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Tunisia – dicembre 2006-gennaio 2007

– Posted in: Africa, Nord Africa, Resoconti di viaggio

By Nicola de Pascale
Originally Posted Thursday, June 14, 2007

 

Tunisia – dicembre 2006-gennaio 2007

di Nicola de Pascale.

Anche quest’anno decidiamo di trascorrere le vacanze di Natale in Tunisia: Nicola, Clara, Cristina e Chiara. La partenza è da Genova il 20 dicembre con Grandi Navi Veloci.

Il nostro mezzo è un Rimor Superbrig 678 del 2000

20 dicembre 2006. Km percorsi 150

Partenza da Milano a metà pomeriggio e arrivo a Genova. L’imbarco avviene verso le ore 20 a causa del ritardo della nave proveniente da Barcellona..

21 dicembre 2006.

Giornata in navigazione. Verso sera sono distribuite la carte da compilare per lo sbarco: una scheda per ogni passeggero e una per l’automezzo. La consegna avviene in un salone della nave in una confusione indescrivibile.

Consiglio: aspettate che la calca iniziale si diradi. Non c’è pericolo di rimanere senza.

Contrariamente a quanto succede sulle navi COTUNAV le formalità di polizia e dogana non si svolgono a bordo. Arriviamo a Tunisi verso le 21. Dopo lo sbarco bisogna fare diverse file per le pratiche: dogana, polizia, automezzo. Riusciamo a completare il tutto alle 2 del mattino!!

Durante l’attesa cambiamo un po’di euro in dinari tunisini. Gli sportelli bancari sono sempre aperti all’arrivo delle navi e il cambio è pressoché uguale ovunque (1 euro = circa1, 70 DT- 1 DT = 0,58 euro circa)

Considerata l’ora tarda ci fermiamo fuori dal porto in direzione della città proprio davanti agli uffici della CTN dove c’è un parcheggio. Una parte di questo, quella vicino alla strada, viene usata dalle scuole guida come area di prova per le loro lezioni. Attenzione quindi a non sostarvi.

22 dicembre 2006. Km percorsi 520

Partiamo verso le 8 in direzione di Douz. Vogliamo assistere di nuovo al “Festival del deserto” che si terrà dal 24 al 27 dicembre.

“Ogni anno, solitamente in Novembre o Dicembre, Douz ospita il “Festival del Sahara”, una grande manifestazione folcloristica popolare che raduna le tribù nomadi da Tunisia, Algeria, Libia ed Egitto”.

Entriamo in autostrada in direzione di Sousse. A Enfida usciamo e prendiamo la statale per Kairouan.

Proseguiamo per Gabes. Prima di entrare in città deviamo per una strada secondaria (P16) in direzione di El Hamma. Da qui proseguiamo per Kebili e poi fino a Douz, dove arriviamo verso le 17.

Ci dirigiamo al campeggio “Desert Club” dove abbiamo già sostato nei due viaggi precedenti.

Il campeggio è pressoché deserto: ci sono solo alcuni fuoristrada e un camper di una coppia di tedeschi che è venuta a svernare in Tunisia. Il campeggio, spartano ma accogliente è sempre gestito da Brahim.

L’ingresso del campeggio

23 dicembre 2006.

La piazza del mercato di Douz

Giornata di riposo dedicata ad una passeggiata nella cittadina e poi alla vista dei negozi nella piazza del mercato. Non ci sono turisti in giro, forse arriveranno il giorno seguente per l’inizio del Festival. Tra i negozietti uno in particolare merita una visita approfondita. Si trova sulla destra di fianco all’uscita che porta verso il mercato della frutta e verdura. Nel primo locale c’è una vetrina piena di reperti

preistorici. Tutto intorno, sulle pareti, oggetti di argento. Il suo proprietario ci invita ad entrare e a girare liberamente nei vari locali.

Ci sono una serie di piccole stanze collegate tra loro e piene di oggetti antichi, tappeti, oggetti di vita quotidiana. Il proprietario, che parla un ottimo italiano, ci accompagna nella visita con ampie spiegazioni su ciò che vediamo. Vorrebbe che il suo negozio diventasse un piccolo museo sulla storia della cittadina.

Ci mostra poi la copia di un libro scritto insieme ad un ricercatore italiano:

Hedi Bel Haj Brahim

Guida ai pozzi e alle sorgenti

Centro ricerche sahariane di Douz

24 dicembre 2006.

Ci rechiamo all’ufficio organizzativo del festival, che si trova sulla strada che porta all’ospedale, per avere il programma. Le manifestazioni iniziano la mattina e la parte più interessante è alle 14.30 presso la “Place de Festival Hnish”, presso la “Porta del Deserto”. Dal campeggio dista circa 1 km e si può raggiungere a piedi attraversando l’oasi.

In attesa del pomeriggio ci dirigiamo verso la “Place de Souk” dove è stato organizzato un mercato artigianale. Lungo la strada sfilano alcuni gruppi in costume suonando musiche tradizionali e alcuni cavalieri che parteciperanno alla manifestazione.

Nella piazza del mercato sono state piantate numerose tende berbere dove sono esposti in vendita articoli di artigianato locale: oggetti in paglia, pelle, calzature tradizionali, tappeti.

Dopo un lungo giro e alcuni acquisti torniamo al campeggio per un pranzo veloce.

Verso le 13 ci incamminiamo verso la “Porta del Deserto”. Una volta arrivati troviamo posto sulle gradinate, verso l’alto, così possiamo avere una buona visione del piazzale dove si svolgerà la manifestazione. Questa inizia dopo una breve attesa.

Una grande parata dei partecipanti dà inizio alla manifestazione. Poi si svolgono una corsa di dromedari, sfilate di gruppi in costume, esibizioni di bande musicali dei diversi paesi, una gara di caccia alla lepre con levrieri, una partita di hockey sulla sabbia tra due squadre, un tentativo di lotta di dromedari. Ci sono poi corse di cavalli, esibizioni di abilità da parte dei cavalieri, un corteo che mostra un matrimonio beduino. Gli spettacoli si susseguono a ritmo serrato fino al tramonto.

Secondo quanto riportato nel programma questi verranno poi ripetuti nei due pomeriggi seguenti. Anche se abbiamo visto la manifestazione due anni prima si tratta sempre di uno spettacolo da non perdere.

25 dicembre 2006. Km percorsi 240

Partiamo in direzione di Tozeur. Questa volta vogliamo seguire la strada che gira a sud del Chott El Jerid e che costeggia, nella parte finale, il confine con l’Algeria. Attraversiamo le oasi di Zaafrane, Es Sabria, Al Faouar, piccoli abitati ai margini del grande deserto.

“…il trekking in cammello può essere praticato fuori Zaafrane, 12 km a sudovest di Douz, dove è possibile organizzare di tutto, da corse di un’ora a passaggi tra un’oasi e l’altra della durata di otto giorni. E se vi lasciate conquistare dal fascino del deserto, potete provare anche lo sci sulle dune….”

Dopo El Faouar la strada si inoltra nel nulla: man mano si avanza spariscono le dune, il terreno si fa piatto, ogni tanto si vedono grandi estensioni biancastre di sale. Il cielo è nuvoloso e tutto assume un colore plumbeo.

Passiamo un piccolo villaggio, Redjim Maatoug, costituito da basse costruzioni tutte uguali e circondate da muretti imbiancati a calce. Alcune persone, sedute per terra, ci guardano passare e salutano: non vedranno certamente molti camper su questa strada. Immaginiamo la durezza della vita passata in un posto simile.

Dopo Matrohua incontriamo un posto di blocco dell’esercito: ormai si viaggia sul confine con l’Algeria.

Scambiamo quattro chiacchiere con un militare che è ben contento di parlare con qualcuno che non sia un suo collega Senza alcun problema riprendiamo il viaggio in direzione di Hazoua, dove c’è il posto di confine per entrare in Algeria, che ho attraversato più volte tra l’80 e il ’90 nei miei viaggi fino in Niger e Mali.

La strada arriva ad un centinaio di metri dall’arco che segna la linea di confine. Ci dirigiamo verso l’oasi di Nefta che dista solo 23 km. La prima cosa che si nota arrivando nella cittadina è la grande distesa di palme che si trova in un grande avvallamento. All’orizzonte, sulla destra, biancheggia la grande distesa

del Chott. Proseguiamo per Tozeur dove arriviamo poco prima del tramonto. Ci dirigiamo al camping “Beaux Reves” dove abbiamo già sostato nei viaggi precedenti.

Il proprietario, Amar, ci accoglie cordialmente come sempre. Anche questo campeggio è pressoché vuoto, solo un paio di camper stranieri. Dopo esserci sistemati andiamo verso il centro a fare una passeggiata per sgranchirci le gambe dopo aver passato molte ore in viaggio.

26 dicembre 2006

Nella mattinata torniamo in centro. Visitiamo il mercato e altri negozietti alla ricerca di qualche oggetto particolare in argento. Pochissimi i turisti. I commercianti fanno a gara per attirarci nei loro negozi e cercare di vendere qualcosa

Il mercato coperto di Tozeur Un vicolo del souk

Un corteo nella via principale annuncia l’apertura del “Festival delle oasi”. Chiediamo informazioni e ci dicono che la manifestazione si terrà nel pomeriggio in un grande piazzale nella zona degli alberghi a circa 1 km dal campeggio.

Nel primo pomeriggio usciamo dal campeggio e seguiamo molte persone che si dirigono verso la zona della manifestazione. Si tratta di un grande piazzale ricavato in una zona ai bordi del palmeto. Una grande folla si accalca attorno ad una collinetta situata al centro che costituisce una sorta di palcoscenico. Dopo alcuni discorsi di presentazione delle autorità locali inizia la manifestazione.

Vengono presentate scene di vita delle oasi e del deserto. Carretti trainati da asinelli e carichi di ogni mercanzia che vanno al mercato, una carovana di cammelli che porta grossi sacchi di mercanzie, gruppi di suonatori con vari strumenti musicali e variopinti costumi, cori di ragazzi, la rappresentazione di una cerimonia di fidanzamento seguita dal matrimonio berbero. Per finire danzatrici in costume e fuochi artificiali. La rappresentazione dura fino al tramonto.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo a visitare una mostra di oggetti di artigianato. Cerchiamo poi un negozio per acquistare datteri da portare in Italia. E’ proprio il momento della raccolta. La scelta non è facile visto che sono in vendita in moltissimi posti. Entriamo ed usciamo da molti negozi dopo aver fatto assaggi ed esserci informati sui prezzi. Finalmente troviamo quello che ci sembra avere il prodotto migliore: datteri grossi e di un bel colore dorato. Ne acquistiamo 10 kg!

27 dicembre 2006. Km percorsi 360

In mattinata lasciamo Tozeur, meta l’isola di Djerba.

Attraversiamo il Chott El Jerid fino a Kebili, proseguiamo per la C16 fino a El Hamma e poi deviamo per Gabes. Proseguiamo per la P1 in direzione di Mareth dove, qualche km dopo, c’è un bel museo sulla seconda Guerra Mondiale in Tunisia visitato nel viaggio precedente.

Deviamo a sinistra sulla C 116 in direzione di El Jorf. Qui partono continuamente traghetti che portano in pochi minuti sull’isola di Djerba.

Chott el Jerid

Sbarcati sull’isola ci dirigiamo verso Houmt Souk. Vorremmo fermarci per fare un giro ma non riusciamo a trovare un parcheggio per il nostro mezzo. Seguiamo i cartelli che indicano la “zone touristique”, che non è altro che la zona costiera piena di alberghi. Sono pressoché tutti chiusi in attesa dell’inizio della stagione, verso maggio. Il tempo è grigio perché qualche ora prima ha piovuto. Si avvicina la sera e dobbiamo cercare un posto per sostare. Proseguiamo lungo la strada costiera in direzione di Aghir dove sappiamo esserci due campeggi, “Sidi Slim” vicino all’omonimo albergo e il “Centre de stage et Vacances”.

Troviamo l’hotel Sidi Slim e l’ingresso del campeggio ma la strada di accesso, causa le piogge, presenta una grande pozza che sembra anche essere profonda. Proseguiamo allora in direzione del “port de peche”, il porto di pesca di Aghir e proprio di fianco all’ingresso, dove c’è anche un posto di polizia, troviamo l’ingresso del “Centre”.

E’ un villaggio vacanze per studenti con annesso campeggio. Per i camper sono state realizzate 5 piazzole in cemento con attacchi luce, due sulla spiaggia proprio di fronte al mare e tre più defilate e lontane una cinquantina di metri. Qui ci sono due camper stranieri. Noi ci fermiamo sulla piazzola fronte al mare. Alle nostre spalle c’è il blocco dei servizi. Un lungo tubo di gomma assicura il rifornimento di acqua.

Nella zona alle nostre spalle c’è ancora una grande spiazzo dove potrebbero sostare decine di altri mezzi. All’ingresso del “Centre” c’è un piccolo ristorante dove è possibile avere, su prenotazione, pranzo o cena.

28 dicembre 2006

Ci svegliamo col sole che sorge dal mare. Uno spettacolo bellissimo. Il tempo è ottimo e inizia a fare caldo: si può stare tranquillamente in maniche di camicia. Facciamo una lunga passeggiata sulla spiaggia passando davanti ai numerosi alberghi.

Alcuni sono aperti e molte persone sono sdraiate al sole. Si incontrano numerosi venditori di souvenir, il solito cammelliere con tanto di tesserino con foto che propone una passeggiata su un sonnecchiante cammello.

Una parte della spiaggia, libera da costruzioni, è accessibile dalla strada ed è possibile arrivare anche col camper per fare sosta libera. Ci sono infatti alcuni mezzi stranieri che sembrano sostare da parecchi giorni. Non c’è però possibilità di avere acqua o effettuare lo scarico.

Dopo pranzo facciamo un giro fuori dal campeggio ma, a parte i soliti alberghi e condomini, non c’è assolutamente nulla. A circa 1 km c’è un piccolo negozio dove si possono comprare pane e altri generi alimentari. L’isola è un posto dove la vita si svolge negli alberghi e sulle spiagge. Si esce per escursioni organizzate con bus turistici o grossi fuoristrada, per girare nell’interno con rumorose moto a quattro ruote (quads) che sono noleggiate in molti posti. Nella stagione che inizia verso maggio sarà meta di viaggi organizzati che porteranno miglia di persone in questi enormi alberghi costruiti direttamente sulla spiaggia.

29 dicembre 2006 – km percorsi 417

Lasciamo il campeggio verso le otto. Imbocchiamo la C 209 in direzione di Midoun. Nel centro del paese si tiene un grande mercato con centinaia di bancarelle che vendono ogni genere di mercanzia. Ci fermiamo per fare un giro. Una parte è dedicata alla vendita di ovini, con decine e decine di animali legati. Domani è la festa del montone tutti si accingono a comprare l’animale da sacrificare il giorno seguente:

“…il “giorno del montone” che si svolgerà, secondo le fasi lunari, o il 30 oppure il 31 dicembre. Per la comunità musulmana è un momento molto importante, perchè questo evento rappresenta una tappa fondamentale del nostro calendario. Con la festa del montone celebriamo il sacrifico che il profeta Abramo era pronto a compiere immolando il suo stesso figlio…… il giorno del sacrificio può essere paragonato alla Pasqua cristiana”.

Lasciamo Midoun e ci dirigiamo verso Ajon dove ci imbarchiamo sul traghetto che in pochi minuti ci porta a El Jorf. Imbocchiamo la C 116 in direzione della strada principale per Gabes.

Prima di arrivare c’è una grande rotonda: se ci si mantiene sulla sinistra si imbocca la nuova tangenziale che evita l’attraversamento della caotica cittadina. Noi invece proseguiamo verso destra in direzione del paese per fermarci dopo alcune centinaia di metri in un grande e fornito supermercato per acquistare un po’ di generi alimentari. Ripartiamo poi in direzione di Sfax ed El Jem.

Circa 20 km prima di Sousse deviamo per la C 94 in direzione di Monastir, dove giungiamo nel tardo pomeriggio. Parcheggiamo nella “Piazza del Governatorato”, di fronte ad una sala da the/pasticceria, vicinissimo all’ingresso della medina dove più tardi andiamo a fare una passeggiata Anche qui la maggior parte dei negozi sono chiusi. Di fronte all’ingresso, per un eventuale rifornimento, c’è un supermercato ben fornito.

La medina di Monastir

30 dicembre 2006 – km percorsi 127.

Giornata di festa con un silenzio innaturale: si sentonom perfino cantare gli uccellini. Andiamo a visitare il grande Mausoleo della famiglia Bourguiba che sorge all’interno di un grande cimitero.

Poco distante sorge il Ribat di Harthema, una grande costruzione che domina il mare. Vicino c’è il porto turistico con grosse e moderne imbarcazioni a vela e motore. All’ingresso, sulla sinistra, c’è un grande parcheggio dove (avendolo saputo prima) sarebbe stato possibile sostare per la notte. Lo stesso si può dire per il lungomare ai piedi del Ribat: anche qui è possibile fermarsi proprio davanti alla spiaggia.

Entriamo poi nella medina, pressoché deserta e con tutti i negozi chiusi. Davanti a molte case vediamo legate le capre in attesa di essere sacrificate nel giorno di festa. Dove la cerimonia si è già svolta e le donne lavano via il sangue davanti alla porta. In altre ci sono impronte di mani rosse sulle pareti bianche.

Verso l’ora di pranzo lasciamo Monastir in direzione di Sousse. Una volta arrivati sostiamo nella grande piazza proprio davanti all’ingresso della medina. Ci concediamo uno spuntino in un locale dove servono un ottimo kebab e poi andiamo a fare una passeggiata nella città vecchia.

Anche qui la maggior parte dei negozi sono chiusi ed è rilassante camminare nei vicoli pressoché deserti. La confusione che ci aveva accompagnati durante la visita fatta nel viaggio precedente non ci aveva permesso di godere la visita..

Finita la nostra passeggiata partiamo in direzione di Nabeul per pernottare nel campeggio “Les Jasmins”, adiacente all’omonimo albergo. Arriviamo nel tardo pomeriggio. Il campeggio è deserto: siamo gli unici ospiti. Non troviamo nemmeno i due simpatici italiani, Silvano e Mario, conosciuti qualche anno prima, che solitamente passano molti mesi in questo posto. Dopo esserci sistemati andiamo fare una

passeggiata nella cittadina. Quasi tutti i negozi sono chiusi; sono aperte solo le macellerie che preparano la carne degli animali sacrificati la mattina. Davanti ad alcune di esse vengono arrostite su una griglia le loro teste. All’ora di cena torniamo al campeggio. Vorremmo cenare nell’ottimo ristorante Slovenia ma anche questo è chiuso per la festività.

31 dicembre 2006. Km percorsi 200.

Partiamo da Nabeul e ci dirigiamo lungo la strada costiera C 27 della penisola di Cap Bon.

“Questa fertile penisola si estende in direzione del Mediterraneo, a nordest di Tunisi. I geologi ritengono che in passato essa raggiungesse la Sicilia, facendo da ponte tra l’Africa e l’Europa, e che sia sprofondata al di sotto del mare circa 30.000 anni fa”.

Il paesaggio cambia completamente diventando verde e collinoso. Passiamo la cittadina di Korba e raggiungiamo Kelibia, rinomata stazione balneare della penisola, dove c’è anche un grande villaggio vacanze.

Lungo la strada che in molti punti corre di fianco al mare vi sono molte zone dove si potrebbe sostare.

Entriamo in paese e ci dirigiamo verso il porto. Alla sinistra, sulla collina, c’è una grande fortezza.

“Regolo sbarco’ qui all’inizio della prima guerra punica e, alla fine della terza, la città venne distrutta con la sua alleata Cartagine; rifiori’ di nuovo durante l’Impero Romano con il nome di Clupea. Gli Aglabidi dal IX secolo la restaurarono e la fortificarono con una guarnigione; tra il 1535 e il 1547 la città araba fu distrutta tre volte dagli Spagnoli e per tre volte ricostruita. Analogamente avvenne nel 1704 ad opera del pacha turco Ibrahim Sherif a da un benafattore locale agli inizi del XIX secolo.

Proseguiamo lungo la strada che finisce in un grande parcheggio proprio davanti ad una lunga spiaggia, meta turistica dei locali nella stagione estiva.

Lasciata Kelibia arriviamo a Kerkouane, un grandissimo sito archeologico punico scoperto nel 1962 e classificato dall’UNESCO come “patrimonio dell’umanità”.

“A metà strada tra Kelibia e El-Haouaria si trova il poco noto sito cartaginese di Kerkouane, una città fondata nel VI secolo a.C. che visse per meno di 300 anni, prima che le forze romane la distruggessero. Fu scoperta nel 1962, e oggi un museo ne conserva alcuni interessanti reperti, tra i quali la ‘Principessa di Kerkouane’, il coperchio di un sarcofago in legno intagliato che rappresenta la dea Astarte”.

La visita dura alcune ore considerata l’enorme estensione del sito ed è molto interessante.

Proseguiamo poi lungo la costa in direzione di Tunisi. Per la prima volta vediamo mucche al pascolo nei prati verdi della regione. Sulle colline svettano decine e decine di pale eoliche che sfruttano il vento per produrre energia elettrica. L’impatto visivo non è certo dei migliori.

Giunti alla periferia di Tunisi ci troviamo incanalati nel traffico che va verso la città. La nostra meta è Sidi Bou Said, dove vogliamo trascorrere la notte. Si è fatta sera e fatichiamo parecchio ad arrivare: col buio è molto difficile trovare le indicazioni stradali. Per evitare un lungo giro prendiamo il traghetto

(gratuito) che in pochi minuti attraversa la baia di La Goulette e finalmente arriviamo a Sidi Bou Said.

Un cartello indica un parcheggio per auto e bus proprio sulla strada che porta al paesino. La strada, in leggera salita, porta ad un grande spiazzo alberato, con alcuni lampioni, ma pressoché deserto.

Preferiamo cercare un posto un po’ più “animato”. Usciamo dal lato opposto del parcheggio e torniamo verso l’inizio della salita. Sul lato sinistro vediamo l’ufficio della polizia e proprio davanti un bel posto per parcheggiare.

Lasciamo il nostro mezzo e saliamo verso il villaggio con l’intenzione di cercare un posto per cenare.

Anche qui tutto chiuso, tranne il caffè e un paio di altri locali. L’unico ristorante aperto è però tutto esaurito. Ancora una volta cena in camper

1 gennaio 2007.

Andiamo a fare un giro nel paesino.

“È un luogo delizioso per una passeggiata tra strette stradine di ciottoli e vecchi scalini di pietra. Le sue mura smaglianti sono interrotte qua e là da grate dalle linee curve e riccamente ornate tipiche della zona, tutte dipinte dello stesso blu intenso, e da coloratissime volte che si aprono su cortili cosparsi di gerani e buganvillea”

“Caffè des Nattes”

Oggi è giorno di lavoro, i negozi aprono e iniziano ad esporre la solita mercanzia. Entriamo ed usciamo da molti di questi alla ricerca di antichi oggetti in argento ma senza successo. Troviamo finalmente un antiquario con oggetti veramente belli e di qualità nella via a destra del caffè

Mrad Mohamed El Adel, rue El Houdaybiya.

Prima di ripartire ci concediamo il classico thè con i pinoli al “Caffè”.

Da Sidi Bou Said ci dirigiamo verso Cartagine.

“Secondo la tradizione, fu fondata da un gruppo di esuli di Tiro, capeggiati da Elissa, sorella del re Pigmalione, più nota in seguito come Didone. Essa concordò con il re autoctono di pagare un terreno che si potesse coprire con la pelle di un bue: ma fece tagliare la pelle in minutissime strisce che coprirono la collina su cui sorse la città”.

La prima visita è alle Terme di Antonino, le più grandi costruite fuori Roma e terze al mondo per grandezza. Il biglietto cumulativo giornaliero (7 DT a persona) permette di visitare 8 siti. Una guida che parla italiano si offre per 5 DT di accompagnarci nel giro per fornirci spiegazioni sui reperti archeologici.

Dopo le terme saliamo sulla collina di Byrsa dove sorge la Cattedrale di St. Louis.

“La Cattedrale di San Luigi, visibile anche a chilometri di distanza date le dimensioni colossali. Fu costruita dai francesi nel 1890 e dedicata al re-santo del XIII secolo morto sulla spiaggia di Cartagine nel 1270 durante la malaugurata VIII crociata. Nonostante sia stata sconsacrata e chiusa per anni, è stata recentemente restaurata e riaperta al pubblico”

Di fianco c’è il Museo di Cartagine, ospitato in quello che era il convento dei missionari d’Africa (Padri Bianchi). Il museo espone sculture, reperti archeologici, ceramiche, mosaici e molto altro.

Visitiamo poi le Ville Romane, sito costituito da una serie di fondamenta di ville di notevoli dimensioni. In un lungo cunicolo, ai piedi di una collinetta, sono ammassati centinaia di mosaici che sono stati trovati duranti gli scavi e che forse mai saranno esposti.

Per ultimo visitiamo l’Anfiteatro Romano, che essendo stato completamente restaurato e utilizzato per gli spettacoli del Festival di Cartagine non ha più nulla di antico.

Finite le visite andiamo verso Tunisi per sostare al “Parc Kennedy” in avenue Mohamed. Provenendo dal porto di La Goulette proseguire per Avenue Bourguiba; in Place 7 Novembre, dove al centro c’è una specie di torre con orologio, girare a destra. Subito dopo il grande Palais des Congres c’è il parcheggio.

Questo ha due ingressi: il primo che si incontra ha una sbarra e un custode ma è riservato ai dipendenti del Palais. Più avanti c’è l’ingresso di quello pubblico (6 DT al giorno da pagare all’addetto quando si esce). All’ interno ci sono servizi igienici (pulitissimi) aperti durante il giorno dove, con una piccola mancia all’addetto, si può svuotare la cassetta wc e le acque chiare con un secchio. Quando siamo arrivati la sera il parcheggio era pressoché deserto. C’erano solo 2 camper stranieri.

2 gennaio 2007

Ci svegliamo presto e quando apriamo le tendine vediamo con grande meraviglia che il parcheggio è quasi completamente pieno di auto: tutte persone che lavorano nei vicini uffici.

La mattinata è dedicata alla visita del Museo del Bardo che raggiungiamo con il mètro lèger, linea 4, un tram che viaggia in corsia protetta. Per la fermata bisogna imboccare Rue du Ghana che si trova proprio davanti al parcheggio e porta alla stazione del mètro.

Il Museo, ospitato nell’ex palazzo reale del bey ospita la più grande collezione al mondo di mosaici romani (ingresso 6 DT a persona + 1 DT per fotografare).

Ci accodiamo ad un gruppo di turisti accompagnati da una guida e la visita è corredata da spiegazioni molto interessanti. Una giornata non basta per vedere tutto ciò che è esposto, ma con ragazzi al seguito già poche ore sono troppe!

Lasciamo il museo nel primo pomeriggio e torniamo verso il centro dove passiamo il resto della giornata passeggiando per le vie del centro.

3 gennaio 2007

Dedichiamo la giornata alla visita della medina.

“La medina è il centro storico e culturale della Tunisi moderna e il luogo ideale per cogliere lo spirito vitale della città. Costruita durante il VII secolo d.C., perse la sua centralità con l’arrivo dei francesi e il successivo sviluppo della ville nouvelle verso l’inizio del XX secolo”

Dal parcheggio si raggiunge l’ingresso principale percorrendo l’Avenue de France fino a Place de la Victoire dove sorge un grande arco, la Port de France, così chiamata dai francesi che le cambiarono il nome originario di Bal el Bahr (Porta del Mare).

Questa è l’entrata più conosciuta della medina. Con l’aiuto di una piantina seguiamo l’itinerario segnato che porta alle mete più interessanti. Giriamo poi nei vari souk dove centinaia di botteghe espongono merce di ogni genere.

Con l’aiuto di una piantina seguiamo l’itinerario segnato che porta alle mete più interessanti.

Il mio interesse è però soprattutto per le botteghe di antiquari e di oggetti in argento.

Particolarmente fornito e con oggetti interessanti, dove ho fatto acquisti:

Ben Ghorbal Abdelkrim

30, rue Djamaa Ez-Zitouna

proprio sulla via che dalla Place de la Victorie porta alla moschea Ez-Zitouna, sul lato sinistro.

Addentrandosi poi nei vicoli, girovagando senza una meta precisa si trovano spesso scorci interessanti e zone non frequentate dai soliti gruppi organizzati

Da vedere le botteghe e il mercato all’aperto che si aprono su Aveune Bab Jedid e Rue Al Jazira.

Per pranzo o cena un buon posto da tener presente è

Cafè restaurant Les Arcades,

Avenue Habib Bourghiba

Con la Port de France alle spalle si trova sul lato destro del vialone, sotto i portici. Servono ottimi panini kebab o piatti vari di carne, nonché un’ottima pizza cotta nel forno a legna, a prezzi modici.

4 gennaio 2007

E’ il giorno del ritorno. La nave parte alle 12.

Lasciamo il parcheggio, pagando all’uscita 3 notti (1,800 DT) e ci dirigiamo verso La Goulette.

Al porto troviamo lunghe code di auto che aspettano di imbarcarsi.

Novità: la presentazione dei biglietti per avere le carte di imbarco non si fa più nei gabbiotti davanti all’ingresso. Bisogna andare nella stazione marittima presso lo sportello della propria compagnia di navigazione con i documenti di tutti i viaggiatori.

Attenzione: fate le pratiche per conto vostro e non tenete conto delle persone che, appena vi vedono arrivare, vi indicano dove parcheggiare e vi danno fumose indicazioni. Io ho parcheggiato nello stesso posto dove avevo pernottato all’andata e poi sono andato a piedi a fare tutte le pratiche.

INDIRIZZI UTILI

DOUZ

Camping Desert Club

Gestore: Brahim Ben Brahim

www.campingdouz.skyblog.com

tel. fax 00 216 75 470 575

e-mail : brahim2020@yahoo.fr

FESTIVAL DI DOUZ

www.festivaldouz.org.tn

e mail: festivaldouz@laposte.net

tel. Fax 00 216 75 471 920

TOZEUR

Camping Les Beaux Rêves

Zone touristique Tozeur 2200 – Tunisie

Tel.: 00 216 76 45 33 31

Fax: 00 216 76 45 42 08

NABEUL

Camping les jasmin

www.hotellesjasmins.com

 

 
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