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Puntura da scorpione By Dr.Marco Innocenti

– Posted in: Medicina, Tecnica

By Dr.Marco InnocentiOriginally Posted Wednesday, January 16, 2008

 

Puntura da scorpione By Marko caoos@hotmail.com Dr.Marco Innocenti

Gli scorpioni sono animali tipici delle zone tropicali e subtropicali. Derivano da antichissime ere; risalgono a 400-450 milioni d’anni fa, quindi possono considerarsi tra gli esseri più antichi della terra, in considerazione di questo fa pensare che è un animale capace di adattarsi all’ambiente, molto resistente e tenace, sopporta temperature di oltre 100°C, e temperature sotto zero, si pensa che siano resistenti persino alle radiazioni nucleari.
Ci sono circa 1300 specie di scorpioni nel mondo, caratterizzate da una diversa pericolosità a seconda del veleno.
L’habitat in cui vivono è caratterizzato dal calore e l’umidità, motivo per cui gradiscono restare nascosti, sotto pietre e cortecce. Di notte cacciano, servendosi delle chele e usando il pungiglione solo in casi d’estrema necessità.
E’ facile incontrarli d’estate, mentre in inverno hanno una vita piuttosto rallentate.

Sono composti da capo-torace, addome, post-addome; hanno sei occhi, due sopra la testa e quattro ai lati, otto zampe, chele e all’estremità del post-addome che servono per cacciare. Le ghiandole velenifere finiscono in un aculeo ad uncino che inietta un veleno che viene quasi esclusivamente usato per difendersi e raramente per immobilizzare grosse prede. Questi aracnidi hanno abitudini notturne ed elusive. Sono predatori carnivori di insetti e altre piccoli animali.

Curioso è il momento riproduttivo; il maschio afferra la femmina con le chele e compie con lei una danza d’amore della durata di molte ore, persino di giorni, finché non deposita una spermatofora a terra (i suoi semi) e fa in modo che la femmina ci passi sopra e sia fecondata.
Corteggiamento:

Il parto produrrà da 20 a 50 piccoli, del tutto bianchi, restano sulla schiena della madre, che li protegge fino alla sviluppo della prima muta.

In Italia la specie più diffusa è Euscorpius italicus della Famiglia dei Cactidi, Ordine degli Scorpioni. Altri sono presenti in Italia, Buthus europeus, l’Euscorpius flavicaudis, sono molto piccoli ed innocui per l’uomo.

Questo documento non vuole essere un trattato sugli scorpioni, citerò solo alcune specie, alcune delle principali in che vivono nel nostro paese e quelle che si trovano nelle nostre amate regioni sahariane; infine i rimedi da mettere in atto in caso di puntura nel bel mezzo del sahara

Euscorpius italicus

Non è molto grande. può raggiungere i 5cm di lunghezza, ma sono noti esemplari anche più lunghi.

Si presenta di solito di colore nero, ma può variare fino al bruno, con il telson e le zampe che possono tendere al rossiccio. La coda sottile (tipica delle specie, poco o niente velenosa) è tipica di tutto il genere Euscorpius. E’ una specie molto diffusa in Europa. Oltre all’Italia, è presente in Nord Europa, Balcani, Russia, Turchia, Grecia, Nord Africa. Non sono animali pericolosi; a parte il fatto che sono molto timidi, venirne punti è come prendersi una puntura d’insetto, spiacevole ma non certo mortale

Euscorpius flavicaudis

E’ una specie diffusa nell’Europa occidentale: Spagna, Francia, Inghilterra ed Italia. In particolare, in Italia, sembra diffuso in prevalenza nel settore occidentale e tirrenico. Specie di dimensioni dai 3,5cm ai 5cm, presenta un colore scuro, bruno fino al nero, con spesso il telson e le zampe più chiare, tendenti al giallo-rossastro. Ama i luoghi umidi ed è amante di prati molto più della specie italicus, ma anche questo si può trovare in ruderi, sotto pietre.

Da qualche anno è stata introdotta involontariamente in Italia un’altra specie di scorpione, il Buthus occitanus, di colore giallo-rosso e dalle chele sottili, che è dotato di un veleno più potente.Tipicamente questa specie vive in Spagna, Francia, costa Azzurra. Può raggiungere anche gli 8cm, comunque la specie che vive in Europa nella letteratura scientifica, non viene considerato mortale, mentre quello che vive in Marocco, pare che possa uccidere un cavallo

 

Veniamo agli scorpioni che possiamo incontrare nel nostro peregrinare in Africa.

 

Euscorpius maurus

Vive in Marocco ed in Africa sahariana occidentale, è lungo circa 7 cm, caratterizzato da chele grosse, colore giallo rossiccio, piuttosto velenoso, ma non mortale nella maggior parte dei casi.

Androctonus australis

Tipico della Tunisia, ma vive in quasi tutta l’Africa nord-orientale e in Medio Oriente, su monti dal clima secco, in piccole fenditure nella roccia oppure in buche profonde che scava anche per più di un metro in cui, a volte, si ritira per vari giorni; particolarmente aggressivo, attacca anche suoi simili per cibarsene. Come il serpente a sonagli, l’androctonus australis per avvisare i nemici del pericolo strofina tra loro due placche ruvide producendo la stridulazione.

Di colore giallo, beige con chele e dorso leggermente più scure, aculeo marrone raggiunge i 10cm e vive circa 3-5anni, è velenoso per l’uomo.

Androctonus mauretanicus

Si trova in Marocco, è di colore nero, lungo circa 7-9cm; letale per i bambini più piccoli, segnalati diversi decessi a Essauria e nei villaggi dell’Atlas

Androctonus hoggarensis

Anche questo si trova in Marocco, ma anche in Egitto, Algeria ,Libia, di solito predilige le altitudini, oltre i 1000m di altitudine, circa 9cm di lunghezza ha una pericolosità come il precedente.

Leiurus quinquestriatus

Popola il nord Africa dalla Tunisia all’Egitto, Sudan, ma si spinge sino a Israele nel Medio Oriente, Oman Yemen compreso. E’ molto velenoso, estremamente dolorosa la puntura, ma fortunatamente, nella maggior parte dei casi, non letale, tranne che in casi particolari: bambini, soggetti debilitati o cardiopatici. Esiste inoltre il rischio di reazioni anafilattiche anche serie. Ha un colore giallo con coda e chele sottili, la coda talvolta termina con una stria nera, ma non è una costante. Raggiunge i 12cm, viene anche chiamato Death Stalker e scorpione giallo.

Questo un piccolo esemplare che ho trovato in un cespuglio, nell’estremo sud tunisino al limite dell’Algeria.

Androctonus Crassicauda

Anche questa specie vive nel deserto, in special modo in Oman medio oriente, Iraq, Iran; è uno dei pochi scorpioni del deserto a non essere giallo o beige, di colore marrone tendente al nero, raggiunge i 7cm, chele piccole. Il suo veleno è molto potente, più dell’australis, può provocare anche la morte dell’individuo.

Pandinus imperator

Vive in Costa D’avorio, Togo, di colore nero è uno scorpione che può raggiungere dimensioni strepitose, 25-30cm di lunghezza, è l’imperatore degli scorpioni, che malgrado il suo nome e le sue dimensioni è inoffensivo per l’uomo. Utilizza le chele e non l’aculeo per uccidere le sue prede; mentre utilizza il veleno dell’aculeo per sciogliere ossa e tessuti delle sue prede. E’ il cibo preferito di alcune scimmie, che prima di mangiarlo gli staccano la coda.

Un fatto curioso e che alla luce UV diventa giallo bianco intenso.

Hadogenes bicolore

Presente in Sud Africa, deve il suo nome al fatto che il corpo bicolore, è detto Giant Banded Flat Rock Scorpion, o South African Rock Scorpion, per via del fatto che vive tra le rocce, raggiunge i 10-14cm di lunghezza, velenoso ma non cosi potente da poter essere letale, nemmeno per i bambini.

Delle 1300 specie di scorpioni conosciute la maggior parte non ha alcuna rilevanza in campo medico, nel senso che non sono pericolose, mentre ben poche hanno un veleno che può causare problemi seri più o meno variabili sino ad essere letali per l’individuo; si dice che i più pericolosi sono caratterizzate da chele fini, aculeo triangolare e che vivono in zone aride.

Un elenco delle specie pericolose:

Buthidae:

Leiurus quinquestriatus (EHRENBERG, 1928)

Androctonus:

A. australis (Linnaeus, 1758)
A. bicolor (Ehrenberg, 1828)
A. crassicauda (Olivier, 1807)
A. mauritanicus (Pocock, 1902)

Buthus:

B. occitanus (Amoreux, 1789)

Centruroides:

C. exilicauda (Wood, 1863)
C. infamatus (C. L. Koch, 1844)
C. noxius (Hoffman, 1932)
C. suffusus (Pocock, 1902)

Hottentotta:

H. alticola (Pocock, 1895)
H. hottentotta (Fabricius, 1787)
H. tamulus (Fabricius, 1798)

Mesobuthus:

M. eupeus (C. L. Koch, 1839)
M. gibbosus (Brulle, 1832)
M. tamulus (Fabricius, 1798)New name Hottentotta tamulus

Parabuthus:

P. transvaalicus (Purcell, 1899)
P. granulatus (Ehrenberg, 1831)
P. leiosoma (Ehrenberg, 1828)
P. mossambicensis (Peters, 1861)

Rhopalurus:

R. debilis (C. L. Koch, 1840)

Tityus:

T. argentinus (Borelli, 1899)
T. bahiensis (Perty, 1833)
T. costatus (Karsh, 1879)
T. dasyurus (Pocock,1897)
T. forcipula (Gervais, 1843)
T. parvulus (Kraepelin, 1914)
T. pugilator (Pocock, 1898)
T. serrulatus (Lutz & Mello, 1922)
T. silvestris (Pocock, 1897)
T. stigmurus (Thorell, 1876)
T. trinitatus (Pocock, 1897)
T. zulianus (González-Sponga, 1981)

Hemiscorpius:

Hemiscorpius lepturus (Peters, 1861)

Il veleno è una miscela di neurotossine, formate da diverse proteine, cationi di sodio e di potassio, specifico per ogni specie, è chiaro, tossico per il sistema nervoso, ma anche per il cuore.

La loro puntura, nel caso di una specie innocua, causano in genere solo dolore localizzato, prurito, bruciore, gonfiore, eventualmente ingrossamento delle linfoghiandole regionali, aumento della temperatura cutanea e della sensibilità attorno alla ferita.

Se la puntura è causata da una delle specie sopraccitate, quindi velenose, i sintomi vengono divisi in 2 stadi: sintomi locali, sintomi generali sistemici, questi a loro volta possono essere moderati o gravi a seconda della pericolosità del veleno, e delle condizioni dell’individuo.

Sintomi locali: all’inizio compare il dolore, intorpidimento, eritema e tumefazione nella sede colpita; rara e la necrosi cutanea; questi sintomi regrediscono in circa 24ore.

Sintomi generali di grado moderato:

Sudorazione, iperpiressia, diarrea, brividi di freddo, rinite, ipertensione arteriosa. Generalmente scompaiono nel giro di 48ore

Sintomi generali gravi:

compaiono in modo variabile nel giro di 2-6 ore dalla puntura, crisi ipertensive severe, aritmie cardiache, dispnea, soffocamento respiratorio, crampi addominali, nausea, vomito, crampi e spasmi muscolari, convulsioni, delirio. La morte può avvenire per edema polmonare acuto come complicanze della crisi cardiaca.

Fattori prognostici positivi:

– Lo scorpione è piccolo, meno di 3cm
– La puntura è avvenuta attraverso i vestiti

Fattori prognostici negativi:

– L’età della vittima è < a 6anni e >70anni
– Cardiopatico iperteso in trattamento

Casa fare se punti da uno scorpione nel sahara?

Prima cosa cercare di non farsi pungere, quindi mettere in atto tutte le norme del buon senso, indossare sempre scarpe e no sandali, mai a piedi nudi, quando si va a cogliere la legna fare molta attenzione, magari prima di intrufolare le mani date dei calci agli arbusti per allontanare i rami che vi servono, indossare sempre guanti, quelli da lavoro in pelle, evitare di spostare i grossi massi con le mani nude, fatelo con i piedi, fate attenzione intorno ai pozzi, e quando espletate i bisogni fisiologici nel bel mezzo del Sahara, attenzione ai cespugli!!! Il mio incontro ravvicinato con un scorpione è stato proprio in una di queste occasioni.
Fate attenzione quando ripiegate la tenda a terra la mattina, maneggiate con cura le scarpe lasciate incustodite e cercate di verificarne la piena liberta’ delle stesse.
Le persone che ho incontrato lungo il Sahara che sono state punte da scorpioni, erano locali, ma nessuno ne è esente, per lo più gente che arraffava intorno ai pozzi, un militare nella caserma mentre puliva in cucina.
Se nonostante tutto veniste punti da uno scorpione in nord Africa, allarmatevi solo se non siete più giovani, se la vittima è un bambino, un anziano, se avete problemi di cuore, se siete ipertesi, se siete iperistaminici, dei soggetti allergici.
La puntura è accidentale, nessuno scorpione attacca, lo fa solo se si sente minacciato, di solito scappa.
L’aculeo è in grado di trapassare i vestiti, anche se la quantità di veleno inoculata sarà minore.
Mantenere la calma, non succhiare con la bocca la ferita. L’uso del laccio emostatico a monte della ferita è controverso, c’è chi sostiene che è necessario per rallentare la distribuzione del veleno in circolo, altri sostengono che fa poco o nulla, anzi potrebbe recare maggior danno se lasciato per molto tempo causando ischemia del distretto coinvolto; un buona regola e non lasciare il laccio per oltre 30minuti.
Dalla mia esperienza in loco dai militari nelle caserme disseminate nel Sahara, non è reperibile alcun siero, almeno in Tunisia, Algeria e Marocco, mentre in tali sedi, se sufficientemente grandi è reperibile un medico, che saprà aiutarvi all’occorrenza, fornendovi i medicinali ed assistenza, anche se purtroppo mi è capitato a Bordje el Khadra, di aiutare il medico stesso, novello di laurea impreparato all’emergenza per un suo commilitone. Il siero per essere efficace deve essere somministrato entro 1ora dall’accaduto, poi deve essere del tipo giusto a seconda dello scorpione, comunque anche in Africa non viene usato, ma la terapia è sintomatica con l’ospedalizzazione o meno a seconda della gravità.
Utile invece è spremere la ferita per far uscire il veleno, magari ampliando il sito di inoculazione della puntura con un bisturino sterile e far sanguinare; medicate con tintura di iodio ed immobilizzare la zona colpita. Viene sempre consigliato ghiaccio in loco, come se fosse facile reperirlo nel deserto…, comunque ha solo lo scopo antalgico. Esistono in commercio delle siringhe “aspiraveleno”, ma l’utilità è dubbia, difficile far aderire bene la siringa, aspira aria vanificando l’effetto, è consigliabile inumidire la superficie di contatto.

In Africa nei nostri viaggi è utile portare sempre dei farmaci, è necessario un potente antidolorifico, la novalgina va bene, anche la tachipirina va bene 1gr ogni 5-6 ore di quest’ultima è una buona dose per smorzare il dolore e controllare la temperatura corporea. L’antibioticoterapia per evitare sovrainfezioni locali, spremendo il sangue si favorisce l’allargamento della ferita, i nostri viaggi non sono mai puliti, c’è chi consiglia di allargare la ferita per far sgorgare un po’ di sangue al fine di eliminare il veleno. Come antibiotico potete usarne uno a largo spettro, tipo l’amoxicillina (augmentin, zimox), 1gr due volte die per 7gg, oppure anche un macrolide come la claritromicina (veclam, macladin) 500mg die per 7gg, un chinolonico come la levoxacina (tavanic, ciproxin) 500mg die per 7gg.
Ricordatevi le vostre personali allergie e tenetene debito conto!! Riposatevi non viaggiate quel giorno.
Se siete ipertesi sarebbe opportuno monitorare la pressione arteriosa, portatevi uno sfigmomanometro ed imparate ad usarlo, se la pressione diastolica nonostante la terapia che state effettuando va oltre 120mmHg, e la sistolica oltre 180/200 mm hg è utile un antipertensivo di pronta disponibilità. Ottimo è la Clonidina (catapresan) in fiale da 0,125mg intramuscolare. Un efficace metodo di assunzione del farmaco è versarsi il contenuto della fialetta sotto la lingua, non deglutite il farmaco, lasciatelo assorbire per via sublinguale. Per chi fosse avvezzo alle iniezioni, somministratelo intramuscolare, nel gluteo. Agisce in circa 20minuti e non tachicardizza, anzi bradicardizza, provoca sonnolenza che in questi frangenti ci sta anche bene visto il dolore……..Attenzione se siete ipertesi in trattamento con Betabloccanti la clonidina può provocare Ipertensione paradossa per cui non è di prima scelta. Non dimenticate di monitorare la pressione arteriosa dopo 15minuti dall’assunzione del farmaco. Altro farmaco antipertensivo da usare in emergenza è la nifedipina in gocce (Nifedicor), 10gocce sotto la lingua, tenetele li e vedrete che la pressione si abbassa, in circa 10minuti, se non si abbassa assumetene ancora 10gocce. A differenza del Catapresan avvertirete degli effetti collaterale, per via della rapidità di azione del farmaco e per la vasodilatazione. Rossore al torace ed al volto, tachicardia, riflessa alla vasodilatazione arteriosa. Anche il Captopril (capoten 25mg) sub-linguali che agisce in circa 20-25 minuti, è un ACE inibitore, e non tachicardizza. Io comunque preferisco usare il catapresan, per i minori effetti collaterali che potrebbero spaventare ed agitare il paziente.
I soggetti iperistaminici o allergici sanno l’importanza del cortisone, anche se il veleno degli scorpioni non sempre è allergizzante, comunque una iniezione di un buon cortisonico in muscolo evita la crisi (bentelan fiale 4mg, Urbason 40mug fiale, Soldesam 12mg fiale) basta una iniezione intramuscolare.
Idratate il paziente per far fronte alla perdita di liquidi durante la sudorazione e il rialzo termico, sorvegliate il malcapitato nelle prime 24ore.
Quindi la terapia è sintomatica; generalmente superate le prime 24ore il pericolo di vita è scongiurato. Se possibile cercate di individuare lo scorpione, in modo di porvi una prognosi di quello che vi aspetta, se lo scorpione è piccolo intorno ai 3cm la crisi non sarà grave, perchè questa dipende dalla dose di veleno inoculata. Se la vittima è un bambino, o adulto cardiopatico, è consigliabile recarsi da un medico, quindi villaggi, o meglio postazioni militari se siete in zona impervia.

Esistono anche le terapie cosiddette non convenzionali, la cui efficacia non è garantita, ma vengono citate per dovere di completezza.
Gli stimolatori elettrici portatili caratterizzati da una tensione di scarica ad elevato voltaggio (20KV) e basso amperaggio (0,5-07 mA), sembra che questi siano efficaci solo per alleviare la sintomatologia locale causata dal dolore, anche se c’è chi promette che contribuisce ad inattivare il veleno, ma non ci sono prove valide che confermano la cosa. Fate attenzione nei portatori di Pace-Maker o altri stimolatori elettrici impiantati nel corpo.

La pietra nera dei padri bianchi, non è una pietra, ma un osso che viene immerso in un miscuglio di erbe per mesi, la cui ricetta è segreta, cosi come è segreto il suo principio di funzionamento.
In Francia, in Provenza, si usa mettere delle foglie di lavanda sui davanzali, pare che l’odore tenga lontani gli scorpioni.

Tra questi, ci sono anche rimedi locali; consigliano due rimedi: immergere la ferita nella benzina, non chiedetemi il motivo, ma sembra che la benzina contribuisca ad inattivare il veleno. L’altro è quello di usare una sigaretta accesa sul sito di inoculazione del veleno, sembra che questo sia termolabile e l’ustione della sigaretta contribuisca.

Un consiglio riguardo questi due ultimi metodi, se proprio dovete farli, sceglietene solo uno!!

Un ringraziamento particolare a Bruno Balestrini www.thais.it/entomologia/default.htm , al Dott. Luciano Schiazza http://www.lucianoschiazza.it/index2.html per avermi consentito la pubblicazione delle loro magnifiche foto.
Altre fonti

http://www.ub.ntnu.no/scorpion-files/index.php

http://www.gifte.de/Gifttiere/androctonus-arten.htm

http://www.israbat.ac.ma/museum/Collections/Collections%20de%20reference/Zoologie/Invertebres/aspect_relatif/Desag_Homme/Invert_venim/Venimeux.htm

http://www.chru-lille.fr/cap/ca5-01oct1.htm

http://www.portfolio.mvm.ed.ac.uk/studentwebs/session2/group13/scorpions.html

 

2 comments… add one
lo ziorso dot tk April 14, 2014, 13:38

molto utile ed esauriente grazie marko anche perche a noi è gia capitato due volte una in tunisia. Li abbiamo trovati sotto la tenda la mattina smontando il campo, e la seconda con te in mauritania. Quando ad anna un micro scorpietto gli puncicato il pollicione del piede. Il veleno di anna ha ucciso lo scorpione e anna non ha subito grossi danni anche se ancora oggi un po di delirio è rimasto =0)

tony January 8, 2016, 18:04

Ottimo

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