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Viaggio in Oman a cura di Senio Stefanelli

– Posted in: Asia, Resoconti di viaggio

By Senio Stefanelli
Originally Posted Saturday, January 10, 2004

VIAGGIO IN OMAN

di Senio Stefanelli

INFO gnerali

periodo e durata: dal 23/12/2003 al 08/01/2004
clima: in questo periodo dell’anno le temperature diurne sono ideali, comprese fra i 25° e i 30° e il clima è asciutto e soleggiato. Il sole sorge dopo le 07 e tramonta verso le 17:30 e la notte è fresca e molto umida.Nel periodo da aprile a ottobre l’Oman risente del monsone, nel sud piove spesso e nel resto del paese il tasso d’umidità sale fin oltre il 100% e le temperature oltre i 40°.
lingua: arabo ed abbastanza diffuso l’inglese, anche se elementare moneta : il rial omanita (omr) che vale circa 2,10 euro
precauzioni sanitarie: nessuna
documenti necessari: il passaporto con almeno sei mesi di validità e visto rilasciato dall’ambasciata o anche in frontiera (aereoporto). Costo, circa 25 euro. Per il noleggio dell’automobile è necessaria la patente.
km totali percorsi: circa 3800
n. totale di partecipanti: 16 di cui solo 4 moto (la mia ttr, un tte, una xr650 e un bmw 650) costo della benzina : circa 0,30 euro a litro
orari: ricordarsi che il venerdì è festa ed è tutto chiuso. Il giovedì è prefestivo e gli uffici, banche, molti negozi, ecc… chiudono alle 12,30

Intro

L’Oman è un paese evoluto e ricco. Lo si intuisce subito appena passata la frontiera, accolti da oltre 300 km di autostrada illuminata e ornata da splendide aiuole fiorite, con pratino all’inglese e mini-parco a tema per ogni incrocio-rotonda che si trova procedendo verso la capitale, Muscat.

La capitale del paese è una metropoli occidentale, con grattacieli (non molto alti, ma insomma…), negozi, centri commerciali, concessionarie di varie marche automobilistiche, banche, parcheggi, strade, ponti, sopraelevate, tante belle auto e tanto traffico! L’attuale Sultano, salito al potere 34 anni fa, ha traghettato il paese dal medioevo al 21 secolo con grande abilità e saggezza; grazie al denaro provienenete dai pozzi petroliferi a diffuso ricchezza e benessere a tutta la popolazione, in modo equo e senza creare alcun tipo di tensione sociale (per es. gli omaniti non pagano le tasse).

Ed infatti è molto ben voluto….! Anche nei paesini più sperduti (come Bilad Sayt, che abbiamo visitato anche noi, vedi foto n.18) ormai è arrivata la corrente elettrica, il telefono e copertura gsm!! Inoltre abbiamo notato un grande sforzo per l’estensione dell’asfaltatura alle molte strade ancora sterrate in tutto il paese. Paesaggisticamente, l’Oman è un paese sostanzialmente pianeggiante (esclusa la catena montuosa a nord e un’altra piccola a sud, vicino a Salahla) e per il 95% del viaggio si viaggia su pista (o su strada).

Di qui la scarsa necessità del gps, che sarà si utile, ma non indispensabile come, per es., nel Tenerè. In effetti, l’unico tratto in cui serve di più è proprio nell’attraversamento dell’erg Rub al Khali. La zona montuosa dell’Akhdar è molto bella, simile a un’incrocio fra le nostre Dolomiti e il Sinai : molto arida, è quasi totalmente priva di vegetazione spontanea (solo nelle oasi, create dall’uomo, ci sono coltivazioni varie e palme) ma i colori e le forme delle montagne sono fantastici. Attraversata da numerose piste, è sempre più “civilizzata” e l’asfalto si sta diffondendo sempre più. E’ in questa zona che sono numerose le tracce storico-archeologiche del paese, con molti forti dei secoli XVI e XVII, quasi tutti in fase di restauro, o resti di città ancora più antiche. Ed è anche la zona più abitata del paese, “circondata”da città importanti come Nizwa, Bahla o Rustaq, ormai divenute anche centri turistici di una certa importanza. Infatti, in queste zone e nella fascia costiera a nord del paese si concentra la stragrande maggioranza della popolazione tanto che il reso del paese rimane praticamente disabitato.

 

Note personali

Questo viaggio è stato fatto con un T.O. italiano che si è occupato delle varie procedure burocratiche e della spedizione della moto a Dubai (in container da Genova), oltrechè all’organizzazione del viaggio stesso.

Anche per questo motivo ma anche per mia consuetudine di viaggio, molte informazioni particolari (vedi punti gps, chilometraggi precisi, nomi precisi delle varie località di passaggio o di campeggio, ecc…) non sono disponibili perché non le ho raccolte o appuntate nel mio diario. Per quanto riguarda i chilometraggi, in particolare, la cosa si è complicata ulteriormente perché la mia moto si è rotta all’alba del 5 giorno di viaggio e quindi non ho potuto utilizzare il mio trip, che mi forniva sia i parziali che i totali….

Spero che comunque le indicazioni che fornirò siano sufficienti per farsi un’idea del paese e del viaggio.

Il viaggio si è svolto con autovetture a noleggio (4 toyota hdj100), che, seppure ben tenute dall’agenzia (molto seria e professionale), hanno dimostrato tutti i limiti di una macchina di serie in un viaggio off-road di questo tipo. Soprattutto riguardo la capacità di carico e le sospensioni in generale.

Diario fotografico

la partenza è da Milano il 23 pomeriggio ma arriveremo a Dubai verso le 03 (compreso il fuso orario che è di + 3 ore) del mattino del 24 e ci trasferiamo subito in hotel.

Giorno 1 (24/12/2003): dubai

Sveglia “libera” e colazione in piccolo “bar” dietro l’albergo.

Dubai appare come un’incrocio fra la California e una metropoli araba; tanto traffico e ricchezza ben visibile ovunque.

Si passa la mattinata a trasferire e caricare tutto il materiale nelle due toyota arrivate dall’agenzia di noleggio in Oman. Pomeriggio libero e serata al gold suk di Dubai.

Giorno 2 (25/12)

Si parte per l’Oman. Dubai è molto grande e ci vuole un bel po’ per uscire dalla città.

Dopo diverse decine di km troviamo un “dunodromo” dove i ricchi dubaiani si divertono con superpotenti quad.

Alla dogana le formalità sono veloci ma i militari vogliono controllare il carico delle auto. Fortunatamente, si scoraggiano dopo la prima vettura, stipata di bagagli vari e rinunciano a controllare l’altra.

Durante i 350 km che separano la dogana da Muscat la mia moto da segnali strani e preoccupanti, spengendosi misteriosamente due volte (durante la marcia, ma poi, da ferma, riparte subito…?!?!). Arrivo a Muscat e serata il albergo.

Giorno 3 (26/12)

mattinata trascorsa a visitare il porto ed il mercato del pesce, nel quartiere di Mutrah.

Nel pomeriggio partiamo lungo la costa verso sud e imbocchiamo una pista molto battuta e trafficata (ma è venerdì e c’è anche traffico di turismo-locale). Arriviamo in una zona costiera molto bella, frastagliata, con delle specie di fiordi sinuosi che penetrano le montagne simil-Sinai. Ci accampiamo proprio in uno di questi, vicinissimi al mare. E’ il primo campo.

zona del 1 campo

Giorno 4 (27/12)

Il nostro Chef parte presto per andare a prendere l’altra parte del gruppo che arriva a Muscat. Noi, invece, smontiamo il campo con calma e facciamo qualche foto.

Una volta ricongiunto tutto il gruppo, partiamo verso sud-ovest, direzione Sur. Inizialmente la costa è rocciosa ed alta, con scogliere a picco sul mare; poi diventa molto più bassa e la strada scorre abbastanza vicina al mare.

Ci accampiamo lungo la strada.

costa nord

Giorno 5 (28/12)

Proseguiamo lungo la strada (sterrata) principale attraversando piccoli paesini.

Proprio a fianco della strada ci sono le rovine dell’antica città di Qalhat, la seconda più antica dell’Oman (circa 200 d.c.). C’è rimasto poco ma vale qualche foto…

Arriviamo a Sur in tarda mattinata e visitiamo i cantieri dove si costruiscono i dhow, tipiche imbarcazioni omanite. (I cantieri, però, sono un po’ decadenti e desolati).

Adesso la pista va verso sud pieno, le montagne cominciano a diventare molto più basse ed ad aprirsi. Prima foratura di un toyota e contemporaneo problema elettrico del tte.

Riavvicinandosi al mare, si comincia a trovare la sabbia e ci fermiamo proprio in una zona con qualche duna. Prime evoluzioni “dunari”. La notte è freschino e molto umido.

rovine di Qalhat

Giorno 6 (29/12)

Cominciano i tratti di spiaggia: libidine ! Poter scorrazzare liberi in queste spiagge favolose, circondati da gabbiani e granchi “corridori” che fuggono veloci in acqua è veramente fantastico.

E’ sempre stata una mia fissa quella di andare in moto sulla spiaggia…!

Purtroppo la moto si spegne misteriosamente al contatto con spruzzi di acqua marina, perciò la devo evitare.

La pista entra ed esce dalla spiaggia, ma in questi cambi di percorso si trovano dei sabbioni molli terribili che insabbiano tutte le macchine, ripetutamente!, ed anche le moto hanno difficoltà!

Nel pomeriggio, cominciamo la pista delle Wahiba sand, dunoni bassi e larghi che arrivano fin sul mare. La pista corre a qualche centinaio di metri dalla spiaggia ed è molto antipatica: canalette, sabbioni molli solcati da numerosissime vecchie tracce di macchine che rendono la guida molto impegnativa e poco divertente (per me. Qui si evidenzia la mancanza di potenza della moto ed il mio peso eccessivo…). Percorriamo una settantina di km di questa pista quando è l’ora di far campo. Siamo tutti molto stanchi ma ugualmente alcuni “eroi” si mettono a pulire e cucinare il pesce comprato lungo la spiaggia durante la mattinata.

 

la spiaggia

Giorno 7 (30/12)

La mia moto non parte ! Sicuramente un problema elettrico ma non riusciamo a risolverlo : la moto è morta. La carichiamo sopra una jeep e io proseguo in macchina, come passeggero (che tristezza assoluta !).

La pista prosegue ancora per una trentina di km come il giorno precedente, poi ritorna ad essere dura, con un leggero toule ondulè. Si alterna spiaggia e pista fino a sera, quando ci accampiamo ad un centinaio di metri dalla spiaggia. Ancora una notte freddina e molto umida.

Giorno 8 (31/12)

Si riparte su piste dure, alternando brevi tratti di asfalto in cui troviamo anche distributori con mini-market dove facciamo rifornimento di carburante e viveri. Il panorama è un’immensa pianura. Verso mezzogiorno arriviamo a Ras Madrakah, un promontorio con roccie vulcaniche nere alternate a spiagge bianche e deserte : bellissimo. Ci fermiamo a pranzo ed a fare il bagno.

Da questo punto lasciamo la costa e proseguiamo verso l’interno del paese, alternando pista a tratti d’asfalto. Ci stiamo dirigendo verso l’erg Ar Rubal Khali e questo lungo traferimento di circa 600 km si svolge tutto su tratti di pista (strada sterrata con leggero toule ondule, tanta polvere) ed asfalto. In questa zona l’Oman è completamente piatto ma anche ricco di pozzi di petrolio sparsi un po’ ovunque : il governo sta, oggigiorno, asfaltando tutte i vari tratti sterrati che collegano i vari pozzi alle strade principali e, ovviamente, anche quest’ultime che non lo erano ancora.

Ci accampiamo non lontano dalla strada principale, vicino ad un oleodotto : è la notte dell’ultimo dell’anno e festeggiamo con qualche fuoco d’artificio.

Ras Madraka

Giorno 9 (01/01/2004)

Proseguiamo in direzione dell’erg, sempre tra pista e asfalto. Durante la mattina incontriamo un convoglio di camion che spostano gigantesche attrezzature petrolifere: ci fermiamo a fotografarli e anche loro si fermano per scambiare saluti. Gli operai sono tutti indiani o pakistani, molto socievoli e approfittano della sosta per fare colazione (il tutto in mezzo alla strada!).

Non lontano da Marmul, ci troviamo con la macchina sostitutiva mandata dall’agenzia a sostituire una delle nostre che aveva problemi alla frizione. Sulla macchina che torna a Muscat trasferiamo anche la mia moto che sarebbe, altrimenti, un peso penalizzante per affrontare l’erg.

Al tramonto arriviamo alle porte dell’erg, nel piccolo insediamento agricolo di Al Sisha [incredibile ! : in mezzo al nulla, tra sabbia e pietre, c’è questo insediamento (fornito di acqua, luce, telefono) dove si coltiva foraggio per cammelli. In Oman hanno una vera passione per questi animali e attorno a loro gira un fiorente mercato, tra interessi sportivi, culturali, tradizionali, ecc…] dove facciamo rifornimento di benzina.

Ci accampiamo poco lontano, in mezzo alle prime basse dune. C’è la luna quasi piena che rende il paesaggio notturno magico e bellissimo.

camion giganti sulla strada

Giorno 10 (02/01)

Il ragazzo con la yamaha tte si vuole riposare un po’ e mi affida la sua moto. Confronto alla mia è un “carretto”, soprattutto le sospensioni, ma meglio che andare in macchina…!

Prima di riprendere la pista, ci fermiamo a visitare le rovine di Ubar, la città più antica dell’Oman, risalente ad oltre 2000 anni prima di Cristo (le rovine sono vicino al paesino). Della città c’è rimasto ben poco ma gli scavi sono ancora in corso. Alla receptions del “parco archeologico” c’è un minuscolo museo sulla città e sulla sua scoperta, molto interessante. Il custode ci fa un po’ da guida e ci spiega molte cose.

Ripartiamo seguendo la pista per Ramlat Fasad, altro insediamento simile ad Al Sisha, ma più interno all’erg. Dopo una settantina di km troviamo i primi ammassi dunari.

L’erg Rub al Khali è favoloso, con dune di due colori che si sfumano vicendevolmente e un’atmosfera surreale e metafisica, veramente molto bello.

Ar Rub al Khali

Da Ramlat Fasad la pista si infila dentro all’erg e procede così per un’altra sessantina di km

pista fra le dune

Lasciamo la pista (la presenza di una pista dentro all’erg è legata ad un uso militare, infatti il confine con l’Arabia Saudita non è lontano) e cominciamo l’attraversamento “libero” dell’erg. Il Rub al Khali è un’erg strano, con grandi pianori di sabbia compatta costellati da ammassi dunari piuttosto alti, simili a piccole montagne di sabbia, sostanzialmente isolati l’una dall’altro (ad esclusione di piccoli cordoni di basse dune che li collegano). Si procede in questi pianori e si attraversano solamente i cordoni di dune che collegano una “montagna” all’altra.

La sabbia regge discretamente, ma c’è da dire che la temperatura max in questi gg non supera i 28-30 gradi. Il percorso, così, non è molto impegnativo ma scorrevole e divertente.

Campo sulle dune. Serata ventosa. Notte fredda e molto umida : al mattino ho nuovamente la tenda zuppa d’acqua.

 

zonzo sulle dune

Io accanto al tte

Giorno 11 (03/01)

Restituisco la moto al legittimo propietario ma, dopo pochi km, cade e si fa male ad un piede. Così continuerò io con la sua moto per tutto il resto del viaggio.

In tarda mattinata il paesaggio cambia e le dune diventano molto più “classiche”, piuttosto basse ma con sabbia più molle. Qualche insabbiamento, sia delle macchine che delle moto.

Usciamo dall’erg verso le 14, vicino al posto di polizia di Marsawdad, dove ricomincia la pista. Dopo solo una trentina di km ritroviamo l’asfalto e cominciamo a risalire verso nord in direzione Nizwa.

Al primo distributore facciamo rifornimento e le auto rigonfiano le gomme; poi procediamo ancora per un centinaio di km fino ad un motel lungo la strada dove arriviamo a buio. Ma dopo 8 gg senza doccia, ne vale la pena !

la fine dell’erg

Giorno 12 (04/01)

Trasferimento stradale di altri 350 km fino a Nizwa, dove arriviamo verso l’ora di pranzo. Breve giro turistico mentre lo Chef porta il ferito in ospedale, poi pranzo in ristorantino e ancora visita al forte della città. A metà pomeriggio decidiamo di non ripartire e di dormire in hotel, così proseguono i giri turistici, shopping e passeggiate varie. Serata in hotel con un’ottima cena.

Giorno 13 (05/01)

Si parte per una visita al wadi Al Mohadin non lontano dalla città. Il posto è bello ma ci sono terribili segni di turismo : cartacce e lattine. Che peccato!

Proseguiamo, poi, a visitare rovine di una vecchia città fortificata e alcuni forti in fase di restauro, come quello di Bahla.

Allo splendido forte di Jabrin ci fermiamo per una visita completa: anche gli interni sono stati restaurati ed è molto bello ed interessante. Dopo pranzo all’ombra del forte ripartiamo seguendo una pista verso Sint : la zona è molto bella, montagne stile dolomitico (jebel Misht) che fanno da scenario a wadi costellati da piccoli paesini con annesse piccole oasi (possibili grazie a pozzi artesiani e pompe). Su di una collina vicino alla strada ci sono le tombe preistoriche (in stile nuragico) di Alayn e qualcuno sale su per fare qualche foto.

Verso sera riprendiamo l’asfalto e facciamo campo che è quasi buio. Sarà l’ultimo campo del viaggio.

forte di Jabrin

Giorno 14 (06/01)

Imbocchiamo una delle piste che attraversano la catena montuosa dell’ Akhdar.

Il panorama è stupendo, con aspre montagne che circondano wadi punteggiati di paesini e piccole oasi. La pista è scorrevole, anche se molto polverosa, e molto trafficata.

pista e panorami di montagna

Scopriamo che il governo sta facendo immani lavori di miglioramento viario con imminente asfaltatura: molto del traffico è collegato ai lavori in corso. Dopo circa 150 km ritroviamo l’asfalto ma subito imbocchiamo un’altra pista che ci porta in un wadi molto più chiuso del precedente, con passaggi in strettissimi e spettacolari canyon.

Dopo un po’ di km, imbocchiamo una pista secondaria scavata sul fianco di una montagna per raggiungere il paesino di Bilad Sayt : viaggiamo sull’orlo del precipizio con spettacolari paesaggi, gole e canyon incredibili.

uno spettacolare canyon lungo la strada per – il paesino di Bilad Sayt

Ritorniamo sulla pista principale per poi raggiungere l’asfalto : in tutto abbiamo fatto oltre 250 km di pista. Arrivo a Muscat verso le 19:30 e serata in hotel. Giorno 15 (07/01) Il viaggio è praticamente finito. Oggi ci aspetta il trasferimento a Dubai (480 km circa) dove, alle 03 del mattino del 08/01, ci sarà il volo di rientro per Milano.

 

Commento finale

L’Oman è certamente un paese molto interessante, soprattutto per chi, come me, non era mai stato in un paese della penisola arabica.

Il costante contrasto fra assoluta modernità, tradizioni antiche e semplicità della vita quotidiana (come la pesca sui dohw, spesso a conduzione familiare o di villaggio) stupisce il visitatore abituato alle miserie ed al caos dell’Africa, portandolo a chiedersi, costantemente, come sia possibile una così idilliaca convivenza fra antico e moderno, fra tecnologico ed arcaico, fra assolutismo monarchico e pace e serenità sociale.

Chi pensa di trovare un paese simile ad uno africano rimarrà, perciò, molto sorpreso, trovandosi di fronte un paese ricco e molto occidentalizzato, con una grande disponibilità di servizi e tecnologie (i nostri telefonini funzionavano quasi ovunque!) diffusi anche negli angoli più remoti del paese.

Troverà, anche, un popolo sereno e felice, incuriosito dal turista ma fondamentalmente poco interessato nel senso che il turismo non incide sostanzialmente (ancora) nell’economia locale.

Talvolta si ha la sensazione di dare quasi fastidio, di essere degli ospiti “sopportati”, pur con estrema cortesia e disponibilità. E, per la prima volta nella mia esperienza di viaggiatore, si ha quasi l’impressione di essere noi quelli “poveri”, bisognosi di “qualcosa” che gli omaniti, gentilmente, ti concedono… Concludendo…. è stato proprio un viaggio vecchio tipo, con tanta strada percorsa e tanti “scenari” vissuti nel corso dei 15 gg…

Un’esperienza preziosa e positiva che, anche se costellata dalla tristezza della rottura della mia moto (ed altre seccature di cui non ho parlato), ricorderò con affetto e nostalgia. L’Oman, insomma, è certamente un paese da visitare… ….Ma l’Africa ha un altro fascino !!

 

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