, fino a Goreme. Se il tempo tiene ce la faccio, sennò c’è da impazzire.

Msg: poipanzerbettinidocuitquasiokbudella…cos’è, siriano? Stai bene? Poi ti chiamo. Ti più.

15-5

Goreme. Che storia questo posto, è magico. SOS restaurant carino ma il vino, il primo, è marsala, del resto siamo in montagna.La turkia è un’altra cosa rispetto alla siria. Risotto in bianco a parte, pollo cotto al forno con sughetto peperoni appena accennato e un po’ di formaggio sopra, in un recipiente bollente di terracotta, e adesso illy per vedere che effetto…comunque è la prima cena o il primo pasto decente in 10 giorni (di digiuni e falafel siriani).

16

com’è bello qua! Che strade, che curve! E che luce. Ieri per due volte hanno cominciato a parlarmi in turco.Che vor dì? A mustafàpascia mi si è appiccicato uno. A Goreme un altro che voleva fare pratica di italiano e poi mi parla in inglese. Ma saranno strani.

Oggi pomeriggio provo ad andar per regali, sarà dura, sembra che i prezzi siano in dollari…ho appena finito di mangiare nella piazzetta di mustafà e adesso vado per città sotterranee. Domani parto ma non penso di riuscire ad arrivare ad Istambul, 800 km! La spezzo. Oramai sono di rientro anche se si sta bene in Cappadocia. Mi manca elle. E cerco un programma.

14.12: ora in mezzo alla Cappadocia mollo tutto. Sono stufo di girare. Faccio fatica e ai camion oramai alzo il dito. Medio. Torno a Goreme e mi spaparanzo.

Tutto bene, questa regioneè bella. Solo sono un po’ appiccicosi, sarà che non ci sono troppi turisti o sarà che sono alle volte quando sono stanco non li sopporto. E non ho forza per evitarli ed evitare le conseguenze.

E invece ci sono un pacco di cose ce cominciano a darmi noia. Già, perché in Siria non c’erano turisti e qua sì e sono stanco di vedere le giapponesi bere nescafè e gli australiani pagare senza contrattare. Oggi mentre ero in terra immerso in tovaglie e kilim arrivano delle aussies e con dei calzettoni in mano mi hanno chiesto quanto costavano. Gli ho solo detto se pensavano che fossi turco e allora imbarazzate mi hanno chiesto da dove venivo. Italia. Ah, Israel. Maccheccazzo!

Durante la spesa ho bevuto due bicchieri di bianco di cappadocia, non malissimo ma la testa…

Le nippon al ristorante urlano e si dimenano a causa di un gatto che gira tra i tavoli. Ma penso: alla vista di un cazzo, che fanno?

Comunque a 1300 metri la sera, con un golfino si mangia fuori. Meraviglia della latitudine. E che pace. E mentre le giap si dono fatte portare la calcolatrice io penso che a damasco il pane me lo regalavano. Sedef restaurant, malino.

INCONTRO

Simpri salvadi. Comincia così, con questo in testa. La Cappadocia richiede punk e melodia. Grinta sulle strade. E io guido, solo, contento e con quella canzone di cui non so le parole e che mi fa prendere le curve….chissà da dove l’ho tirata fuori o chi lo ha fatto per me.Sono in riva al mar nero con un caffè turco, ora.

E poi torno indietro. Era deciso. Questo sì. E tanto poco che basta. Comunque non ho visto niente. Nervi. La mia moto: è tutta spunzoni, pesa 170 kg, poi ci sono 20 kg di benza 4 di olio 60 di me (ho perso qualcosa per strada) uno zaino, una valigia di regali e un pesante bauletto con tanta roba pper la moto più che per me. Se riuscissimo a diventare una cosa sola saremo anche 300 kg. Quando vado a 100 ho una buona energia cinetica, in genere la dissipo coi freni che si scaldano.

Il movimento era perfetto, elegante quasi. Beige direi.

Gli specchietti. Uno è fisso, rotto, riflette lo zaino aggrappato dietro. Lo guardo. Immagine fissa, perfetta, ci rientro con una spalla. Provo a spostarlo ma mi ridà la stessa immagine riflessa. Arancio e viola con fettucce. Zaino al vento. L’altro invece non riflette. Da qualche ora rimanda una immagine in movimento, Circolare, violenta, che ho in testa. E decelero. Ma è da matti andare a 70in una autostrada turca. Smetto di guardare lo specchietto e la rimetto a 100 e cerco movimenti davanti a me. Nssuno.

Nessuno davanti

Nessuno dietro nessuno nell’altro senso

8 corsie vuote. 1450mslm

 

tre secondi, three seconds e ci incontriamo. Lo vedo finalmente. Saranno 40 metri non lo so. Metà opera. Metà opera, perfetta. Ora siamo in due Decisi. Simpri salvadis. Lui, più di me. Io non interesso al mio interlocutore

1 secondo

mi faccio sentite. Bip. BIP.

1 secondo e mezzo. 30 metri. ¾ dell’opera. Perfetta.

Perché. Perché dobbiamo incontrarci?

Dopo due ore mi fermo. Ho fame e quant’altro.Mi bevo un te. Come ora, alle 19.05 sul mar nero in un luogo che non riesco a pronunciare.

Mangio e c’è un cucciolo. Ieri sfamai un canone enorme. Fumo. E’ la prima volta che un cucciolo mi evita.

2 secondi. Mi unisco. Chiedo ai miei compagni di viaggio di andare assieme, di incontrarsi all’unisono. Vi voglio. Bene.. Negli incontri importanti non bisogna disunirsi. Mai. Allora chiedo al serbatoio di stringersi sulle mie ginocchia. Lo fa. Alla schiena di unirsi al kilim a cui si appoggia da ore. Bene.

Le mani

Le mani si fondono, ma una alla volta. Gli ordini di unione sono lenti. Sono mancino. Il cervello da ordini destrorsi. La destra stringe. Non ho più guanti.

2 secondi e ¼ e l’altra mano non reagisce.E’ lenta.

I piedi fermi, il destro immobile sul freno, come sempre. Freno che si è logorato per questo.Il sinistro…si appoggia su uno spunzone da vedere. Acciaio pieno di piccole guglie quasi appuntite dove lo scarpone da montagna fa presa. Solido. Niente ordini allora. Fermi così.

2 secondi e ½.

La destra riceve un piccolo ordine, così, assieme alla colonna vertebrale.. Per la spina è semplice, spostati, torciti ma facci andare tutti a destra. Brutto da vedere, poco elegante.

Dall’altra parte i movimenti beige non subiscono variazioni. Lo notiamo tutti quanti.

Chi stabilisce gli incontri? Quando?

Non ho paura, siamo 300 kg. E a questo punto contro 40. Si, 40. Che si muovono a 20 all’ora. 300 per 100 contro 40 per 20. Le posizioni però sono importanti. Posizione. Luogo. Angolo. Ed è per questo che

2 secondi e ¾ la mano destra si torce fa male. Bang! Moto traslatorio. C’è spazio per farlo e per andare in culo a chi ti vuole fare incontrare altre storie. Lo faccio e mi sembra di alzare il dito medio.

3 secondi

i due movimenti si evitano. In culo. Barriera di alluminio. Torco la testa, la ruota davanti è passata. In culo.

3 secondi.

Io non faccio nulla, alzo una gamba, giro le spalle per rientrare nel mio movimento.

Salto, sobbalzo, vibro. Ma non faccio nulla. Un rumore secco, dopo. Non sento niente. Un richiamo forse. Sbando con violenza. Ma uniti rimaniamo in traiettoria. Come volevo.

Guardo avanti. Cosa succede. Guardo nello specchietto. Un movimento, circolare violento. Rosso e beige, ruota in aria e cade in terra dove ruota gira gira veloce.

Ci siamo incontrati lui e una parte di noi. La pedaliera e prima la ruota che schizza tutte le plastiche e poi le marce.

Quel rumore: spavento. Non ha ragionato e se lo faceva era meglio. Cerco la leva del cambio ma non c’è. Si è spezzata.

Simpri salvadi. Io sono qua, il canone no. Sono in 4 com’è possibile?

Gli ho spaccato la testa. Ce n’è dappertutto su di noi. E lui rotea rotea. Non mi fermo. Capisco che non posso e che abbiamo subito danni.

Il cuore si secca. C’è il sole e vado avanti paralizzato, da quel vagito che mi sembra di sentire ancora e che ho sentito, da quel botto e da quel volare in cerchio che lo specchietto continua a riflettere.

E’ successo

 

Mi fermo dopo tanti km, quando i nervi mi mollano. Polizia. Niente da fare. Mi arrangio. Riparto in 4. Il motore frigge.Esco dall’autostrada. Al primo meccanico scappo via.Poi vedo tante motorette e…un’africa tuin e mi fermo, honda service. Mi smontano tutto, mi danno da bere ma la mia storia è normale. Mi chiedono solo se ho le gambe a posto. E’ solo una chiazza in più. Simpri salvadi. Mi ungono la catena, non mi fanno pagare e mi mandano via.

Mi sono volati via un po’ di pezzi. Penso anche di vedere il cane rannicchiato a tentare di frenare dopo avere tentato di passare prima di me. Era tardi, era troppo elegante, troppo salvadi.

Qualcuno deve pagare per questo. I movimenti non sono regolati bene. E io gli sono andato in culo. Un incontro frontale era la fine pure per me. Per lui era uguale.

Se frenavo lo beccavo pieno. Fine.

Terzo te. Nero. Ciai. Dovevamo fermarci in due. Ora io sono a credito. Ma visto che non credo, la statistica mi aiuta. Non deve succedere più.

E appena finisco di tremare mangio. Quel movimento da giostra infernale che durava durava non va via. Ha sentito che finiva ma non si è accorto quando.

E io che sono salvato salvadi penso all’altro e che non c’è solidarietà tra noi. E se potevo fare di più? Potevo solo finire con lui a roteare sbalzare urlare. E io è un pò che sto zitto.

msg

sono contenta che la senti perchè davvero mi sono fatta angelo in questo mese poi per il resto sono sempre io. Preparati, mi tramonto con te.

E ora davanti a questo mar nero pulito, un mare che non c’era prima e io sgrammaticato sono qua ora e tutto è superfluo. e non mi da neanche pensare troppo questo appuntamento mancato di qualcosa.

Akcakoka. 550 km da goreme.

In questa cittadina di mare fuori stagione ci sono solo io. Però continuano a parlarmi turco. Si fanno la barba dopo cena, Giocano a carte. Tutto aperto fino a tardi, come dappertutto. Notte.

New eday

dal mar nero a Katerini, sull’Egeo. 12 ore, compreso il passaggio frontiera. Due pieni e 950 km.

Sono felice, in spiaggia seduto coi piedi nella sabbia, una birra. Dormire alla spiaggia costa. ma la bolgia di Salonicco non la volevo.Poi a dire il vero ero cotto ma avrei continuato, anche se ho fatto bene a fermarmi, ero nervoso. comunque quello che mi ha fermato è il solito problema, merda. Il caccone. Oggi ho mangiato due pezzi di pane e il solito te al benzinaio. Ma è troppo bello andare. Se avessi una moto più veloce e comoda…Sono sotto l’olimpo che parte dal mare e sale a tremila con la neve. All’andata pioveva , oggi c’è il sole. Dal mar nero al mar egeo. Tuins.

Il mare odora di vacanza. Sembra anche pulito. Anche il nero alla vista non era male.

Faccio appena in tempo a beccarmi un pò di sole alla schiena di questo tramonto disteso.

Sono pulito e per la prima volta metto i gins. Non ho scelta. Un paio di pantaloni si sono rotti e li ho buttati e gli altri li ho usati un mese e sono osceni. me li ricordavo rosa e non…

Bello lavarsi dopo avere guidato la moto 12 ore. Che sogno che bellezza viaggiare viaggiare. Sono a più di 7000 km. Ma non è tempo di bilanci.

Già, pago 25 iuri a dormire. E’ ok. Non avevo voglia di cercare altro. Però è vero che io gli spacco tutto a sti cazzoni. Asciugamani in terra è la regola. Però è piacevole dopo un mese di batteri estranei.

Non mi da noia dormire nella polvere, no. Però è pure bello doccia spiaggia (il contrario di qualsiasi cristiano) birra tramonto. Non ci sono pesi addosso. Anche perchè nelle traversate non mangio. Oggi in 12 ore sono passato da un film di kiarostami sul mar nero a questa grecia commerciale ma poco affollata che parla inglese. Dove solo il dormire forse costa un tantino troppo. Ad Aleppo dormì due notti per 6 dollari, Che storie che lacrime solo al pensiero. E ora sono qui, nella sabbia tutto dentro, con le mani e i piedi ad ascoltare l’egeo e i pescatori. Il mare.

Tutta questa strada e sono sempre qui. Domani mi aspetta la mitica strada tutta curve e montagne. Per arrivare. E se ci arrivo in tempo, e ci arrivo, provo l’acqua di Igumeniza.

Per dire. Oggi in queste 12 ore sono passato dall’assenza di donne alle donne greche nude.

Cosa ti combina un confine alle volte. Ed entrambe le condizioni o situazioni non sono un gran che ai miei occhi, anche se, senza doppi sensi, preferisco la seconda.

Ho appena finito tutto questo se qualcosa è. E ho messo i piedi nel caldo egeo.. dopo qualche migliaio di km in riva ai mari nero egeo e mediterraneo, gli ho dato i miei piedi.

Questa è da considerarsi una fine. Stop

Ora non ho più pensieri né spazi. Comincia il ricordo.

Angelo

 

 

 

 

 

Notti e pranzi

Salonicco: Ariston hotel

Canakkale: hotel Askin, 10 milioni in doppia con cessi fuori uso…era l’anzac day e non c’era posto da dormire da nessuna parte, Colazione infame. Voto 4

Izmir: cicek palas, singola con bagno, pulita, 10 milioni. Voto: 6

Cena: dort mevsim et lokan-tass, all’aperto, bene.

Selkuc: pensione deyra, dietro il distributore shell. 5 milioni, porchetta ma ok. Voto 6. Entrare a efeso costa 15 milioni.

Fethiye: Inci pension, 10 milioni. Pulita, bella vista, terrazzona e molto gentili. Colazione ok. Voto 7. Cena al ristorante zeki.

Kas: pension korsan karakedi. Pulita, bella, anzi, bellissima, grande atmosfera, grande vista, tranquilla. Voto 9. Da starci un mese.

Cene sempre in terrazza…tra alcol e grigliate con gli altri ospiti.

Aleppo: Spring flower hotel. 300 sterline siriane per due notti sul divanetto d’ingresso. Grande atmosfera, terrazza e tutti simpatici anche se un tantino gay…donne sole al sicuro dunque.

Cene e pranzi e colazioni in strada.

Deyr ez zour: hotel al jama al arabia. Uno schifo ma è l’unico. Atmosfera grandiosa e manager gentilissimo con un buonissimo inglese. Voto 8 comunque.

Palmira: citadel hotel, 250 a notte, europeo come standard…alle donne fan la corte comunque, parlano un italiano corrente, tutto occchei.

Cena allo spring restaurant, beduin mansaf buono. Invece al Palmira restaurant hanno provato a tenersi del gran resto…ma narghilè buono.

Balbek: the palmyra hotel per 20 dollari. Insomma…voto 6.5 perchè ero cotto, ma c’erano solo turisti brutti…e ricchi!

Beyrut: pension home valere terzo piano. Uno schifo a 5 dollari, ma schifo col gestore nazistello e antipatico….

Damasco: Al haramain hotel. Costa poco, mi sa 200 o 300…la camera si divide, tipo ostello anche se io ne ho pagata una doppia intera (350) perchè non avevo voglia…cesso commune pulito, bellissima atmosfera ma occhio alle camere più esposte sono calde e rumorose. Comunque figo. Voto: 7.5. Prenotare.

Cena : abu all azz, ottima ma con intossicazione. Peccato, era pure pulito…non saccio. (250)

Antakia: shekir palace, 5 milioni. Occhei. Senza voto, serve a dormire…pulitino, via ed economico!

Goreme: Paradise pension. Tutto bene, parlano anche italiano per chi ne ha voglia. 14 milioni, 10 iuri. Voto 7.5.

Mar nero: sul lungomare, tutti puliti ed economici, almeno fuori stagione, ad akacioca…

Katerini (paralia) hotel olimpus, 25 iuri soliti…

 

Photo Gallery

Grecia, Turkia, Siria

a cura di Angelo

 

 

 

 

da bciarrè a balbeek

 

in mezzo, tra deir e homs

 

da qualche parte in siria

 

a kas, in turchia

 

suq halab: aleppo

 

traffico halab: aleppo…

 

interno mar musa : dentro il monastero…

 

da fuori…sempre il monastero…

 

 

 

I diritti sulle foto sono dell’autore

 

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