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Mission Paris Lac Tchad By adolfo

– Posted in: Cultura, Recensioni, Storia

By adolfo
Originally Posted Sunday, September 26, 2004

 

Mission Paris Lac Tchad

Recensione del libro:

La Mission Paris Lac Tchad Compagnie Lilloise de moteurs,Paris 1933. Neuzeret.

Anno: 1932

Veicoli: 2 camion rapidi Laffly versione Sahara (compagnie Lilloise de moteurs)

Caratteristiche dei veicoli:

– Motore 50 cv a 1200 g/min.
– peso in ordine di marcia 4000 kg ca.
– carico utile ca 4000 kg.
– marce:4 + retromarcia + riduttore.

Itinerario:

Algeri-Touggourt-Ft.Flatters(Bordj Omar Driss)-Djanet-Bilma-Tibesti-Ft.Lamy-Nyamey-Gao-Reggane-Timimoun-Algeri

 

Scopo della missione:

Provare che i possedimenti francesi dell’Africa equatoriale erano il prolungamento naturale della Francia Nord Africana e che ciò era possibile senza lasciare il suolo nazionale cioè senza dovere attraversare colonie straniere.

 

 

Algeri Djanet

Da Ouargla inizia la pista… la spedizione sfruttando il passaggio del Gassi Touil raggiunge senza nessuna difficoltà i 4 chemin e Fort Flatters,l’attuale Bordj Omar Driss.

Il 28 gennaio 1932 partono per la prima sezione discretamente impegnativa del viaggio,prendendo la direzione di Amguid iniziano a costeggiare il tassili n’ajjer lungo la pista che allora portava a Djanet,passando dall’erg Tiodaine.

 

 

Cippo in prossimità di Djanet.Per facilitare il traffico dei veicoli c’è una curiosa iscrizione che aveva lasciato stupefatti anche i membri della spedizione a sx venivano convogliati i mezzi pesanti a destra le…vetture…

Dal diario di bordo della spedizione:

Bilma – l’Azalai secondo gli indigeni raggruppava non più di 50 anni prima fino a 60-70.000 dromedari,in questi anni secondo le statistiche un Azalai comprende dalle 8 alle 10.000 bestie.

 

Djanet Bilma

L’obiettivo era di traversare il Tenerè sulla diagonale Nord Ovest – Sud Est.

Almeno fino a Bilma.

I rifornimenti per fare una simile traversata all’epoca sono per i giorni nostri quasi sbalorditivi: 2 camion con 6 componenti l’equipe della spedizione più 2 guide, equipaggiamento a parte vengono caricati viveri per 3 settimane, 2200 lt. di gasolio,250 lt.di olio e 400 lt. di acqua.

L’attrezzatura di disincaglio dei veicoli era costituita da tronchi di palma per le ruote posteriori (dove era concentrato il carico) e da rotoli di rete metallica di ca.10 mt cadauno per le ruote anteriori. Il peso totale di ciascun veicolo era arrivato a sfiorare gli 84 ql per una autonomia di marcia di ca. 4000 km.!

 

Dal diario di viaggio:

Tutta questa regione che verosivilmente non è stata mai esplorata presenta delle caratteristiche curiose.

Le vestigia di vecchie civiltà sono molto numerose,in una sola vallata contiamo quasi trecento tumuli…

Poco più lontano traversiamo delle piste seguite per i rezzous che scendono verso sud in direzione di Fochimi,esse sono disseminate da resti di dromedari e anche di numerosa ossa umane,verosimilmente appartenenti agli schiavi trascinati su queste piste desertiche che certamente non hanno resistito alle fatiche della pista…

Lungo gli oued vediamo correre branchi di gazelle e in certi momenti delle superbe Addax…

Bilma Fort Lamy

La pista diretta per il lago Tchad punta pieno Sud,per una profondità di 200 km i Laffly dovrebbero affrontare delle dune alte fino a 100 mt, un ostacolo decisamente poco abbordabile con i mezzi dell’epoca e che verrà affrontato seriamente per la prima volta solo dalla Missione Berliet con gli inarrestabili gazelle 6×6 nel 1959. L’unica alternativa era proseguire verso est in direzione del Tibesti e una volta raggiunta Scherda iniziare la discesa verso Sud. Si trattava solo di affrontare per la prima volta un percorso dove fino a quel momento erano transitate solo carovane di dromedari e terreni in parte ancora sconosciuti con rilievi cartografici incerti oppure approssimativi. Il debutto è la non facile ricerca di un passaggio adatto ai camion nella falaise di Bilma per poi puntare finalmente verso il Tchad, per 5 giorni la missione continua la sua marcia cercando un passaggio adeguato nei cordoni di dune del grand erg di Bilma e avvicinandosi sempre più al massiccio del Tibesti.

Infine con l’arrivo a Scherda la missione può finalmente iniziare a dirigersi verso sud,verso il Lago Tchad.Dopo molte discussioni e riflessioni viene scartata l’ipotesi di seguire la pista per Faya, uno degli obiettivi della missione era di cercare il percorso più diretto verso il lago Tchad.

Un tragitto che ancora oggi non verrebbe affrontato certo a cuore leggero:il percorso lascia ad Est L’Ehi Atroun per continuare tutto Sud fino alla Falaise d’Angamma,da qui la missione si dirige leggermente ad ovest per evitare i massicci dunari di Korou e Toro-Doum fino a raggiungere Siljtu (Siltou) località che dà il nome all’omonimo foglio 1815-E 33 GN delle russe 1:500.000.

Basta osservare la carta per capire,ancora oggi non esiste una sola pista che percorre il quadrante..

Dune di Siltou

Dal diario di viaggio:

E bruscamente poco più a sud di Siltou ci sbarra il passo una catena dunaria di una ventina di metri di altezza,che si estende a perdita d’occhio all’orizzonte….ci vorranno 7 ore per percorrere 1500 metri e arrivare in cima alla duna.

 

Nelle tre giornate che seguono i camion Laffly devono affrontare un altro tipo di difficoltà :le Marcouba in certi tratti arrivano all’altezza di 1 metro e sono talmente ravvicinate che si accavallano una sull’altra… per una profondità di 140 km.da percorrere a 4 km/h…

Il 3° giorno il campo viene fatto a 300km da Mao.

La brousse saheliana inizia a fare la sua comparsa.

Il 24 febbraio del 1932 la spedizione raggiunge infine la pista Moussoro – Massakory,per raggiungere l’indomani Fort Lamy.

Nelle riserve di carburante restavano 26 Lt di gasolio.

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IL RITORNO

Fort Lamy – Niamey – Algeri

 

Per la missione immaginiamo si tratti di espletare una pura formalità.

Dopo avere aperto nuove piste in settori solo parzialmente riconosciuti del Sahara,il percorso si snoda sulle piste della brousse fino a Niamey per poi “risalire” sul Tanezrouft,già aperto alle linee commerciali.

La Compagnia Algerina di Trasporti Tropicali aveva già un regolare servizio che collegava Colomb-Bechar a Gao .

A Gao i preparativi per la traversata,700 lt di gasolio per affrontare 2500 km senza possibilità di rifornimento per questo tipo di carburante.

 

 

 

Sono due giorni di marcia,passando da Tessalit ,per raggiungere Bidon V, già ben conosciuta.

” Bidon V si compone unicamente di 2 vecchie carrozzerie di vetture a 6 ruote motrici che hanno la funzione di hotel.

Di una balise per aereoplani trasformata in sala da pranzo e di una pompa che rifornisce di benzina i turisti che “fanno” la traversata del Tanezrouft…”

 

Infine da Reggane per Timimoun,El Golea,Ghardaia,Lagouat il 23 marzo 1932 la missione dopo 13000 km raggiunge di nuovo Algeri.

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In 35 giorni la missione ha raggiunto il suo scopo,collegare per la via più diretta se non la più facile ,Algeri a Fort Lamy:

” Che la strada che noi abbiamo seguito sia praticabile a tutte le vetture o che sia interessante per un utilizzo commerciale,non abbiamo l’illusione di crederlo,ma noi abbiamo aperto un percorso che Altri semplificheranno e miglioreranno con la scoperta di varianti più praticabili.

I Loro sforzi dovrebbero portare a:

1)Individuare un collegamento diretto tra la pista di Amguid e In-Afellahlah (ndr.:all’epoca In Afellahlah era considerato un punto di snodo cruciale,le varie missioni esplorative dei meharisti francesi in missione di riconoscimento del Tenèrè hanno sempre avuto come punto di riferimento il pozzo.)

2)individuare eventualmente una strada diretta In Afellahlah – Bilma

3) Un collegamento più diretto fra Bilma e Fort Lamy di quello da noi realizzato ,collegamento che noi non abbiamo potuto esplorare per mancanza di tempo e di mezzi.”

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Ma questa è un’altra storia,la storia della Missione Berliet,e per questa si dovrà attendere il 1959,con la prima missione Berliet nel Tenèrè.

1 comment… add one
Marcello April 9, 2023, 21:31

Un racconto meraviglioso frutto di un’avventura tanto difficile quanto fiabesca. Il song no che non ho mai realizzato.

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