Sahara.it

Sahara.it

il sito dedicato al sahara, alle sue genti ed ai suoi viaggiatori

Tunisia 2003

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

“MOTAMIS” Africa 2003

Diario escursione Motociclistica (8 moto + 3 auto) In Tunisia
19 aprile – 2 Maggio 2003
A cura di Zio Lillo

…….. anche questa volta abbiamo messo in atto il ns. piano conquistando alla grande Borj El Kadra! l’Africa è stata ancora una volta il ns. obiettivo.

ecco il nostro viaggio in cifre:

Km. totali 2818
Asfalto: Km. 1860
Pista: Km. 958

TAPPE
19 Aprile, Moncalieri – Genova A/R Km. 375, qualche goccia di pioggia in autostrada ed all’imbarco
20 Aprile, Tunisi – Le Kef  Km. 195 Pioggia al ns. arrivo, subito placata dopo qualche minuto (3 ore di guida) Hotel Leklil
21 Aprile, Le Kef – Douz Km. 363 Tempo bello, un pò di nebbia sul Chott (6 ore di Guida) Hotel Mehari
22 Aprile, Douz sosta per rifornimenti ed attesa delle guide e dei permessi necessari a proseguire il raid
23 Aprile, Douz – Ksar Ghilane, 1°campo: Km. 126 dalle 9,30 alle 17.00 (7,30 ore di guida)
24 Aprile, Ksar Ghilane – El Borma, 2°campo: Km. 257 dalle 8,30 alle 17.00 (8,30 ore di guida) 1° campo tra le dune vicino alla sorgente sulfurea.
25 Aprile, El Borma – Borj El Kadra, 3°campo: Km. 223 dalle 7,00 alle 16.00 (9 ore di guida) 1° vera giornata di sola guida su dune e sabbia.
26 Aprile, El Kadra – Pista per Remada 4°campo: Km. 292 dalle 8,00 alle 17.00 (9 ore di guida) campo “selvaggio bordo pista”.
27 Aprile, Pista per Remada – Tatauine, albergo: Km. 142 dalle 8,00 alle 13.00 (5 ore di guida) Hotel Sanghò
28 Aprile, Tataouine – Ksour (visita alle fortezze granaio – Djerba, albergo: Km. 283 dalle 9.30 alle 17.00 (4 ore di guida) Hotel 4Saisons
30 Aprile, Djerba – Hammamet, albergo: Km. 469 dalle 8.00 alle 18.00 (9 ore di guida) Hotel Continental
2 Maggio, Hammamet – Tunisi, porto: Km. 93 la Carthage ci attende.

 

Rifornimenti carburante: Douz – Ksar Ghilane – El Borma Km. 383
El Borma (via El Kadra) – Thiaret Km. 376
Thiaret

Rifornimenti Carburante: Douz – Ksar Ghilane – El Borma Km. 383
El Borma (via El Kadra) – Thiaret Km. 376
Thiaret

Abbiamo tra i 27 ed i 63 anni ed abbiamo un formidabile collante in comune, la passione per l’Africa e le due ruote.

Sabato 19 Aprile 2003 s19aprile
La partenza da Moncalieri (dal nostro punto di ritrovo convenzionale, il Lavaggio di Franco) prevista per le ore 11.00 ha avuto 30 minuti di ritardo.

Nini, con performance eccellente, sale sul tetto del Rocky , dove per l’occasione si è provveduto a costruire una grossa vasca in alluminio per sistemare  tutto il carico  velocemente. Si procede secondo norma, bagagli dentro l’abitacolo, tende, sacchi a pelo e ricambi per le moto nella vasca sul tetto.

Alla partenza 8 moto:

1 KTM 640LC4 (Guido),
2 Honda XR600 (Tino e Massimo),
1 Honda 400 (Carlo),
1 Nuova Suzuki DR400 (Corrado),
1 Yamaha WR400 (Andrea),
2 Husquarna 610E (Franco e Maurizio)

e 3 fuoristrada:

1 Rocky 2800 Turbo (Livio e Beppe),
1 Patrol 3300 Turbo (Nini e Mary),
1 Defender 110 3500 (Sergio e Paola).

Il paese è in festa, gli Sponsor accorsi numerosi ci acclamano a gran voce, saluti, baci ed abbracci e via in autostrada alla volta di Genova, Claudio che guida la moto di Andrea, Gianni e Davide (con molta invidia) ci accompagnano fino al porto con la loro auto per assisterci alla ns. partenza, eravamo bellissimi tutti noi pronti per il deserto, .

All’uscita dal primo casello (Villanova) ci fermiamo per raccogliere i biglietti di ingresso e fare un solo pagamento all’uscita di Genova, guarda caso c’è una pattuglia di polizia che vista l’allegra brigata  viene a trovarci, qualcuno si avvia….scappa  inosservato, mentre i poliziotti notano immediatamente la targa del WR400 troppo alta,  ci consigliano di abbassarla altrimenti ci faranno il verbale, Guido con i suoi attrezzi provvede subito alla risistemazione legandola con un pezzo di fil di ferro e via con tanti saluti ai due poliziotti che contraccambiano il saluto con un sorriso sotto i baffi.

Durante la sosta si ferma pure un auto, l’autista si avvicina chiedendoci chi siamo da dove veniamo e dove andiamo, se visitiamo il sito di Soloenduro , si presenta: è Polpo,  che con grande entusiasmo scambia convenevoli sulle moto e sul giro che intendiamo intraprendere, avrebbe seguito la nostra comitiva molto volentieri, ci salutiamo dandoci appuntamento sul sito Soloenduro.
Dopo qualche Km. Ci fermiamo per il rifornimento alle moto con minore autonomia e fermata fisiologica per tutti.

Ore 14.30 siamo al porto di Genova pronti per l’imbarco; Tino e Massimo vanno a comprare il pane per il pranzo, intanto arrivano altri mezzi fuoristrada equipaggiatissimi, effettivamente, noi, a parte il Defender, sembriamo proprio degli scappati di casa con pentole e fornelli che spuntano dai bagagli stipati nel Patrol dove è accumulata tutta la nostra dispensa, ma noi, noncuranti di questo fatto ci apprestiamo al pranzo con salumi e vino.

Siamo in attesa dell’imbarco sul piazzale del porto, la Carthage ci attende, imbarco alle ore 16.15, moto e Patrol al 4° piano, Rocky e Defender al 3°, nelle cabine ci si dispone alla meno peggio.

Finalmente un pò di relax, al Bar dell’ 8° piano abbiamo fatto i conti e diviso tutte le spese, dando una somma di denaro a Franco come riconoscenza per aver fornito il fuoristrada di appoggio guidato da Beppe e dal sottoscritto. Alle ore 21.45 Italiane finalmente si mangia (ore 20.45 Tunisine), abbiamo prenotato il ristorante di bordo per la cena del 19, colazione e pranzo per il 20, abbiamo un pò sonno e così ci stravacchiamo sui divani e poltrone del bar in attesa della cena.
Sono le 23.15 Italiane quando abbiamo finito di cenare e ci apprestiamo al bar per i successivi caffè e Thibarine (liquore digestivo composto di alcool, zucchero, ed erbe aromatiche), passiamo tutti i bar della nave fino a quando uno ad uno chiudono i battenti e ci mandano a nanna, sono le ore 2.00 Italiane.
Corrado, che ha mangiato troppa arissa (salsa di peperoncino molto piccante), ha la sciolta, non fa altro che correre ai servizi in continuazione.

Domenica 20 Aprile
Nella ns. cabina siamo in 3, io e Nini sotto, Yoko (Maurizio) sopra di me.
Yoko dice che sono noioso perché quando scende o sale dal letto gli tiro i peli delle gambe (Se gli tiravo gli altri chissà cosa diceva/faceva!!), alle 7.00 Tunisine si va a colazione e poi qualcuno  di nuovo a letto per un pò, alcune passeggiate sul ponte fino all’ora di pranzo previsto per le 12.30. Tutto OK, ora si sbarca in terra d’Africa, alle 15.30 scendiamo dal traghetto, poi dopo un pò, riusciamo finalmente ad attraversare la dogana.

Al porto ci raggiungono Beppe ed Andrea, arrivati in aereo qualche ora prima, ricomposto il gruppo, via verso Le Kef, prendiamo la strada ed al 1° distributore facciamo benzina alle moto ed al distributore successivo le auto più la moto di Franco, proseguiamo il viaggio, incontriamo numerose pattuglie di polizia, l’ennesima ci fa segno di fermare, chiede se siamo tutti italiani e ci saluta con una stretta di mano (mai successo in Italia!!) dopo qualche metro, dietro una curva, incontriamo un hotel, dove pernottiamo, ci attende la cena Tunisina a base di insalata ed agnello e pollo alla brace, la colomba portata da Torino e la bottiglia di grappa bevuta con lo zucchero scecherato. Tutti a nanna alle 23.00.

Lunedì 21 Aprile
Partenza per Douz via Gafsa, solito battibecco mattutino per capire qual è la strada da percorrere e poi via verso il 1° distributore di benzina, pieno a tutti, si và.
Il paesaggio si trasforma, questa zona e’ tutta molto verde: campi di grano già spigato a perdita d’occhio, ho rivisto dopo anni i papaveri, i fiordalisi e la camomilla, che si fondono in declinazioni cromatiche meravigliose.

Giunti a Kasserin dobbiamo deviare verso Feriana, ma Nini ed alcuni motociclisti che sono davanti e sempre senza cartina pensano bene di infilarsi nel paese (trovando la scusa che dovevano fare benzina), allora li aspettiamo, come sempre appena ci si ferma subito vengono verso di noi ragazzini che chiedono qualunque cosa si possa dare, abbiamo qualche pacchetto di biscotti e cioccolato che si distribuisce, intanto arrivano i dispersi e proseguiamo il viaggio, Feriana, Gafsa, El Guettar e poi la pista indicata sulla cartina che dovrebbe attraversare il Chott verso Kebili, ma finisce dopo 15 Km. e ci tocca tornare sull’asfalto. Si attraversano alcune colline, un controllo militare dove ci fermiamo a chiedere informazioni sul percorso fino all’attraversamento del Chott ancora allagato, quindi non percorribile in fuoristrada, raggiungiamo Kebili dove facciamo ancora una sosta per il rifornimento di benzina, ricompattiamo il gruppo e proseguiamo per Douz dove arriviamo nel secondo pomeriggio, l’Hotel Mehari ci aspetta, prendiamo possesso delle camere e poi via nelle piscine: una di acqua sulfurea e l’altra normale, preferiamo la seconda e ci immergiamo più volte con scherzi e dispetti a tutti, anche Beppe che non è capace a nuotare si ritrova nell’acqua profonda, quindi Massimo si esibisce in un salvataggio all’uomo da vero bagnino (esibizionista!!).

Martedì 22 Aprile
Oggi riposo, dedichiamo la giornata alla visita di Douz, alla conoscenza delle guide che nel frattempo ci hanno raggiunto con il proprio mezzo (Mazda Pick-Up 2900 Turbo) con il quale provvederanno a fornirci assistenza e gratificarci di cenette berbere durante il viaggio e fornirci le taniche per il trasporto della benzina, fare alcune compere (farina e sale per la preparazione del pane arabo che le guide ci prepareranno nei prossimi giorni, bacinelle di plastica per il lavaggio delle verdure e la preparazione delle insalate).

Alcuni motociclisti (Massimo, Tino, Andrea, Maurizio e Corrado) si esibiscono in attraversamenti di piccole dune presenti nei pressi dell’albergo utilizzando il GPS che si sono portati per non…….. capire come funziona, infine di nuovo tutti in albergo, Tino lamenta un eccessivo consumo della corona della sua Honda XR così procede alla sostituzione anche del pignone e catena, (Forse causa di un disallineamento tra pignone e corona).
Io e Franco andiamo a far visita ai tre motociclisti (Bartolo, Enrico e Fabrizio) che abbiamo già incontrato sulla nave, anche loro dalla provincia di Torino, hanno delle belle moto (1 Ktm 950 grigio più stradale ed 1 arancio Racing quello potente più 1 Africa Twin ed 1 Ktm 525) scambiamo alcuni convenevoli d’obbligo, e relazioniamo sul percorso da intraprendere il giorno successivo, intanto Franco si fa un giro con il K950 stradale (chiamiamolo così) le impressioni sono molto favorevoli (è una bomba, non riesci a farla stare con entrambe le ruote a terra) e ci diamo appuntamento per il giorno dopo davanti al ns. Hotel, anche loro vengono con noi (voglio proprio vedere come Bartolo se la cava con il K950 arancio!).

Mercoledì 23 Aprile
Dopo le foto di rito davanti all’albergo, finalmente si parte, la guida ci mette subito alla prova per capire quali sono le ns. caratteristiche (come ce la caviamo con le dune), subito rimane insabbiato Nini con il Patrol, allora si decide di prendere la pista (Tollondule’) verso Ksar Ghilane, ma dopo qualche decina di Km. Sentiamo un Pssssss!!!, abbiamo bucato la gomma posteriore sinistra al Rocky, la prima sostituzione di pneumatico di una serie infinita (i pneumatici a ns. disposizione non sono idonei al deserto, hanno poche tele 4 anziché 9 ed il battistrada è notevolmente consumato, quindi non possono durare per l’intero viaggio), subito sostituita e via di nuovo, ad un certo punto la sabbia (dune) ingoia la pista e le insabbiature di auto e moto non si contano più, Guido, il più possente, prende in carico l’Africa Twin e si esibisce in numeri non malaccio,  il suo pilota (Fabrizio) è cotto, Guido per riuscire ad uscire da situazioni impervie ce la mette tutta e ci riesce egregiamente,  Corrado si pianta con la ruota anteriore dietro una duna e cade con la sua DR prendendo una botta sulle costole, si lamenterà per un bel pò……. (per tutto il viaggio fino a casa e anche oltre). Dopo alcuni passaggi incantevoli su dune piuttosto compatte si arriva in un accampamento berbero dove per la misera somma di 21 Dnt. ci forniscono un pò di insalata Tunisina, pane arabo, 12 Coca Cola ed un the alla menta, dopo esserci rifocillati si riparte tra le dune, Guido prende in carico il K950 arancio di Bartolo e si esprime in numerosi passaggi piuttosto complessi per la mole del mezzo. Finite le dune ritorna la moto a Bartolo e si riprende la sua K640, ritroviamo la Pista ed arriviamo a Ksar Ghilane.

I 3 motociclisti (Bartolo molto capace con il K950, Enrico con il K525 e Fabrizio con l’Africa Twin) ci salutano e ritornano a Douz via strada (la loro invidia nei ns. confronti scorre a fiumi).
L’oasi è ospitale, troviamo una sorgente (grande pozza) di acqua calda (38°c.), fantastico, preparate le tende per la notte ne approfittiamo tutti per un tuffo ed un bel bagno, intanto Nini e Mary preparano la cena (Pasta al sugo pronto, insalata di fagioli, frutta sciroppata il tutto rinfrescato dal vino che ci siamo portati appresso, infine caffè e grappa di moscato), dopo qualche ciancia tutti a nanna.

Giovedì 24 Aprileg24aprile
Svegliato alle 5 locali dal russo di Yoko, mi alzo e vado al bagno, intanto si alzano tutti ed al mio ritorno facciamo colazione.

Constatiamo che la riparazione fatta al pneumatico la sera precedente non ha retto, chiediamo alla guida di trovare qualcuno in grado di riparla alla meno peggio dai danni della foratura (squarcio) del pneumatico causato il giorno precedente fornendo una camera d’aria, facciamo benzina ai mezzi e via verso il distributore che alla buona (con taniche di recupero) ci fornisce la benzina necessaria al proseguimento del viaggio (120Lt. PS: di sicuro quella fornita non era tutta benzina ma anche un pò di gasolio non richiesto, evidentemente il benzinaio ha confuso qualche fusto e Sergio ne ha poi riportato le conseguenze con il suo Defender nei giorni successivi). Carlo XR400 (Cantarella), il più prudente, fa il rabbocco (meno di mezzo litro),  il gestore invece richiede il pagamento corrispondente a 5 litri, discutiamo il prezzo assolutamente elevato 1 Dnt. Litro, carichiamo la ruota di scorta riparata e ripartiamo per El Borma.

Franco, Husky610, perde la targa della moto non ritrovandola più, dopo qualche decina di Km. di nuovo fermi la moto di Franco, sempre lui!…..  perde acqua dal radiatore sinistro, l’interferenza con la marmitta ha bucato la vaschetta. Tutti fermi, Tino con gli attrezzi e Guido di supporto smontano tutto: sella, serbatoio, radiatore e si ripara in poco tempo con alluminio liquido fornito da Sergio “grande!”  intanto Nini con un martello modella il collettore di scarico cercando di lasciare un pò di luce in modo che rimontando il radiatore non vada di nuovo a contatto, si rimonta il tutto e si prova, bravo “Tino & Company!!” lavoro perfetto. La moto di Massimo XR600 mangia un pò di olio ed è sovente alla ricerca del barattolo per il rabbocco, continuerà così per tutto il viaggio.

Dopo qualche decina di Km. anche Beppe, a sua volta (sfortunatamente anche lui), squarcia un pneumatico, il posteriore destro del solito Rocky (sicuramente presumeva di esserne immune!), sostituita la ruota si riprende la via fino ad El Borma dove smontiamo la ruota squarciata precedentemente e quella sostituita ora di scorta, le facciamo riparare alla meglio facendo montare un rinforzo interno per evitare che la camera d’aria vada a contatto del terreno e possa sostenere la pressione dell’aria interna piuttosto elevata. Visto che le abbiamo squarciate entrambi e siamo un pò in ritardo sulla tabella di marcia chiediamo al gommista se è possibile affrettare il lavoro ma ci viene risposto che l’attività da effettuare a nostro carico ha una priorità bassa rispetto a quelle dei fuoristrada che arrivano dopo di noi in quanto a loro dire appartengono ad una cooperativa e quindi hanno la precedenza. Finalmente provvedono alla riparazione ci fanno un salasso per il compenso (24 Dnt. ci hanno proprio preso per i fondelli), partiamo per il pernottamento sulle dune ed ecco che Beppe si produce in 1, 2, 3, insabbiamenti in pochi metri………, molto alterato dalle osservazioni ricevute dai compagni motociclisti sbotta con numerosi improperi (ho consumato 5 fuoristrada, possibile che mi si debba dire cosa e come devo fare?) ed abbandona la guida del mezzo. A questo punto entro in azione io che con estrema destrezza mi improvviso in un driver della Dakar, riesco ad uscire dai problemi di affondamento precedenti ed arrivo fino al campo acclamato da tutti i compagni, scendo dal Rocky piuttosto esaltato e mi esprimo in gesti imperiosi.

Dopo discussioni tra Nini e gli altri decido di spostare il mezzo sull’altro versante della duna (sottovento) ed il Rocky si insabbia inesorabilmente più volte, decido quindi di  scaricarlo e poi procedere al disinsabbiamento con le piastre per uscire dall’impiccio, parcheggio il mezzo su un terreno più compatto, una radura di pietrisco vicino ad un pozzo di acqua calda e puzzolente vicino al Defender (che percorrendo il mio stesso tragitto aveva pennellato le dune con la sua mole senza alcun problema di insabbiamento). Montiamo le tende poco distante, intanto le guide ci preparano la cena Berbera (minestra di fave, cipolle e piselli con agnello), molto gustosa, dopo cena il solito rito del caffè, the, grappa e a nanna dopo qualche ciancia.

Venerdì 25 Aprile s25aprile
Di primo mattino si parte per Borj El Kadra ed iniziano le prime vere piste di sabbia percorrendole in 5^ ridotta ad 80 Kmh. Alla fine di questa corsa l’ennesimo avamposto militare dove controllano ancora una volta i passaporti, un pò di attesa e poi via tra le dune, salti e sobbalzi per l’intera giornata, per ben 2 volte rischio di piantare il Rocky nella sabbia di muso, ma me la cavo con l’accartocciamento del paraurto anteriore e qualche ammaccatura al parafango sinistro, il Patrol guidato da Nini invece subisce il quasi totale distacco del paraurto posteriore (questi guai sono dovuti al fatto che Nini va sempre davanti senza la possibilità di avere le indicazioni delle guide), le moto invece sono sempre intorno ma si tengono a notevole distanza per evitare possibili collisioni, solo Cantarella, cercando di rendere più spericolata la guida nel deserto, cerca ostacoli, tagliando la strada prima all’uno e poi all’altro rendendo precaria la sicurezza sua e dei compagni di viaggio, comunque le moto non hanno mai avuto problemi a parte l’XR di Massimo che oltre ai rabbocchi di olio ogni tanto si ferma e gira male (filtro dell’aria sporco!), ma poi comunque riesce a proseguire il viaggio senza grossi intoppi.

Ad un certo punto del viaggio ci accorgiamo prima Sergio tramite il suo GPS cartografico e poi anch’io tramite il GPS installato sul Rocky che siamo ormai da un pezzo in terra Algerina, allora avvisiamo le guide che provvedono immediatamente a correggere la rotta aggirando alcune grandi dune, (bellissimo, evidentemente il giorno prima o nella notte in quella zona era piovuto, e la poca vegetazione era diventata verde e rigogliosa, era cresciuta l’erba ovunque, risalendo e scendendo le grandi dune lo spettacolo variava in continuazione cambiando le tonalità dal verde tenue dell’erba appena nata al più intenso della vegetazione più adulta, sembrava quasi di attraversare i prati delle nostre colline, il terreno era compatto, da sabbia dava una sensazione strana, scivolosa quasi come se sotto le ruote ci fosse fango), ci siamo riportati sulla via maestra.
Carlo, XR400, in questo ultimo tratto di dune, si accorge di aver perso il cavalletto della sua moto, causato dal distacco completo del supporto dal telaio, così per tutto il resto del viaggio dovrà parcheggiare la moto appoggiandola a qualsiasi cosa (Tranne al Patrol di Nini seguito intimidazioni per insignificanti graffietti agli adesivi degli sponsor!).

Arrivati ad El Kadra altro controllo di passaporti da parte dei gendarmi locali, la riconsegna dei documenti è prevista per il mattino successivo. A qualche centinaio di metri c’è un grande lago di acqua stagnante e quindi le zanzare fanno festa non il ns. sangue, ne porteremo la conseguenza per alcuni giorni. Mentre ci accampiamo nel cortile di un bar fuori dalla zona militare, una delle ns. guide seduta al tavolino si sente male ed entra in una crisi epilettica che durerà per un pò di tempo, ma poi tutto passa, ritorna normale e lo mettiamo a letto in una stanza annessa al bar, intanto noi proseguiamo l’allestimento del campo, mentre Nini e Mary come sempre provvedono alla preparazione della cena, qui abbiamo anche la possibilità di lavarci sommariamente con una doccia fatiscente ed un tubo dell’acqua in mezzo al cortile. Nel frattempo la guida si sveglia e viene a cenare con noi, la solita pasta con sugo pronto ed insalata, caffè, the e grappa finale. Guido nel frattempo prepara la telecamera e ci fa vedere le prodezze della giornata, ci soffermiamo su una mia performance fatta con il Rocky: Come al solito Nini si insabbia con il Patrol su una cresta di sabbia molle e dobbiamo intervenire parecchio di pala e di piastre per farlo venire fuori e quindi farlo passare indenne, naturalmente, fresco alla guida, lui col gomito fuori dal finestrino e Mary stramazzata a fianco che per evitare l’inconveniente dello sganciamento delle marce ridotte è costretta a tenere la mano sulla leva. Io, per evitare l’insabbiamento, parto di gran carriera in discesa con la 2^ ridotta ed in 3^ piena giungo sulla cresta e decollo con tutte e quattro le ruote per aria, atterrando, dopo il gran volo, con un trionfale tonfo senza danni di sorta, riprendendo il mezzo per un lungo tratto di una duna scoscesa (grande mezzo questo Rocky, a parte le gomme con carcassa a quattro tele, cittadine!).

Tutti commentano a proprio modo la mia impresa e ci si prepara per la notte. Non appena entrati in tenda arrivano Tino e Massimo con una casseruola piena di brace e sterpaglie che produce parecchio fumo e riempiono le ns. tende, le zanzare fuggono e noi possiamo dormire in pace, non va così bene a Carlo, Corrado,  Andrea e Franco che dormono in una capanna di foglie di palma dove evidentemente le zanzare si annidano e quindi banchettano con gli inesorabili malcapitati tutta la notte.

Sabato 26 Aprile
Una giornata topica ci aspetta fin dal primo mattino, sveglia con colazione e visita al Pao, (Palo) elemento che segna il confine di stato tra Algeria e Libia, visitiamo il piccolo villaggio dove vivono le famiglie dei militari di frontiera che governano la zona, grande accoglienza, tutti i bambini (6 in tutto di cui 1 alla 6^ e 5 alla 3^ e 4^ classe) all’ingresso della scuola ci coinvolgono nell’alzabandiera, cantano l’inno nazionale e poi ci conducono nelle loro aule, nella scuola con i 6 bambini ci sono il direttore due insegnanti ed il bidello intento nel fissare la corda della bandiera Tunisina al pennone alto non più di 3 metri, gli insegnanti ci fanno visitare il resto dell’edificio, una grossa aula tonda dove sono appesi tutti i saggi degli alunni, lo studio del direttore dove troviamo un grande quaderno sul quale vengono riportati gli auguri i saluti e gli indirizzi dei visitatori, facciamo alcune foto che spediremo una volta arrivati a casa.

Raccolte le ns. cose e pagato il padrone del bar per il servizio fornitoci, si parte per Bir Aouine dove non arriveremo mai, dopo alcune decine di Km. si buca ancora il Rocky e si ripara con un toppone e camera fornita da Sergio, quindi si prevede una deviazione ad un centro più vicino (Remada) per effettuarne la riparazione.
Nel frattempo si fora un’altra gomma che viene riparata all’istante dalla guida con un fustello imbevuto di collante apposito, intanto percorrendo la pipe line, raggiungiamo Tiaret, una stazione di pompaggio dove vendono carburante, noi facciamo il pieno ai mezzi ed alle taniche per le moto, riparano anche pneumatici, purtroppo non ci sono possibilità per rimediare al ns. inconveniente in quanto non hanno ricambi di copertoni ma esclusivamente toppe per camere d’aria, quindi ne approfitta Sergio che durante l’ultimo trasferimento ha forato (sfortunatamente anche lui) la ruota anteriore sinistra.

Dopo qualche decina di Km. inesorabilmente si deteriora l’ultimo pneumatico riparato al punto di non poter più proseguire il viaggio, intanto si fa tardi, le guide si prendono l’incarico di provvedere alla sostituzione dei due pneumatici ormai privi di ogni possibilità di sopravvivenza e ci consigliano di predisporci per il pernottamento in loco, sul ciglio della pista che collega El Borma a circa 50/60 Km. da Remada. Quindi dopo aver smontato le 2 ruote e fornito alle guide 150€ per l’acquisto dei copertoni da sostituire ed averli salutati allestiamo il campo per il pernotto, Tino lamenta ancora l’eccessiva usura della corona del suo XR ma non ha più ricambi, l’indomani proseguirà comunque in sella alla sua amata. Nini e Mary preparano la cena fatta di pasta e scatolette, vino, frutta sciroppata e grappa, finita la cena ormai è tardi, illuminano il campo le molteplici stelle e qualche camion di passaggio.

Nel bel mezzo del sonno, alle ore 1.15 si sente arrivare un fuoristrada, il mezzo procede lentamente e poi si ferma, sono le guide che hanno trovato i pneumatici acquistati a Tataouine e fatti montare a Remada, sono rientrate per passare la notte con noi.

Domenica 27 Aprile
Ci alziamo presto e mentre le guide dormono ancora ci apprestiamo al montaggio delle ruote (le hanno acquistate usate per risparmiare), si procede a montare anteriormente le 2 ruote acquistate che hanno lo stesso battistrada e nella parte posteriore montiamo le ns. 2 migliori rimaste (una utilizzata per pochi Km. e l’altra rilevata poi forata con una vite conficcata tra i tasselli ma senza perdite), quindi procediamo a smontare le tende ed a caricare il tutto per riprendere il viaggio verso Remada. Ormai abbiamo rinunciato al viaggio attraverso le dune di Bir Aouine, Tenbaine e Ksar Ghilane, dobbiamo assolutamente trovare un rimedio per riuscire a tornare in Italia senza troppi e grossi intoppi.

Si parte per Remada ormai afflitti, senza speranza di poter continuare il ns. viaggio tra le dune, raggiungiamo l’ultimo posto di controllo, attendiamo che i militari facciano le loro verifiche, qui i telefoni cellulari incominciano a funzionare allora si chiama casa per rassicurare il parentado.
Siamo fuori dal percorso sterrato, giunti a Remada andiamo a salutare il capo delle guardie che ci ha permesso nella notte di avere l’assistenza per il ripristino delle ruote (si è prodigato con le guide la sera precedente nella ricerca delle gomme necessarie a Tatauine e di un gommista a Remada che a mezzanotte ci potesse montare i copertoni sui cerchi).

Riprendiamo la strada per Tatauine, l’asfalto è molto caldo, percorsi qualche decina di Km. sentiamo una fortissima esplosione ed il ns. fuoristrada inizia a sbandare occupando tutte e due le carreggiate (fortunatamente a parte noi in quel momento su questa strada non c’è nessun altro), in qualche modo Beppe che è alla guida riesce a fermare il mezzo, scendiamo e constatiamo che l’unica ruota nuova è esplosa lasciando pezzi di copertone sull’asfalto bollente, il copertone ha causato danni anche al fuoristrada: paraspruzzi, paraurti e tubo di scarico che da quel momento incomincia a fare dei rumori strani come se fosse un uovo di pasqua, con all’interno la sorpresa.

Si procede all’ennesima sostituzione del pneumatico con quello di scorta recuperato con un rinforzo interno ad El Borma e si riprende a bassa velocità (50/60 Kmh.), arriviamo nel pomeriggio a Tataouine dove andiamo immediatamente alla ricerca di 2 gomme buone (io e la guida Mohamet), mentre l’altra guida Abdelati e Nini si recano a cambiare la valuta necessaria per acquistare le gomme e pagare le guide (da questo momento il loro contributo diventa inutile), troviamo due pneumatici usati che possono fare al caso nostro (non sono della stessa sezione ma fa lo stesso), si contrattano come tutto qui e si fanno montare posteriormente (sono in sostituzione del pneumatico scoppiato e di quello con la toppa di rinforzo), ormai abbiamo perso ogni speranza di poter proseguire il viaggio, siamo ormai lontani dalle dune, abbiamo ancora parecchi giorni da sfruttare ma il Rocky non ci permette di proseguire e quindi cerchiamo un albergo per pernottare, intanto Paola e Sergio con il loro invidiabile mezzo (Defender 110) lasciano la malinconica ed un pò invidiosa brigata per proseguire il viaggio tra le dune in solitaria verso Douz, li ritroveremo a Tunisi sul traghetto.

Giunti all’albergo, ci sistemiamo nella hall ed iniziano interminabili convenevoli con le guide per arrivare al fatidico momento di tirare fuori i Dnt. necessari alla loro ricompensa, paghiamo e lasciamo una mancia a Mohamet autista del loro mezzo per aver provveduto alla ricerca dei pneumatici necessari alla ns. indipendenza, sollecitiamo Abdelati a fare un viaggio in Italia per fare una visita specialistica approfondita sulla crisi epilettica riscontrata e ci salutiamo con grande emozione per tutti.

Rimasti soli (12 persone) prendiamo possesso delle camere all’Hotel Sangho (il più bell’albergo di tutto il viaggio), ogni tre persone una camera immersa nel verde di rigogliosi giardini fioriti, doccia e poi piscina per qualche bagno ristoratore, ci predisponiamo poi ad un uscita (tutti in moto), visitiamo il museo della terra, dove si trovano ancora dei fossili di ossa di dinosauro e pezzi di tronchi d’albero, scorrazziamo un pò per la cittadina fino all’ora di cena che viene servita ai bordi della piscina con un prestigioso Buffet, subito dopo il solito Thibarine, stanchi e stressati dagli avvenimenti occorsi andiamo in camera dove presto ci addormentiamo.

Lunedì 28 Aprile
Al mattino ci attende una  colazione megagalattica e subito dopo, carichiamo i bagagli e ci apprestiamo a proseguire il viaggio, visitiamo il mercato coperto di Tataouine rinomato per le spezie, dove ognuno di noi compra qualche cosa: arissa in polvere ed in salsa, zafferano, cannella, etc…., visitiamo alcuni Ksour (fortezze granaio che anticamente servivano come magazzini di grano da utilizzare come merce di scambio con i datteri tra il nord ed il sud del paese), intanto ci allontaniamo dalla fiorente cittadina e prendiamo la strada per il mare di Djerba (visto che non possiamo più andare a divertirci sulle dune pensiamo di andarci a sollazzare in riva al mare) percorriamo una strada secondaria dove non si trovano distributori, quindi anche se alla partenza le 8 moto avevano il pieno di carburante, giunti a ¾ di strada alcuni motociclisti lamentavano difficoltà nel raggiungere il distributore più vicino, infatti dobbiamo effettuare alcune soste per equilibrare i livelli dei serbatoi (rabboccare l’oro nero tra una moto e l’altra).

Durante il tragitto attraversiamo un Chott abbastanza asciutto e decidiamo di fermarci per fare alcune foto, le moto ci seguono, Andrea con il suo WR, Guido e Corrado si fermano anche loro e, ci apprestiamo ad effettuare una ispezione alla distesa di sale lasciato dall’acqua prosciugata dal sole, Andrea si appresta a scendere sul sale in moto ed effettua alcuni giri con derapate controllate, Beppe a questo punto prende la palla al balzo e chiede ad Andrea di prestargli il suo mezzo per un giro, premetto che era senza ogni tipo di protezione, eccitato dall’insolita opportunità si produce anche lui in alcune derapate, ma l’accelerazione di questa moto non è paragonabile alla TTE che abitualmente usa e quindi perde aderenza alla ruota posteriore e cade a terra, si rialza immediatamente, imbrattato come un’acciuga in scatola, con una sbucciatura al gomito destro e un fortissimo bruciore causato dal sale.

Finalmente dopo qualche Km. troviamo un distributore e tutti possiamo fare il pieno ai serbatoi.
Giunti a Djerba, passando sul ponte romano, ci dirigiamo verso Midoun, cerchiamo il famoso Hotel Les Quatre Saisons, decantato da chi c’era già stato alcuni anni prima, acclamato da Franco come il massimo livello del luogo, ci passiamo tutti davanti senza vederlo, io me ne accorgo ma essendo infondo alla colonna seguo il branco e quindi ritorniamo indietro sulla stessa strada, finalmente arriviamo e ci produciamo nei soliti interminabili convenevoli e trattative per ottenere il minor prezzo possibile, ci forniscono le camere al piano interrato, un corridoio unisce le camere con un odore malsano di fognatura e tutti noi ci lamentiamo con Franco del fatto che l’Hotel non è quel che ci si aspettava di un 4 stelle, comunque, passeggiata sulla spiaggia, vento freddo e rientro in camera per preparaci alla cena con sosta al bar per bere una birra, cena con soliti ettolitri di birra, Thibarine e nanna, gli altri a parte io, Beppe e Mary vanno a fare un giro in taxi fino al casinò (pasino) e poi altro giro per cochette che non trovano (Franco e Nini) mentre Corrado e Guido li seguono in moto senza farsi notare troppo.

Martedì 29 Aprile
Dopo una bella dormita ci alziamo alle 7.00, il morale è alto, facciamo colazione (guai non ci fosse!) chiamiamo un tot di Taxi necessari per 12 persone ed andiamo a visitare la città di Houmt Souk, il mercato con una miriade di bancarelle dove si vende di tutto: pellami, vasellami e vari articoli necessari al richiamo turistico, acquistiamo qualche carabattola dopo interminabili trattative e scherzose messe in scena (filmate). Si rientra in albergo sempre in Taxi e si pranza con la roba che abbiamo ancora in dispensa (Patrol) portata da Torino sul terrazzo della camera di Beppe e Mary. Passiamo il pomeriggio a cazzeggiare, io preferivo di gran lunga le dune, ma non si può fare, quindi piscina e calcetto dove nonno Franco si procura uno strappo all’inguine. Cena, spettacolo di cabaret (RobinHood che prende ai ricchi per dare ai poveri) e nanna.

Mercoledì 30 Aprile
Sveglia alle 6.30 si parte per Gabes/Hamamet, tutti pronti ma il Rocky non vuole saperne di partire (la batteria è morta) una bella spinta e via a prendere il traghetto, Nini come al solito è davanti a tutti senza sapere dove andare, sbaglia continuamente strada (lui è fatto…… mal……, così!) ci imbarchiamo sul traghetto, dopo aver fatto una lunga coda ed aver acquistato ancora, questa volta è Tino che acquista due tartarughe e me le ficca in macchina (sono da tenere all’ombra!), quindi oltre a tutti i bagagli occorre far posto anche a loro. Dopo qualche minuto abbiamo lasciato l’isola di Djerba (non ne vale la pena di andarci è veramente squallida, deludente). Il viaggio prosegue verso Kairouan, dove si intende visitare la moschea ma guarda caso è chiusa, quindi si prosegue verso nord, all’ora di pranzo ci si ferma ad un chiosco che con insalata tunisina e pecora alla brace ci si rifocilla bevendo acqua e coca a volontà.

Dopo aver scoperto che anche la ruota di scorta è bucata con un chiodo ancora conficcato nel copertone tubeless (ovviamente sul Rocky) ed una ruota posteriore che si sgonfia gradualmente ci spostiamo ad Hammamet, dove ci fermiamo due notti, l’Hotel Continental, decantato da chi c’ era già stato, non è il massimo, anzi è qualcosa di diverso.

Giovedì 1 Maggiog1maggio
Visita alla Medina (città vecchia contornata dalle mura) dove ritroviamo le classiche bancarelle di souvenir e ci bazzichiamo tutta la mattina, pranzo presso un ristorantino stradale vicino all’albergo con la solita insalata tunisina, arissa e carne di pecora arrostita, rivisita alla Medina ed alla città nuova, ci fermiamo in un caffè molto caratteristico con i pavimenti cosparsi di stuoie, tappeti e cuscini variopinti, situato dietro la Medina con vista sul mare dove tanta gente fuma la classica pipa orientale e si beve the alla menta, passiamo ancora qualche ora, rientriamo in albergo per la cena, alle nove uno spettacolo di fachiro ci attrae nel bar dell’albergo dove è stato allestito un palco, passiamo qualche ora in allegra compagnia, poi ci diamo appuntamento per il giorno successivo.

I più giovani (non Carlo), colgono l’occasione per una serata in discoteca ”Disco Bar Manhattan”, in compagnia di 2 ragazze, conosciute in albergo da Andrea e Carlo, appena arrivate dalla città di Tusla in Bosnia (forse faranno una scappata in Italia) e Carlo prepara il temperino.

Venerdì 2 Maggio
Alle 7.00 siamo pronti con i bagagli in mano,  il Rocky ha i soliti problemi di avviamento risolto con i cavi collegati alle batterie del Patrol, poi gonfiate ancora una volta le ruote bucate alle 9.30 si parte per Tunisi, si accompagnano Beppe ed Andrea all’aeroporto per il rientro a Torino in giornata (più veloce per problemi di lavoro) e poi via verso il porto dove ci aspetta la Carthage per il rientro in Italia e dove ritroviamo anche Sergio e Paola al rientro del loro tour, ci imbarchiamo alle 13.30 (cabina, doccia) e via per far festa, già a cena arriviamo (solo noi) con bottiglie di vino e grappa di fichi acquistate al freeshop di bordo ed annunciamo a tutti i commensali che oggi è il compleanno di Corrado, allora viene da noi il comandante in seconda della Carthage che a nome dell’equipaggio ci offre una torta, festa fino a tardi tra balli e gozzovigli e poi a nanna.

Sabato 3 Maggio
Ci svegliamo al mattino appena in tempo per la colazione ed attendiamo lo sbarco che avviene in orario alle 14.00 italiane, si rigonfiano le gomme al solito Rocky, facciamo il ponte con le batterie del Patrol per effettuarne la messa in moto e si parte con destinazione casa, autostrada per Alessandria, fermata fisiologica per tutti e per far benzina alle moto nella stazione di servizio sul Turchino, si arriva al lavaggio di Franco alle 16.30 (attraversando i paesi limitrofi in parata salutati dalla gente del luogo), dove ci attendono i ns. parenti per il rientro. E’ finita, siamo tutti felici della buona riuscita (tutto sommato) del viaggio effettuato.
cartina

prossimo
L’appuntamento è al prossimo anno per un nuovo Raid in terra d’Africa (inshallah), questa volta raggiungeremo l’obbiettivo Libico il massiccio montuoso dell’Akakus, i piccoli laghi di Qabr’Own, Umm El Maa, Mandara e la regione dei vulcani spenti più ad est.

Alla riuscita del viaggio hanno contribuito:
Giovannini Elettrauto di Nichelino (www.giovannini.com); Piemonteco di Carmagnola; Centro Autolavaggio Moncalieri; Carrozzeria Sprint di Trofarello; Gleiscar/Sofina Autotrasporti di Moncalleri; Gruppo Ferrero Immobiliare di Moncalieri; Gierre Autoriparazioni di Trofarello; Superbike di Moncalieri; Motoclub Major di Farigliano; Renato Lanza Autotrasporti di Trofarello; Stazione di servizio Tamoil di Coduti e Zampieri di Moncalieri; L’agenzia viaggi Cordusio di Torino (www.cordusio-viaggi.it).

Con la speranza che quanto scritto sia di gradimento a tutti i lettori, colgo l’occasione per un cordiale saluto.

ZioLillo

0 comments… add one

Leave a Comment